Senza dubbio L’homme armé fu la melodia
secolare più usata nella tradizione del cantus firmus della Messa.
L’adattamento di Dufay, di cui cantiamo il Kyrie, è tra i più antichi,
ed è caratterizzato dalla vivace interazione ritmica tra le parti, assai
comune in quel periodo.
Il mottetto festivo Jubilate Deo di Cristóbal de Morales fu
commissionato nel 1538 da Papa Paolo III, per celebrare il trattato di
pace firmato in quell’anno tra Carlo V e Francesco I. Il mottetto
utilizza un cantus firmus costituito dalla parola “gaudeamus” (l'incipit
del canto gregoriano Gaudeamus omnes in Domino) , ripetuto lungo tutto
il mottetto – otto volte nella prima parte e dieci volte (di cui sei
sono in diminuzione, al doppio della velocità) nella seconda. Intorno a
questo s’intreccia una varia ed esuberante polifonia, in ringraziamento
per la “pace duratura” portata dal trattato. Esso, purtroppo, era però
destinato ad avere una breve durata.
Gibbons fu un musicista celebre in vita, e pur non essendo
“all’avanguardia” rispetto alle nuove mode barocche che stavano
rapidamente conquistando l’Europa, era un compositore di fiammeggiante
virtuosismo. Questo è ampiamente dimostrato nella sua celebre versione
del Salmo 47, O clap your hands together, un brillante lavoro che è
stato, sorprendentemente, scritto per un certo William Heyther, da
presentare per la richiesta del suo dottorato a Oxford nel 1622. Deve
aver avuto successo allora, perché Heyther divenne poi il primo
professore di musica dell’Università.
Il commovente Sleep, fleshly birth di Ramsey è uno dei tanti omaggi
scritti da compositori contemporanei in occasione della morte del
principe Henry nel 1612. In quanto erede al trono, la sua morte
prematura di tifo suscitò un intenso lutto nazionale, e spinse molti
compositori a scrivere omaggi come questo.
A continuare il tema del sonno, il nuovo lavoro di Nico Muhly per Stile
Antico musica versi tratti dalla II parte dell’Enrico IV di Shakespeare
sul tema del sonno o, più precisamente, dell’insonnia che accompagna il
peso della regalità. La suggestiva composizione di Muhly trasmette
magistralmente quest’esperienza frammentando il testo e facendo vagare i
frammenti fra i membri dell’ensemble un po’ come i tanti pensieri
interconnessi e tuttavia inafferrabili, che così spesso assalgono chi si
trova sul limitare del sonno. Muhly descrive l’effetto come “una trama
soporifera di frasi ripetute”.
La Missa Puer natus est di Tallis, dalla quale ascoltiamo il Gloria, si
pensa sia stata composta per le forze congiunte della Cappella Reale e
della Capilla Flamenca di Filippo II di Spagna. La sontuosa partitura in
sette parti dell’opera e alcune influenze fiamminghe nella scrittura di
Tallis avvalorano questa teoria. L’opera si basa su un lento cantus
firmus, con una quasi ininterrotta trama in sette parti intessuta
strettamente attorno ad esso.
Vigilate è tratto dall’edizione del 1589 delle Cantiones Sacrae. Come
l’omonima opera con lo stesso titolo dell’edizione del 1591, fu senza
dubbio pubblicato avendo la comunità cattolica dissidente come
destinatario, e non è quindi difficile che il pezzo sia stato scritto
con lo scopo specifico di galvanizzare e incoraggiare i compagni
cattolici perseguitati di Byrd. Vigilate è uno dei mottetti più
drammatici di Byrd, in cui ascoltiamo, musicalmente raffigurati, sia il
canto del gallo sia il credente sonnolento cullato verso il sonno,
mentre le parole di avvertimento in apertura sono impostate con
appropriata severità.
I successivi tre brani di Monteverdi nacquero come alcuni dei suoi
madrigali più profani, e furono “resi spirituali” da Aquilino Coppini in
modo che potessero risultare “a lode di Dio e dei suoi santi”. La sua
sensibilità per l’intenzione espressiva della musica di Monteverdi
certamente mostrava consumata abilità musicale e poetica, e i suoi testi
sono impressionanti nel dettaglio con il quale tentano di abbinare i
colori vocali e l’affetto poetico dell’originale, mentre adattano
opportunamente il soggetto; così, per esempio, una sequenza ascendente
altamente erotica nell’originale monteverdiano Sì ch’io vorrei morire,
che descrive in termini di crescente eccitazione un incontro
appassionato ed intimo (“O bocca! O baci! O lingua!”) , diventa un
passaggio di devozione altrettanto estatica, di tipo spirituale: “O Gesù,
mia luce, mia speranza, mio cuore”.
Ecce Virgo è tratto dai Gradualia del 1605, ed è parte del Proprio
dell’Avvento. La sua bellezza risiede nella meraviglia e nello stupore
creati dagli inaspettati cambiamenti di tonalità nel passaggio di
apertura. Questi conferiscono un senso palpabile di anticipazione che si
risolve solo al ritorno finale alla tonalità di do minore, quando il
nome del bambino promesso – Emmanuele – è rivelato.
La maggior parte delle opere di Tallis sono di impossibile datazione, ma
sembrerebbe probabile che i suoi inni e responsori per l’Ufficio siano
stati scritti o a metà degli anni ‘40 del ‘500 o a metà del decennio
successivo. La sua estesa versione di In pace è uno di questi brani.
Tallis fa un uso efficace di una tessitura stretta, rendendo il pezzo
ideale per l’esecuzione da parte delle voci più basse, che mettono in
risalto le ricche armonie della struttura imitativa, strettamente
intrecciata, dell’opera.
L’enigmatico poema di Shakespeare The Phoenix and the Turtle (La fenice
e la tortora) – cantato qui in una suggestiva elaborazione di Huw
Watkins, recentemente composta per Stile Antico – si presta ad essere
letto come un’allegoria cattolica. In effetti vi sono recenti teorie
secondo le quali è possibile che Shakespeare stesso avesse credenze
cattoliche. Se questo era vero, allora “l’uccello dal canto più forte”
nel primo verso del poema è probabilmente William Byrd, che era ben noto
come cattolico dissidente.
Thomas Tomkins fu un successore di Tallis e Byrd nella Cappella Reale, e
il suo inno O praise the Lord è una festa di polifonia in dodici parti
che dispiega passaggi di contrappunto intricato insieme a effetti
antifonali tipici dei mottetti policorali continentali dell’epoca.
L’opera appartiene a Musica Deo Sacra, una raccolta di opere sacre di
Tomkins, pubblicata postuma dal figlio Nathaniel nel 1668.
SEDE DEL CONCERTO
Basilica di Santa Maria della Passione
Via Conservatorio 16
MM San Babila, tram 9, 23 bus 54, 61, 94
FOTOSERVIZIO DI
CONCERTODAUTUNNO
Basilica di Santa
Maria della Passione - Milano
Milano Arte Musica 2016
Giovedì 7 luglio 2016 – ore 20,30
Händel all’italiana
e
Händel all’inglese
Accademia Bizantina
Berit Solset, soprano
Ottavio Dantone, direttore
Sala Capitolare del Bergognone
(Basilica di Santa Maria della Passione)
Milano Arte Musica 2016
Martedì 23 agosto 2016, ore 18.30 e 20.30
W. A. Mozart: Lieder e Sonate
L’Astrée
Gruppo cameristico dell’Academia Montis Regalis
Julia Wischniewski, soprano
Francesco D’Orazio, violino
Giorgio Tabacco, fortepiano
Basilica di Santa
Maria della Passione
Milano Arte Musica 2016
Giovedì 25 agosto 2016 – ore 20,30
With the voice of melody
Stile Antico
Ensemble Vocale
Per informazioni:
Associazione Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 - 20122 Milano
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Direzione Artistica: Maurizio Salerno
Coordinamento e comunicazione: Lucia Olivares, Luana Castelli, Federica
Parati
Le foto sono scattate con:
[X] Panasonic LUMIX FZ1000 20 Megapixel, Zoom 42X, 3200 ISO, LCD ad
Angolazione Variabile
e rigorosamente non hanno subito nessuna post elaborazione.