Atto unico
Sala che dà adito a varie camere a destra ed a sinistra.
Una tavola in fondo a destra.
Scena prima
Maddalena, contadini, contadine. Giardiniere, servitori.
Maddalena
(al coro)
Presto, presto... su, coraggio!
Tante statue mi sembrate;
oggi è il giorno del gran viaggio,
non convien farsi aspettar.
Coro
Tutto è pronto; ma non basta,
a voi piace di gridar.
Maddalena
Qual ardire! che insolenza!
Guai se scappa la pazienza...
Coro
(ridendo)
La pazienza! ah! ah! ah!..
Maddalena
(severa)
Che vuol dire?
Coro
(ironicamente)
Oh! niente, niente.
Maddalena
Di rispetto mi mancate.
Coro
V’ingannate in verità.
Maddalena
(accostandosi alla tavola, sulla quale vi stanno le colazioni)
Queste mele prelibate
come son disposte male!
Coro
L’attenzion con lei non vale,
ha un gran gusto a brontolar.
Maddalena
(fremendo)
Insolenti!
Coro Flemma! Il sangue
al cervello può montar.
Maddalena
Oh! con me non si canzona,
e so farmi rispettar.
Coro
(da loro)
Vuol far sempre da padrona,
e si fa poi corbellar.
Scena seconda
I detti, Don Prudenzio, indi varie donne che servono ne’ bagni ed Antonio.
Don Prudenzio
Benché, grazie al mio talento,
stian già tutti meglio assai,
di partir, in tal momento,
la licenza non darei;
ma tenerli io non potrei,
ed è meglio d’abbondar.
(alle donne)
Ve l’ho detto, e vel ripeto,
oggi il bagno non si prende;
son sospese le faccende,
non si pensa che a viaggiar.
Coro
Oh! che gusto! almen potremo
oggi andare a passeggiar.
(Le inservienti de’ bagni partono.)
Don Prudenzio
Ma vediam, le colazioni
se a’ miei ordin son conformi.
Antonio
Ah! si esamini, s’informi,
tutto in regola vedrà.
Don Prudenzio
Si dispongono a partire;
ma non cal, quest’oggi ancora,
qui costretto a garantire
son la loro sanità.
Gli altri
(Oh! con questo gran dottore
stanno freschi in verità.)
(Il dottore esamina le colazioni, ch’Antonio gli va indicando.)
Scena terza
I detti, Madama Cortese
Madama Cortese
Di vaghi raggi adorno,
in ciel risplende il sole;
sarà un sì ameno giorno
propizio ai viaggiator.
Alla felice sponda
seguirli io pur vorrei;
ma il fato non seconda
i voti del mio cor.
Dottore, Maddalena,
Antonio, a me badate;
(al coro) Voi pure m’ascoltate,
e destri poi cercate
il pian di secondar.
(Tutti s’accostano.)
I forestieri presto sen vanno,
se a prender bagni qui torneranno,
nessun per ora può assicurar;
ma della casa, nella lor mente,
buona memoria convien lasciar.
Coro
Bene bene... più diligente
oggi saprassi ognun mostrar.
Madama Cortese
La contessina non ha pazienza,
rapido il fatto succeda al dir.
Coro
Rapido il fatto succeda al dir.
Madama Cortese
Allo Spagnolo, la riverenza
sì nell’entrare che nell’uscir.
Coro
Inchini entrando e nell’uscir.
Madama Cortese
Coll’antiquario, di cartapecore,
di belle femine, col cavalier.
Con Melibea, d’idee fantastiche,
col Moscovita, del vasto imper,
del Campidoglio, colla Romana,
coll’Alemanno, del contrapunto,
con foco ed arte, cogliendo il punto,
più dell’usato si parlerà.
Di cartapecore. di belle femine,
d’idee fantastiche, di contrapunto,
più dell’usato, cogliendo il punto,
non dubitate, si parlerà.
Madama Cortese
Ingegno ed arte così adoprando,
l’innato genio destri allettando,
dolce impressione si desterà:
e pari a un rapido gonfio torrente,
che tutto allaga, che tutto inonda,
del Giglio d’Oro per ogni sponda,
la nobil fama si spanderà.
Coro
Del Giglio d’Oro per ogni sponda,
la nobil fama si spanderà.
(Tutti partono, eccetto Madama Cortese.)
Scena quarta
Madama Cortese, la Contessa di Folleville, indi Modestina.
Madama Cortese
Partire io pur vorrei;
ma il mio consorte è assente e non mi lice
lasciar così... Ah! quando,
veder potrò un Sovrano,
sì giusto, sì leal, sì grande e umano?
Contessa di Folleville
(di dentro)
Modestina? Modestina? Ove sei?..
Madama Cortese
La Parigina!
Peccato! Ella è gentil, vezzosa e cara;
lo spirito e la grazia ognun ne ammira;
ma per le mode notte e dì delira.
Contessa di Folleville
(entrando in fretta)
Modestina?.. Ove sta?
Madama Cortese
Volo a cercarla. (parte)
Contessa di Folleville
Trovarsi a una gran festa e non avere
le cose più alla moda,
e più fresche e più belle!..
Qual disonore, oh stelle! Ah! più non reggo...
[L’incertezza m’uccide...
e il cavalier Belfiore,
che, in sì critico istante, a me dovria
porger conforto, qui non è... L’ingrato
forse sta vagheggiando qualche bella...
Chi sì volubil mai l’avria creduto?
Ah! il far per compiacenza
ritratti in miniatura
certo è un pretesto... E se per or sto zitta,
pur medito vendetta, e tal sarà
che tutti i farfallin tremar farà.]
Modestina
(marcando lentamente)
Signora, che comanda?
Contessa di Folleville
(impazientendosi)
Un po’ più adagio.
Modestina
Ho la micrania.
Contessa di Folleville
Ognora
voi mi fate morire d’impazienza.
La risposta è venuta?
Modestina
Non ancora.
Contessa di Folleville
A chi desti la lettera?
Modestina
Al vostro bel cugino,
che disse aver un’occasion sicura.
Contessa di Folleville
Corri... qual disappunto!
Digli che qui l’aspetto...
Modestina
Ei giunge appunto.
(parte lentamente)
Recitativi accompagnati al violoncello
Scena quinta
La Contessa, don Luigino
Don Luigino
Amabil Contessina,
v’armate di coraggio...
Contessa di Folleville
E perché mai?
Don Luigino
Fatal caso impensato...
Contessa di Folleville
E qual?
Don Luigino
La diligenza ha ribaltato.
Contessa di Folleville
Ahimé!..
Don Luigino
Gli effetti fragili...
Le cassette... Le scatole...
Contessa di Folleville
Ah tacete!
Tutto comprendo... O ciel! Io manco... io moro...
(si sviene)
Don Luigino
Si sviene!..
(verso le quinte) Olà! accorrete!
Presto, presto... Soccorso a lei porgete.
Scena sesta
I detti, Il Barone di Trombonok, Maddalena, Antonio, con servi, indi Don
Prudenzio.
Maddalena
Che accadde?
Barone di Trombonok
(dopo averla guardata)
Oh! come è bianca!
Morta ognun la diria...
Di macchinetta sì genti, che mai
ha potuto sconvolger l’armonia?
Don Luigino
(al Barone)
Si è svenuta...
Barone di Trombonok
(cavando di tasca una boccetta)
Spruzzatele il bel volto;
è questa un’acqua pura, genuina,
ch’in persona io comprai dal gran Farina.
Fregatele la tempia.
(Maddalena prende la boccetta e s’accosta alla Contessa.)
Don Prudenzio
(accorrendo)Olà! che fate?
Tocca a me sol; profani, vi scostate!
(Tutti si scostano; il medico guarda la Contessa, le tasta il polso, indi
esclama:)
Ahimè! sta in gran pericolo...
(Don Luigino parla all’orecchio del Barone.)
Volate dal speziale,
sal volatil chiedete, ed un cordiale.
(Parte un servo.)
Barone di Trombonok (ai servi)
Aceto ed acqua fresca.
(Parte un altro servo.)
Don Prudenzio
Son sospese
le funzioni vitali...
Don LuiginoNon sapete
quello che dite...
Don Prudenzio
Come!..
La sistole... la diastole...
Don Luigino
Andate al diavolo.
Don Prudenzio
Il polso ascende già...
Barone di Trombonok
Vediam...
(tasta il polso alla Contessa)
(Che bestia insigne!)
Don Prudenzio
Morirà!
Contessa di Folleville
(alzandosi rapidamente)
Che sento!.. Dove son?.. Sogno o son desta?
Barone di Trombonok
(al medico burlandolo)
Morirà!..
Don Prudenzio
Fu una sincope...
Barone di Trombonok
(ridendo)
La sincope, sì sì, fa molto effetto:
Mozart, Haydn, Beethoven, Bach ne trassero
un gran partito.
(Don Prudenzio si accosta di nuovo per tastar il polso alla Contessa.)
Don Prudenzio
Vediamo adesso il polso...
Contessa di Folleville
Non toccate,
augel di mal augurio, vi scostate.
(Don Prudenzio si ritira.)
Don Luigino
(alla Contessa)
Deh! calmatevi, o cara.
Barone di Trombonok
(alla medesima)Cos’avete?
Contessa di Folleville
Il mio male capir voi non potete.
Partir, o ciel! desio,
e più partir non lice,
lo vieta l’onor mio,
la patria il vieta ancor.
Come spiegare, oh Dio!
il duol ch’io sento in cor?
Donne, voi sol comprendere
potete il mio dolor:
più fieri amari spasimi
non ho provato ancor.
Tutti gli altri
Signora, vi calmate!
Deh! cessi il rio martor.
Scena settima
I detti, Modestina, che arriva con uno scatolone, in cui v’è un bel cappellino
alla moda giunto da Parigi
Contessa di Folleville
(dopo aver guardato)
Che miro! ah qual sorpresa!
Agli occhi io credo appena;
(contemplando il cappellino)
Caro! dal reo naufragio
tu ti salvasti almen,
e freni in parte i palpiti
dell’affannoso sen.
Grazie vi rendo, o Dei!
che udiste i voti miei;
a tal favor quest’anima
ben grata ognor sarà.
Gli altri
La barbara sua pena
calmando omai si va.
(E’ comica la scena,
e ridere ci fa.)
(Tutti partono, eccetto il Barone.)
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