VoceAllOpera -Tancredi

 

Spazio Teatro 89
Via F.lli Zoia, 89 MILANO
Giovedì 07 Novembre 2019, ore 20:00

VoceAllOpera
Stagione Lirica 2019/20

in memoria di Francesco Bonelli Scarampi
Dittico Monteverdi - Bizet
Il combattimento di Tancredi e Clorinda & Carmen

Replica Venerdì 08 Novembre 2019, ore 20:00

Claudio Monteverdi
"Il combattimento di Tancredi e Clorinda"
soprano Isabel Lombana Mariño
pianoforte dal M° Andrès Gallucci
ballerini Francesco Rodilosso e Carola Puglisi
regia, scene e costumi Daniele Piscopo


Georges Bizet
"Carmen"
ispirata a La tragedie de Carmen di Peter Brook
mezzosoprano Elena Caccamo - Carmen
tenore Leon De La Guardia - Don Josè
soprano Isabel Lombana Mariño - Micaela
baritono Omar Camata - Escamillo
mimo Gianluca Cavagna - Lillas Pastia
Orchestra di VoceAllOpera
direttore Davide Levi
regia Gianmaria Aliverta


PROGRAMMA e NOTE :

L'appuntamento con il primo titolo della Stagione Lirica 2019/20 di VoceAllOpera è fissato per il 7 e l’8 novembre 2019, ore 20:00, presso lo SpazioTeatro89 di Milano; Daniele Piscopo curerà regia, scene e costumi del primo titolo e rileggerà il dramma di Tancredi e Clorinda alla luce dell'immortale scontro tra popoli che credono in un dio diverso. Il giovane soprano Isabel Lombana Mariño interpreterà il Testo e i due amanti, accompagnata al pianoforte dal M° Andrès Gallucci.
Gianmaria Aliverta, direttore artistico e regista, si occuperà della riduzione musicale e drammaturgica di Carmen, ispirata a La tragedie de Carmen di Peter Brook. Il giovane mezzosoprano Elena Caccamo vestirà i panni di Carmen, Leon De La Guardia sarà Don Josè, Isabel Lombana Mariño farà anche Micaela, Omar Camata sarà Escamillo. L’Orchestra di VoceAllOpera sarà diretta dal M° Davide Levi.
Il direttore artistico Gianmaria Aliverta ha scelto un dittico per inaugurare la ottava stagione lirica di VoceAllOpera, associazione impegnata sin dalla sua nascita a portare l’opera lirica a tutti e a dare ad artisti giovani e meritevoli la possibilità di debutto. Il combattimento di Tancredi e Clorinda, madrigale rappresentativo di Claudio Monteverdi del 1624, su testo di Torquato Tasso, sarà unito a Carmen, titolo più rappresentativo di Georges Bizet, in una riduzione musicale drammaturgica ispirata a La tragedie de Carmen di Peter Brook.

 


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Seguono immagini della serata:

Claudio Monteverdi "Il combattimento di Tancredi e Clorinda"
-
Georges Bizet "Carmen"


 

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VoceAllOpera Carmen Monteverdi Tancredi

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Seguono immagini della serata:

Claudio Monteverdi "Il combattimento di Tancredi e Clorinda"
-
Georges Bizet "Carmen"

Note:

La Stagione lirica di VoceAllOpera è resa possibile grazie alla sinergia con Spazio Teatro 89 e Fondo Morosini.  www.voceallopera.com  FB VoceAllOpera

CLAUDIO GIOVANNI ANTONIO MONTEVERDI
(Cremona, 9 maggio 1567 – Venezia, 29 novembre 1643)
IL COMBATTIMENTO DI TANCREDI E CLORINDA
dal LIBRO VIII dei MADRIGALI GUERRIERI ET AMOROSI
con alcuni opuscoli in genere rappresentativo, che saranno per brevi episodi fra i canti senza gesto
Venice, Alessandro Vincenti, 1638
per soprano, due tenori, quattro viole da braccio [S,A,T,B], contrabasso (double-bass) e basso continuo
tratto da Torquato Tasso (Gerusalemme Liberata - Canto XII e Gerusalemme Conquistata - Canto XV)
Venice, Palazzo Mocenigo, Carn. 1624

Testo elaborato dalla fonte https://youtu.be/O9tke459zwI

I. PRESENTAZIONE DEI PERSONAGGI:
Tancredi, che Clorida un uomo stima,
vUol nell'armi provarla al paragone.

II. PASSAGGIO STRUMENTALE CHE ALLUDE AL MOVIMENTO DI ACCERCHIAMENTO DI CLORINDA:
Va girando colei l'alpestre cima
ver altra porta ove entrar dispone.

III. TROTTARE DEI CAVALLI:
Segue egli impetuoso, onde assai prima che giunga

IV. FANFARA, DIALOGO DI CLORINDA CON TANCREDI:
in guisa avien che d'armi suone,
ch'ella si volge e grida: "O tu, che porte,
correndo sì?" Rispose: "E guerra e morte".

"Guerra e mort'avrai", disse, "io non rifiuto
darlati se lei cerchi, e ferma attendi".

Né vol Tancredi, ch'ebbe a più veduto
il suo nemico usar cavallo, e scende.
E impugna l'un l'altro il ferro acuto,
e aguzza l'orgoglio e l'ira accende;

V. CONTRAPPOSIZIONE DI FIGURE STRUMENTALI [Passeggio bellicoso grave, stile concitato]:
e vansi incontro a passi tardi e lenti,
quai duo tori gelosi e d'ira ardenti.

VI. PROLOGO AL DUELLO \ INVOCAZIONE ALLA NOTTE \ SINFONIA STRUMENTALE [Lenta, passaggio ristretto]
Notte, che nel profondo oscuro seno
chiudesti nell'oblio fatto sì grande,
degno d'un chiaro sol, degno d'un pieno
teatro opre sarian sì memorande.

VII. SINFONIA STRUMENTALE[Passaggio ristretto] / ARIA CON ORNAMENTA:
Piacciati ch'indi il tragga e 'n bel sereno
alle future età lo spieghi e mande.
viva la fama lor; e tra lor gloria
splenda del fosco tuo l'alta memoria.

VIII. A DUELLO:
Non schivar, non parar, non pur ritrarsi voglion costor;
né qui destrezz'ha parte.
Non danno i colpi or finti, or pieni, or scarsi:
toglie l'ombra e 'l furor l'uso dell'arte.
Odi le spade orribilmente urtarsi
a mezzo il ferro, e 'l piè fermo e la man sempre in moto,
né scende taglio invan, né punta a vòto.

IX. STILE CONCITATO:
L'onta irrita lo sdegno a la vendetta,
e la vendetta poi l'onta rinova;
onde sempre al ferir, sempre a la fretta
stimol novo s'aggiunge e piaga nova.
D'or in or più si mesce, e più ristretta
si fa la pugna, e spada oprar non giova:

X. QUI SI LASCIA L'ARCO, E SI STRAPPANO LE CORDE CON DUOI DITI [Pizzicato]:
dansi con pomi, infelloniti e crudi
cozzan con gli elmi insieme con gli scudi.

XI. ABBRACCIO AMBIGUO:
Tre volte iL cavalier la donna stringe
con le robuste braccia, ed altre tante
poi da quei nodi tenaci ella si scinge,
nodi di fier nemico, e non d'amante.

XII. STILE CONCITATO:
Tornano al ferro, e l'un l'altro li tinge
di molto sangue;

XIII. IL DUELLO S'ARRESTA:
e stanco e anelante
e questi e quegli al fin pur si ritira,
e dopo lungo faticar respira.

L'un l'altro guarda, e del suo corpo esangue
sul pomo della spada appoggia il peso.
Già de l'ultima stella il raggio langue
su 'l primo albor ch'è in Oriente acceso.
Vede Tancredi in maggior copia il sangue
del suo nemico, e sé non tanto offeso.
Ne gode e insuperbisce. Oh, nostra folle
mente, ch'ogni aura di fortuna estolle!

Misero, di che godi? o quanto mesti
siano i trionfi, e infelice il vanto!
Gli occhi tuoi pagheran (s'in vita resti)
di quel sangue ogni stilla un mar di pianto.


Prosegue con testo elaborato dalla fonte

https://www.flaminioonline.it/Guide/Monteverdi/Monteverdi-Combattimento153.html

Cosi tacendo e rimirando, questi
sanguinosi guerrier cessaro alquanto.
Ruppe il silenzio al fin Tancredi e disse,
perchè il suo nome a lui l'altro scoprisse:

- Nostra sventura è ben che qui s'impieghi
tanto valor, dove silenzio il copra.
Ma poi che sorte rea vien che ci nieghi
e lode e testimon degni de l'opra,
pregoti (se fra l'armi han loco i preghi)
che'l tuo nome e'l tuo stato a me tu scopra,
accio ch'io sappia, o vinto o vincitore,
chi la mia morte o la vittoria onore. -

Rispose la feroce: - Indarno chiedi
quel c'ho per uso di non far palese.
Ma chiunque io mi sia, tu innanzi vedi
un di quei duo che la gran torre accese. -
Arse di sdegno a quel parlar Tancredi
e: - In mal punto il dicesti; [-i ndi riprese]
- il tuo dir e'l tacer di par m'alletta,
barbaro discortese, a la vendetta.

Torna l'ira ne'cori e li trasporta,
benché deboli, in guerra a fiera pugna!
U' l'arte in bando, u' già la forza è morta,
ove, in vece, d'entrambi il furor pugna!
O che sanguigna e spaziosa porta
fa l'una e l'altra spada, ovunque giugna
ne l'armi e ne le carni! e se la vita
non esce, sdegno tienla al petto unita.

Ma ecco ormai l'ora fatai è giunta
che'l viver di Clorinda al suo fin deve.
Spinge egli il ferro nel bel sen di punta
che vi s'immerge e'l sangue avido beve:
e la veste che d'or vago trapunta
le mammelle stringea tenere e lieve,
l'empie d'un caldo fiume. Ella già sente
morirsi, e'l pie le manca egro e languente.

Segue egli la vittoria, e la trafitta
vergine minacciando incalza e preme.
Ella, mentre cadea, la voce afflitta
movendo, disse le parole estreme:
parole ch'a lei novo spirto addita,
spirto di fé, di carità, di speme,
virtù che Dio le infonde, e se rubella
in vita fu, la vuole in morte ancella.

- Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona
tu ancora, al corpo no che nulla pave,
a l'alma sì: deh! per lei prega, e dona
battesmo a me ch'ogni mia colpa lave. -
In queste voci languide risuona
un non so che di flebile e soave
ch'al cor gli scende ed ogni sdegno ammorza,
e gli occhi a lagrimar invoglia e sforza.

Poco quindi lontan nel sen d'un monte
scaturia mormorando un picciol rio.
Egli v'accorse e l'elmo empiè nel fonte,
e tornò mesto al grande ufficio e pio.
Tremar sentì la man, mentre la fronte
non conosciuta ancor sciolse e scoprio.
La vide e la conobbe: e restò senza
e voce e moto. Ahi vista! ahi conoscenza!

Non morì già, che sue virtuti accolse
tutte in quel punto e in guardia al cor le mise,
e premendo il suo affanno a dar si volse
vita con l'acqua a chi col ferro uccise.
Mentre egli il suon de'sacri detti sciolse,
colei di gioia trasmutossi, e rise:
e in atto di morir lieta e vivace
dir parea: "S'apre il ciel: io vado in pace."

(Libro ottavo la parte: Madrigali Guerrieri)

Un commento di RheinGold 7 anni fa dal 2019
Monteverdi in questo superbo e unico capolavoro ha impiegato mezzi rivoluzionari che nessun musicista mai prima aveva concepito: il concitato, il martellato, il trillo, il tremolo, il mordente, il tempo sincopato, il pizzicato degli archi.

Le foto sono scattate con:
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20 Megapixel, Zoom 42X, 1600-3200 ISO, LCD ad Angolazione Variabile
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