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G. RICORDI & C.
EDITORI – STAMPATORI
MILANO – ROMA – NAPOLI – PALERMO – PARIGI – LONDRA – LIPSIA – BUENOS AIRES – NEW YORK
(PRINTED IN ITALY)
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PERSONAGGI
DON RODRIGO |
(Baritono
)
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L'INNOMINATO |
(Basso)
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IL CARDINAL FEDERICO |
(Basso)
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LA SIGNORA DI MONZA |
(Mezzo Soprano
)
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FRA CRISTOFORO |
(Basso)
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AGNESE madre di |
(Soprano
)
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LUCIA |
(Soprano)
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RENZO |
(Tenore)
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GRISO, Bravo di Don Rodrigo |
(Basso)
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NIBBIO, Bravo dell'Innominato |
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TONIO |
(Tenore)
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Vecchio servo di Don Rodrigo |
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Cori |
Comparse |
Cavalieri |
Contadini |
Contadine |
Bravi |
Seguito del Cardinale |
Popolo |
L'azione si svolge sul principio del secolo XVII
nelle vicinanze di Lecco.
Indice
[p. 5]
AL LETTORE
Il Romanzo del celebre MANZONI suggerì il concetto di questo libretto; ma poiché le esigenze del teatro non lo permettevano,
non vi si vede sviluppata tutta la vasta tela ond'è ordito quel racconto. Anzi si limitò il numero dei personaggi, si unirono
le circostanze di tempo e di luogo dando talvolta maggior risalto a cose di cui nel Romanzo è appena fatto cenno.
PARTE PRIMA
SCENA PRIMA
Amena Valle fiancheggiata da promontorî
Sopra uno dei quali è posta una chiesuola; accanto a questa la casa di D. Abbondio, con porta praticabile; dal alto opposto
varie case villereccie, fra le quali quella di Lucia, essa pure con porta praticabile. Nel fondo la scena è chiusa da alte
montagne; sovra il fianco di una di esse s'innalza il palazzotto di Don Rodrigo, al quale conduce un difficile e tortuoso
sentiero. È l'alba; all'alzarsi della tela, odesi dall'interno della casad di Lucia il seguente
-
CORO
O bella vergine – schiudi il tuo core
Alle recondite – gioie d'amore,
L'alba ridestasi – e già t'invita
Alle delizie – di nuova vita.
5Ve' come il raggio – del dì nascente
Oggi più limpido – brilla dal ciel;
È schiuso il talamo – ah vien, t'affretta
I voti a compiere – del tuo fedel.
(sul finire del Coro esce Renzo pieno di tristezza dalla casa di Don Abbondio e scende al piano)
SCENA II.
Renzo solo.
O ciel, che ascolto? oh deliziosi canti
Tutte svegliate in petto... illusion vana
Sono i vostri presagi – Oh infida sorte!
5Lucia! da queste braccia
Che di Rodrigo ha il nome. Empio!... ma s'ella...
Ah! lungi, o rio sospetto,
Lungi da me!... su quel rosato labbro,
10Della menzogna il serpe non si posa.
Tal rio sospetto, lungi da me;
Della vendetta or sol m'arde il desio,
(con ira verso il palazzotto di D. Rod.)
Trema per te, se perderla degg'io!
[p. 8]
15A' miei colli io sol vivea,
Quando scosse il pensier mio
Arsi in cor ch'egual non ha.
20Le svelai la fiamma ardente;
Lieta accolse i voti miei,
E ne' giuri miei fidente,
25Oggi invano il cor sperò.
SCENA III.
Lucia dalla sua casa, e detto.
-
LUC.
-
REN.
Lucia!...
-
LUC.
Qui venni
Ansiosa a chiederti del nostro imene...
-
REN.
-
LUC.
Che di', mio bene?
-
REN.
Sappi che un empio, di te invaghito,
5Il nostro nodo volle troncato...
-
LUC.
-
REN.
Lo scellerato
-
LUC.
Ah! E tanto osò?
-
REN.
(con senso di gelosia)
Tanto dicesti!... dunque non t'era
Del vile ignota la turpe trama...
-
LUC.
-
REN.
Forse...
-
LUC.
Dubiti del cor che t'ama?
-
REN.
(Ah no! quest'angelo mentir non può).
-
LUC.
Che mi svegliasti in core,
E l'abbandono, e l'estasi,
15E il mio gioir d'amore;
Che il sol tu fosti e sei
[p. 9]
-
REN.
20Oh quante care immagini
Ella mi scende all'anima,
25Che s'apre appena al sole,
SCENA IV.
Agnese, Contadini e Contadine dalla casa di Lucia, e detti.
-
ALCUNI
-
ALTRI
Evviva!
-
TUTTI
Evviva!
Giunto alfine è il dì bramato!
-
REN.
Grazie, amici, io vi son grato!
-
LUC.e REN.
-
ALCUNI CONT.
-
AGN.
Ch'enigma è questo?
-
ALTRI
-
AGN.
Renzo sì mesto?
-
TUTTI
Su via narrate... lo sposalizio...
-
REN.
Oh dura sorte! più non si fa.
-
AGN.
Come! Che dite? Chi lo impedisce?
-
REN.
10 Un uom perverso, un esecrato!
-
TUTTI
Coraggio, Renzo! invendicato
Cotanto oltraggio restar non de'...
-
REN.
Voi mi tornate la gioia in core,
-
TUTTI
15In noi t'affida! Chi mai sarà?
-
LUC.
-
TUTTI
A noi lo svela!
-
REN.
(indicando il palazzotto)
-
TUTTI
Ei perirà
-
REN.
Alla vendetta che il core anela
-
TUTTI
Sì lo giuriam!
-
REN.
20Il desir della vendetta
Tutto invade questo core;
Il tuo corso, o tempo, affretta
Ch'io punisca il traditore!
[p. 10]
25Per me il ciel lo punirà.
-
LUC.
Frena, o Renzo, quel furore,
-
AGN.
Che t'accieca e ti divora.
-
CONT.
Il pensier di chi t'adora,
Giusta è l'ira che t'accende,
35Punir devi chi t'offende.
(Lucia cade svenuta nelle braccia della madre, mentre Renzo s'invola furente coi Contadini)
SCENA V.
Sala
del palazzotto di D. Rodrigo, con due porte laterali: un'alcova nel fondo colle cortine chiuse; di fianco sul davanti una
finestra praticabile. Pendono dalle pareti vari ritratti di famiglia. Tavolo e seggiolone.
-
ROD.
(entra un vecchio servo)
Qui venga il griso.
(il servo parte)
Oh! Ardente brama,
Che tutto il cor m'accendi, e non mi lasci
Di tregua un solo istante, alfin sarai
-
GRI.
(entrando)
Signor...
-
ROD.
Seguisti, o Griso,
-
GRI.
Sì
-
ROD.
E qual n'ebbe successo?
-
GRI.
Il più brillante. Da terror conquiso
Don Abbondio lasciammo, e fian sospese
-
ROD.
Or vanne.
(Griso parte)
Oh insolito contento!
Che mi tolgan Lucia più non pavento.
Che il fosco cielo indora,
quella leggiadra immagine
[p. 11]
Ch'altri la tragga al talamo
15Non lo consente il cor;
Troppo per lei quest'anima
Si strugge in cieco ardor.
SCENA VI.
Griso e detto, poi Fra Cristoforo.
-
GRI.
Signor...licenza di parlarvi chiede
Quel frate a voi già noto.
(Griso parte)
-
ROD.
Che mai desia da me? forse...
-
CRI.
Signore...
-
ROD.
Chi ti guida?
-
CRI.
Un dolce
Raggio di speme, ché un sol vostro accento
Ridonar può la gioia a chi fu tolta.
-
ROD.
-
CRI.
Alcuni che han l'alma traviata
Usurpâr vostro nome onde atterrire
10Un buon pastor perché più non compisse
Il sacro suo dover. Voi sol potete
Contendere costor e far giustizia
-
ROD.
Io non t'intendo,
(per partire)
-
CRI.
(trattenendolo)
No, non si niega
15Giammai soccorso a chi piangendo prega.
Deh! commova il vostro core
Di pietade il santo accento,
Vi piegate al mio pregar.
20Può due cori sventurati,
Che son l'un per l'altro nati,
Un sol detto, un cenno solo
-
ROD.
La pietà mi parla al core,
(con ironia scherzando)
25Son commosso al vostro accento
[p. 12]
Se son l'un per l'altro nati,
30Se in amor costanti sono
-
CRI.
Per l'onor, per la vostra coscienza
Difendete, o signor, l'innocenza.
-
ROD.
Ebben... va, consolati li rendi;
35 La fanciulla qui adduci, e protetta
Fia da me, Don Rodrigo...
-
CRI.
Che intendi,
-
ROD.
Che ardisci!
-
CRI.
Crudel!
-
ROD.
-
CRI.
Tremar sol tu dêi.
Tu che insulti alla legge del ciel!
40Empio!... tu vuoi dei miseri
Trema, sciagurato! il turbine
45Sul capo tuo già romba,
-
ROD.
Frena quell'ira, o veglio,
50Sol dal punirti, o misero,
Quel bianco crin m'arresta.
Va, se t'è caro il vivere,
55Né più t'è scudo il ciel.
Esci... già troppo osasti,
-
CRI.
-
ROD.
(minaccioso)
-
CRI.
Ah... verrà un dì...
(con tuono profetico)
-
ROD.
(come intimorito)
-
CRI.
Il ciel ti maledì. —
(parte)
FINE DELLA PARTE PRIMA.
PARTE SECONDA.
[p. 13]
SCENA PRIMA.
Cortile nel palazzotto di Don Rodrigo.
Dal fondo scorgesi la campagna.
Don Rodrigo pensieroso esce seguito dal Griso.
Dopo alcuni istanti si volge a lui.
-
ROD.
Di rapirla ho deciso. Or vanne; aduna
(Griso parte)
Così ti sfido, o vecchio.
Alle minacce tue così ti rispondo.
5Io le disprezzo...Il cor, l'onnipossente
Voce d'amore ascolta... altra non sente.
Già il pensier mio dipingemi
Già scende grato all'anima
SCENA II.
Griso e detto.
-
GRI.
Signor Conte...
-
ROD.
Lucia
Questa notte rapir tu dovrai.
-
GRI.
-
ROD.
Lo voglio. Di vincere giurai,
Né può alcuno contenderla con me. –
-
GRI.
Son pronti.
-
ROD.
Sta bene.
5Ciò che vali, mostrar ti conviene.
Pria he spunti l'aurora novella,
Sia la bella – tremante al mio piè.
-
GRI.
(D. Rod. parte. – Griso chiama i Bravi, che escono frettolosamente)
Su venite, cospetto!
Qui dell'oro si può guadagnar.
-
BRAVI.
(circondando Griso)
-
GRI.
Silenzio! sospetto
[p. 14]
Non vorrei nel villaggio destar
Questa notte rapire dovremo
-
ALCUNI BRAVI
-
ALTRI
Parli il ver?
-
GRI.
15 Esser cauti bisogna...
-
BRAVI
Il saremo.
-
GRI.
Obbedire a' miei cenni...
-
BRAVI
Sta ben.
-
TUTTI
Già la notte s'infosca; conviene
Nel silenzio dell'ombre aspettar.
Su venite, né grida né scene
20La nostr'opra dovranno turbar.
(partono)
SCENA III
Valle come nella parte prima, Scena I. È notte.
Esce dalla casa Lucia con Renzo, Tonio e Gervasio
diretti a quella di Don Abbondio.
-
REN.
(a Tonio; come continuando un discorso)
Dunque, amico, intendesti il mio disegno?
Tu col pievano parli, e l'intrattieni.
Io con Lucia mi presento e dico;
5«Questa è mia sposa», e voi...
-
TON.
«Son testimonio.»
Così concluso resta il matrimonio!
(ton. e Ger. entrano da D. Abb. Renzo e Luc. rimangono soli)
SCENA IV.
Renzo e Lucia.
-
REN.
-
LUC.
Mio Renzo!
-
REN.
Gelida
È la tua man... che temi?
-
LUC.
-
REN.
5Ti calma, oh! di noi miseri
-
a 2
Oh mia/o diletta/o abbracciami,
Ti stringi a questo core,
[p. 15]
-
REN.
No, più, non vegga scorrere
Da' tuoi begli occhi il pianto.
-
LUC.
Vorrei, ma il cor non sa.
(s'ode dalla casa di D. Abb. un leggero batter di mani)
-
REN.
15Ecco il segnal... entriam.
(entrano nella casa di D. Abb.)
SCENA V.
Dal fondo compariscono alcuni Bravi con Griso travestiti da pellegrini, che s'avviano alla casa di Lucia.
-
GRI.
-
BRAVI
Siam pronti al cimento.
-
GRI.
Qui sta la preda... ecco il momento:
Coraggio, amici... or via si vada
Ardire estremo... presta la spada,
5Il signor nostro ci premierà.
(entrano da Luc.)
SCENA VI.
Fra Cristoforo e il vecchio Servo di Don Rodrigo.
-
CRI.
Tutto or m'è noto... Iddio mercé ti renda.
(il vecchio servo parte)
Qual trama orrenda e vil! Oh almen potessi
Prevenir gl'infelici! ma strapparli
Agli artigli dell'empio, la tua mano
5Saprà gran Dio! Tale onta, oh! non consenti
Piombi sul capo ai poveri innocenti.
Al tuo trono, o sommo Iddio,
La mia prece umile ascenda.
Sovra un cor sì duro e rio
10Deh la grazia tua discenda.
15Or che più resto?... andiam...
(muove verso la casa di Luc. Mentre sta per entrare, retrocede ad un tratto atterrito)
Quale di passi
SCENA VII.
Griso e i Bravi dalla casa di Lucia, e detto.
A suo tempo, D. Rodrigo, Renzo e Lucia.
-
GRI.
Per l'inferno! e come
[p. 16]
-
ROD.
Che di'?
-
GRI.
GRI. Fu vano il colpo!
(odesi un grido dalla casa di D. Abbondio)
-
CRI.
Qual grido in mano agli empi
(suono di campana a stormo)
-
REN.
(dalla casa di D. Abbondio)
Non ha voluto
-
CRI.
Ciel! qual voce!
-
REN.
Chi è là?
-
CRI.
Non mi ravvisi?
-
ROD.
(piano a Griso)
Griso, son qua tutti raccolti?
-
CRI.
(a Renzo e Lucia)
Meco venite. L'iniquo intorno veglia.
-
REN.
-
ROD.
(a Griso)
Sia rapita.
(chiarore e rumore che viene approssimandosi)
-
TUTTI
-
GRI.
(a Rod.)
Tutto è finito. I contadini...
-
ROD.
(a Griso)
(Griso si ritira coi Bravi)
SCENA VIII.
Contadini, Contadine, Agnese, con fiaccole e detti.
-
CON.
-
LUC., REN., CRI.
(al chiaror delle fiaccole riconoscendo D. Rod.)
-
CON.
Il caso è strano.
-
REN.
(snuda il coltello)
-
CRI.
Ti frena insano,
Un motto solo perder ti può.
-
ROD.
5Raffrenati, o smania che il petto m'accendi,
Ti cela dell'alma funesto deliro,
Al caso inatteso malgrado t'arrendi,
Seguir la tua foga concesso non t'è
Se i colpi i miei fidi, delusi, falliro,
10D'averla non temo, la forza è con me.
-
REN.
(appena trattenendosi)
Oh troppo la rabbia nel petto mi freme...
Ben tutti gli affanni quest'anima or sente!
Fia dunque per sempre svanita ogni speme,
D'amore la gioia fia morta per me?
15Lo sdegno represso si sveglia furente,
Più forte, o Rodrigo, divento di te.
[p. 17]
-
LUC.
Quell'odio che serpe d'entrambi nel core,
Signor, se tu il brami, fa meco sia spento.
Il fallo perdona, fu accesso d'amore,
20Sol io son la rea, punisci sol me!
No, reggere al duolo che in cuore mi sento
Lo stanco mio spirto capace non è
-
CRI.
Quell'ira assopisci... sta in te, sconsigliato!
Non vedi il periglio... chi sfidi non sai?
25Deh pensa all'oggetto che in cor t'ha beato,
Colei che a te solo sacrata ha sua fé;
Sì crudo ver'essa cotanto sarai?
Non vedi? ella geme... paventa per te.
-
AGN., CON.
Più strana faccenda, più torbido arcano
30Giammai non si vide... giammai non si dié.
(fra loro)
-
ROD.
(Si raggiungano i Bravi)... Or fra poco
Di Rodrigo vedrete il rigor.
(s'invola furibondo)
-
CON.
Egli parte... ma il guardo ha di foco,
E l'accento gli tronca il furor.
-
CRI.
35O miei figli, partir voi dovete
E sottrarvi del perfido all'ira;
Pronto al lago un navil troverete,
La salvezza vi attende laggiù.
-
LUC.
-
CRI.
Non sospira,
40V'ha chi veglia sui buoni lassù.
-
REN.
Ceder deggio al superbo oppressore?
-
CRI.
Spesso il ceder, mio figlio, è, virtù!
-
TUTTI
Infelici! alla gioia, all'amore
Qual successe sventura crudel!
-
REN.
(dopo un momento di riflessione)
(a Lucia)
Seguiamo la via
Che ci addita il suo cenno fedel.
O mia casa, lasciarti degg'io,
Trar la vita lontano da te!
-
LUC.
Dica il duolo dell'anima mia
50Quanta parte qui resti di me.
-
REN.
Addio, padre!
-
CRI.
Renzo, addio!... v'affidate nel ciel.
FINE DELLA PARTE SECONDA.
[p. 18]
PARTE TERZA
SCENA PRIMA
Giardino di un Convento.
In fondo, cancello che mette sulla via. Da un lato, il monastero
Dall'altro, l'abitazione privata della Signora di Monza.
La Signora di Monza sola.
In questo loco solitario e mesto,
Pace non trovo io già Tremendi affetti
Entro al mio cor fan guerra.
5O miei verd'anni, o gioie,
Di tormentosa ricordanza; – oblio
Oh come bella m'arridea la vita!
Solo conforto or mi rimane il pianto,
Ché dei miei dì s'ottenebrò l'incanto.
D'amor la fiamma indomita
E già tremendo un vincolo
20Mi lega a un uom fatale;
Giogo sì duro, ahi misera!
Non v'ha quaggiù l'eguale.
T'affretta, o morte, a spegnere
(odesi la campana del Convento, che invita alla preghiera)
25Oh! m'è funesto il suon del sacro bronzo
Chiama le ancelle del Signor; a nuovo
(cava un foglio)
[p. 19]
Iniqua brama in questo foglio è scritta...
D'ubbidire e tacer. Ah l'innocente
Non sa che qui l'aspetta il tradimento!
(cela prontamente il foglio vedendo giungere Lucia)
SCENA II.
Lucia e detta, quindi Bravi dal cancello.
-
LUC.
-
SIG.
Lucia...
-
LUC.
Commossa voi siete,
In me confidate – che v'amo il sapete.
-
SIG.
(Quai detti!) Deh taci. (Mi lacera il core;
Orrendo pensiero dinanzi mi sta.)
(odonsi accordi religiosi)
-
LUC.
5La prece dei giusti che sale al Signore
Ritorni la pace a chi non ha.
-
CORO INTERNO DI SUORE
Vergin santa, che intercedi
Grazie in cielo ai peccatori,
10Tu ne implora a Dio mercé.
Tu conforta i nostri cuori,
Nostra speme è solo in te.
-
SIG.
Che mi grida infame e rea;
15Di me stessa io son l'orrore,
Mi sospinge al rio fallir.)
-
LUC.
(Infelice! ella delira, (osservando la Signora)
20E conforto alcun non trova.
Oh perché del cielo in ira
Essa è tanto in questo dì?
Ah qual tema orrenda e nuova
-
BRA.
25(Zitti, zitti, è questo il loco
(dal cancello)
Se a ghermirla pronti siamo,
30Più da noi non sfuggirà).
(i Bravi si ritirano)
[p. 20]
-
SIG.
Lucia... vanne al convento
Qui presso... e adduci a me
-
LUC.
Già scende
-
SIG.
Timor ti prende?
Non paventar, va... vola.
(agitata)
-
LUC.
(esce dal cancello)
(partita Luc., la Signora percorre agitatissima la scena.
Dopo alcuni istanti, odesi gridare di dentro)
-
LUC.
Lasciatemi, o mio Dio, morir mi sento!
-
SIG.
40E questo della misera (prorompendo)
(parte forsennata)
SCENA III.
Sala gotica nel Castello dell'Innominato.
Porta in fondo che dà al cortile. Porta laterale.
Lucia di dentro, indi in iscena, trascinata da Nibbio, affannosa ed atterrita.
-
LUC.
Deh per pietà, deh per pietà mi lascia!
Ove mi traggi? ahimè muoio d'affanno!
(Nib. si ritira)
Ove son io? Forse in poter dell'empio
Che mi persegue... Oh madre dell'Eterno!
5In questa estrema offesa
Se m'abbandoni, quale avrò difesa?
Oh santa Vergine, del Ciel Regina,
Pietà ti prenda di me meschina;
Ti degna infondermi vigor, consiglio,
10In questo estremo, fiero periglio...
[p. 21]
(cade in ginocchio e prega)
Quant'è d'un'anima delizia e vita
Io t'offro in dono... ma dammi aita!
Su quest'immagine, io lo prometto,
(cava una medaglia)
Da vano affetto fia puro il cor;
15Né Renzo al talamo m'avrà, lo giuro,
Se per te puro serbo l'onor.
SCENA IV.
Agnese e detta.
-
AGN.
(precipitandosi nelle braccia di Lucia)
-
LUC.
Mia madre!... Ah credere
Non posso agli occhi miei.
-
AGN.
-
LUC.
-
AGN.
Quell'uom terribile,
-
LUC.
(con espansione)
Ah Vergine!
10Grazie ti rende il cor.
-
VOCI INTERNE
Evviva, evviva! echeggino
Di gioia e monti e valli.
-
LUC.
Che ascolto? è pace, è giubilo.
SCENA V.
Bravi entrando, e detti.
Qual meraviglia! – L'Innominato
Giunse al castello! – Tutto è mutato
Non par più quello – s'è confessato.
-
LUC.
-
BRA.
Per noi fatale
5Questo miracolo – certo sarà.
(si ritirano ossequiosi all'arrivo del Cardinale coll'Innominato, ecc.)
[p. 22]
SCENA VI.
Cardinale, Innominato, Fra Cristoforo, seguito del Cardinale,
Contadini e Contadine.
-
LUC.
(riconoscendo Fra Cristoforo)
O Padre!
-
CRI.
Tu sei salva! Asciuga il pianto
E non prostrarti a me: prostrati al Santo
Che del Signor tutte le grazie ha seco.
-
INN.
Come al delitto, or siate
5Nel pentimento a me compagni, e meco (ai Bravi)
All'uom di Dio qui vi prostrate.
-
TUTTI
Evviva il Santo Cardinal!
-
CAR.
Discenda
sul vostro capo la benedizione
-
TUTTI
Egli v'intenda!
-
CRI. e CAR.
10Tu l'umil tuo servo chiamasti, gran Dio,
A un'opra sì grande, sì degna di te.
No, dir le tue lodi non sa il detto mio,
Ché labbro mortale capace non è.
-
LUC.
(Perché a tanti affanni serbarmi, gran Dio,
15Perché non chiamatmi in cielo con te?
Tu, è ver, mi proteggi dal colpo più rio,
Ma Renzo per sempre separi da me!)
-
INN.
Tu fosti pur meco pietoso, gran Dio,
Prodigio più grande di grazie non v'è;
20Quant'io fui perverso, sarò giusto e pio,
Acceso avrò il core d'amore, di fé.
-
BRAVI e CONT.
Ognun qui ravvisa la mano di Dio,
Chè l'uom di tant'opre capace non è.
(riprende il corteggio, alla testa del quale è, il Cardinale e l'Innominato, quindi Fra Cristoforo e Lucia seguiti dai Bravi,
Contadini e Contadine).
FINE DELLA PARTE TERZA.
PARTE QUARTA
QUADRO PRIMO
SCENA PRIMA
Sala splendidissima illuminata.
Porta in fondo. Una finestra praticabile e diritta.
Siedono ad una tavola gli amici e convitati di Don Rodrigo,
che pensieroso è in mezzo z loro. All'alzarsi della tela, si levano e intuonano il seguente
-
CORO
Le cure bandite – fugati i pensieri,
Cerchiamo alla vita – novelli piaceri;
La gioia dell'oggi – trascorre a domani,
Sarebbe da insani – temere il morir.
5Amici, leviamo – le tazze spumanti,
Al Sir del convito – cantiamo festanti;
Evviva!... che l'ore – s'appressin ridenti
A render contenti – tuoi lunghi desir.
SCENA II.
Detti e Griso che entra e porge un foglio a Don Rodrigo.
-
ROD.
Da chi tal foglio avesti?
-
GRI.
Da colui
10Che in quelle terre tien sovrano impero.
-
ROD.
(dopo aver letto con segni di rabbia)
Ma l'arti tue, fellon, vennero meno?
Oh! se men pigro nell'oprar tu fossi,
Qui sarebbe Lucia... vanne. (con ira)
-
GRI.
(allontanandosi)
Signore!...
-
ROD.
(Or fremente trabocca il furore,
15Ma ban pretso vendetta farò.)
-
CORO
(che si era scostato da Don Rod., ed ora attorniandolo)
Quali accenti il tuo labbro favella?
Forse nuova tu giunse fatal?...
-
ROD.
Nulla... è sol d'un vassallo l'ardire
Che il tributo rifiuta pagar.
-
CORO
20Oh! t'allegra; pensiamo a gioire,
E col vino le noie scordar.
(porgono una tazza a Don Rod.)
-
ROD.
Il nappo spumante – m'invita al piacer,
Ridoni alla mente – giocondi pensier;
[p. 24]
S'uccidan col vino – le noie, i dolor,
25Trascorra la vita – tra il riso e l'amor!
-
CORO
(ripete l'ultimo verso)
-
ROD.
Se stolto vegliardo – m'induce a pentir,
La bella che adoro – m'invoglia al fallir.
Sue nenie riserbi – al passo feral,
Bearmi dell'oggi – soltanto mi cal.
-
CORO
30Le cure bandite – fugati i pensier,
Cerchiamo alla vita – novelli piacer;
La gioia dell'oggi – trascorra al domani,
Sarebbe da insani – temere il morir.
-
ROD.
(durante le ultime parole impallidisce, il suo respiro è affannoso; dà segno di soffrire assai; né potendo più reggere, esclama)
Qual ansia m'opprime... Amici, cessate!...
35Schiudete le imposte... mi manca il respir...
-
CORO
-
ROD.
Da me vi scostate!
Qualcuno m'aiuti... mi sento morir...
(in delirio)
Costui... che s'accosta... che pungemi il petto...
Scacciate... ven prego... scacciate da me!
40Perché maledetto m'aveva quel vecchio?
(s'abbandona sfinito su d'una sedia)
-
CORO
Scostiamoci... la morte sul volto... ha scolpita.
(a poco a poco escono dalla sala)
SCENA III.
D. Rodrigo, rinvenendo dall'abbattimento nel quale era caduto, si alza a stento, e guarda intorno, come trasognato; quindi
Griso.
-
ROD.
La gioia... sì tosto è finita?
La turba dei fidi scomparve... dov'è
(volgendosi)
45Sei tu, buon Griso... ascoltami –
(seduto e parlando a stento)
-
GRI.
Ognor.
-
ROD.
Rispondimi...
-
GRI.
-
ROD.
Io soffro, o Griso...
-
GRI.
Il vedo.
-
ROD.
[p. 25]
Ma segretezza or giova; –
Che venga tosto... io vo'...
55Che niun sespetto... intendini!
-
GRI.
Comprendo... obbedirò!...
(per partire, D. Rodrigo lo prende per un braccio)
-
ROD.
(minaccioso)
Va... sii veloce... va!...
-
GRI.
(partendo)
SCENA IV
Don Rodrigo solo.
M'avrebbe côlto il morbo?... Rio pensiero,
Lungi da me!... Pur questa doglia acuta
Le membra m'ha ccostretto...
Ma qui l'aere... è denso...
65L'afa... l'ardor immenso...
Ah! ch'io respiri!... soffocar mi sento!
(vacillante si è appressato alla finestra, che apre, e dalla quale retrocede inorridito scorgendo al di fuori i monatti che
entrano in casa sua)
Ah! chi vegg'io!!... di cogliermi
70Ah! m'ingannava il perfido!
Pria di morire, uccidere...
Io voglio il traditore...
(si slancia nella camera, entra Griso e sentesi un colpo di pistola)
QUADRO SECONDO
SCENA V.
Interno del lazzaretto di Milano.
A poco a poco la scena si fa gremita dalla folla dei convalescenti, vecchi, donne, fanciulli, ecc.
INTERMEZZO CON
VIOLINO SOLO
CORO
Oh spavento! oh miseria! oh squallore!
Padri, sposi, fratelli, bambini,
Chi perduto un suo caro non ha?
[p. 26]
Lagrimiam sui compiuti destini,
5Lagrimiam sul comune dolore,
Lagrimiam per la stessa pietà!
SCENA VI.
Fra Cristoforo e detti
(all'entrare di Fra CRistoforo tutti s'inchinano riverenti.
Egli si pone in mezzo alla scena)
-
CRI.
Deh! non piangete! Più che il pianto, a Dio
Salirà gratala prece devota!
Diamo un pensiero ai mille che son morti!
10Volgiam lo sguardo a chi agonizza ancor,
A noi dal morbo fatal risorti
(tutti s'inginocchiano)
Benedetto il Signor.
-
CORO
-
CRI.
Sia benedetto
Nella misericordia e nel rigor!
In quello stuolo in mezzo a tanti eletti
Benedetto il Signor!
-
CORO
-
CRI.
Pace tra noi!
Legge ci stringa di fraterno amor!
Ci unisca un sol pensiero, ed ora in poi
Benedetto il Signor.
(Fra Cristoforo inalbera una croce che gli vien presentata, e si avvia verso il fondo, ove si perde colla folla che lo segue
processionalmente)
SCENA VII.
Renzo solo.
Ecco il fatal recinto. Or or mi parve
Udir canti di pace, e in fondo al cuore
O mia Lucia, o mio unico amore,
Ch'io ti ritrovi per fuggire insieme.
25Stringerla e dirle in giubilo:
[p. 27]
O in tanti affanni e lagrime
(s'ode un salmeggiare interno, ed una voce ches'eleva fra le altre flebilmente)
-
LUC.
(di dentro)
-
REN.
La sua voce? Ah sì... è dessa...
SCENA VIII.
Dal fondo attraversa la scena una processione di donne, L'ultma di cui è Lucia, e detto; più tardi Fra Cristoforo.
-
REN.
-
LUC.
Renzo!
-
a 2
Sei salvo/a, oh gioia! rendere
-
LUC.
(sciogliendosi improvvisamente da Renzo)
Ciel! che mai feci! ah fuggimi!
-
REN.
-
LUC.
Mi lascia,
40T'invola! (Oh Dio! perdonami!)
-
REN.
LUC. Ah! tu non sai:
(entra fra Cristoforo, che si ferma in fondo alla scena)
-
REN.
Gran Dio! che sento! e l'empio
-
LUC.
45 No, che mai pensi? placati..
-
CRI.
(avanzandosi)
O figlio – ei più non è!
-
a 3
Egli è spento! favella nel petto
Del perdono la voce pietosa;
E per lui che sotterra riposa
Sente il core compianto, pietà.
-
CRI.
(prende per mano Lucia e Renzo e fa per unire le destre)
50I vostri voti or cómpiansi
-
LUC.
(ritirandosi precipitosa)
Oh cielo!
-
REN.
-
CRI.
[p. 28]
-
LUC.
Alla Santa Vergine
-
CRI.
Se hai fede ancor nell'umile
60Mi credi, hai sciolto il core,
-
REN.
-
CRI.
(a Lucia)
Ed esiti?
-
LUC.
(abbraccia Renzo)
Son tua! ti stringo al cor!
-
CRI.
65Monti tornate, al tetto
Del vostro santo affetto;
-
REN.
-
CRI.
Da questi miseri
Volger non deggio il piè.
-
LUC. e REN.
-
CRI.
Forse in cielo!
-
LUC., REN. a 2
75Nell'ansia e il giubilo
-
CORO
(La processione intanto sarà ritornata, si ripigliano i canti sacri, durante i quali Fra Cristoforo benedice gli sposi, che
s'inginocchiano commossi)
FINE.
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