Articolo di Sergio Calabrese pagina 35 de
"L'informatore vigevanese" in edicola il 6 dicembre 2012
Pupi Avati, regista cinematografico
bolognese che ci ha regalato tante emozioni con le sue tenere e malinconiche
opere (nella mia personale cineteca metterei "Dancing paradis", "Festa di
laurea", "Gli amici del bar Margherita" e buon ultimo "II cuore delle
ragazze"), parlando di Nello il protagonista del suo film "II cuore altrove"
vincitore nel 2003 del Premio David di Donatello per la miglior regia, ha
detto che lui, al pari del protagonista che nel film canta a squarciagola, non
potrebbe mai fare parte di un coro. "Canto troppo forte e sarei cacciato via".
"Dunque, afferma il regista, sono condannato a essere per sempre un solista".
Ma c'è chi nella vita non si sente
solista e sceglie di far parte di un coro.
È bello il "popolo" delle corali. Il coro è
democratico. Nessuno ti chiederà chi sei e da dove vieni, anche se nella vita
puoi essere un operaio, un serioso professionista o un impiegato. Chi fa parte
di un coro ha un solo obiettivo: cantare e stare insieme. "Vivere l'esperienza
musicale con persone che hanno interessi comuni, è meravigliosa", dicono
coloro che fanno parte di un gruppo vocale. I coristi hanno un senso
dell'appartenenza profondo. Qualcuno ha detto che il coro è una sorta di
grembo materno, un "mondo minimale" dove impari a sentirti capace di dare e
ricevere confrontandoti con gli altri. Nel coro non ci sono solisti, conta
soltanto il gruppo. È la metafora della vita capovolta, perché sono banditi
individualismi e protagonismi. Conta la musica e la voce. Certo, non tutti
canteranno in cori importanti come quello del Teatro alla Scala o dei Wiener
Singakademie del teatro di Vienna, ma per chi professionista non è e ha una
bella voce ci sarà sempre una corale pronta ad accoglierlo. Sono migliaia i
gruppi sparsi lungo la nostra penisola. Si canta da Merano a Canicattì. Ma si
canta anche nelle nostre chiese. Alle Messe domenicali sono sempre più i cori
parrocchiali che accompagnano i fedeli durante il rito liturgico. Cantare fa
bene allo spirito, ma anche alla salute: Attraverso la "terapia musicale di
gruppo" si dimenticano- almeno per qualche ora - affanni e tribolazioni
quotidiane. Insomma, "canta che ti passa"!
E si canta, e come, anche a Vigevano.
Nella città ducale oltre ai cori
parrocchiali - trai quali spicca il grande coro "Cappella Musicale della
Cattedrale di Vigevano" diretta da don Paolo Lobiati - ve ne sono altri di
recente formazione come il "Gruppo vocale In Tempo Rebelli" diretto da Carlo
Ramella e il coro "Saint George pop Choir Gospel di Vigevano" del maestro
Francesco Romussi. E ancora nella nostra città sono presenti "La Schola
Cantorum Lorenzo Perosi" diretta da Marco Ramella, e infine il coro alpino "La
Vetta" con la direzione del maestro Gualtiero Bianchi.
Oltre a queste formazioni corali che, è bene dire (salvo rare eccezioni) si
esibiscono gratuitamente, Vigevano può vantare la corale più antica del
territorio lomellino: "I Maestri Cantori" diretta dal maestro
Alessandro Barlacchi. Il coro è stato fondato nel lontano 1925 da un gruppo di
artigiani calzaturieri tutti accomunati dalla passione per la musica. Per il
nome s'ispirarono a un'opera di Wagner "I maestri cantori di Norimberga"
perché il protagonista dell'opera wagneriana è un ciabattino. Per molti anni
fu composto soltanto da soli uomini, si sa che il contesto sociale dell'epoca
non permetteva alle donne cotanto ardire, il coro nasce con il principale
scopo di fare fronte alle esigenze del Teatro Cagnoni per gli spettacoli
lirici e il primo maestro fu il signor Emilio Consiglieri. L'esordio ufficiale
avvenne nel 25 con Il Trovatore di Giuseppe Verdi. Il debutto, narrano le
gazzette dell'epoca, fu un grande successo. Molti sono gli aneddoti e le
curiosità legate a questa formazione canora. Si narra che durante il periodo
bellico la corale continuò la sua attività nonostante i bombardamenti e i suoi
componenti si spostavano in continuazione dall'Istituto musicale cittadino
Luigi Costa alla casa del maestro istruttore che impartiva lezioni gratis da
mane a sera, anche quando piovevano bombe. Poi vi è un episodio dal quale
emerge il rigore con il quale era ed è amministrata la società. Sbirciando
i libri cassa della corale è annotata la nota "Speso per omaggio floreale alla
signora Maria Callas lire 2000" (7 gennaio 1956). Cose d'altri tempi.
La Corale vigevanese sin dalla sua fondazione è sempre stata animata da uno
spirito di servizio che è ancora oggi la sua principale filosofia: mettersi a
disposizione della città.
Innumerevoli sono i concerti benefici che "I Maestri Cantori" hanno fatto per
associazioni ed enti cittadini, anche fuori provincia. Oltre al suo ricco
repertorio che comprende tutto il melodramma dell'Ottocento e del primo
Novecento, la corale vanta un palmares di tutto rispetto; finalista al
Festival Internazionale di Ginevra (1933), primo premio al Concorso nazionale
di Monza (1952) e vincitrice al Festival delle corali di Reggio Emilia.
Dello storico gruppo hanno fatto parte cantanti e musicisti di fama quali il
baritono Giovanni Maffeo (che cantava alla Scala e tuttora è insegnante
di canto), il compianto baritono Arialdo Re e il compianto giovane
maestro di pianoforte il vigevanese Giampiero Callegaris (scomparso a
soli 42anni n.d.r.).
Dopo le dimissioni del presidente Mario Mainino - acuto critico musicale e
cultore di musica lirica e classica che per molti anni è stato il presentatore
ufficiale dei concerti dei "Maestri Cantori"- a presiedere la corale dal
2010 c'è Adriana Pedrabissi Gugliormella. E proprio dalla
neo-presidente- che per anni è stata corista e animatrice del gruppo- si leva
un grido dolore. "Tutte le corali liriche tradizionali tra qualche anno
chiuderanno! Mancano le "vocazioni" e i gruppi si assottigliano sempre più".
"Dagli anni Ottanta a oggi la nostra corale ha perso circa 20 elementi.
Eravamo una cinquantina sino a qualche anno fa, oggi siamo rimasti in 35: in
maggioranza donne. Di maschietti ne vediamo sempre meno".
E i giovani? "Non pervenuti" dice con rammarico la professoressa Pedrabissi.
Si sa, molti giovani preferiscono inseguire il sogno di cantare a X Factor o
in un reality show. Ma, ahi loro, le probabilità che realizzino il loro sogno
è pari alla vincita del Superenalotto. E allora cari ragazzi e ragazze, tanto
vale mettere il vostro talento al servizio di una corale, magari un giorno
"sarete famosi" grazie al coro. Con l'approssimarsi del Natale saranno
moltissimi i concerti che le corali terranno in città. Andate ad ascoltarli,
fa bene all'anima. Chissà, magari a qualcuno verrà la voglia di cantare. In un
coro, naturalmente. Ale!