Coccia Verdi ERNANI (2 di 4)

 

Teatro Coccia - Novara
Mercoledì 16 ottobre
2019 – ore 20,00
Teatro Coccia Stagione 2019-2020
Giuseppe Verdi

ERNANI
Dramma lirico in quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave
Orchestra Fondazione Teatro Coccia
in collaborazione con il Conservatorio “G. Cantelli”
Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Matteo Beltrami
Regia Pier Francesco Maestrini
Scene e costumi Francesco Zito
Maestro del coro Dario Grandini
Nuovo Allestimento del Teatro Coccia,
recupero storico dell’allestimento del Teatro Massimo di Palermo
Coproduzione Fondazione Teatro Coccia con Teatro Verdi di Pisa

Personaggi ed interpreti:
Ernani MIGRAN AGADZHANYAN, tenore
Elvira ALEXANDRA ZABALA, soprano
Carlo ENKHBAT AMARTUVSHIN, baritono
Silva SIMON ORFILA, basso
Don Riccardo DIDIER PIERI, tenore
Giovanna MARTA CALCATERRA, soprano
Jago EMIL ABDULLAIEV, basso


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Seguono immagini della serata:
Parte prima: Il bandito.
Parte seconda: L'ospite.
Parte terza: La clemenza.
Parte quarta: La maschera.


 

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Teatro Coccia 2019 Ernani

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Teatro Coccia 2019 Ernani

Teatro Coccia 2019 Ernani

 

Seguono immagini della serata:
Parte prima: Il bandito.
Parte seconda: L'ospite.
Parte terza: La clemenza.
Parte quarta: La maschera.

Note:

L'ospite

Finale ampliato: scene 14 | 15 | 16

Scena prima
Magnifica sala nel palazzo di Don Ruy Gomez de Silva. Porte che mettono a vari appartamenti. Intorno alle pareti veggonsi disposti entro ricche cornici, sormontate da corone ducali e stemmi dorati, i ritratti della famiglia di Silva. Presso ciascun ritratto vedesi collocata una completa armatura equestre, corrispondente all'epoca in cui il dipinto personaggio viveva. Avvi pure una ricca tavola con presso un seggiolone ducale di quercio.
Cavalieri e Paggi di Don Ruy, Dame, Damigelle di Elvira riccamente abbigliate.
Tutti
Esultiamo! Letizia ne innondi!
Tutto arrida di Silva al castello;
no, di questo mai giorno più bello,
dalla balza d'oriente spuntò.
Esultiamo! Esultiam!

Dame
Quale fior che le aiuole giocondi,
olezzando dal vergine stelo,
cui la terra vagheggia ed il cielo,
è d'Elvira la rara beltà.

Cavalieri
Tale fior sarà colto, adorato,
dal più bello e gentil cavaliere,
ch'ora vince in consiglio e sapere
quanti un dì col valore eclissò.

Tutti
Sia il connubio, qual merta, beato,
e se lieto esser possa di prole,
come in onda ripetesi il sole,
de' parenti abbia senno e beltà.
Esultiamo! Esultiam!

Scena seconda

Detti, Jago, e Silva, che pomposamente vestito da grande di Spagna, va a sedersi sul seggiolone ducale.
Silva
Jago, qui tosto il pellegrin adduci.

(Jago esce, e tosto compare Ernani sulla porta vestito da pellegrino)

Ernani
Sorrida il cielo a voi.

Silva
T'appressa, o pellegrin... chiedi, che brami?

Ernani
Chieggo ospitalità.

Silva (indicando i quadri)
Fu sempre sacra a' Silva, e lo sarà.
Qual tu sia, donde venga,
io già saper non voglio.
Ospite mio sei tu, ti manda Iddio...
disponi.

Ernani
A te, signor, mercè.

Silva
Non cale; qui l'ospite è signor.

Scena terza
S'apre la porta dell'appartamento di Elvira, ed ella entra in ricco abbigliamento nuziale, seguita dai giovani Paggi ed Ancelle.

Silva (a Ernani)
Vedi? La sposa mia s'appressa.

Ernani
Sposa!

Silva
(a Ernani)
Fra un'ora...
(a Elvira)
A che d'anello e di ducal corona,
non t'adornasti, Elvira?

Ernani
Sposa!! Fra un'ora!!! Adunque
di nozze il dono io voglio offrirti, o duca.

Silva
Tu?

Ernani
Sì.

Elvira
(Che intendo! )

Silva
E quale?

Ernani (gettando il travestimento)
Il capo mio.

Elvira
(Ernani egli è!) Gran Dio!

Ernani
Oro, quant'oro ogni avido
puote saziar desìo,
a tutti v'offro, abbiatelo
prezzo del sangue mio.
Mille guerrier m'inseguono,
siccome belva i cani...
sono il bandito Ernani,
odio me stesso e il dì.

Elvira
(Ohimè, ohimè, si perde il misero!)

Silva (a' suoi)
Smarrita ha la ragione.

Ernani
I miei dispersi fuggono,
vostro son io prigione,
al re mi date, e premio...

Silva
Ciò non sarà, lo giuro;
rimanti qui sicuro.
Silva giammai tradì, ecc.

Elvira
Ohimè, si perde il misero, ohimè!, ecc.

Ernani
Al re mi date, mi date al re, ecc.

Silva
In queste mura ogn'ospite
ha i dritti d'un fratello.
Olà, miei fidi, s'armino
le torri del castello.
(a Elvira)
Seguitemi.

(Accenna ad Elvira di entrar nelle sue stanze con le Ancelle, e seguito da' suoi parte)

Scena quarta

Elvira, partito Silva, fa alcuni passi per seguire le Ancelle, indi si ferma e, uscite quelle, torna ansiosa ad Ernani, che sdegnosamente la respinge.
Ernani
Tu, perfida...
Come fissarmi ardisci?

Elvira
A te il mio sen,
ferisci, ma fui
e son fedel, sì.
Fama te spento credere,
fece dovunque...

Ernani
Spento!
Io vivo ancora!

Elvira (mostrandogli il pugnale celato)
Memore del fatto giuramento,
sull'ara stessa estinguere
me di pugnal volea, ah...
(piangendo)
non sono rea come tu sei crudel.

Ernani
Tergi il pianto,
mi perdona, fu delirio.
T'amo, sì, t'amo ancor.

Elvira
Caro accento!
Al cor mi suona
più potente del dolor.

Elvira e Ernani (a due)
Ah, morir, potessi adesso,
o mio Ernani (mia Elvira), sul tuo petto.
Preverrebbe questo amplesso
la celeste voluttà.
Solo affanni il nostro affetto
sulla terra a noi darà.

Scena quinta

Silva, che vedendoli abbracciati si scaglia furibondo tra loro,col pugnale alla mano, e detti.
Silva
Scellerati, il mio furore
non ha posa, non ha freno;
strapperò l'ingrato core,
vendicarmi saprò almeno.

Scena sesta

Jago frettoloso, e detti.
Jago
Alla porta del castello
giunse il re con un drappello.
Vuole ingresso...

Silva
(dopo aver pensato, dice:)
S'apra al re.
(Jago parte)

Scena settima

Silva, Elvira ed Ernani.
Ernani
Morte invoco or io da te.

Silva
No, vendetta più tremenda
vo' serbata alla mia mano;
(ad Ernani)
vien, ti cela, ognuno invano
rinvenirti tenterà.
A punir l'infamia orrenda
Silva solo basterà.

Elvira e Ernani
La vendetta più tremenda,
su me compia la tua mano,
ma con lui/lei ti serba umano,
abbi un'aura di pietade.
L'ira tua su me sol penda;
colpa in lui/lei no giuro non v'ha.

Silva
A punir l'infamia orrenda
Silva solo basterà.
(Ernani entra in un nascondiglio apertogli da Silva dietro il proprio ritratto. Elvira si ritira nelle sue stanze. )

Scena ottava

Silva, Don Carlo, Don Riccardo con seguito di Cavalieri.
Carlo
Cugino, a che munito il tuo castel ritrovo?
(Silva s'inchina senza parlare)
Rispondimi.

Silva
Signore...

Carlo
Intendo... Di ribellione l'idra,
miseri conti e duchi, ridestate...
Ma veglio anch'io, e ne' merlati covi
quest'idre tutte soffocar saprò,
e covi e difensori abbatterò.
Parla...

Silva
Signore, i Silva son leali.

Carlo
Vedremo... De' ribelli
I'ultima torma, vinta, fu dispersa;
il capo lor bandito,
Ernani, al tuo castello ebbe ricetto.
Tu me'l consegna, o il foco, ti prometto,
qui tutto s'appianerà!
S'io fede attenga, tu saper ben puoi.

Silva
Nol niego, è ver
tra noi un pellegrino giunse,
ed ospitalità chiese per Dio;
tradirlo non degg'io.

Carlo
Sciagurato!
E il tuo re tradir vuoi tu?

Silva
Non tradiscono i Silva.

Carlo
Il capo tuo,
o quel d'Ernani io voglio.
Intendi?

Silva
Abbiate il mio.

Carlo
Tu, Don Riccardo,
a lui togli la spada.
(agli altri, mentre Riccardo eseguisce)
Voi, del castello,
ogni angolo cercate,
scoprite il traditore.

Silva
Fida è la rocca come il suo signore.
(parte de' Cavalieri escono)

Scena nona

Don Carlo, Silva, Don Riccardo e parte de' Cavalieri.
Carlo (con fuoco, a Silva)
Lo vedremo, veglio audace,
se resistermi potrai,
se tranquillo sfiderai,
la vendetta del tuo re.
Essa rugge sul tuo capo;
pensa pria che tutto scenda,
più feroce, più tremenda
d'una folgore su te.

Silva
No, de' Silva il disonore
non vorrà d'Iberia un re.

Carlo
Il tuo capo, o il traditore,
altro scampo, no, non v'è.

Scena decima

Cavalieri che rientrano portando fasci d'armi, e detti.
Coro
Fu esplorata del castello
ogni latebra più occulta;
tutto invano, del ribello
nulla traccia si scoprì.
Fur le scolte disarmate;
l'ira tua non andrà inulta,
ascoltar non dêi pietade
per chi fede, onor tradì.

Carlo
Fra tormenti parleranno,
il bandito additeranno.

Scena undicesima

Elvira che esce precipitosamente dalle sue stanze seguita da Giovanna e Ancelle, e detti.
Elvira (Gettandosi ai piedi di Carlo)
Deh, cessate... in regal core
non sia muta la pietà.

Carlo
(sorpreso)
Tu me'l chiedi? Ogni rancore
(rialzandola)
per Elvira tacerà.
(a Silva)
Della tua fede statico,
questa donzella sia.
Mi segua... o del colpevole...

Silva
No, no; ciò mai non fia.
Deh, sire, in mezzo all'anima
non mi voler ferir...
Io l'amo... al vecchio misero
solo conforto è in terra...
non mi volerla togliere...
pria questo capo atterra...

Carlo
Adunque, Ernani?

Silva
Seguati,
la fè non vo' tradir.

Coro
Ogni pietade è inutile,
t'è forza l'obbedir.

Carlo (ad Elvira)
Vieni meco, sol di rose
intrecciarti ti vo' la vita;
vieni meco, ore penose
per te il tempo non avrà.
Tergi il pianto, o giovinetta,
dalla guancia scolorita;
pensa al gaudio che t'aspetta,
che felice ti farà.

Giovanna e Ancelle
(Ciò la morte a Silva affretta
più che i danni dell'età. ecc.)

Riccardo e Cavalieri (a Elvira)
Credi, il gaudio che t'aspetta
te felice renderà, ecc.

Silva
(Sete ardente di vendetta,
Silva appien ti appagherà, ecc.)

Elvira
(Ah, la sorte che m'aspetta
il mio duolo eternerà, ecc.)

Carlo
Ah, vieni meco, sol di rose, ecc.

(Il Re parte col suo seguito, seco traendo Elvira appoggiata al braccio di Giovanna; le Ancelle entrano nelle stanze della loro signora.)

Scena dodicesima
Silva(Dopo avere veduto immobile partire il re col suo seguito)
Vigili pure il ciel sempre su te.
L'odio vivrà in cor mio pur sempre, o re.
(Corre alle armature che sono presso i ritratti, ne trae due spade, e va quindi ad aprire il nascondiglio di Ernani)

Scena tredicesima

(Ernani e detto)
Esci... a te... scegli... seguimi.
Ernani
Seguirti?... dove?

Silva
Al campo.

Ernani
Nol vo'... nol deggio...

Silva
Misero!
Di questo acciaro al lampo
impallidisci?... Seguimi.

Ernani
Mel vietan gli anni tuoi.

Silva
Vien, ti disfido, o giovane;
uno di noi morrà.

Ernani
Tu m'hai salvato, uccidimi,
Ma ascolta, per pietà!

Silva
Morrai...

Ernani
Morrò, ma pria
I'ultima prece mia...

Silva
Volgerla a Dio tu puoi.

Ernani
No... la rivolgo a te.

Silva
Parla... (ho l'inferno in me.)

Ernani
Ah, una sol volta, un'ultima
fa ch'io la vegga...

Silva
Chi?

Ernani
Elvira.

Silva
Or, or partì:
seco la trasse il re.

Ernani
Vecchio, che mai facesti?
Nostro rivale egli è.

Silva
Oh, rabbia!... Il ver dicesti?

Ernani
L'ama.

Silva (furente per la scena)
Vassalli, all'armi!

Ernani
A parte dêi chiamarmi
di tua vendetta

Silva
No.
Te prima ucciderò.

Ernani
Teco la voglio compiere,
poscia m'ucciderai.

Silva
La fè mi serberai?

Ernani
(Gli consegna un corno da caccia.)
Ecco il pegno: nel momento
in che Ernani vorrai spento,
se uno squillo intenderà
tosto Ernani morirà.

Silva
A me la destra... giuralo.

Ernani
Pel padre mio lo giuro.

Ernani e Silva (a due)
Iddio n'ascolti, e vindice
punisca lo spergiuro;
I'aura, la luce manchino,
sia infamia al mentitor.

[ Esiste un finale ampliato con aria e cabaletta di Ernani ]
[ The final scene with additional aria & cabaletta of Ernani ]

Scena quattordicesima
(I cavalieri di Silva entrano frettolosamente.)

Cavalieri
Salvi ne vedi, e liberi
a' cenni tuoi, signor.

Silva
L'ira mi torna giovane,
s'insegua il rapitor.

Ernani e Silva
In arcione, cavalieri;
armi, sangue, vendetta.

Cavalieri
Pronti vedi li tuoi cavalieri,
per te spirano sangue, vendetta.

Ernani e Silva
Sangue, sangue, vendetta, vendetta;
Silva stesso ti guida, v'affretta,
premio degno egli darvi saprà.

Cavalieri
Sangue, sangue, vendetta, vendetta;
se di Silva la voce gli affretta,
più gagliardo ciascuno sarà!

Ernani e Silva, Cavalieri (brandendo le spade)
Questi brandi, di morte forieri,
d'ogni cor troveranno la strada.
Chi resister s'attenti, pria cada,
fia delitto il sentire pietà.

[ Finale comprendente aria e cabaletta di Ernani, scritto da Verdi per il tenore Nicolai Ivanov - Parma, 1845 ]

Scena quattordicesima
Jago
D'Ernani i fidi chiedono
parlare al duca lor.

Silva
Or ben. Fa che avanzino
Infiamma il loro ardor.

Scena quindicesima
Ernani
Padre, con essi intrepido
m'avrai vendicator.

Odi il voto, o grande Iddio,
che al tuo soglio un cor ti porta;
deh, ti piaccia il brando mio
di quel sangue dissetar.
Nell'angoscia del mio core
questo è sol che mi conforta:
del trafitto genitore
l'ombra inulta alfin placar.

Scena sedicesima
Coro di banditi
Vieni, con te dividere
vogliamo gioie e pene;
imponi, e come folgori
teco saprem pugnar.

Ernani
Verrete voi? Giuratelo!

Coro di banditi
Giuriam sul nostro acciar!

Ernani
Ah!
Sprezzo la vita: né più m'alletta
che per la speme della vendetta
gioia del forte che non rifiuta
per lei morir.

Coro
È la vendetta gioia del forte
per la vendetta bello è il morir.

(tutti partono, brandendo le spade)

Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ1000
20 Megapixel, Zoom 42X, 1600-3200 ISO, LCD ad Angolazione Variabile
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