GIANNETTA
Bel conforto al giocatore,
quando il sol più ferve e bolle,
sotto un faggio, appiè di un colle
riposarsi e respirar!
Del meriggio il vivo ardore
tempran l'ombre e il rio corrente;
ma d'amor la vampa ardente
ombra o rio non può temprar.
Fortunato il giocatore
che da lui si può guardar!
NEMORINO
(osservando Adina, che legge)
Quanto è bella, quanto è cara!
Più la vedo, e più mi piace...
ma in quel cor non son capace
lieve affetto ad inspirar.
Essa legge, studia, impara...
non vi ha cosa ad essa ignota...
Io son sempre un idiota,
io non so che sospirar.
ADINA b(ridendo)
Benedette queste carte!
È bizzarra l'avventura.
GIANNETTA
Di che ridi? Fanne a parte
di tua lepida lettura.
ADINA
È la storia di Tristano,
è una cronaca d'amor.
ADINA (legge)
«Della crudele Isotta
il bel Tristano ardea,
né fil di speme avea
di possederla un dì.
NEMORINO
(A lei pian piano vo' accostarmi, entrar fra lor.)
Quando si trasse al piede
di saggio incantatore,
che in un vasel gli diede
certo elisir d'amore,
per cui la bella Isotta
da lui più non fuggì.»
TUTTI
Elisir di sì perfetta,
di sì rara qualità,
ne sapessi la ricetta,
conoscessi chi ti fa!
BELCORE
Come Paride vezzoso
porse il pomo alla più bella...
Ma di lui più glorioso,
più di lui felice io sono,
poiché in premio del mio dono
ne riporto il tuo bel cor.
ADINA (alle donne)
(È modesto il signorino!)
BELCORE
Or se m'ami, com'io t'amo,
che più tardi a render l'armi?
Idol mio, capitoliamo:
in qual dì vuoi tu sposarmi?
ADINA
Signorino, io non ho fretta:
un tantin pensar ci vo'
NEMORINO
Una parola, o Adina.
ADINA
L'usata seccatura! I soliti sospir!
ADINA
Odimi. Tu sei buono,
modesto sei, né al par di quel Sargente
ti credi certo d'ispirarmi affetto;
così ti parlo schietto,
e ti dico che invano amor tu speri:
che capricciosa io sono, e non v'ha brama
che in me tosto non muoia appena è desta.
DONNE
Che vuol dire codesta sonata?
UOMINI
La gran nuova venite a vedere.
DONNE
Che è stato?
UOMINI
In carrozza dorata
è arrivato un signor forestiere.
Se vedeste che nobil sembiante!
Che vestito! Che treno brillante!
DULCAMARA
Udite, udite, o rustici
attenti non fiatate.
Io già suppongo e immagino
che al par di me sappiate
ch'io sono quel gran medico,
dottore enciclopedico
chiamato Dulcamara,
la cui virtù preclara
e i portenti infiniti
son noti in tutto il mondo... e in altri siti.
Compratela, compratela,
per poco io ve la do.
Cento scudi?... trenta?... venti?
No... nessuno si sgomenti.
Per provarvi il mio contento
di sì amico accoglimento,
io vi voglio, o buona gente,
uno scudo regalar.
NEMORINO
(Ardir. Ha forse il cielo
mandato espressamente per mio bene
quest'uom miracoloso nel villaggio.
Della scienza sua voglio far saggio.)
NEMORINO E qual prezzo ne volete?
DULCAMARA Poco... assai... cioè... secondo...
NEMORINO
Un zecchin... null'altro ho qua...
DULCAMARA È la somma che ci va.
NEMORINO
Obbligato, ah sì, obbligato!
Son felice, son rinato.
Elisir di tal bontà!
Benedetto chi ti fa!
DULCAMARA
(Nel paese che ho girato
più d'un gonzo ho ritrovato,
ma un eguale in verità
non ve n'è, non se ne dà.)
DULCAMARA
Sovra ciò... silenzio... sai?
Oggidì spacciar l'amore
è un affar geloso assai:
impacciar se ne potria
un tantin l'autorità.
NEMORINO
Caro elisir! Sei mio!
Sì tutto mio... Com'esser dêe possente
la tua virtù se, non bevuto ancora,
di tanta gioia già mi colmi il petto!
NEMORINO
(Esulti pur la barbara
per poco alle mie pene:
domani avranno termine
domani mi amerà.)
ADINA
(Spezzar vorria lo stolido
gettar le sue catene,
ma gravi più del solito
pesar le sentirà.)
ADINA
Ebben, la piazza vi è piaciuta?
BELCORE
Difesa è bravamente
e invano ell'è battuta.
NEMORINO
(Gradasso! Ei già s'imagina
toccar il ciel col dito:
ma tesa è già la trappola,
doman se ne avvedrà.)
BELCORE
(Che cosa trova a ridere
cotesto scimunito?
Or or lo piglio a scopole
se non va via di qua.)
BELCORE
Il capitano... Ah! Ah! va bene.
Espresso è l'ordine, non so che far.
Carina, udisti? Domani addio!
Almen ricordati dell'amor mio.
ADINA
Di mia costanza ti darò prova:
la mia promessa rammenterò.
BELCORE Fin da quest'oggi non puoi sposarmi?
NEMORINO (Fin da quest'oggi!)
ADINA (osservando Nemorino)
(Si turba, parmi.)
Ebben; quest'oggi...
E perché no?
NEMORINO
Aspetta almeno fin domattina.
Fra lieti concenti - gioconda brigata,
vogliamo contenti - passar la giornata:
presente alla festa - amore verrà.
Nella foto il maestro Valter Borin con
Mario Mainino
vNella foto da sinistra Vincenzo
Nizzardo, Giovanni Sebastiano Sala e Paolo Ingrasciotta
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