I promessi sposi 5/5

 


Amilcare Ponchielli
I promessi sposi
Dramma storico in quattro atti
 


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Seguono immagini della serata:
Atto primo
Atto secondo
Atto terzo
Atto quarto
Libretto dell'opera


 

G. RICORDI & C. EDITORI – STAMPATORI MILANO – ROMA – NAPOLI – PALERMO – PARIGI – LONDRA – LIPSIA – BUENOS AIRES – NEW YORK (PRINTED IN ITALY)

PERSONAGGI

 

DON RODRIGO

(Baritono )

L'INNOMINATO

(Basso)

IL CARDINAL FEDERICO

(Basso)

LA SIGNORA DI MONZA

(Mezzo Soprano )

FRA CRISTOFORO

(Basso)

AGNESE madre di

(Soprano )

LUCIA

(Soprano)

RENZO

(Tenore)

GRISO, Bravo di Don Rodrigo

(Basso)

NIBBIO, Bravo dell'Innominato

TONIO

(Tenore)

Vecchio servo di Don Rodrigo

Cori

Comparse

Cavalieri

Contadini

Contadine

Bravi

Seguito del Cardinale

Popolo

L'azione si svolge sul principio del secolo XVII  nelle vicinanze di Lecco.

Indice

[p. 5]

AL LETTORE

Il Romanzo del celebre MANZONI suggerì il concetto di questo libretto; ma poiché le esigenze del teatro non lo permettevano, non vi si vede sviluppata tutta la vasta tela ond'è ordito quel racconto. Anzi si limitò il numero dei personaggi, si unirono le circostanze di tempo e di luogo dando talvolta maggior risalto a cose di cui nel Romanzo è appena fatto cenno.

PARTE PRIMA

SCENA PRIMA

Amena Valle fiancheggiata da promontorî

Sopra uno dei quali è posta una chiesuola; accanto a questa la casa di D. Abbondio, con porta praticabile; dal alto opposto varie case villereccie, fra le quali quella di Lucia, essa pure con porta praticabile. Nel fondo la scena è chiusa da alte montagne; sovra il fianco di una di esse s'innalza il palazzotto di Don Rodrigo, al quale conduce un difficile e tortuoso sentiero. È l'alba; all'alzarsi della tela, odesi dall'interno della casad di Lucia il seguente

CORO

O bella vergine – schiudi il tuo core

Alle recondite – gioie d'amore,

L'alba ridestasi – e già t'invita

Alle delizie – di nuova vita.

5Ve' come il raggio – del dì nascente

Oggi più limpido – brilla dal ciel;

È schiuso il talamo – ah vien, t'affretta

I voti a compiere – del tuo fedel.

(sul finire del Coro esce Renzo pieno di tristezza dalla casa di Don Abbondio e scende al piano)

SCENA II.

Renzo solo.

O ciel, che ascolto? oh deliziosi canti

Che d'amor le gioie

Tutte svegliate in petto... illusion vana

Sono i vostri presagi – Oh infida sorte!

5Lucia! da queste braccia

Ti strappa umana tigre

Che di Rodrigo ha il nome. Empio!... ma s'ella...

Ah! lungi, o rio sospetto,

Lungi da me!... su quel rosato labbro,

10Della menzogna il serpe non si posa.

Tal rio sospetto, lungi da me;

Della vendetta or sol m'arde il desio,

(con ira verso il palazzotto di D. Rod.)

Trema per te, se perderla degg'io!

[p. 8]

All'umile ostel natìo,

15A' miei colli io sol vivea,

Quando scosse il pensier mio

Un'angelica beltà,

E d'insolito desio

Arsi in cor ch'egual non ha.

20Le svelai la fiamma ardente;

Lieta accolse i voti miei,

E ne' giuri miei fidente,

L'amor suo mi consacrò.

Possederla eternamente

25Oggi invano il cor sperò.


SCENA III.

Lucia dalla sua casa, e detto.

LUC.

È desso... Renzo!...


REN.

Lucia!...

LUC.

Qui venni

Ansiosa a chiederti del nostro imene...


REN.

Triste è l'annunzio...


LUC.

Che di', mio bene?

REN.

Sappi che un empio, di te invaghito,

5Il nostro nodo volle troncato...


LUC.

Chi mai? Che ascolto!


REN.

Lo scellerato

È Don Rodrigo!


LUC.

Ah! E tanto osò?

REN.

(con senso di gelosia)

Tanto dicesti!... dunque non t'era

Del vile ignota la turpe trama...


LUC.

10Io?...


REN.

Forse...

LUC.

Dubiti del cor che t'ama?

REN.

(Ah no! quest'angelo mentir non può).


LUC.

Se rammentassi i palpiti

Che mi svegliasti in core,

E l'abbandono, e l'estasi,

15E il mio gioir d'amore;

Comprenderesti o misero,

Ch'io finger non potrei,

Che il sol tu fosti e sei

Soave mio pensier.


[p. 9]

REN.

20Oh quante care immagini

La voce tua ridesta!

Ella mi scende all'anima,

Ignoto ardor vi desta.

Pura qual giglio candido

25Che s'apre appena al sole,

Come le tue parole

Son pari i tuoi pensier.


SCENA IV.

Agnese, Contadini e Contadine dalla casa di Lucia, e detti.

ALCUNI

Oh gli sposi!


ALTRI

Evviva!

TUTTI

Evviva!

Giunto alfine è il dì bramato!

REN.

Grazie, amici, io vi son grato!


LUC.e REN.

O momento di dolor!


ALCUNI CONT.

5Ma cosa avvenne?


AGN.

Ch'enigma è questo?

ALTRI

La sposa pallida?...


AGN.

Renzo sì mesto?

TUTTI

Su via narrate... lo sposalizio...


REN.

Oh dura sorte! più non si fa.


AGN.

Come! Che dite? Chi lo impedisce?


REN.

10 Un uom perverso, un esecrato!


TUTTI

Coraggio, Renzo! invendicato

Cotanto oltraggio restar non de'...


REN.

Voi mi tornate la gioia in core,

Ma...


TUTTI

15In noi t'affida! Chi mai sarà?


LUC.

Oh me meschina!


TUTTI

A noi lo svela!

REN.

Ecco il suo covo!

(indicando il palazzotto)


TUTTI

Ei perirà

REN.

Alla vendetta che il core anela

Meco voi tutti?...


TUTTI

Sì lo giuriam!

REN.

20Il desir della vendetta

Tutto invade questo core;

Il tuo corso, o tempo, affretta

Ch'io punisca il traditore!

[p. 10]

Tremi l'empio maledetto,

25Per me il ciel lo punirà.


LUC.

Frena, o Renzo, quel furore,


AGN.

Che t'accieca e ti divora.


CONT.

Ti conforti nel dolore

Il pensier di chi t'adora,

30Ed il vindice supremo

L'innocenza salverà.

È l'offesa sanguinosa,

Giusta è l'ira che t'accende,

Tu difender dê la sposa,

35Punir devi chi t'offende.

Se rinunzi alla vendetta

Tu commetti una viltà.


(Lucia cade svenuta nelle braccia della madre, mentre Renzo s'invola furente coi Contadini)

SCENA V.

Sala

del palazzotto di D. Rodrigo, con due porte laterali: un'alcova nel fondo colle cortine chiuse; di fianco sul davanti una finestra praticabile. Pendono dalle pareti vari ritratti di famiglia. Tavolo e seggiolone.

ROD.

Olà

(entra un vecchio servo)

Qui venga il griso.

(il servo parte)

Oh! Ardente brama,

Che tutto il cor m'accendi, e non mi lasci

Di tregua un solo istante, alfin sarai

Paga pur tu...


GRI.

(entrando)

Signor...

ROD.

Seguisti, o Griso,

5Il mio voler?


GRI.



ROD.

E qual n'ebbe successo?

GRI.

Il più brillante. Da terror conquiso

Don Abbondio lasciammo, e fian sospese

Le nozze...


ROD.

Or vanne.

(Griso parte)

Oh insolito contento!

Che mi tolgan Lucia più non pavento.

10Vaga siccome un'iride

Che il fosco cielo indora,

quella leggiadra immagine

Mi sta dinanzi ognora.

[p. 11]

Ch'altri la tragga al talamo

15Non lo consente il cor;

Troppo per lei quest'anima

Si strugge in cieco ardor.


SCENA VI.

Griso e detto, poi Fra Cristoforo.

GRI.

Signor...licenza di parlarvi chiede

Quel frate a voi già noto.


(Griso parte)

ROD.

Egli!...s'avanzi.

Che mai desia da me? forse...


CRI.

Signore...

5A voi sia pace.


ROD.

Chi ti guida?

CRI.

Un dolce

Raggio di speme, ché un sol vostro accento

Ridonar può la gioia a chi fu tolta.


ROD.

Ti spiega.


CRI.

Alcuni che han l'alma traviata

Usurpâr vostro nome onde atterrire

10Un buon pastor perché più non compisse

Il sacro suo dover. Voi sol potete

Contendere costor e far giustizia

A due poveri amanti...


ROD.

Io non t'intendo,

Né so che far per te...


(per partire)

CRI.

(trattenendolo)

No, non si niega

15Giammai soccorso a chi piangendo prega.

Deh! commova il vostro core

Di pietade il santo accento,

Per chi vive nel dolore

Vi piegate al mio pregar.

20Può due cori sventurati,

Che son l'un per l'altro nati,

Un sol detto, un cenno solo

Dall'angoscia sollevar.


ROD.

La pietà mi parla al core,

(con ironia scherzando)

25Son commosso al vostro accento

E chi vive nel dolore

Io son uso a sollevar.

[p. 12]

Ma quei cori sventurati

Se son l'un per l'altro nati,

30Se in amor costanti sono

È mio debito provar.


CRI.

Per l'onor, per la vostra coscienza

Difendete, o signor, l'innocenza.


ROD.

Ebben... va, consolati li rendi;

35 La fanciulla qui adduci, e protetta

Fia da me, Don Rodrigo...


CRI.

Che intendi,

Uomo iniquo!


ROD.

Che ardisci!

CRI.

Crudel!

ROD.

Trema, o vecchio!


CRI.

Tremar sol tu dêi.

Tu che insulti alla legge del ciel!

40Empio!... tu vuoi dei miseri

Mercanteggiar l'onore,

Rapire a quell'ingenua

Dell'innocenza il fiore.

Trema, sciagurato! il turbine

45Sul capo tuo già romba,

Ti schiuderà la tomba

Il fulmine del ciel.


ROD.

Frena quell'ira, o veglio,

Esser ti può funesta.

50Sol dal punirti, o misero,

Quel bianco crin m'arresta.

Va, se t'è caro il vivere,

Al mio furor t'invola;

Un motto, una parola...

55Né più t'è scudo il ciel.

Esci... già troppo osasti,

Paventa il mio furor.


CRI.

Alle minacce, o perfido,

Non trema questo cor.


ROD.

60Va... Esci...


(minaccioso)

CRI.

Ah... verrà un dì...

(con tuono profetico)

ROD.

No!


(come intimorito)

CRI.

Il ciel ti maledì. —

(parte)

FINE DELLA PARTE PRIMA.


PARTE SECONDA.

[p. 13]

SCENA PRIMA.

Cortile nel palazzotto di Don Rodrigo.

Dal fondo scorgesi la campagna.

Don Rodrigo pensieroso esce seguito dal Griso.

Dopo alcuni istanti si volge a lui.

ROD.

Di rapirla ho deciso. Or vanne; aduna

i Bravi e qui li adduci.

(Griso parte)

Così ti sfido, o vecchio.

Alle minacce tue così ti rispondo.

5Io le disprezzo...Il cor, l'onnipossente

Voce d'amore ascolta... altra non sente.

Già il pensier mio dipingemi

Gioie di paradiso;

Già scende grato all'anima

10L'angelico sorriso.

Dei vezzi onde s'abbella

Pudor la fa più bella!

Di voluttade il calice

Io liberò per te.

15Griso, olà.


SCENA II.

Griso e detto.

GRI.

Signor Conte...

ROD.

Lucia

Questa notte rapir tu dovrai.


GRI.

Ma...


ROD.

Lo voglio. Di vincere giurai,

Né può alcuno contenderla con me. –

I miei Bravi?...


GRI.

Son pronti.

ROD.

Sta bene.

5Ciò che vali, mostrar ti conviene.

Pria he spunti l'aurora novella,

Sia la bella – tremante al mio piè.


GRI.

Lo sarà.

(D. Rod. parte. – Griso chiama i Bravi, che escono frettolosamente)

Su venite, cospetto!

Qui dell'oro si può guadagnar.


BRAVI.

(circondando Griso)

10Oro! e come?


GRI.

Silenzio! sospetto

[p. 14]

Non vorrei nel villaggio destar

Questa notte rapire dovremo

La fanciulla...


ALCUNI BRAVI

Lucia?


ALTRI

Parli il ver?

GRI.

15 Esser cauti bisogna...


BRAVI

Il saremo.

GRI.

Obbedire a' miei cenni...


BRAVI

Sta ben.

TUTTI

Già la notte s'infosca; conviene

Nel silenzio dell'ombre aspettar.

Su venite, né grida né scene

20La nostr'opra dovranno turbar.


(partono)

SCENA III

Valle come nella parte prima, Scena I. È notte.

Esce dalla casa Lucia con Renzo, Tonio e Gervasio diretti a quella di Don Abbondio.

REN.

(a Tonio; come continuando un discorso)

Dunque, amico, intendesti il mio disegno?

Tu col pievano parli, e l'intrattieni.

Al convenuto segno

Io con Lucia mi presento e dico;

5«Questa è mia sposa», e voi...


TON.

«Son testimonio.»

Così concluso resta il matrimonio!


(ton. e Ger. entrano da D. Abb. Renzo e Luc. rimangono soli)

SCENA IV.

Renzo e Lucia.

REN.

Lucia!


LUC.

Mio Renzo!

REN.

Gelida

È la tua man... che temi?


LUC.

Nulla, lo spirto m'agita

La speme e il timor.


REN.

5Ti calma, oh! di noi miseri

Avrà pietà il Signor.


a 2

Oh mia/o diletta/o abbracciami,

Ti stringi a questo core,

Ah forse al nostro amore

10Benigno il ciel sarà.


[p. 15]

REN.

No, più, non vegga scorrere

Da' tuoi begli occhi il pianto.


LUC.

Sorriderti soltanto

Vorrei, ma il cor non sa.


(s'ode dalla casa di D. Abb. un leggero batter di mani)

REN.

15Ecco il segnal... entriam.


(entrano nella casa di D. Abb.)

SCENA V.

Dal fondo compariscono alcuni Bravi con Griso travestiti da pellegrini, che s'avviano alla casa di Lucia.

GRI.

Alta è la notte...


BRAVI

Siam pronti al cimento.

GRI.

Qui sta la preda... ecco il momento:

Coraggio, amici... or via si vada

Ardire estremo... presta la spada,

5Il signor nostro ci premierà.


(entrano da Luc.)

SCENA VI.

Fra Cristoforo e il vecchio Servo di Don Rodrigo.

CRI.

Tutto or m'è noto... Iddio mercé ti renda.

(il vecchio servo parte)

Qual trama orrenda e vil! Oh almen potessi

Prevenir gl'infelici! ma strapparli

Agli artigli dell'empio, la tua mano

5Saprà gran Dio! Tale onta, oh! non consenti

Piombi sul capo ai poveri innocenti.

Al tuo trono, o sommo Iddio,

La mia prece umile ascenda.

Sovra un cor sì duro e rio

10Deh la grazia tua discenda.

Tu m'assisti ala difesa

Di sì puro e santo amor,

Tu lo salva dall'offesa

Di violento seduttor.

15Or che più resto?... andiam...

(muove verso la casa di Luc. Mentre sta per entrare, retrocede ad un tratto atterrito)

Quale di passi

Rumor qui sento?


SCENA VII.

Griso e i Bravi dalla casa di Lucia, e detto.

A suo tempo, D. Rodrigo, Renzo e Lucia.

GRI.

Per l'inferno! e come

Sfuggì colei?


[p. 16]

ROD.

Che di'?

GRI.

GRI. Fu vano il colpo!

(odesi un grido dalla casa di D. Abbondio)

CRI.

Qual grido in mano agli empi

Forse caduta or è?


(suono di campana a stormo)

REN.

(dalla casa di D. Abbondio)

Non ha voluto

Che schernirmi la sorte!


CRI.

Ciel! qual voce!

5Renzo!


REN.

Chi è là?

CRI.

Non mi ravvisi?

ROD.

(piano a Griso)

Griso, son qua tutti raccolti?


CRI.

(a Renzo e Lucia)

Presto

Meco venite. L'iniquo intorno veglia.

REN.

Comprendo.


ROD.

(a Griso)

Sia rapita.

(chiarore e rumore che viene approssimandosi)


TUTTI

Qual rumore!


GRI.

(a Rod.)

Tutto è finito. I contadini...

ROD.

(a Griso)

10 Or va, t'ascondi.


(Griso si ritira coi Bravi)

SCENA VIII.

Contadini, Contadine, Agnese, con fiaccole e detti.

CON.

Cos'è accaduto?


LUC., REN., CRI.

(al chiaror delle fiaccole riconoscendo D. Rod.)

Ciel! Don Rodrigo!


CON.

Il caso è strano.

REN.

Oh mio furore!

(snuda il coltello)


CRI.

Ti frena insano,

Un motto solo perder ti può.


ROD.

5Raffrenati, o smania che il petto m'accendi,

Ti cela dell'alma funesto deliro,

Al caso inatteso malgrado t'arrendi,

Seguir la tua foga concesso non t'è

Se i colpi i miei fidi, delusi, falliro,

10D'averla non temo, la forza è con me.


REN.

(appena trattenendosi)

Oh troppo la rabbia nel petto mi freme...

Ben tutti gli affanni quest'anima or sente!

Fia dunque per sempre svanita ogni speme,

D'amore la gioia fia morta per me?

15Lo sdegno represso si sveglia furente,

Più forte, o Rodrigo, divento di te.


[p. 17]

LUC.

Quell'odio che serpe d'entrambi nel core,

Signor, se tu il brami, fa meco sia spento.

Il fallo perdona, fu accesso d'amore,

20Sol io son la rea, punisci sol me!

No, reggere al duolo che in cuore mi sento

Lo stanco mio spirto capace non è


CRI.

Quell'ira assopisci... sta in te, sconsigliato!

Non vedi il periglio... chi sfidi non sai?

25Deh pensa all'oggetto che in cor t'ha beato,

Colei che a te solo sacrata ha sua fé;

Sì crudo ver'essa cotanto sarai?

Non vedi? ella geme... paventa per te.


AGN., CON.

Più strana faccenda, più torbido arcano

30Giammai non si vide... giammai non si dié.


(fra loro)

ROD.

(Si raggiungano i Bravi)... Or fra poco

Di Rodrigo vedrete il rigor.


(s'invola furibondo)

CON.

Egli parte... ma il guardo ha di foco,

E l'accento gli tronca il furor.


CRI.

35O miei figli, partir voi dovete

E sottrarvi del perfido all'ira;

Pronto al lago un navil troverete,

La salvezza vi attende laggiù.


LUC.

Il villaggio lasciar?


CRI.

Non sospira,

40V'ha chi veglia sui buoni lassù.


REN.

Ceder deggio al superbo oppressore?


CRI.

Spesso il ceder, mio figlio, è, virtù!


TUTTI

Infelici! alla gioia, all'amore

Qual successe sventura crudel!


REN.

(dopo un momento di riflessione)

45Ti obbediamo.

(a Lucia)

Seguiamo la via

Che ci addita il suo cenno fedel.

O mia casa, lasciarti degg'io,

Trar la vita lontano da te!


LUC.

Dica il duolo dell'anima mia

50Quanta parte qui resti di me.

Addio, padre!


REN.

Addio, padre!

CRI.

Renzo, addio!... v'affidate nel ciel.


FINE DELLA PARTE SECONDA.


[p. 18]

PARTE TERZA

SCENA PRIMA

Giardino di un Convento.

In fondo, cancello che mette sulla via. Da un lato, il monastero Dall'altro, l'abitazione privata della Signora di Monza.

La Signora di Monza sola.

In questo loco solitario e mesto,

In questo asil di pace,

Pace non trovo io già Tremendi affetti

Entro al mio cor fan guerra.

5O miei verd'anni, o gioie,

Di tormentosa ricordanza; – oblio

Invan da me chiedete.

Oh come bella m'arridea la vita!

Ad un pensier d'amore

10Vagheggiava il core;

Solo conforto or mi rimane il pianto,

Ché dei miei dì s'ottenebrò l'incanto.

Involontaria vittima

A quell'altar m'offriro;

15E il fato inesorabile,

A crescermi il martiro,

D'amor la fiamma indomita

Ratto m'accese in cor.

E già tremendo un vincolo

20Mi lega a un uom fatale;

Giogo sì duro, ahi misera!

Non v'ha quaggiù l'eguale.

T'affretta, o morte, a spegnere

L'immenso mio dolor.

(odesi la campana del Convento, che invita alla preghiera)

25Oh! m'è funesto il suon del sacro bronzo

Che alla devota prece

Chiama le ancelle del Signor; a nuovo

Delitto me sospinge...

(cava un foglio)

[p. 19]

Iniqua brama in questo foglio è scritta...

30Un reo dover m'impone

D'ubbidire e tacer. Ah l'innocente

Che solo in me s'affida

Non sa che qui l'aspetta il tradimento!


(cela prontamente il foglio vedendo giungere Lucia)

SCENA II.

Lucia e detta, quindi Bravi dal cancello.

LUC.

Signora...


SIG.

Lucia...

LUC.

Commossa voi siete,

In me confidate – che v'amo il sapete.


SIG.

(Quai detti!) Deh taci. (Mi lacera il core;

Orrendo pensiero dinanzi mi sta.)


(odonsi accordi religiosi)

LUC.

5La prece dei giusti che sale al Signore

Ritorni la pace a chi non ha.


CORO INTERNO DI SUORE

Vergin santa, che intercedi

Grazie in cielo ai peccatori,

Tu le nostre colpe vedi,

10Tu ne implora a Dio mercé.

Tu conforta i nostri cuori,

Nostra speme è solo in te.


SIG.

(Una voce sento in core

Che mi grida infame e rea;

15Di me stessa io son l'orrore,

Già, mi sento maledir!

Pur fatal, tremenda idea

Mi sospinge al rio fallir.)


LUC.

(Infelice! ella delira, (osservando la Signora)

20E conforto alcun non trova.

Oh perché del cielo in ira

Essa è tanto in questo dì?

Ah qual tema orrenda e nuova

L'alma tutta m'assalì!


BRA.

25(Zitti, zitti, è questo il loco

(dal cancello)

Ove attendere dobbiamo,

Qui la giovine fra poco

Senza tema a noi verrà.

Se a ghermirla pronti siamo,

30Più da noi non sfuggirà).


(i Bravi si ritirano)

[p. 20]

SIG.

Lucia... vanne al convento

Qui presso... e adduci a me

Il pio guardian...


LUC.

Già scende

Scura la notte... e sola

35Uscir...


SIG.

Timor ti prende?

Periglio alcun non v'è;

Non paventar, va... vola.


(agitata)

LUC.

Il ciel sia scudo a me.


(esce dal cancello)

(partita Luc., la Signora percorre agitatissima la scena. Dopo alcuni istanti, odesi gridare di dentro)

LUC.

Lasciatemi, o mio Dio, morir mi sento!


SIG.

40E questo della misera (prorompendo)

il disperato accento;

Compito è il tradimento,

Spezzar mi sento il cor.

Irato ciel puniscimi,

45E salva l'innocente!

L'amor mi fa demente,

Mi trasse a tanto error.


(parte forsennata)

SCENA III.

Sala gotica nel Castello dell'Innominato.

Porta in fondo che dà al cortile. Porta laterale.

Lucia di dentro, indi in iscena, trascinata da Nibbio, affannosa ed atterrita.

LUC.

Deh per pietà, deh per pietà mi lascia!

Ove mi traggi? ahimè muoio d'affanno!

(Nib. si ritira)

Ove son io? Forse in poter dell'empio

Che mi persegue... Oh madre dell'Eterno!

5In questa estrema offesa

Se m'abbandoni, quale avrò difesa?

Oh santa Vergine, del Ciel Regina,

Pietà ti prenda di me meschina;

Ti degna infondermi vigor, consiglio,

10In questo estremo, fiero periglio...

[p. 21]

(cade in ginocchio e prega)

Quant'è d'un'anima delizia e vita

Io t'offro in dono... ma dammi aita!

Su quest'immagine, io lo prometto,

(cava una medaglia)

Da vano affetto fia puro il cor;

15Né Renzo al talamo m'avrà, lo giuro,

Se per te puro serbo l'onor.


SCENA IV.

Agnese e detta.

AGN.

Lucia...


(precipitandosi nelle braccia di Lucia)

LUC.

Mia madre!... Ah credere

Non posso agli occhi miei.


AGN.

Sei salva! Un angelo

A noi mandò il Signor.


LUC.

5Come?


AGN.

Quell'uom terribile,

Nel cui castel tu sei,

De' falli suoi pentito,

Torna a virtude ancor...

Egli qui viene...


LUC.

(con espansione)

Ah Vergine!

10Grazie ti rende il cor.


VOCI INTERNE

Evviva, evviva! echeggino

Di gioia e monti e valli.


LUC.

Che ascolto? è pace, è giubilo.


SCENA V.

Bravi entrando, e detti.

Qual meraviglia! – L'Innominato

Giunse al castello! – Tutto è mutato

Non par più quello – s'è confessato.


LUC.

O mia speranza!


BRA.

Per noi fatale

5Questo miracolo – certo sarà.


(si ritirano ossequiosi all'arrivo del Cardinale coll'Innominato, ecc.)

[p. 22]

SCENA VI.

Cardinale, Innominato, Fra Cristoforo, seguito del Cardinale, Contadini e Contadine.

LUC.

(riconoscendo Fra Cristoforo)

O Padre!

CRI.

Tu sei salva! Asciuga il pianto

E non prostrarti a me: prostrati al Santo

Che del Signor tutte le grazie ha seco.


INN.

Come al delitto, or siate

5Nel pentimento a me compagni, e meco (ai Bravi)

All'uom di Dio qui vi prostrate.


TUTTI

Evviva il Santo Cardinal!


CAR.

Discenda

sul vostro capo la benedizione

Di Dio Onnipotente!


TUTTI

Egli v'intenda!

CRI. e CAR.

10Tu l'umil tuo servo chiamasti, gran Dio,

A un'opra sì grande, sì degna di te.

No, dir le tue lodi non sa il detto mio,

Ché labbro mortale capace non è.


LUC.

(Perché a tanti affanni serbarmi, gran Dio,

15Perché non chiamatmi in cielo con te?

Tu, è ver, mi proteggi dal colpo più rio,

Ma Renzo per sempre separi da me!)


INN.

Tu fosti pur meco pietoso, gran Dio,

Prodigio più grande di grazie non v'è;

20Quant'io fui perverso, sarò giusto e pio,

Acceso avrò il core d'amore, di fé.


BRAVI e CONT.

Ognun qui ravvisa la mano di Dio,

Chè l'uom di tant'opre capace non è.


(riprende il corteggio, alla testa del quale è, il Cardinale e l'Innominato, quindi Fra Cristoforo e Lucia seguiti dai Bravi, Contadini e Contadine).

FINE DELLA PARTE TERZA.


PARTE QUARTA

QUADRO PRIMO

SCENA PRIMA

Sala splendidissima illuminata.

Porta in fondo. Una finestra praticabile e diritta.

Siedono ad una tavola gli amici e convitati di Don Rodrigo, che pensieroso è in mezzo z loro. All'alzarsi della tela, si levano e intuonano il seguente

 

CORO

Le cure bandite – fugati i pensieri,

Cerchiamo alla vita – novelli piaceri;

La gioia dell'oggi – trascorre a domani,

Sarebbe da insani – temere il morir.

5Amici, leviamo – le tazze spumanti,

Al Sir del convito – cantiamo festanti;

Evviva!... che l'ore – s'appressin ridenti

A render contenti – tuoi lunghi desir.


SCENA II.

Detti e Griso che entra e porge un foglio a Don Rodrigo.

ROD.

Da chi tal foglio avesti?


GRI.

Da colui

10Che in quelle terre tien sovrano impero.


ROD.

(dopo aver letto con segni di rabbia)

Ma l'arti tue, fellon, vennero meno?

Oh! se men pigro nell'oprar tu fossi,

Qui sarebbe Lucia... vanne. (con ira)


GRI.

(allontanandosi)

Signore!...

ROD.

(Or fremente trabocca il furore,

15Ma ban pretso vendetta farò.)


CORO

(che si era scostato da Don Rod., ed ora attorniandolo)

Quali accenti il tuo labbro favella?

Forse nuova tu giunse fatal?...


ROD.

Nulla... è sol d'un vassallo l'ardire

Che il tributo rifiuta pagar.


CORO

20Oh! t'allegra; pensiamo a gioire,

E col vino le noie scordar.


(porgono una tazza a Don Rod.)

ROD.

Il nappo spumante – m'invita al piacer,

Ridoni alla mente – giocondi pensier;

[p. 24]

S'uccidan col vino – le noie, i dolor,

25Trascorra la vita – tra il riso e l'amor!


CORO

(ripete l'ultimo verso)


ROD.

Se stolto vegliardo – m'induce a pentir,

La bella che adoro – m'invoglia al fallir.

Sue nenie riserbi – al passo feral,

Bearmi dell'oggi – soltanto mi cal.


CORO

30Le cure bandite – fugati i pensier,

Cerchiamo alla vita – novelli piacer;

La gioia dell'oggi – trascorra al domani,

Sarebbe da insani – temere il morir.


ROD.

(durante le ultime parole impallidisce, il suo respiro è affannoso; dà segno di soffrire assai; né potendo più reggere, esclama)

Qual ansia m'opprime... Amici, cessate!...

35Schiudete le imposte... mi manca il respir...


CORO

Qual duol t'ha colpito?


ROD.

Da me vi scostate!

Qualcuno m'aiuti... mi sento morir...

(in delirio)

Costui... che s'accosta... che pungemi il petto...

Scacciate... ven prego... scacciate da me!

40Perché maledetto m'aveva quel vecchio?


(s'abbandona sfinito su d'una sedia)

CORO

Scostiamoci... la morte sul volto... ha scolpita.

Partiam...

(a poco a poco escono dalla sala)


SCENA III.

D. Rodrigo, rinvenendo dall'abbattimento nel quale era caduto, si alza a stento, e guarda intorno, come trasognato; quindi Griso.

ROD.

La gioia... sì tosto è finita?

La turba dei fidi scomparve... dov'è

(volgendosi)

45Sei tu, buon Griso... ascoltami –

(seduto e parlando a stento)

Ognora il fido mio...

Tu fosti?


GRI.

Ognor.

ROD.

Rispondimi...

In te fidar poss'io?...


GRI.

Sì...


ROD.

Io soffro, o Griso...

GRI.

Il vedo.

ROD.

50 Da te novella prova

Di fedeltà io chiedo...

[p. 25]

Ma segretezza or giova; –

Va dall'usato medico...

Che venga tosto... io vo'...

55Che niun sespetto... intendini!


GRI.

Comprendo... obbedirò!...


(per partire, D. Rodrigo lo prende per un braccio)

ROD.

(minaccioso)

Se mi tradisci guai!

Va... sii veloce... va!...


GRI.

(partendo)

(Presto te n'avvedrai

60Qual medico verrà).


SCENA IV

Don Rodrigo solo.

M'avrebbe côlto il morbo?... Rio pensiero,

Lungi da me!... Pur questa doglia acuta

Le membra m'ha ccostretto...

Ma qui l'aere... è denso...

65L'afa... l'ardor immenso...

Già di cader pavento...

Ah! ch'io respiri!... soffocar mi sento!

(vacillante si è appressato alla finestra, che apre, e dalla quale retrocede inorridito scorgendo al di fuori i monatti che entrano in casa sua)

Ah! chi vegg'io!!... di cogliermi

Pensano i maledetti!...

70Ah! m'ingannava il perfido!

Ma ria vendetta aspetti;

Pria di morire, uccidere...

Io voglio il traditore...



(si slancia nella camera, entra Griso e sentesi un colpo di pistola)

QUADRO SECONDO

SCENA V.

Interno del lazzaretto di Milano.

A poco a poco la scena si fa gremita dalla folla dei convalescenti, vecchi, donne, fanciulli, ecc.

 

INTERMEZZO CON VIOLINO SOLO

 

CORO

Oh spavento! oh miseria! oh squallore!

Padri, sposi, fratelli, bambini,

Chi perduto un suo caro non ha?

[p. 26]

Lagrimiam sui compiuti destini,

5Lagrimiam sul comune dolore,

Lagrimiam per la stessa pietà!


SCENA VI.

Fra Cristoforo e detti

(all'entrare di Fra CRistoforo tutti s'inchinano riverenti. Egli si pone in mezzo alla scena)

CRI.

Deh! non piangete! Più che il pianto, a Dio

Salirà gratala prece devota!

Diamo un pensiero ai mille che son morti!

10Volgiam lo sguardo a chi agonizza ancor,

A noi dal morbo fatal risorti

(tutti s'inginocchiano)

Benedetto il Signor.

CORO

Benedetto il Signor.


CRI.

Sia benedetto

Nella misericordia e nel rigor!

In quello stuolo in mezzo a tanti eletti

Benedetto il Signor!

CORO

15Benedetto il Signor!


CRI.

Pace tra noi!

Legge ci stringa di fraterno amor!

Ci unisca un sol pensiero, ed ora in poi

Benedetto il Signor.

(Fra Cristoforo inalbera una croce che gli vien presentata, e si avvia verso il fondo, ove si perde colla folla che lo segue processionalmente)

SCENA VII.

Renzo solo.

Ecco il fatal recinto. Or or mi parve

Udir canti di pace, e in fondo al cuore

20Mi ridestâr la speme.

O mia Lucia, o mio unico amore,

Ch'io ti ritrovi per fuggire insieme.

Ad ogni istante sembrami

Vederla, e a questo seno

25Stringerla e dirle in giubilo:

A me sei resa alfin!

Sogno diletto, avverati,

Rendimi il cor sereno

[p. 27]

O in tanti affanni e lagrime

30Soccomo al mio destin.

(s'ode un salmeggiare interno, ed una voce ches'eleva fra le altre flebilmente)


LUC.

(di dentro)

Grazie, mio Dio!

Che mi salvasti

Dal morbo rio!


REN.

La sua voce? Ah sì... è dessa...


SCENA VIII.

Dal fondo attraversa la scena una processione di donne, L'ultma di cui è Lucia, e detto; più tardi Fra Cristoforo.

REN.

35È dessa! o mia Lucia!


LUC.

Renzo!

a 2

Sei salvo/a, oh gioia! rendere

Ti volle a me il Signor.


LUC.

(sciogliendosi improvvisamente da Renzo)

Ciel! che mai feci! ah fuggimi!


REN.

Che dici mai?


LUC.

Mi lascia,

40T'invola! (Oh Dio! perdonami!)

REN.

Piangi, Lucia? Perché?


LUC. Ah! tu non sai:

Tua non sarò più mai!

(entra fra Cristoforo, che si ferma in fondo alla scena)

REN.

Gran Dio! che sento! e l'empio

Ancor piò torti a me?...


LUC.

45 No, che mai pensi? placati..


CRI.

(avanzandosi)

O figlio – ei più non è!

a 3

Egli è spento! favella nel petto

Del perdono la voce pietosa;

E per lui che sotterra riposa

Sente il core compianto, pietà.


CRI.

(prende per mano Lucia e Renzo e fa per unire le destre)

50I vostri voti or cómpiansi

Sposi voi siate.


LUC.

(ritirandosi precipitosa)

Oh cielo!

REN.

Ancor ricusa... io gelo!


CRI.

Qual ti colpì terror?

Parla...


[p. 28]

LUC.

Alla Santa Vergine

55Giurai serbarmi pura.


CRI.

Non val, ti rassicura,

Voto che il duol strappò

Se hai fede ancor nell'umile

Ministro del Signore,

60Mi credi, hai sciolto il core,

Non lo legasti allor!


REN.

Or dunque udisti?


CRI.

(a Lucia)

Ed esiti?

LUC.

(abbraccia Renzo)

Son tua! ti stringo al cor!


CRI.

Siate felici: ai placidi

65Monti tornate, al tetto

Dove esultò l'infanzia

Del vostro santo affetto;

E là nel vostro giubilo

Sovvengavi di me.


REN.

70Con voi!


CRI.

Da questi miseri

Volger non deggio il piè.


LUC. e REN.

Padre, ci rivedremo?


CRI.

Forse in cielo!

LUC., REN. a 2

Il cor dimentica

Ogni tormento,

75Nell'ansia e il giubilo

Di tal momento

In cielo sembrami

L'alma rapita

Ad una vita

80D'eterno amor.


CORO

Benedetto il Signor!...


(La processione intanto sarà ritornata, si ripigliano i canti sacri, durante i quali Fra Cristoforo benedice gli sposi, che s'inginocchiano commossi)

FINE.


 

Fonte
http://dante.di.unipi.it/ricerca/libretti/promessi.html
Atto primo
Atto secondo
Atto terzo
Atto quarto
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