"Tutti in mia man voi
siete, la mano stringerò tutti cadrete" queste le fulminanti parole di
Carlo di Spagna, futuro Imperatore Carlo V, nell'opera lirica Ernani di
Giuseppe Verdi; come suonavano bene dal labbro del baritono Arialdo
Re.
Ma chi non ha avuto
l'entusiasmante esperienza di ascoltare la sua meravigliosa voce nei
concerti con la Corale I Maestri Cantori di Vigevano ora non lo potrà
più fare. Arialdo se ne è andato per sempre portando la sua voce in un
coro grande ed infinito che non possiamo ascoltare.
Mi ricordo quando
sedicenne con il mio primo vecchio ed ingombrante registratore
portatile andavo nei "lanchin" ad ascoltare per la prima volta la
Maestri Cantori ed ascoltavo un giovane baritono che si esibiva,
allora Arialdo Re faceva il commesso in una famosa drogheria di piazza
Sant'Ambrogio a Vigevano. Con la direzione del maestro Aschei aveva
affrontato le prime parti di solista di canto mettendo in evidenza le
straordinarie doti della sua meravigliosa voce.
E’ inevitabile
associare il nome di Arialdo Re alla Corale I Maestri Cantori,
un gruppo di appassionati cantori di musica lirica, dilettanti nel
senso più nobile del termine: cantare per diletto studiando e
perfezionando costantemente il proprio repertorio.
Arialdo Re entra in
Corale nei primi anni sessanta. E’ il periodo d’oro: quarantacinque
voci maschili una piu’ bella dell’altra: Bruno Ceriana, Enrico
Bellazzi, Pietro Baratti per citarne alcuni) e Gianni Maffeo che di lì
a poco sarebbe decollato verso il successo alla Scala. La crisi della
lirica e del Teatro Cagnoni non erano ancora arrivate: le stagioni
operistiche si susseguivano anno dopo anno ospitando anche interpreti
famosi (Ferrucio Tagliavini, Anna Moffo, Rolando Panerai, Giacinto
Prandelli e tanti altri) e la Corale diretta allora dal M. Angelo
Aschei era sempre sul palcoscenico a supportare le azioni sceniche.
In questo clima si
inserisce Arialdo con la sua esuberanza, la battuta pronta e
soprattutto la voce! Ah, la voce, potente, naturalmente ben impostata,
che incantava l’ascoltatore.
Negli anni settanta,
dopo la chiusura del Teatro cagnoni, la Corale aumenta l’organico con
le sezioni femminili ed inizia a fare concerti, e grazie ai suoi
solisti mette in repertorio numerosi pezzi d’assieme: da questo
momento il “baritono Arialdo Re” compare su tutti i programmi e
diventa ingrediente di sicuro successo dello spettacolo. Numerose
romanze nel suo repertorio che, se comprendeva brani a tinte forti,
più consone al suo temperamento, toccava anche le canzoni classiche di
Tosti e napoletane.
In ogni modo
nonostante la bravura e l’entusiasmo che sollevava nel pubblico, è
rimasto sempre lo stesso: buono, disponibile e generoso, pronto ad
impersonare Don Carlo come a cantare Ave Maria ad una coppia di
sposi.
Un altro brano molto
richiesto era Panis Angelicus di C. Franck. Diversi anni or
sono questo brano venne eseguito con il coro durante una funzione
liturgica in Duomo a Vigevano alla presenza di Oscar Luigi Scalfaro,
allora Ministro degli Interni, in visita a Vigevano. Alla fine della
cerimonia il ministro volle complimentarsi e conoscere personalmente
il baritono solista e ci volle il suo tempo per convincere Arialdo ad
uscire dal coro per ricevere il meritato riconoscimento. Il direttore
dell’esecuzione venne amabilmente ignorato: era Arialdo Re la star.
Ed ora, stella tra le
stelle, con lui se n’è andato un pezzo della nostra storia, ma vivrà
per sempre nel ricordo dei suoi amici.
Con l’ultimo saluto,
al termine della toccante cerimonia funebre, la Corale ha intonato:
Va’ pensiero sull’ali dorate… dando il tocco di grazie a tutti
gli astanti che non riuscivano a trattenere le lacrime.