|  Recitativo secco - Vedesti?...Vidi...(Orbazzano, 
Isaura, Argirio)   
   
  Recitativo secco - Trionfa, esulta, 
barbaro! (Isaura, Orbazzano)No. 9 Aria - Tu che i miseri conforti (Isaura)
   
   
   
   
   
 
  No.10 Scena e Cavatina - Di mia vita 
infelice eccomi dunque al fin! (Amenaide)   
   
   
   
   
   
   
   
 
  Recitativo secco - Di gia l'ora e 
trascorsa (Orbazzano, Amenaide, Argirio, Tancredi)   
   
  No.11 Recitativo e Duetto - 
M'abbraccia, Argirio (Tancredi, Argirio)   
   
   
 
  Recitativo secco - Ov'e?...Dov'e? 
lasciatemi - l'amica (Isaura, Amenaide, Argirio)   
   
   
   
   
   
 
  No 12 Recitativo e Aria; Recitativo 
secco - Gran Dio! Deh, tu proteggi; Quante vicende omai (Amenaide, Coro, Isaura)   
   
   
   
   
   
   
   
 
  No.12 Coro - Plaudite, o popoli (Coro, 
Tancredi)Recitativo secco - Le insegne mie raccogli, fido Roggier (Tancredi, Roggiero, 
Amenaide)
   
   
   
   
   
   
 
  No.14 Recitiativo e Duetto - (Fiero 
incontro!) E che vuoi? (Tancredi, Amenaide)   
   
   
   
   
   
   
 
  Recitativo secco - Infelice Tancredi (Roggiero, 
Isaura)   
   
  No. 15 Aria - Torni alfin ridente (Roggiero)   
   
   
 
  Tancredi: Ferrara FinaleNo.16-IA Scene e Cavatina - Dove son io? - Fra quali orror (Tancredi)
   
   
   
   
 
  No.16-IIA Coro di Cavalieri - Regna il 
terror nella Citta   
   
 
 No.16-IIIA: Recitativo - Ecco 
          amici Tancredi (Amenaide, Argirio, Tancredi)   
  Rondo - Perche turbar la calma di 
questo cor (Tancredi, Coro)   
   
 
  Recitiativo secco - Ah! ch'ei si perde! 
(Amenaide, Argirio, Isaura)   
   
  No.17-A Coro - Muore il prode, il 
vincitor   
   
 
  Recitativo secco - Barbari! Evano ogni 
rimorso (Amenaide, Tancredi, Argirio)No.18-A Recitiativo e Cavatina Finale - Oh dio... lasciarti io deggio (Tancredi)
   
   
   
   
   
   
   
 
   
   
   
   
   
   | 
        
          |  Atto secondo
 
 Galleria nel castello d’Argirio. Tavolino, sedia ricca.
 
 Scena prima
 Isaura dolentissima. Orbazzano fremente. Cavalieri in vari gruppi, di 
          dolore e di sdegno.
 
 Orbazzano
 Vedesti? L’indegna!
 E amante, e sposo, e difensor mi sdegna.
 Oh tremi! Col disprezzo
 vendicherò l’oltraggio, e coll’obblio.
 Or trovi in me l’ingrata
 solo un tremendo accusatore, un forte
 sostenitor dell’aspra legge.
 
 Isaura
 E a morte
 la guiderai tu stesso! E’ già fissato
 il suo destin?
 
 Orbazzano
 La condannò il Senato.
 Ecco il decreto; il nome
 sol d’Argirio vi manca.
 
 Isaura
 Argirio istesso,
 il proprio padre!
 
 
 
 Scena seconda
 Argirio e detti
 
 Argirio
 Io padre più non sono.
 Al suo giusto supplizio io l’abbandono.
 
 Isaura
 Tua figlia? e lo potresti!
 
 Argirio
 Ella ricusa,
 a prezzo di sua mano,
 il brando d’Orbazzano. E perché mai?
 per chi?
 
 Orbazzano
 Taci: arrossir, fremer mi fai.
 E la sua pena è ritardata ancora?
 (presenta il foglio ad Argirio)
 La morte segna della rea.
 
 Argirio
 Sì, mora!
 (va a firmare ma si ferma)
 
 Isaura
 E’ tua figlia!
 
 
 
 Argirio
 Oh Dio! Crudel! qual nome
 caro e fatal or mi rammenti! e come
 tutto mi scosse il petto!
 Ah non s’ascolti un vil debole affetto!
 Sì, ma qual voce flebile e severa
 nel profondo del cor, ferma (mi dice)
 è tua figlia che danni... oh me infelice!
 Ah segnar invano io tento
 la sua cruda sorte estrema.
 La mia man s’arresta e tremna,
 di terror si gela il cor.
 Sì, ti sento, al fier cimento
 gemi in sen, paterno amor.
 
 Isaura e parte del Coro
 O di natura che ti consiglia,
 e per la figlia chiede pietà.
 
 Orbazzano e parte del Coro
 Servi alla patria, cedi alla legge,
 chi il fren ne regge figli non ha.
 
 Argirio (risoluto)
 Sì, virtù trionfi omai.
 Paga, o patria, al fin sarai.
 (va al tavolino e firma il foglio)
 Peran tutti della patria
 colla figlia i traditor.
 
 Coro
 Trova ognora in te la patria
 il suo padre, il suo splendor.
 
 Argirio
 Ma, la figlia!... oh Dio! frattanto
 va alla morte, quale orror!
 Perdonate questo pianto
 a un oppresso genitor.
 
 Coro
 Di virtù, di gloria il vanto
 sia compenso al tuo dolor.
 (parte Argirio col Coro)
 
 
 
 Scena terza
 Isaura, Orbazzano
 
 
 Isaura
 Trionfa, esulta, barbaro!
 A pascer corri l’avido tuo sguardo
 sulla vittima tua. Pago non eri
 d’odiarla tu, volesti il tuo furore
 fin nel padre versar. Va, desti orrore.
 
 Orbazzano
 Orrore destino i perfidi suoi pari,
 chi li compiange è forse
 complice vil... ma tremi: il giorno è questo
 che a tutti i traditor sarà funesto.
 (parte)
 
 Isaura
 Esser lo possa per te sol, che a tutti
 questo giorno rendesti infausto e nero.
 Ma in ciel v’è un Nume,
 e in lui, s’è giusto, io spero.
 
 
 
 Tu che i miseri conforti,
 cara, amabile speranza,
 deh! tu porgi a lei costanza,
 nel suo barbaro dolor.
 Un raggio sereno
 di placida calma,
 ah brilli in quel seno,
 consoli quell’alma,
 fra dolci diletti
 respiri il suo cor
 (parte)
 
 
 
 Carceri.
 
 
 Scena quarta
 Custodi fra i cancelli. Amenaide incatenata
 
 
 Amenaide
 Di mia vita infelice
 eccomi dunque al fin! moro, Tancredi,
 io per te moro, e tu infedel mi credi!
 Di mie sventure, di mie pene è questa
 la più amara e funesta; e il padre, Oh Dio!
 povero padre... perfida figlia!
 Mi chiamavi, piangendo; ah rea non sono.
 Ma pur de’ rei questo è il feral soggiorno;
 e della colpa, e dell’infamia intorno
 tutto spira l’orror. Di ceppi avvinta,
 circondata di mostri... orribil morte...
 E agl’innocenti serbi, oh ciel, tal sorte!
 No, che il morir non è
 sì barbaro per me,
 se moro per amor,
 se moro pel mio ben.
 Un dì conoscerà
 la fe’ di questo cor;
 forse pentito allor,
 col pianto verserà
 qualche sospir dal sen.
 (s’abbandona su d’un sasso)
 
 
 
 Scena quinta
 Orbazzano, Guardie, Cavalieri, Argirio e detta
 
 
 Orbazzano
 Di già l’ora è trascorsa. Della rea non avvi
 un Cavalier che la difesa imprenda,
 e meco osi pugnar. Colei guidate
 al suo destin.
 
 Amenaide
 (Nol vedrò più!)
 
 
 
 Scena sesta
 Tancredi da’ cancelli, e detti.
 
 Tancredi
 Fermate!
 Io l’accusata donna
 difendo, o Cavalieri.
 (ad Orbazzano)
 Or tu, superbo
 usurpator de’ beni altrui, tiranno
 entro libera terra, ecco, se hai core,
 l’usato pegno accetta
 della mia sfida, e della mia vendetta.
 (gli getta un guanto a’ piedi)
 
 Orbazzano
 E chi sei tu?
 
 Tancredi
 L’emulo tuo son’io,
 il difensor di questa donna.
 
 Orbazzano
 E quale
 il tuo grado, il tuo nome?
 (ironico)
 Il liscio scudo
 le tue glorie nasconde.
 
 Tancredi
 Le saprai,
 conoscerai chi son quando cadrai.
 
 Orbazzano
 (raccogliendo il guanto)
 Audace! io domerò l’orgoglio insano.
 Aprasi lo steccato. Della rea
 sciolgansi le catene.
 (Le guardie eseguiscono.)
 
 Amenaide
 (a Tancredi)
 Va: trionfa.
 Sarà tua la vittoria, o mio... guerriero.
 L’innocenza difendi...
 
 Tancredi
 (Ah! non è vero.)
 
 Orbazzano
 Tremendo pugnerà il braccio mio.
 (a Tancredi e parte)
 Vieni a perir.
 
 
 
 Scena settima
 [Manca nel libretto originale]
 
 
 
 Scena ottava
 Tancredi, Argirio
 
 
 Tancredi
 Vengo a punirti...
 (a Amenaide, che parte fra le guardie)
 Addio.
 
 
 Tancredi
 M’abbracia, Argirio.
 
 Argirio
 Ah sì! pace, contento
 sparir per sempre dal mio cor. Pur sento
 che a’ dolci amplessi il mio penar vien meno.
 (abbracciandosi)
 
 Tancredi
 (Se tu sapessi chi ti stringi al seno!)
 
 Argirio
 Ah se de’ mali miei
 tanta hai pietà nel cor,
 palesa almen chi sei,
 conforta il mio dolor.
 
 Tancredi
 Nemico il ciel provai
 fin da prim’anni ognor.
 Chi sono un dì saprai,
 ma non odiarmi allor.
 
 Argirio
 Odiarti!
 
 Tancredi
 Ah, son sì misero!
 
 Argirio
 E la mia figlia?
 
 Tancredi
 Oh perfida!
 
 Argirio
 Ma pugnerai per lei?
 
 Tancredi
 Sì. Morte affronterò.
 
 Tancredi/Argirio
 L’indegna/ingrataodiardovrei/vorrei;
 ma odiarla, oh ciel! non so.
 
 (Trombe di dentro.)
 
 Ecco le trombe: Al campo, al campo.
 Di gloria avvampo e di furor.
 Il vivo lampo diquella/questaspada
 splenda terribile sul traditor.
 Se il cielti/miguida, fausto ti/mi arrida,
 renda invincibile iltuo/mio valor.
 (partono)
 
 
 
 
 Scena nona
 Isaura, indi Amenaide
 
 
 
 
 Isaura
 (di dentro)
 Ov'è?.. dov'è? lasciatemi. -
 (esce) L'amica,
 La cara amica io veder voglio. -In questi
 Momenti estremi...
 
 Amenaide
 (escendo) Isaura! - ah! lo vedesti?
 Ei, mio campione...
 
 Isaura
 Ei che infedel ti crede?
 
 Amenaide
 Ingrato! ei conosca
 D'Amenaide il cor, ei non dovea
 Di me temer, no, mai.
 
 Isaura
 Foglio fatale! -
 Ma tuo guerrier ei pugna intanto!
 
 Amenaide
 E quale fia il destin di tal pugna! -
 (verso Argirio che comparisce)
 Ah! che ne sai, favella, o padre.
 
 
 
 
 Scena decima
 Argirio e detti. Coro a suo tempo
 
 
 Amenaide
 Gran Dio!
 deh, tu proteggi il mio
 prode campion, guida il suo braccio. Il velo
 squarcia di vil calunnia, oppresso cada
 l’iniquo accusator... No, non piangete:
 trionfar mi vedrete. Erro di morte
 in riva ancor; ma non per me pavento.
 Ciel! tu sai per chi tremo in tal momento.
 Giusto Dio che umile adoro,
 tu che leggi nel cuor mio,
 tu lo sai se rea son io,
 per chi imploro il tuo favor.
 Vincitore a me sen rieda,
 me innocente e fida ei creda,
 poi si mora...
 
 (Colpo lontano. Musica giuliva in lontananza, che viene avanzandosi.)
 
 Qual fragore!
 Il mio fato è già deciso.
 
 Coro
 L’eroe viva!
 
 Amenaide
 Ah! chi è l’ucciso?
 
 Coro
 Viva il prode vincitore!
 
 Amenaide
 Che sperar, temer degg’io?
 Come in sen mi balza il cor!
 
 Coro
 Donna, esulta.
 
 Amenaide
 Il mio campione!...
 
 Coro
 Trionfò.
 
 Amenaide
 Orbazzano?
 
 Coro
 Estinto.
 Dell’eroe che per te ha vinto
 vien la gloria a coronar.
 
 Amenaide
 Egli? oh padre! amici! oddio!
 Il cor mio!... qui non vedete.
 (Ah d’amore in tal momento
 sol lo sento palpitar)
 All’eccesso non potete
 di mia gioia imaginar.
 
 Coro
 Torni il core in tal momento
 di contento a palpitar. (parte con tutti)
 
 
 
 Scena undicesima
 Isaura
 
 Isaura
 Quante vicende omai
 Capricciosa fortuna
 Funeste e liete in un sol giorno aduna!
 
 
 
 
 Gran piazza di Siracusa.
 
 
 
 Scena dodicesima
 Popolo accorso. Nobili disposti.
 Marcia; soldati, scudieri, cavalieri che precedono il carro trionfale 
          su cui comparisce Tancredi. L’armatura d’Orbazzano n’è trofeo.
 Gli scudieri di Tancredi portano ai lati del carro le di lui insegne. 
          Roggiero collo scudo.
 
 
 
 Coro
 Plaudite o popoli, al vincitore.
 I canti esaltino il suo valore.
 L’Eroe si celebri di nostra età.
 
 Tancredi
 Dolce è di gloria l’accento ognor.
 Della vittoria caro è l’onor,
 ma un cor ch’è misero calmar non sa.
 
 Coro
 Superbo ed ilare gloria ti renda;
 al cor ti scenda felicità.
 Recitativo dopo il coro
 
 Tancredi
 Le insegne mie raccoglie,
 fido Roggier. E voi mi precedete.
 (a’ Scudieri)
 Invano, o Cavalier, mi trattenete.
 Noto un giorno vi sia che non indegno
 ero del vostro amor. Caro, e a me sacro
 è questo suolo, ma un destin crudele,
 implacabile ognor mi guida altrove,
 di qua mi scaccia... Andiam, Roggier.
 
 Roggiero
 Ma dove?
 
 Tancredi
 Lunge a perir da questa
 infausta terra.
 
 Roggiero
 Almen...
 
 Tancredi
 Vieni.
 
 
 
 Scena tredicesima
 Amenaide e detti
 
 Amenaide
 T’arresta.
 
 Tancredi
 (Fiero incontro!)
 E che vuoi?
 
 Amenaide
 Tu a me la vita
 generoso serbasti,
 ma quel tuo cor?
 
 Tancredi
 Salva ora sei. Ti basti.
 Vivi dunque felice... se lo puoi,
 infra i rimorsi tuoi. Vanne.
 
 Amenaide
 Crudele!
 Tu mi credi infedele?
 
 Tancredi
 Io? ti difesi.
 
 Amenaide
 (con trasporto)
 Ah no, credi, o mio Tan...
 
 Tancredi
 Fermati. In campo
 per te morte sfidai.
 Brami adesso la mia! paga sarai.
 Lasciami, non t’ascolto,
 sedurmi invan tu speri,
 quei sguardi lusinghieri
 serba al novello amor.
 
 Amenaide
 Odimi, e poi m’uccidi.
 Sì, che innocente io sono.
 Riprenditi il tuo dono,
 se rea mi credi ancor.
 
 Tancredi
 Ah come mai quell’anima
 cangiò per me d’affetto!
 Per chi sospiri in petto,
 o debole mio cor?
 
 Amenaide
 Ah che fedel quest’anima
 serbò il giurato affetto.
 Fosti tu sol l’oggetto
 del tenero mio cor.
 
 Amenaide
 (tenerissima)
 Dunque?
 
 Tancredi
 (risoluto)
 Addio.
 
 Amenaide
 Lasciar mi puoi?
 
 Tancredi
 Che più vuoi?
 
 Amenaide
 Seguirti
 
 Tancredi
 Trema.
 
 Amenaide
 E qui sfoga il tuo furor.
 (gli offre il petto)
 
 Ah sì mora e cessi omai
 l’atro orror de’ mali miei.
 Sì tu sol, crudel, tu sei
 la cagion del mio dolor.
 (partono)
 
 (Roggiero vuol seguir Tancredi che d’un cenno lo vieta.)
 
 
 
 
 Scena quattordicesima
 (Roggiero, indi Isaura)
 
 
 Roggiero
 Infelice Tancredi!ah no, non fia
 che, ad onta del suo cenno, io l’abbandoni
 sì desolato in preda del suo fiero
 troppo giusto furor.
 
 
 
 Scena quindicesima
 Roggiero
 
 
 Roggiero
 E scoperta innocente Amenaide, tranquillo,
 e pago il mio signore appieno
 ritorni a respirar di pace in seno.
 
 
 Torni alfin ridente, e bella
 a brillar d’amor la face;
 e nel sen d’amica pace
 dolce calma trovi il cor.
 Se di tanti affanni e pianti
 il contento sia mercede;
 e coroni tanta fede
 pura gioia, eterno amor.
 
 
 
 Catena di montagne, burroni scoscesi, torrenti che precipitano e vanno 
          aformare l’Aretusa. Selva che copre parte del piano e della montagna. 
          L’Etna in lontananza. Il sole verso l’occidente, e riverbera sul mare 
          alla parte opposta. Tende africane sparse sulle montagne. Qualche 
          caverna.
 
 
 
 Scena sedicesima
 Durante il ritornello si vede Tancredi salire, indi scendere, 
          concentrato cupamente; avanza sospiroso, s’arresta
 
 
 Tancredi
 Dove son io? Fra quali orror mi guida
 il tradito amor mio? Di que’ torrenti
 il fragor; de’ venti il fremer cupo;
 il triste abbandono di natura...
 Ah! tutto accresce,
 tutto pasce nel povero mio core
 le tetre idee del mio tradito amore.
 Ah che scordar non so
 colei che mi tradì...
 l’adoro ancor.
 Dunque penar dovrò,
 languire ognor così!
 Povero cor!
 
 (si abbandona su d’un sasso all’ingresso d’una caverna)
 
 (Intanto da’ burroni, dalla selva compariscono gruppi di soldati 
          saraceni, che s’avviano al campo.)
 
 
 Coro
 Regna il terror nella città;
 Tancredi di dolor dunque morrà...
 Ove sarà?
 Egli col suo valor ci guiderà, trionferà.
 Il Saraceno allor spento cadrà.
 S’esulterà. (vanno disperdendosi)
 
 
 
 Scena diciassettesima [quindicesima]
 Amenaide e Argirio, con seguito di cavalieri e soldati
 
 
 
 Amenaide
 Ecco amici Tancredi.
 
 Argirio
 Tancredi...
 
 Tancredi
 Il nome mio...
 Tu qui? perfida! e vai
 di Solamiro al campo?
 
 Amenaide
 Oh mio Tancredi
 esci d’errore omai.
 
 Tancredi
 Taci! è vano quel pianto, orror mi fai.
 (ai Cavalieri)
 Sì con voi pugnerò, con voi; la patria
 salverò col mio sangue. Il mio destino
 si compia allor; t’invola!
 Penai, piansi per te, lo sai, lo vedi.
 Vanne, infedel, morto è per te Tancredi.
 
 Perché turbar la calma
 di questo cor, perché?
 Non sai che questa calma
 è figlia del dolor!
 Traditrice io t’abbandono
 al rimorso, al tuo rossore;
 vendicar saprà l’amore
 la tua nera infedeltà.
 Ma tu piangi... forse? oh Dio!
 
 Coro
 Vieni al campo.
 
 Tancredi
 Ove son io!
 
 Coro
 Gloria, amore il cor t’accenda
 or ci guida a trionfar.
 
 Tancredi
 Sì la patria si defenda
 io vi guidoa trionfar.
 Non sa comprendere il mio dolor
 chi in petto accendersi
 non sa d’amor.
 
 Coro
 Gloria, amore il cor t’accenda
 Solamirvinto/alfincadrà.
 
 
 
 Scena sedicesima
 Amenaide, Argirio, Isaura, scudieri
 
 
 Amenaide
 Ah ch’ei si perde! padre, Isaura, ei corre
 nel suo furor a ricercar la morte.
 
 Argirio
 Infausto dì!
 (a’ guerrieri)
 Voi mi seguite,
 (ad altri, e scudieri)
 e voi su lor vegliate.
 
 Amenaide
 Anch’io
 (per seguirlo)
 
 Argirio
 Rimanti; al braccio mio
 accordi il cielo, il prisco suo vigore.
 Di gloria in sen m’avvampa ancor l’ardore.
 (parte)
 
 
 
 Scena diciassettesima
 Amenaide, Isaura, scudieri, guardie
 
 Amenaide
 Quanti tormenti in un sol giorno!.. Ah senti! Ferve la pugna, d’armi, 
          di guerrieri
 odi il fragor, le grida...
 
 Isaura
 Oh quale orrore spargesi intorno!
 
 Amenaide
 Come trema il core!
 Che palpito affannoso? Quai funeste
 immagini tremende? Forse adesso
 il genitor, l’amante, esangue... oppresso...
 Oh Isaura! io più, no, non resisto.
 
 Isaura
 Ascolta.
 Cessò il tumulto.
 
 Amenaide
 Ah forse!
 
 Isaura
 A questa volta
 stuol d’armati...
 
 
 
 Scena ultima
 Argirio, alcuni cavalieri con Tancredi e detti
 
 Amenaide
 Gran Dio! qual suon, quai grida!
 
 Argirio
 Figlia...
 
 Amenaide
 E Tancredi? il mio Tancredi?
 
 Argirio
 Piena vittoria egli ebbe sul nemico, oh Dio!
 ma funesta vittoria... ei la sua patria
 salvò col proprio sangue...
 
 Amenaide
 E’ morto?
 
 Argirio
 Appena
 regge il fianco trafitto.
 Nelle angoscie di morte il nome tuo
 sospirando ripete.
 
 Amenaide
 Oh mio Tancredi!
 
 
 Coro
 Muore il prode
 il vincitor;
 Ah qual sangue!
 Quale orror!
 Recitativo dopo il Coro
 
 Amenaide
 Barbari! è vano ogni rimorso... oh Dio!
 Tancredi! Sventurato...
 e puoi udirmi ancora... e puoi tu ancora
 su me fissar le moribonde luci?
 Conoscimi, Tancredi,
 il mio dolor conosci...la tua sposa -
 Dunque l’ultimo sguardo or su me volgi?
 M’odi ancor! Rea mi credi?
 
 Tancredi
 (sollevandosi)
 Ah m’hai tradito!
 
 Amenaide
 Io!...
 
 Argirio
 Sventurata figlia! essa t’amava, e fu l’amarti il suo delitto. 
          Ingiuste
 fur le leggi, il Senato. A te fu scritto
 quel foglio, a te.
 
 Tancredi
 M’inganno! Amenaide,
 ed ami il tuo Tancredi?
 
 Amenaide
 Io mille morti
 avrei mertate in non amarti; pensa
 se rea...
 
 Tancredi
 Tu m’ami? A questi detti io sento
 che m’è grave il morir.
 
 Amenaide
 Dunque, gran Dio,
 così mia fe’...
 
 Tancredi
 Quel pianto
 mi scende al cor.
 
 
 Oh dio, lasciarti io deggio.
 Già la morte s’appressa, io già la sento.
 Argirio, ascolta, ecco de’ voti miei,
 di mia fede l’oggetto. A quella mano
 or la mia destra insanguinata unisci;
 di sposo il nome io porterò alla tomba...
 E tu sarai mio padre? -A vendicare
 la mia patria, la mia sposa...
 Vissi degno d’entrambe... amato, io spiro
 ora d’entrambe in seno.
 Ogni mio voto è già compito appieno,
 Amenaide, serbami
 tua fe’... quel cor ch’è mio.
 Ti lascio...ah tu dei vivere.
 Giurami... sposa... addio.
 
 
 
 segue testo per la versioneLIETO FINE
 
 Amenaide
 Tra quei soavi palpiti
 brillar mi sento il core!
 Un delizioso ardore
 gioir, languir mi fa.
 No, non vi posso esprimere
 la mia felicità.
 
 Argirio
 Ah del piacer quest’anima
 respira omai nel seno.
 Tra voi felice appieno,
 figli, il mio cor sarà.
 No, non vi posso esprimere
 la mia felicità.
 
 Tancredi
 Sì grande è il mio contento,
 sì dolce è tal momento,
 che tanta gioia ancora
 credere il cor non sa.
 No, non vi posso esprimere
 la mia felicità.
 
 Tutti
 Sì tutto spiri intorno
 piacer felicità.
 Trionfano in tal giorno
 amore e fedeltà.
 
 
 (LIBRETTO AGGIUSTATO SECONDO LA VERSIONE OFFERTA
 ALLO SCHWETZINGEN FESTIVAL SOTTO LA DIREZIONE
 DI GIANLUIGI GELMETTI, 1990
          
          fonte )
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