Note di Mario Mainino
Atto primo
- Atto secondo -
Note
Il Barbiere di Siviglia Almaviva, o sia
l'inutile precauzione
Melodramma buffo in due atti su
libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di
Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais; La Trilogia di Figaro, o Il
romanzo della famiglia d'Almaviva
1775-02-23 Le Barbier de Séville ou
la Précaution inutile
1784-04-27 La Folle journée, ou le
Mariage de Figaro
1792-06-06 L’Autre Tartuffe, ou la
Mère coupable (La madre colpevole)
Gioachino Rossini
(Pesaro, 29 febbraio 1792 – Parigi, 13 novembre 1868)
1816-02-20
Almaviva, o sia l'inutile precauzione, Il barbiere di
Siviglia su libretto di Cesare Sterbini Teatro Teatro Argentina,
Roma
Francesco
Morlacchi (Perugia, 14 giugno 1784 – Innsbruck, 28
ottobre 1841) a lui è dedicato il teatro di Perugia
1816-05-29
Il barbiere di Siviglia dramma giocoso libretto Giuseppe
Petrosellini Dresda, Teatro di corte
Giovanni
Paisiello (Taranto o
Roccaforzata, 9 maggio 1740 – Napoli, 5 giugno 1816)
1782-09-26
Il barbiere di Siviglia, ovvero La
Precauzione inutile, dramma giocoso per musica tradotto liberamente
dal francese, da rappresentarsi nel Teatro Imperiale del corte,
l'anno 1782 libretto di Giuseppe PetroselliniCorte imperiale, Saint
Petersburg in Italia nel 1787 Napoli, Teatro dei Fiorentin
La prima rappresentazione ebbe luogo il
20 febbraio 1816 al Teatro Argentina, a Roma, e terminò in un fiasco
fra i fischi del pubblico. A provocarli, secondo i pettegolezzi
dell'epoca, sarebbero stati gli impresari di un teatro concorrente,
il Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuni seguaci di
Paisiello e della sua versione dell'opera. Il solo annuncio che
Rossini stava preparando una nuova versione del Barbiere di Siviglia
aveva suscitato non poche polemiche, anche in considerazione del
fatto che all'epoca Paisiello era ancora vivo. Il fiasco della prima
fu però riscattato immediatamente dal successo delle repliche, e
l'opera di Rossini finì presto per oscurare la precedente versione
di Paisiello. Il contralto Geltrude Righetti Giorgi fu la prima
Rosina della storia mentre il ruolo di Almaviva fu affidato al
grande tenore spagnolo Manuel García.
Atto I
Scena I: Una
strada di Siviglia Il Conte di Almaviva è innamorato della bella
Rosina, che abita nella casa del suo anziano tutore, don Bartolo, a
sua volta segretamente intenzionato a sposarla. Invano canta
serenate sotto le sue finestre "Ecco ridente in cielo";
quando inaspettato giunge Figaro, barbiere in Siviglia e suo ex
servitore, "Largo al factotum della città", al quale
chiede di aiutarlo a conquistare il cuore della ragazza. Figaro gli
suggerisce un modo più semplice di presentarsi dicendo apertamente
cosa voglia sotto falso nome "Io sono Lindoro che fido t’adora".
La serenata funziona e Rosina cerca di
affacciarsi invitandolo a proseguire ma le finestre vengono
bruscamente chiuse dal tutore. Al solo pensiero di ricevere delle
monete d’oro la mente di Figaro diventa un vulcano di idee "Delle
monete il suon già sento" consigliando al Conte di fingersi
un giovane soldato, per giunta ubriaco, e penetrare in casa del
dottor Bartolo con il biglietto di alloggio per i militari.
Scena II: La casa di Don Bartolo
Rosina sola pensa al ragazzo che gli ha fatto la serenata "Un
voce poco fa qui nel cuore mi risuonò". La casa è in
subbuglio, Figaro barbiere e speziale ha "fatto un ospedale di
tutta la famiglia". Don Bartolo, preoccupato dalla presenza
dello spasimante di Rosina in Siviglia chiede aiuto a Don Basilio,
maestro di musica della ragazza, che gli suggerisce di calunniarlo "La
calunnia è un venticello" per sminuirne la figura. Figaro ha
sentito tutto e si darà da fare per aiutare Rosina. La prega di
volere scrivere un altro biglietto a Lindoro rivelandole che lei è
l’oggetto del suo amore "Dunque io sono tu non m’inganni",
la ragazza prima fa la schizzinosa poi invece mostra un biglietto
che già aveva scritto "Va che bestia il maestro faccio a lei".
Quando Don Bartolo si accorge che manca
un foglio dalla sua scrivania mette sotto torchio Rosina che inventa
mille scuse e la minaccia di rinchiuderla in casa "A un
dottore della mia sorte queste scuse signorina".
Il Conte di Almaviva irrompe nella casa
di Don Bartolo fingendosi un soldato ubriaco "Ehi di casa!
buona gente!". Sfida Bartolo a duello, quando cerca di
leggere un bilgietto che stava di nascosto passando a Rosina subito
sostituito "Dalla lista del bucato". Si crea una tale
confusione che arrivano i gendarmi. Quando però il Conte si fa
riconoscere di nascosto dall'ufficiale, i soldati si ritirano in
buon ordine, lasciando Don Bartolo esterrefatto, concertato "Mi
par d'esser con la testa in un'orrida fucina, dove cresce e mai non
resta delle incudini sonore l'importuno strepitar."
Atto II
Scena I : La
casa di Don Bartolo. Bartolo comincia a sospettare riguardo alla
vera identità del giovane soldato del quale nessuno nel reggimento è
a conoscenza. Arriva un giovane maestro di musica Don Alonso (in
realtà sempre il Conte travestito) "Pace e gioia sia con voi.
Gioia e pace per mill'anni." che afferma di essere stato
inviato da Don Basilio, rimasto a casa febbricitante, a sostituirlo
nella lezione di canto per Rosina "Contro un cor che accende
amore". Non sapendo che fare per guadagnare la fiducia del
tutore, il finto Don Alonso gli mostra il biglietto che Rosina gli
aveva mandato"in mie mani per caso capitò questo biglietto."
Nel frattempo giunge Figaro con il compito di radere la barba al
padrone di casa "M'avete preso per un qualche barbier da
contadini?" e qui abbiamo una delle scene più divertenti e
ben costruite dell’opera. Arriva Basilio che sta benissimo, ma tutto
lo convincono di avere addirittura "Cospetton! Che tremarella!
Questa e' febbre scarlattina!" e viene rimandato a casa con
un borsa di monete che gli passa di nascosto il Conte "Buona
sera, mio signore, presto, andate via di qua.". Nonostante
Figaro faccia il possibile per coprire la conversazione che segue
tra i due giovani, Bartolo capta le loro parole e caccia tutti "Su,
fuori, furfanti, vi voglio accoppar. Di rabbia, di sdegno mi sento
crepar.". Rimane in scena solo Berta, la serva, a
commiserare il vecchio padrone e la vecchiaia in genere con l’aria
"del sorbetto" che serviva al pubblico per un attimo di intervallo "Il
vecchiotto cerca moglie, vuol marito la ragazza". Bartolo
vuole affrettare le sue nozze fissandole la sera stessa in casa sua
e fa credere a Rosina, mostrandole il biglietto consegnatogli da Don
Alonso, che Lindoro e Figaro si vogliano prendere gioco di lei, per
consegnarla alle voglie del Conte di Almaviva. Quest'ultima
amareggiata acconsente alle nozze con il suo tutore, e rivela anche
che Figaro e Lindoro hanno la chiave del balcone ed arriveranno a
prenderla per fuggire insieme. Scoppia un furioso temporale che è
descritto brillantemente in musica da Rossini.
Scena II: La camera di Rosina. Con
una scala Figaro e il Conte entrano in casa dalla finestra e
raggiungono Rosina che li attende su tutte le furie ma quando
finalmente Lindoro rivela di essere lui il Conte la fanciulla si
convince della sincerità del suo amore. Bartolo, che era uscito per
andare a chiamare i gendarmi, però ha tolto la scala dal balcone e
così i tre complici si trovano senza via di fuga. In quel mentre
sopraggiunge il notaio chiamato a stendere il contratto di nozze tra
Bartolo e Rosina. Ma Figaro approfitta della situazione dicendo che
le nozze saranno fra il Conte e sua nipote. Il Conte convince Don
Basilio a far da testimonio "Ehi, quest'anello e' per voi
(cavando una pistola) Per voi vi son ancor due palle nel cervello se
v'opponete." Bartolo ritorna troppo tardi, e gli resta solo
la magra consolazione di aver risparmiato la dote per Rosina, che il
Conte di Almaviva rifiuta. Gli amanti coronano dunque il loro sogno
e Figaro fa scendere la tela con il concertato finale "Di si'
felice innesto serbiam memoria eterna; io smorzo la lanterna; qui
piu' non ho che far."
Atto I
Sinfonia
1 Coro Piano, pianissimo (Fiorello, Conte, Coro)
Cavatina Ecco, ridente in cielo (Conte)
Seguito dell'introduzione (Recitativo) Ehi, Fiorello?... (Conte,
Fiorello, Coro)
2 Cavatina Largo al factotum (Figaro)
3 Canzone Se il mio nome saper voi bramate (Conte)
4 Duetto All'idea di quel metallo (Figaro, Conte)
5 Cavatina Una voce poco fa (Rosina)
6 Aria La calunnia è un venticello (Basilio)
7 Duetto Dunque io son... tu non m'inganni? (Rosina e Figaro)
8 Aria A un dottor de la mia sorte (Bartolo)
9 Finale I Ehi di casa... buona gente... (Rosina, Berta, Conte,
Figaro, Bartolo, Basilio, Ufficiale, Coro)
Atto II
10 Duettino Pace e gioia sia con voi
(Conte, Bartolo)
11 Aria Contro un cor che accende amore (Rosina)
12 Arietta Quando mi sei vicina (Bartolo)
13 Quintetto Don Basilio!... Cosa veggo (Rosina, Conte, Figaro,
Bartolo, Basilio)
14 Aria Il vecchiotto cerca moglie (Berta)
15 Temporale
16 Terzetto Ah! qual colpo inaspettato (Rosina, Conte, Figaro)
17 Recitativo strumentato Il Conte!... ah, che mai sento!... (Conte,
Bartolo)
18 Aria Cessa di più resistere (Conte d’Almaviva, Coro) Omessa di
tradizione
19 Finaletto II Di sì felice innesto (Rosina, Berta, Conte, Figaro,
Bartolo, Basilio, Coro)
|