concertodautunno news     edizione del 25/05/2005  torna alla pagina precedentemente consultata

 
 
25 APRILE 2005

nel ricordo dei 60 ANNI dalla LIBERAZIONE dall’occupazione nazifascista


Ci chiaman Briganti, Traditori e BANDITI ! Ma siam RIBELLI per la LIBERTA’ ! Da Cassolo  a  Varzi  dalla Lomellina  all’Oltrepò alla Val d’Ossola Storie, Canti,Balli… di chi resisteva sui monti e nelle nostre pianure

Il rispetto, la dedica, la gratitudine, l’affetto ai partigiani…. nel CONCERTO  dei

CANTOSOCIALE


“Oh mamma,sei proprio tu? Finalmente ti rivedo! Com’è bello riabbracciarti! Aiutami,mamma sono ammalato.., Non so più quello che faccio  non si può essere più se stessi così! Guarda Guarda, come mi hanno ridotto ! Cefalonia, Plotone  di Esecuzione, Decimazione, Naufragi, Lager, Guerra, Fame,  Fame, Fame..!”  Alfredo Lengua, maestro delle scuole elementari di  Cassolnovo da 1949 al 1974 Sfuggito al plotone di esecuzione nell’eccidio della brigata Acqui a Cefalonia il 22 Settembre 1943 successivamente  internato allo Stammlager di Wolsfburg in Austria , ha  insegnato a tutti i suoi alunni  la tragedia della guerra e della dittatura fascista.  

“Ci chiaman briganti e traditori, ma siamo ribelli per la libertà” questo non è solo il titolo di uno spettacolo ma anche l’omaggio ai partigiani e alla Resistenza oltre che una buona occasione  per far anche festa  in occasione del sessantesimo anniversario della LIBERAZIONE dalla dittatura nazifascista. A realizzarlo sono il gruppo musicale dei  Cantosociale  e a promuoverlo e organizzarlo è la LISTA PER CASSOLO  che riunisce le forze di centro sinistra del paese e l’associazione culturale ALAMBRADO che di fronte al vuoto istituzionale che sta accompagnando per tutto l’anno questa ricorrenza così importante per la nostra Repubblica,  vogliono invece RICORDARE per non ripetere gli errori del passato .Così è importante ascoltare storie ,voci e suoni che ci parlino di luoghi ,dei modi diversi con i quali è avvenuta l’opposizione al nazifascismo nel nostro paese; una doverosa riconoscenza a chi ha avuto il coraggio di opporsi con ogni mezzo alla dittatura , alle bande partigiane ma anche a chi in pianura li ha supportati e spesso si è reso protagonista di numerosi gesti di coraggio e disobbedienza civile contro le truppe tedesche e le brigate nere fasciste.

Ma accanto a questo, è doveroso anche   far FESTA per la fine dell’incubo della guerra ,delle violenze, della mancanza di libertà ; per questo  nella cornice dei giardini davanti alle scuole Elementari in Viale Rimembranze  il pomeriggio  del 25 Aprile dalle ore 16.30,in caso di pioggia al teatro Verdi si  potranno anche ascoltare le musiche popolari di una volta: polche,manfrine,valzer, gighe, mazurche…e perché no ?ballare al suono di violino, fisarmonica, ocarine,mandolino…

Lo spettacolo è un vero e proprio recital -concerto con testimonianze,poesie, monologhi e soprattutto canti e canzoni sul tema, un “lavoro” appositamente preparato per il 60mo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo che qui si arricchisce della ricerca fatta proprio a Cassolnovo raccogliendo i ricordi di chi ha vissuto i quegli anni la guerra e il regime fascista.Storie spesso drammatiche di tragedie personali e collettive ,episodi di piccole e grandi eroismi di una resistenza che da noi è stata spesso più civile che di guerriglia. Del resto Piero Carcano cantante e fondatore del gruppo è cassolese  e insieme all’Associazione  ALAMBRADO che nel territorio lomellino si sta occupando di ricerca e storia orale sta realizzando,un appassionante lavoro di registrazione con la gente del paese   che è solo all’inizio ma sta già dando buoni frutti tra i quali le testimonianze rielaborate in forma di monologhi e inserite nello spettacolo.

Del resto anche i CANTOSOCIALE sono  ben conosciuti in  Lomellina ,nel novarese e milanese  oltre che nella provincia di Pavia perche già da alcuni anni propongono spettacoli unici in occasione del 25 Aprile, appositamente realizzati lavorando sul territorio sulla base di fonti orali; registrazioni con i testimoni di quegli anni, raccogliendo racconti successivamente rielaborati in forma di monologhi e canti spesso riproposti in versioni riarrangiate che mantengono intatto il senso storico e sociale.

Altre ricerche su testi storici, documenti e cronache giornalistiche sono state interessanti spunti per realizzare canzoni originali dal gusto contemporaneo con atmosfere accattivanti dal sapore folk-rock.

Uno spettacolo originale che unisce storici canti con nuove canzoni, i versi popolari e letterari,un lavoro basato sul ricordo delle bande partigiane che hanno operato nell’Oltrepò Pavese:le divisioni garibaldine Aliotta e Gramsci,la giellista (Giustizia e Libertà) Masia e la matteottina Barni e quelle che operarono in pianura : la Leoni e la Matteo e tutte le altre dai nomi mitici presi dai compagni caduti in battaglia: la Capettini, la Crespi, Pisacane, Cornaggia, Gramigna, Togni, Sterzi, Piumati, Pizzi, Vercesi …

Nomi che riecheggiano nello spettacolo sia nelle strofe delle canzoni che nelle storie raccontate così come i loro “leggendari” comandanti dai nomi di battaglia più disparati : Americano, Remo, Fusco, Otto, Tom, Cino, Tarzan … richiami forti avranno anche le figure eroiche antifasciste della società civile nella nostra pianura lomellina da Anna Botto,Carlo Crespi a Giuseppe Loew,Teresio Olivelli   fino a Giovanni Maccaferri, Camilla Campana,Clotilde Giannini, Luigina Cirini,Omodeo Zorini gli operai tessili del calzificio Giudici di Cilavegna arrestati per essere poi deportati come “politici” nei campi di concentramento di Mauthausen, Auschwitz, Bergen Belsen, Buchenwald a seguito dello sciopero del   2 marzo 1944.

Storie toccanti che riportano al clima sociale opprimente della dittatura ,al coraggio e alla forza data a tutta la popolazione italiana da quei gruppi di sbandati,renitenti alla leva, idealisti per amor di patria o per ribellione di classe o più semplicemente costituiti da gente che aveva superato ogni limite di sopportazione ai soprusi e alle ferocie quotidiane, spinti a combattere da spontanei aneliti di giustizia e libertà .

Gente che il regime definì sui manifesti murali TRADITORI della Patria,LADRI,BANDITI;RIBELLI…    che con successive disposizioni del ministro degli interni condannò alla fucilazione immediata e  oggi invece possiamo considerare a tutti gli effetti fondatori della Repubblica Italiana.

A supportare queste storie ci saranno brevi ma intense letture di poesie e brani letterari di Neruda,Calvino,Fortini,Vigano,Fenoglio...ad opera di Luca Ariano tra i più importanti poeti lomellini contemporanei.

La colonna sonora e portante di tutto lo spettacolo è costituita ovviamente dai canti e dalle canzoni, molti  gli storici classici del repertorio della resistenza da cantare insieme al pubblico come gli inni-manifesto Bella Ciao,Fischia il vento,la dissacratoria e spassosa La badoglieide,l’anarchica Dai monti di  Sarzana, Pietà l’è morta,la vibrante bellissima  Dalle belle città scritta sui monti alessandrini-genovesi pochi giorni prima  del massacro alla cascina  Benedicta e la famosa milanesissima Ma mì canzone scritta da un giovane Strehler . Ma accanto a queste molti  sono  ormai anche i “ classici” del repertorio dei CANTOSOCIALE , canzoni  più che mai in tema, frutto di ricerche sviluppate negli anni anche grazie all’aiuto di importanti storici oralisti  come i vigevanesi Marco Savini e M. Antonietta Arrigoni.

E’ il caso di Canevino sulla strenua ultima battaglia combattuta sul colle Ortaiolo nell’Oltrepò Pavese dai resti delle brigate matteottine e vinta sconfiggendo oltre 250 tra soldati della Wermachts e delle Brigate Nere con il comandante Fusco tra i protagonisti e di Pozzol Groppo sulla strage efferata di giovanissimi partigiani della brigata Cornaggia, del loro comandante Carlo Covini , del dottor Lucio Martinelli e di una crocerossina Anna Mascherini da parte dai sanguinari elementi della Sicherheits, la polizia repubblichina,  avvenuta nel paesino situato sul crinale della Val Staffora e della Val Curone .

Legati a importanti personalità della resistenza nell’Oltrepò, pur per ragioni diverse, sono anche le canzoni Quando saremo a Varzi e Noi di Ciro siamo riarrangiate con ritmi incalzanti, composte di strofe capaci di dare morale e spinta alla lotta civile  contro comandanti spietati come era il colonnello Felice Fiorentini delle brigate Nere e di decantare il valore e il coraggio di capi combattenti come Giuseppe Barbieri detto“Ciro”.

Infine importante e significativo il recupero di brani simbolo,veri e propri inni delle diverse brigate partigiane come "Siamo i ribelli della montagna" dei garibaldini delle vicina zona di Casale Monferrato, e quella Brigata Garibaldi vera e propria marcia simbolo di una lotta che era anche ricca di toni patriottici divenuto quasi d”ordinanza” per le divisioni Gramsci e Matteotti combattenti sull’Appennino Ligure .Anche la riproposta de Il canto dei Malfattori di fine ottocento, unitamente all’altro canto simbolo degli anarchici Addio Lugano Bella, assumono significati attualizzati tutt’altro che nostalgici.

I canti della mondine più marcatamente di protesta padronale Curmaja Curmaja Sciur Padron e Prim che nàs un servitù  che ricordano le proteste  e il rifiuto di lavorare  in risaia per il regime a rischio della carcerazione per diserzione ,mettono ancora una volta in risalto gli arrangiamenti originali particolarmente ritmici  ma rispettosi della matrice popolare e acustica.Un lavoro quello del gruppo non solo di rivalutazione di un repertorio dimenticato  ma anche di vera e propria “ricostruzione” di antichi canti realizzata rivestendo testi  di cui non è pervenuta la musica.

A completare lo spettacolo saranno poi alcune nuove composizioni dei Cantosociale , dalla Yddish danza che accompagna i versi del Canto dei deportati alla suadente melodia di Zagròs che permea il racconto recuperato dal libro del compianto professor Alfredo Lengua sull’eccidio delle truppe italiane della divisione Acqui abbandonate a Cefalonia nelle mani delle truppe naziste  e soprattutto  la canzone Dòn cuntra la guèra, racconto  appassionato dei primi scioperi nel   1917  contro la guerra ,fatto dalle operaie tessili lomelline di Vigevano e del Molino del Conte  ,il testo è basato su una ricostruzione storica delle  cronache giornalistiche dell’epoca. 


The PARTISAN - il PARTIGIANO
di Leonard Cohen
Quando travolsero i confini
mi fu detto di arrendermi
e questo non potevo farlo
ho preso il mio fucile e sono sparito.

Ho cambiato il mio nome tante volte
ho perso mia moglie e i figli
ma ho molti amici
e alcuni di loro sono con me.

Una donna anziana ci ha dato riparo
ci ha nascosto in soffitta
poi sono arrivati i soldati
è morta senza un sospiro.

Eravamo in tre questa mattina
sono rimasto solo questa sera
ma devo andare avanti
le frontiere sono la mia prigione.

Ma il vento, il vento sta soffiando
tra le tombe il vento sta soffiando
la libertà verrà presto
e allora noi usciremo dall'ombra

 

The Partisan si può ascoltare sui siti:
www.arci.it
 www.ilmanifesto.it
www.liberazione.it
www.unita.it

QUANDO SAREMO A VARZI di anonimo

  FISCHIA IL VENTO

LA BRIGATA GARIBALDI

CANEVINO di A.Grassi

Quando saremo a Varzi Quando saremo a Varzi Prenderemo Fiorentini In figura di una vaca Lo metterem nella pignata Ogni contrada è patria dei ribelli Ogn i donna a noi dona il sospir Nelle notte ci guidano le stelle Forte il cuore e il braccio nel colpir Fate largo che passa La Brigata Garibaldi La più bella, la più forte La più ardita che ci sia La stella rossa in fronte La libertà portiamo Eravamo annidati alla Costa Nelle case del Mollio e Ortaiolo Tutti uniti formando un cuor solo Pel nemico lontano cacciar
POZZOL GROPPO   VAL SESIA VAL SESIA  
Quei corpi denudati Che il piombo aveva infranto La neve stese un manto Ebbe di lor pietà   Val Sesia Val Sesia Cosa importa se si muore questo è il grido del valore Partigiano vincerai  

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29/10/2005