L'ELISIR D'AMORE (1/2)

 

Teatro Coccia di Novara

Sabato 6 maggio 2017 ore 20.30 - Turno A
Domenica 7 maggio 2017 ore 16.00 - Turno B

Stagione 2016-2017
Gaetano Donizetti
L'ELISIR D'AMORE
Melodramma giocoso su libretto di Felice Romani
Nuovo allestimento a cura del Laboratorio OPERA STUDIO
del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano

Personaggi ed interpreti:
ADINA Barbara Massaro, soprano
NEMORINO Sehoon Moon, tenore
DULCAMARA Jaime Eduardo Pialli, baritono
BELCORE Qipeng Tan, baritono
GIANNETTA Claudia Strano, soprano

Orchestra del Conservatorio “G. Verdi” di Milano
Coro del Laboratorio Opera Studio
Direttore d’orchestra
Andrea Sanguineti
Regia Laura Cosso
Scene e costumi Elisabeth Bohr


PROGRAMMA e NOTE :

Personaggi e interpreti

ADINA Barbara Massaro*, Luana Lombardi

NEMORINO Sehoon Moon*, Shinichiro Kawasaki

DULCAMARA Jaime Eduardo Pialli*, Davide Hong Shin Kil

BELCORE Qipeng Tang*, Hojoum Lee

GIANNETTA Claudia Strano*, Gaëlle Meyer

Direttore d’orchestra Andrea Sanguineti*, Nicolò Jacopo Suppa

Regia Laura Cosso

Scene e costumi Elisabeth Bohr

Assistente scenografa Rugile Norkute

Assistente costumista Caterina Villa

Filmmaker video pubblicitari Marco Misheff

Immagini e regia video a cura del SAV-ConsMi: Filippo Berbenni,

Carmen Canale, Matteo Castiglioni

interventi coreografici Simone Magnani

maestri collaboratori: Dahyun Kang, Nari Kim, Kibbum Lee, Subhin Kwon

*recita del 7 maggio

Prosegue con un’opera inserita fuori cartellone la stagione 2016/2017 del Teatro Coccia di Novara. Sabato 6 maggio alle 20.30 e domenica 7 alle 16 torna l’opera lirica con L’Elisir d’Amore, melodramma giocoso di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani. L’allestimento sarà firmato dalla regista Laura Cosso e la direzione d’orchestra del maestro Andrea Sanguineti. L’orchestra è quella del Conservatorio “G. Verdi” di Milano, così come i cantanti protagonisti dell’opera e il coro, formato a seguito del Laboratorio Opera Studio organizzato dai docenti del Conservatorio e pensato in collaborazione con il Dipartimento di Canto e Teatro musicale dello stesso. Scene e costumi sono di Elisabeth Bohr.

“Si vendono sogni” potrebbe essere il motto di Dulcamara, il simpatico imbonitore che compare tra i protagonisti dell’Elisir d’amore. Fosse un personaggio odierno, sarebbe un promoter pubblicitario; il set televisivo come naturale campo d’azione, creme di bellezza e bevande miracolose tra i prodotti reclamizzati. Del resto, cos’altro è l’espediente che muove la trama del capolavoro di Donizetti?
Devo confessare che l’idea di ambientare l’intera opera all’interno di uno studio pubblicitario mi era venuta in mente già sei anni or sono, per un Elisir d’amore prodotto sempre dal Laboratorio Opera-studio del Conservatorio di Milano: cori di contadini che reclamizzano il “Pane del mietitore” (sulla scorta del “Mulino bianco”), eventi live, attori e comparse, aiuto-regia, cameraman e poi ancora truccatrici, fotografi e stuoli di fans inferocite che si contendono l’attenzione del pubblico, mentre si consuma la storia d’amore tra Adina e Nemorino. Insomma, un modo per dare all’opera una veste schiettamente contemporanea, pur senza tradire il carattere dei personaggi e l’ambientazione rurale a cui il libretto si riferisce in modo esplicito.
Questa nuova produzione non è tuttavia una semplice ripresa, pur rinnovata, di quella regia. Al contrario, la possibilità di ritornare sull’Elisir d’amore in una collaborazione tra il Conservatorio di Milano e il teatro di Novara , mi ha offerto la possibilità di reinventare totalmente la mia idea primitiva. E non solo dal punto di vista della scenografia, dei costumi e dei contributi video, tutti creati ex novo, ma soprattutto per ciò che riguarda la lettura drammaturgica.
Per essere più chiari, in questo Elisir d’amore l’ambientazione all’interno di uno studio televisivo ha funzionato solo come il contenitore di una serie di rapporti e situazioni che stanno prendendo forma grazie anche all’apporto dei cantanti-attori che partecipano al Laboratorio Opera-studio, i quali non si limitano a mettere in pratica le direttive della regia, ma vi partecipano attivamente, fornendo un contributo di capacità e di idee. Per fare solo un esempio, è dal lavoro di improvvisazione collettiva che è nata l’idea di un Belcore impegnato a pubblicizzare una marca di videogiochi (e cosa c’è di meglio che una guerra da videogioco, per restituire il carattere spaccone di Belcore?), o che Giannetta e compagne spettegolino attraverso Facebook. Al tempo stesso, gli aspetti competitivi dell’ambiente televisivo hanno suggerito al coro la giusta efficacia nel deridere Nemorino alla fine del primo atto, e con un surplus di crudeltà che mette ben il luce la varietà espressiva della commedia donizettiana. Quanto ai ruoli di Adina e Nemorino, una volta differenziati socialmente attraverso le rispettive mansioni (lei prima attrice sul set, lui semplice cameramen), spetta poi al singolo cantante nutrirli di un equilibrio tra tratti comici e sentimentali consono sia al personaggio che alla propria personalità.
Naturalmente, questo modo di fare regia si può realizzare solo attraverso i tempi lunghi un laboratorio operistico, attraverso il percorso formativo e l’interazione continua tra preparazione musicale e scenica. Ma, vi assicuro, ne vale la pena.

Laura Cosso, regista


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Seguono immagini della serata:

Atto PRIMO
Atto SECONDO

Atto I

Dopo il lavoro ai campi, mentre i contadini stanno riposando, la ricca Adina siede in disparte leggendo la storia di Tristano e Isotta. Intanto, l'umile e impacciato Nemorino la osserva da lontano, struggendosi d’amore per lei.

I contadini chiedono ad Adina di renderli partecipi delle sue letture; lei comincia a leggere delle peripezie di Tristano e del filtro magico che lo ha aiutato a conquistare la regina Isotta. Anche Nemorino ascolta il racconto, sognando di procurarsi questo magico elisir.

D’un tratto arriva il gradasso Belcore, sergente di guarnigione al villaggio che, con ostentata sicurezza, inizia a corteggiare Adina: ella sembra non disdegnare le sue attenzioni. Disperato, Nemorino prende coraggio e dichiara il sua amore alla fanciulla, che tuttavia lo respinge.

Annunciato dal suono di una tromba, giunge al villaggio il dottor Dulcamara, un ciarlatano che, girando di paese in paese, vende i propri prodotti spacciandoli per miracolosi preparati medicinali. Nemorino si fa avanti chiedendogli "l’Elisir della regina Isotta", ovvero un elisir che faccia innamorare le persone. Dulcamara intuisce quanto sia sprovveduto Nemorino e, prendendo a caso una bottiglia di vino Bordeaux, gliela vende precisando che la pozione farà effetto solo dopo ventiquattro ore.

Convinto di possedere il potente elisir d’amore, Nemorino inizia a bere il vino acquistato da Dulcamara e finisce con l’ubriacarsi. Tuttavia, il vino lo rende anche euforico, disinvolto e sicuro di sé, tanto da mostrare indifferenza verso Adina la quale, abituata ad essere desiderata, comincia a irritarsi. Anzi, tanta è l’irritazione di Adina verso il nuovo atteggiamento di Nemorino, che ella finisce con l’accettare la proposta di matrimonio di Belcore. A questo punto, Nemorino implora Adina di spostare almeno di un giorno la data del proprio matrimonio (sicuro che, nel frattempo, l’elisir d’amore avrebbe fatto effetto), ma è tutto inutile: mentre Adina se ne va via con Belcore, Nemorino perde la testa diventando lo zimbello della folla.


 

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Teatro Coccia Elisir d'amore

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Teatro Coccia Elisir d'amore

 


Seguono immagini della serata:

Atto PRIMO
Atto SECONDO

 

Note:

Il LABORATORIO OPERA STUDIO
del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
Daniele Agiman, direzione d’orchestra
Demetrio Colaci, concertazione dell’opera lirica
Laura Cosso, teoria e tecnica dell’arte scenica
Umberto Finazzi , prassi esecutiva e repertorio teatrale
Che cos’è.
Fondato da docenti del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano e pensato in collaborazione con il Dipartimento di Canto e Teatro musicale, il laboratorio OPERA STUDIO nasce dalla volontà di mettere in contatto le diverse professionalità legate al repertorio musicale operistico, in modo da offrire agli allievi un percorso formativo che conduce alla rappresentazione di un’opera, facendo interagire i necessari livelli di preparazione.

il Laboratorio Opera Studio ha inaugurato la propria attività con La bohème, in occasione delle Celebrazioni pucciniane del 2008, rappresentata a settembre in sala Verdi e ripresa al Teatro comunale di Erba (novembre 2008).
Nel 2009 ha proseguito con Il signor Bruschino di Rossini e, l’anno successivo, ha dato vita al progetto Traviata 2010, progetto di collaborazione internazionale tra il Conservatorio di Milano e la Kurashiky Sakuyo University (Japan): dopo il Galà Concert del 27 settembre, con il patrocinio del Consolato del Giappone, e dopo la rappresentazione scenica de La traviata (28 settembre) in sala Verdi, il progetto si è concluso nel mese di ottobre, quando il Laboratorio ha partecipato a quattro produzioni de La Traviata nei Teatri giapponesi di Kurashiky e di Kyushu.
Nel 2011 è stata la volta dell’Elisir d’amore, cui sono seguite le rappresentazioni di Rigoletto, poi di Don Pasquale e, nel 2016, de Le nozze di Figaro, dirette da Matteo Beltrami e rappresentate sia a Milano che al Teatro Sociale di Pinerolo, nell’ambito della stagione promossa dell’Accademia di Musica di Pinerolo.

Obiettivi
Rinnovata attenzione alla figura del cantante-attore, preparazione di una categoria di professionisti (direttori d’orchestra, maestri accompagnatori) capaci di muoversi con consapevolezza attraverso i diversi codici coinvolti nel teatro d’opera e di appropriarsene in modo originale e creativo.

Modalità
Attraverso un lavoro di ricerca misurato sul terreno concreto della produzione spettacolare, il modo ‘laboratoriale’ di costruire lo spettacolo punta a un allestimento essenziale, focalizzato sull’interazione tra partitura musicale e partitura delle azioni, tra interpretazione musicale e linguaggio delle emozioni.

Repertorio
Diversamente dai due altri Laboratori teatrali del Conservatorio, e al fine di variare concordemente l’offerta formativa, il Laboratorio Opera-Studio si rivolge prevalentemente al repertorio operistico ottocentesco.



Teatro Coccia Via fratelli Rosselli, 47
Novara, NO 28100 Italia
Tel. 0321.233201 biglietteria@fondazioneteatrococcia.it

Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ1000
20 Megapixel, Zoom 42X, 1600-3200 ISO, LCD ad Angolazione Variabile e rigorosamente non hanno subito nessuna post elaborazione.


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