A tal colpa è nulla il pianto,
Non la terge e non la scusa.
Ogni prece è vana ormai;
Sangue vuolsi, e tu morrai.
Morrò ma prima in grazia..
Morrò, ma prima in grazia,
Deh! mi consenti almeno
L'unico figlio mio
Avvincere al mio seno.
Vanne la tuo figlio concedo riveder ..
Non è su lei, nel suo
Fragile petto che colpir degg'io.
Altro, ben altro sangue a terger dèssi
L'offesa! . . .
O dolcezze perdute! O memorie
D'un amplesso che l'essere india! . . .
Quando Amelia sì bella, sì candida
Sul mio seno brillava d'amor!
Siam soli. Udite. Ogni desegno vostro
M' è noto. Voi di Gustavo la morte Volete.
Ma qui col fatto struggerò i sospetti.
Io son vostro, compagno m'avrete
Senza posa a quest'opra di sangue. Se vi manco.
E tu resta, lo dèi:
Poi che parmi che il cielo t'ha scorta.
V'ha tre nomi in quell'urna: un ne tragga
L'innocente tua mano.
Il mio nome! O giustizia del fato;
La vendetta mi deleghi tu!
AMELIA:
(Di Gustavo la morte si vuole!
Non celâr le crudeli parole!
Su quel capo snudati dall'ira
I lor ferri scintillano già!)
Sconterà della patria il pianto
Lo sleal che ne fece suo vanto.
Se traffisse, soccomba trafitto,
Tal mercede pagata gli va!
OSCAR: (verso Amelia)
Alle danze questa sera, se gradite,
Con lo sposo, il mio signore
Vi desidera . . .
OSCAR:
È un ballo in maschera
Splendidissimo!
OSCAR:
Regina della festa sarete.
ATTO TERZO
QUADRO II
Tavola coll'occorrente per iscrivere; nel fondo un gran cortinaggio che scoprirà
la festa da ballo.
GUSTAVO: (solo)
Forse la soglia attinse,
E posa alfin. L'onore
Ed il dover fra i nostri petti han rotto
L'abisso.
Ah, l'ho segnato il sacrifizio mio!
Ma se m'è forza perderti
Per sempre, o luce mia,
A te verrà il mio palpito
Sotto qual ciel tu sia.
Chiusa la tua memoria
Nell'intimo del cor.
ATTO TERZO
QUADRO III
Già all'aprirsi delle cortine una moltitudine d'invitati empie la scena. Il
maggior numero è in maschera, alcuni in domino, altri in costume di gala a viso
scoperto. Chi va in traccia, chi evita, chi ossequia e chi persegue. Tutto spira
magnificenza ed ilarità.
OSCAR: (inseguendolo sempre, con vivacità)
Tu se' Renato.
E Oscarre tu sei.
Via, calmati: almen dirmi del suo costume puoi?
OSCAR: (scherzando)
Saper vorreste
Di che si veste,
Quando l'è cosa
Ch' ei vuol nascosa.
OSCAR: (più dappresso e rapidamente)
Veste una cappa nera, con roseo nastro al petto.
CORO:
Fervono amori e danze
Nelle felici stanze,
Onde la vita è solo
Un sogno lusinghier.
AMELIA: (sottovoce in modo da non essere
riconosciuta)
Ah! perchè qui! fuggite . . .
GUSTAVO:
Sei quella dello scritto?
AMELIA:
La morte qui v'accerchia . . .
GUSTAVO:
Non penetra nel mio petto il terror.
AMELIA: (con disperazione)
T'amo, sì, t'amo, e in lagrime
A' piedi tuoi m'atterro,
Ove t'anela incognito
Della vendetta il ferro.
Cadavere domani
Sarai sei qui rimani:
Salvati, va, mi lascia,
Fuggi dall'odio lor.
GUSTAVO:
Sin che tu m'ami, Amelia,
Non curo il fato mio,
Non ho che te nell'anima,
E l'universo oblio.
Né so temer la morte,
PerchÈ di lei più forte
È l'aura che m'inebria
Del tuo divino amor.
GUSTAVO: L'ultima volta, addio!
AMELIA E GUSTAVO: Addio!
ANCKARSTRöM: (Lanciatosi inosservato tra loro, trafigge Gustavo)
E tu ricevi il mio!
CORO:
Ah! Morte, infamia,
Sul traditor!
L'acciaro lo laceri
Vendicator!
GUSTAVO:
No, no . . . lasciatelo.
(a Anckarström)
Tu . . . m'odi ancor.
(Tratto il dispaccio, fa cenno a lui di accostarsi)
Ella è pura, in braccio a morte
Te lo giuro, Iddio m'ascolta;
Io che amai la tua consorte
Rispettato ho il suo candor.
(Gli dà il foglio)
A novello incarco asceso
Tu con lei partir dovevi . . .
Io l'amai, ma volli illeso
Il tuo nome ed il suo cor!
AMELIA:
O rimorsi dell'amor
Che divorano il mio cor,
Fra un colpevole che sanguina
E la vittima che muor!
Ciel! che feci! e che m'aspetta
Esecrato sulla terra! . . .
Di qual sangue e qual vendetta
M'assetò l'infausto error!
GUSTAVO:
Grazia a ognun; signor qui sono:
Tutti assolve il mio perdono.
TUTTI GLI ALTRI:
Cor sì grande e generoso
Tu ci serba, o Dio pietoso:
Raggio in terra a noi miserrimi
È del tuo celeste amor!
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