L'elisir d'amore
Melodramma giocoso in due atti
Libretto di Felice Romani
Personaggi:
ADINA, ricca e capricciosa fittaiuola (soprano)
NEMORINO, coltivatore; giovine semplice, innamorato di Adina (tenore)
BELCORE, sergente di guarnigione nel villaggio (baritono)
IL DOTTORE DULCAMARA, medico ambulante (basso comico)
GIANNETTA, villanella (soprano)
Cori e comparse di villani e villanelle, soldati e suonatori del
reggimento, un notaio, due servitori, un moro.
L'azione è in un villaggio nel paese dei Baschi.
Giannetta e Coro
Bel conforto al mietitore,
quando il sol più ferve e bolle,
sotto un faggio, appiè di un colle
riposarsi e respirar!
Nemorino
Quanto è bella, quanto è cara!
(osservando Adina, che legge)
Più la vedo, e più mi piace...
ma in quel cor non son capace
lieve affetto ad inspirar.
Chi la mente mi rischiara?
Chi m'insegna a farmi amar?
Adina
(ridendo)
Benedette queste carte!
È bizzarra l'avventura.
Della crudele Isotta
il bel Tristano ardea,
né fil di speme avea
di possederla un dì.
Elisir di sì perfetta,
di sì rara qualità,
ne sapessi la ricetta,
conoscessi chi ti fa!
Belcore
Come Paride vezzoso
porse il pomo alla più bella,
mia diletta villanella,
io ti porgo questi fior.
Adina
(alle donne)
(È modesto il signorino!)
Adina
Signorino, io non ho fretta:
un tantin pensar ci vo'.
Nemorino
Una parola, o Adina.
Adina
L'usata seccatura!
I soliti sospir! Faresti meglio
a recarti in città presso tuo zio,
che si dice malato e gravemente.
Adina
Bella richiesta!
Chiedi all'aura lusinghiera
perché vola senza posa
or sul giglio, or sulla rosa,
or sul prato, or sul ruscel:
ti dirà che è in lei natura
l'esser mobile e infedel.
Nemorino
Ah! te sola io vedo, io sento
giorno e notte e in ogni oggetto:
d'obbliarti in vano io tento,
il tuo viso ho sculto in petto...
col cambiarsi qual tu fai,
può cambiarsi ogn'altro amor.
Ma non può, non può giammai
il primero uscir dal cor.
Come chiodo scaccia chiodo,
così amor discaccia amor.
In tal guisa io rido e godo, (anche: io me la godo)
in tal guisa ho sciolto il cor.
Donne
Che vuol dire codesta sonata?
Uomini
La gran nuova venite a vedere.
Donne
Che è stato?
Uomini
In carrozza dorata
è arrivato un signor forestiere.
Se vedeste che nobil sembiante!
Che vestito! Che treno brillante!
Dulcamara
Udite, udite, o rustici
attenti non fiatate.
Io già suppongo e immagino
che al par di me sappiate
ch'io sono quel gran medico,
dottore enciclopedico
chiamato Dulcamara,
la cui virtù preclara
e i portenti infiniti
son noti in tutto il mondo... e in altri siti.
È questo l'odontalgico
mirabile liquore,
dei topi e delle cimici
possente distruttore,
i cui certificati
autentici, bollati
toccar vedere e leggere
a ciaschedun farò
L'ho portato per la posta
da lontano mille miglia
mi direte: quanto costa?
quanto vale la bottiglia?
Cento scudi?... Trenta?... Venti?
No... nessuno si sgomenti.
Per provarvi il mio contento
di sì amico accoglimento,
io vi voglio, o buona gente,
uno scudo regalar.
Dottore... perdonate...
È ver che possediate
segreti portentosi?...
Dulcamara
Sorprendenti.
La mia saccoccia è di Pandora il vaso.
Nemorino
Avreste voi... per caso...
la bevanda amorosa
della regina Isotta?
Nemorino
E qual prezzo ne volete?
Dulcamara
Poco... assai... cioè... secondo..
Nemorino
Un zecchin... null'altro ho qua...
Dulcamara
È la somma che ci va.
Nemorino
Ah! prendetelo, dottore.
Dulcamara
Con riguardo, pian, pianino
la bottiglia un po' si scote...
Poi si stura... ma, si bada
che il vapor non se ne vada.
e l'effetto sorprendente
non ne tardi a conseguir.
Nemorino
Sul momento?
Dulcamara
A dire il vero,
necessario è un giorno intero.
(Tanto tempo è sufficiente
per cavarmela e fuggir.)
Nemorino
Caro elisir! Sei mio!
Sì tutto mio... Com'esser dêe possente
la tua virtù se, non bevuto ancora,
di tanta gioia già mi colmi il petto!
Adina
(Chi è quel matto?
Traveggo, o è Nemorino?
Così allegro! E perché?)
Nemorino
(Esulti pur la barbara
per poco alle mie pene:
domani avranno termine,
domani mi amerà.)
Adina
(Spezzar vorria lo stolido,
gettar le sue catene,
ma gravi più del solito
pesar le sentirà.)
Adina
Davver? Me ne consolo...
Ma pure... si vedrà.
Belcore
(cantando)
Tran tran, tran tran, tran tran.
In guerra ed in amore
l'assedio annoia e stanca.
Nemorino
(ridendo)
Ah ah! va ben cosi.
Belcore
(Che cosa trova a ridere
cotesto scimunito?
Or or lo piglio a scopole
se non va via di qua.)
Giannetta
Signor sergente, signor sergente,
di voi richiede la vostra gente.
Belcore
Son qua! Che è stato? Perché tal fretta?
Soldato
Son due minuti che una staffetta
non so qual ordine per voi recò.
Belcore
Espresso è l'ordine, non so che far.
(ad Adina)
Carina, udisti? Domani addio!
Almen ricordati dell'amor mio.
Adina
Di mia costanza ti darò prova:
la mia promessa rammenterò.
Nemorino
Adina, credimi, te ne scongiuro...
Non puoi sposarlo... te ne assicuro...
Aspetta ancora... un giorno appena...
un breve giorno... io so perché.
Domani, o cara, ne avresti pena;
te ne dorresti al par di me.
Belcore
Il ciel ringrazia, o babbuino,
ché matto, o preso tu sei dal vino.
Ti avrei strozzato, ridotto in brani
se in questo istante tu fossi in te.
In fin ch'io tengo a fren le mani,
va via, buffone, ti ascondi a me.
Giannetta
Vedete un poco quel semplicione!
Giannetta e Cori
È matto davvero.
Belcore
Giannetta, ragazze,
vi aspetto a ballar.
Adina, Belcore, Giannetta e Cori
Fra lieti concenti gioconda brigata,
vogliamo contenti passar la giornata:
presente alla festa amore verrà.
(Ei perde la testa:
da rider mi fa.)
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