Ci chiaman Briganti, Traditori e BANDITI ! Ma siam
RIBELLI per la LIBERTA’ !
Da Cassolo a Varzi dalla Lomellina all’Oltrepò alla Val d’Ossola
Storie, Canti,Balli… di chi resisteva sui monti e nelle nostre pianure
Il rispetto, la
dedica, la gratitudine, l’affetto ai partigiani….
nel CONCERTO dei
CANTOSOCIALE
“Oh mamma,sei proprio tu? Finalmente ti rivedo!
Com’è bello riabbracciarti! Aiutami,mamma sono ammalato.., Non so più
quello che faccio non si può essere più se stessi così! Guarda Guarda,
come mi hanno ridotto ! Cefalonia, Plotone di Esecuzione, Decimazione,
Naufragi, Lager, Guerra, Fame, Fame, Fame..!”
Alfredo
Lengua, maestro delle scuole elementari di Cassolnovo da 1949
al 1974 Sfuggito al plotone di esecuzione nell’eccidio della brigata Acqui
a Cefalonia il 22 Settembre 1943 successivamente internato allo
Stammlager di Wolsfburg in Austria , ha insegnato a tutti i suoi alunni
la tragedia della guerra e della dittatura fascista.
“Ci chiaman briganti
e traditori, ma siamo ribelli per la libertà” questo non è solo il
titolo di uno spettacolo ma anche l’omaggio ai partigiani e alla
Resistenza oltre che una buona occasione per far anche festa in
occasione del sessantesimo anniversario della LIBERAZIONE dalla
dittatura nazifascista. A realizzarlo sono il gruppo musicale dei
Cantosociale e a promuoverlo e organizzarlo è la LISTA PER
CASSOLO che riunisce le forze di centro sinistra del paese e
l’associazione culturale ALAMBRADO che di fronte al vuoto istituzionale
che sta accompagnando per tutto l’anno questa ricorrenza così importante
per la nostra Repubblica, vogliono invece RICORDARE per non
ripetere gli errori del passato .Così è importante ascoltare storie ,voci
e suoni che ci parlino di luoghi ,dei modi diversi con i quali è avvenuta
l’opposizione al nazifascismo nel nostro paese; una doverosa riconoscenza
a chi ha avuto il coraggio di opporsi con ogni mezzo alla dittatura , alle
bande partigiane ma anche a chi in pianura li ha supportati e spesso si è
reso protagonista di numerosi gesti di coraggio e disobbedienza civile
contro le truppe tedesche e le brigate nere fasciste.
Ma accanto a questo, è
doveroso anche far FESTA per la fine dell’incubo della guerra
,delle violenze, della mancanza di libertà ; per questo nella cornice
dei giardini davanti alle scuole Elementari in Viale Rimembranze il
pomeriggio del 25 Aprile dalle ore 16.30,in caso di pioggia al teatro
Verdi si potranno anche ascoltare le musiche popolari di una volta:
polche,manfrine,valzer, gighe, mazurche…e perché no ?ballare al suono di
violino, fisarmonica, ocarine,mandolino…
Lo spettacolo è un vero
e proprio recital -concerto con testimonianze,poesie, monologhi e
soprattutto canti e canzoni sul tema, un “lavoro” appositamente preparato
per il 60mo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo
che qui si arricchisce della ricerca fatta proprio a Cassolnovo
raccogliendo i ricordi di chi ha vissuto i quegli anni la guerra e il
regime fascista.Storie spesso drammatiche di tragedie personali e
collettive ,episodi di piccole e grandi eroismi di una resistenza che da
noi è stata spesso più civile che di guerriglia. Del resto Piero
Carcano cantante e fondatore del gruppo è cassolese e insieme
all’Associazione ALAMBRADO che nel territorio lomellino si sta
occupando di ricerca e storia orale sta realizzando,un appassionante
lavoro di registrazione con la gente del paese che è solo all’inizio ma
sta già dando buoni frutti tra i quali le testimonianze rielaborate in
forma di monologhi e inserite nello spettacolo.
Del resto anche i
CANTOSOCIALE sono ben conosciuti in Lomellina ,nel novarese e
milanese oltre che nella provincia di Pavia perche già da alcuni anni
propongono spettacoli unici in occasione del 25 Aprile, appositamente
realizzati lavorando sul territorio sulla base di fonti orali;
registrazioni con i testimoni di quegli anni, raccogliendo racconti
successivamente rielaborati in forma di monologhi e canti spesso
riproposti in versioni riarrangiate che mantengono intatto il senso
storico e sociale.
Altre ricerche su testi
storici, documenti e cronache giornalistiche sono state interessanti
spunti per realizzare canzoni originali dal gusto contemporaneo con
atmosfere accattivanti dal sapore folk-rock.
Uno spettacolo
originale che unisce storici canti con nuove canzoni, i versi popolari e
letterari,un lavoro basato sul ricordo delle bande partigiane che hanno
operato nell’Oltrepò Pavese:le divisioni garibaldine Aliotta e
Gramsci,la giellista (Giustizia e Libertà) Masia e la
matteottina Barni e quelle che operarono in pianura : la Leoni
e la Matteo e tutte le altre dai nomi mitici presi dai compagni
caduti in battaglia: la Capettini, la Crespi, Pisacane,
Cornaggia, Gramigna, Togni, Sterzi, Piumati, Pizzi, Vercesi …
Nomi che riecheggiano
nello spettacolo sia nelle strofe delle canzoni che nelle storie
raccontate così come i loro “leggendari” comandanti dai nomi di battaglia
più disparati : Americano, Remo, Fusco, Otto, Tom, Cino, Tarzan
… richiami forti avranno anche le figure eroiche antifasciste della
società civile nella nostra pianura lomellina da Anna Botto,Carlo
Crespi a Giuseppe Loew,Teresio Olivelli fino a Giovanni
Maccaferri, Camilla Campana,Clotilde Giannini, Luigina Cirini,Omodeo
Zorini gli operai tessili del calzificio Giudici di Cilavegna
arrestati per essere poi deportati come “politici” nei campi di
concentramento di Mauthausen, Auschwitz, Bergen Belsen, Buchenwald a
seguito dello sciopero del 2 marzo 1944.
Storie toccanti che
riportano al clima sociale opprimente della dittatura ,al coraggio e alla
forza data a tutta la popolazione italiana da quei gruppi di
sbandati,renitenti alla leva, idealisti per amor di patria o per
ribellione di classe o più semplicemente costituiti da gente che aveva
superato ogni limite di sopportazione ai soprusi e alle ferocie
quotidiane, spinti a combattere da spontanei aneliti di giustizia e
libertà .
Gente che il regime
definì sui manifesti murali TRADITORI della
Patria,LADRI,BANDITI;RIBELLI… che con successive disposizioni del
ministro degli interni condannò alla fucilazione immediata e oggi invece
possiamo considerare a tutti gli effetti fondatori della Repubblica
Italiana.
A supportare queste
storie ci saranno brevi ma intense letture di poesie e brani letterari di
Neruda,Calvino,Fortini,Vigano,Fenoglio...ad opera di Luca Ariano tra i più
importanti poeti lomellini contemporanei.
La colonna sonora e
portante di tutto lo spettacolo è costituita ovviamente dai canti e dalle
canzoni, molti gli storici classici del repertorio della resistenza da
cantare insieme al pubblico come gli inni-manifesto Bella Ciao,Fischia
il vento,la dissacratoria e spassosa La badoglieide,l’anarchica
Dai monti di Sarzana, Pietà l’è morta,la vibrante
bellissima Dalle belle città scritta sui monti
alessandrini-genovesi pochi giorni prima del massacro alla cascina
Benedicta e la famosa milanesissima Ma mì canzone scritta da un
giovane Strehler . Ma accanto a queste molti sono ormai anche i “
classici” del repertorio dei CANTOSOCIALE , canzoni più che mai in tema,
frutto di ricerche sviluppate negli anni anche grazie all’aiuto di
importanti storici oralisti come i vigevanesi Marco Savini e M.
Antonietta Arrigoni.
E’ il caso di
Canevino sulla strenua ultima battaglia combattuta sul colle Ortaiolo
nell’Oltrepò Pavese dai resti delle brigate matteottine e vinta
sconfiggendo oltre 250 tra soldati della Wermachts e delle Brigate Nere
con il comandante Fusco tra i protagonisti e di Pozzol Groppo sulla
strage efferata di giovanissimi partigiani della brigata Cornaggia, del
loro comandante Carlo Covini , del dottor Lucio Martinelli e di una
crocerossina Anna Mascherini da parte dai sanguinari elementi della
Sicherheits, la polizia repubblichina, avvenuta nel paesino situato sul
crinale della Val Staffora e della Val Curone .
Legati a importanti personalità della resistenza nell’Oltrepò, pur per
ragioni diverse, sono anche le canzoni Quando saremo a Varzi
e Noi di Ciro siamo riarrangiate con ritmi incalzanti, composte di
strofe capaci di dare morale e spinta alla lotta civile contro comandanti
spietati come era il colonnello Felice Fiorentini delle brigate Nere e di
decantare il valore e il coraggio di capi combattenti come Giuseppe
Barbieri detto“Ciro”.
Infine importante e
significativo il recupero di brani simbolo,veri e propri inni delle
diverse brigate partigiane come "Siamo i ribelli della montagna"
dei garibaldini delle vicina zona di Casale Monferrato, e quella
Brigata Garibaldi vera e propria marcia simbolo di una lotta che era
anche ricca di toni patriottici divenuto quasi d”ordinanza” per le
divisioni Gramsci e Matteotti combattenti sull’Appennino Ligure .Anche la
riproposta de Il canto dei Malfattori di fine ottocento, unitamente
all’altro canto simbolo degli anarchici Addio Lugano Bella,
assumono significati attualizzati tutt’altro che nostalgici.
I canti della mondine
più marcatamente di protesta padronale Curmaja Curmaja Sciur Padron
e Prim che nàs un servitù che ricordano le proteste e il rifiuto
di lavorare in risaia per il regime a rischio della carcerazione per
diserzione ,mettono ancora una volta in risalto gli arrangiamenti
originali particolarmente ritmici ma rispettosi della matrice popolare e
acustica.Un lavoro quello del gruppo non solo di rivalutazione di un
repertorio dimenticato ma anche di vera e propria “ricostruzione” di
antichi canti realizzata rivestendo testi di cui non è pervenuta la
musica.
A completare lo
spettacolo saranno poi alcune nuove composizioni dei Cantosociale , dalla
Yddish danza che accompagna i versi del Canto dei deportati
alla suadente melodia di Zagròs che permea il racconto recuperato
dal libro del compianto professor Alfredo Lengua sull’eccidio delle truppe
italiane della divisione Acqui abbandonate a Cefalonia nelle mani
delle truppe naziste e soprattutto la canzone Dòn cuntra la
guèra, racconto appassionato dei primi scioperi nel 1917 contro la
guerra ,fatto dalle operaie tessili lomelline di Vigevano e del Molino del
Conte ,il testo è basato su una ricostruzione storica delle cronache
giornalistiche dell’epoca.
The PARTISAN - il PARTIGIANO
di Leonard Cohen |
Quando travolsero i confini
mi fu detto di arrendermi
e questo non potevo farlo
ho preso il mio fucile e sono sparito.Ho cambiato il mio nome
tante volte
ho perso mia moglie e i figli
ma ho molti amici
e alcuni di loro sono con me.
Una donna anziana ci ha dato riparo
ci ha nascosto in soffitta
poi sono arrivati i soldati
è morta senza un sospiro.
Eravamo in tre questa mattina
sono rimasto solo questa sera
ma devo andare avanti
le frontiere sono la mia prigione.
Ma il vento, il vento sta soffiando
tra le tombe il vento sta soffiando
la libertà verrà presto
e allora noi usciremo dall'ombra
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The Partisan si può ascoltare sui siti: |
www.arci.it |
www.ilmanifesto.it
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www.liberazione.it |
www.unita.it |
QUANDO SAREMO A
VARZI di anonimo |
FISCHIA IL
VENTO |
LA BRIGATA
GARIBALDI |
CANEVINO di
A.Grassi |
Quando saremo a Varzi Quando saremo a
Varzi Prenderemo Fiorentini In figura di una vaca Lo metterem nella
pignata |
Ogni contrada è patria dei ribelli Ogn
i donna a noi dona il sospir Nelle notte ci guidano le stelle Forte
il cuore e il braccio nel colpir |
Fate largo che passa La Brigata
Garibaldi La più bella, la più forte La più ardita che ci sia La
stella rossa in fronte La libertà portiamo |
Eravamo annidati alla Costa Nelle case
del Mollio e Ortaiolo Tutti uniti formando un cuor solo Pel nemico
lontano cacciar |
POZZOL GROPPO |
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VAL SESIA VAL SESIA |
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Quei corpi denudati Che il piombo aveva
infranto La neve stese un manto Ebbe di lor pietà |
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Val Sesia Val Sesia Cosa importa se si
muore questo è il grido del valore Partigiano vincerai |
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