Atto unico
Sinfonia
Scena prima
Sala nella casa di Mill, semplicemente elegante, che communica a’ vari
appartamenti.
Un tavolino con l’occorrente per iscrivere, sedie.
Norton dalla parte di mezzo. Clarina, che traversa la scena
Norton
Non c’è il vecchio sussurrone:
resta meco un po’, Clarina.
Clarina
Poco ancor la padroncina
a chiamare può tardar.
Norton
Ma fra tanto qui tra noi...
Clarina
Dimmi presto ciò che vuoi.
Norton
Quando Miss si farà sposa!
Clarina
E’ lontana ancor la cosa.
Norton (con mistero)
Non sai tutto!
Clarina (curiosa)
E tu che sai?
Norton
Nuove grandi!
Clarina
E cos’è mai?
Norton
Sappi...
Norton
Viene il padrone
già si sente sussurrar.
Verrò presto a dirti il resto,
non mi posso or più spiegar.
Clarina
Ebben!...
Ohimè! il padrone
già si sente a sussurrar.
Vieni presto a dirmi il resto,
devi tutto a me spiegar.
Scena seconda
Mill in veste da camera, berretto da notte, che porta con una mano un mappamondo
e nell’altra tiene una bussola, esaminandoli
Mill
Chi mai trova il dritto, il fondo
a cotesto mappamondo?
Chi m’insegna il come, il quando
di piantar la calamita,
e la bussola adoprando,
chi m’insegna a navigar?
(siede e legge un libro, poi confronta con la bussola e il mappamondo)
Cento gradi in latitudine...
Cento e venti in longitudine...
Dal Nord-Est al Sud-Ovvest.
Poi l’elevazion del polo...
Qui la linea e le terziore...
L’equatore colle sfere -
Dall’America in Europa
vuo’ ben bene calcolar.
(s’impazienta calcolando, e s’alza)
Ah non combinasi la longitudine,
mi vado a perdere in latitudine,
il polo abbassasi, manca la linea,
la calamita perde il magnetice.
Oh, mi confondo col mappamondo,
e della bussola non so che far.
Norton
(escendo)
Ecco una letera per voi, signore.
Mill
Mi rompe il calcoli, gran seccatore!
Clarina
Serva umilissima, signor padrone.
Mill
Tu mi fai crescere la confusione.
Norton
Avrei da dirvi...
Clarina
Vorrei parlarvi.
Mill
(s’alza arrabbiato)
Deh, non mi state più a tormentar.
Clarina e Norton
Ma riflettete... considerate
Saper dovete.... non v’alterate:
Miss... questa lettera dal nuovo mondo...
(Che uom collerico! che s’ha da far?)
Oh, non vi state ad inquietar.
Mill
Ma via tacete.... non mi seccate!
M’interrompete... se seguitate!
Questi... la lettera... il mappamondo...
Non ho più cerebro... vo ad impazzar.
Andate al diavolo... non vuo’ ascoltar.
Norton
Ma, signor, questa lettera
la portò un marinaro d’un vascello
che vien dalle Colonie.
Mill
Ed io sto appunto
esaminando quanto è la distanza
dalle Colonie a noi; vediamo:
(prende la lettera e, riconoscendo il carattere, con allegria)
Ah! è sua, del mio corrispondente americano.
(l’apre e legge)
(legge)
«Signor et cætera. Ho risolto di formare
una compagnia matrimoniale: qui non c’è
ditta che mi convenga, perciò sul primo
vascello che partirà per queste Colonie
speditemi una moglie delle seguenti forme e qualità.»
A appena arriva
gli faccio presentare la cambiale
dalla mia stessa figlia....
Norton
(Qualche altra commission da uomo strano.
Se sapessi, Clarina!..)
Mill
(allegrissimo)
Come! come!
Egli stesso in persona!.. oh che fortuna!..
Presto... l’affar è fatto.
Norton(Quasi indovino)
Clarina(E che? diventa matto?)
Mill(come sopra)
Norton, l’amico è qui: sbarca a momenti;
mi scrive dal vascello... egli in persona
vuol trattare il negozio,
veder la mercanzia.
Norton Ma proprio...
Mill
Presto, va’ ad aprir l’appartamento
che guarda sul giardin, tutto sia lesto.
Senti, di’ alla mia figlia che si metta
un abito da festa, va’...
Scena terza
Fannì ed Edoardo, presi a mano amorosamente
Edoardo
Tornami a dir che m’ami,
che sarai fida ognor.
Calma, mio bene, i palpiti
d’un barbaro timor.
Fanni
Sarò qual più mi brami,
quale t’amai finor.
Per te m’accese l’anima,
a te la serba amor.
Edoardo
E sarai mia!..
Fanni
Lo spero.
Edoardo
E allor felici!..
Fanni
Oh quanto!
Fanni e Edoardo
Qual delizioso incanto
è un corrisposto ardor!
Edoardo
Ma se tuo padre!..
Fanni
Ah taci.
Edoardo
Se d’altri?..
Fanni
Non fia mai.
Edoardo
Giura che mia sarai,
né tradirai l’amor.
Fanni
Giuro che tua mi avrai,
né tradirò l’amor.
Fanni e Edoardo
Propizio accolga amore
il nostro giuramento:
e renda alfin contento
il tenero mio cor.
Edoardo
Sì, cara mia, speriam; fra pochi giorni
arriverà mio zio: tutto m’aspetto
dall’amor suo per me.
Fanni
Ma questo uomo
ch’oggi aspetta mio padre! Certi suoi
equivoci discorsi...
Edoardo
E quando noi
siamo d’accordo!..
Scena quarta
Norton e detti
Norton
Avete voi veduto
il signor Mill?
Fanni
No, ancor: cos’è avvenuto?
Perché così agitato?
Norton
Brutte nuove:
Però non vi smarrite.
Voi siete fatta sposa.
Norton
(cerca nel libro e trova la lettera che porge ad Edoardo)
C’è, c’è, - leggete il contratto nuzial, e poi ridete.
(Leggono tutti due dando segni d’affano e rabbia)
Fanni Oh mio Edoardo!
Norton Ah, che ne dite!
Edoardo Io fremo: ed in questa maniera?..
Norton
All’uso proprio di negozio, e come
se Miss fosse una balla
di mercanzia.
Edoardo
Ma questa volta falla
la sua speculazion.
Fanni
Non posso ancora
credere che mio padre arrivi a questo
segno a sagrificarmi.
Mill (escendo)
Norton... Fannì... qua ognun...
(vede Edoardo e sospettoso, con impeto)
Chi siete voi? Che fate, che volete, in questa casa?
A che fin? con qual vista?
Fanni (confusa) Egli!
Edoardo (confuso) Signore...
Norton E’ il nuovo computista.
Mill (guardandolo)
Troppo giovine... e poi troppo moderno.
Mill
Bravo! Ha una fisionomia che... non c’è male:
Norton v’istruirà.
Intanto tieni, mia figlia cara, tra momenti
arriverà persona forastiera,
gli farai buona ciera, e gli darai queste lettere...
Fanni E chi è?.. ma io... ma poi...
Mill
La tua fortuna è fatta... ah! la carrozza...
Egli è qua: vo a incontrarlo
Scena sesta
Vari servitori, che precedono Slook, vestito a capricciosa caricatura, ma grave;
altri gli si inchinano; egli entra imbrogliato, difendendosi dagli agenti e da
Mill che cercano levargli il capello e il bastone, e vogliono baciargli le mani,
che ritira
Slook
Grazie... grazie... Caro amico! -
Troppo presto - Adagio, dico:
Quieti un po’ - Che complimenti!
M’imbrogliate, - Buone genti:
Non vo avanti... - Son confuso...
So ancor io d’Europa l’uso -
Flemma dunque, ed incomincio,
come so, a complimentar.
(si ritira alla porta, si rimette il capello in testa, e poi se
lo leverà inchinandosi con semplice caricatura)
Slook
Prima il padron di casa
saluto, bacio e abbraccio.
Lo stesso cordialmente
colle signore io faccio...
(va per abbracciarle, e si ritirano)
Come? non s’usa forse
le donne qui abbracciare?
Ohimè! che usanza incommoda!
Che brutto conversar!
Donne belle, donne care,
più buonine per pietà.
Non mi fare ritornar
senza gusto in Canadà.
Benedetta sia la nostra
innocente libertà!
Sicché dunque istruitemi: non voglio
far cattive figure. A quel che vedo
in Europa v’è in tutto affettazione.
Mill
Dite benone.
Viva pure la bella
semplicità d’America!
Slook
(segnando Fannì)
Chi è quella
piccante signorina?
Mill
Vi pare? - essa ha una lettera per voi
di raccomandazione.
Slook
La servirò con tutto il core.
Slook
E voi per me trovaste ancora
nessun capo a proposito!
Mill
Anzi spero
che appena voi la mostra visto avrete,
tosto conchiuderete.
Slook
Proprio in Europa
usan de’ complimenti strani e nuovi.
Intanto sbrighiam la signorina:
(si ferma a guardarla giovialmente)
Ha un certo che... così... proprio è bellina.
Slook Chi siete? Che volete?
Fanni (gli dà le lettere)
Leggete, e lo saprete.
Slook (legge e si compiace)
Concisa: brava!
Fanni(Io sono inconvulsione.)
Slook (dopo letto, con effusione)
Ma bravo, Sir Tobia! bravo benone!
(con galanteria) Mi fareste la grazia
d’avvicinarvi un po’?
Slook
(legge)
«Signore Slook: v’abbiamo proveduto la moglie
dell’età, qualità, condizioni ricercate, con tutti
gli attestati. Essa è l’unica nostra figlia Fannì,
che vi esibirà la presente col confronto e
contrasegno della vostra: pagate a lei dunque
a vista, o due giorni data, com’è di vostro
commodo, i debiti e obbligazioni che avete
incontrati. In fede. Tobia Mill.»
Slook
Ebben cosa ne dite?
Fanni
(Ah qui ci vuol coraggio)
E voi cosa pensate?
Slook
Far onore alla firma.
Fanni
(con forza)
Ah non lo fate;
ed anzi rinunziate
alla vostra cambiale.
Slook
Perché?
Fanni
(con foco)
Perché non sono
io mercanzia per voi,
né vi può far onore.
Slook
(con impeto)
Per carità, signora,
lasciamo questi ma.
Fanni
Voi non sapete ancora
cosa vuol dir quel ma...
Slook
Sposatemi, e mi basta,
sarà quel che sarà.
Fanni
Cecate un altro fondo;
ve ne son tanti al mondo!
Il mio non è per voi,
fallir potreste poi:
in libertà lasciatemi,
ven priego per piacer.
Scena ottava
Edoardo entra con frenata ira e sempre con sarcasmo, e detti
Edoardo
(seguendo Fannì)
Quell’amabile visino,
quell’occhietto amorosetto,
quel complesso sì perfetto
e di grazie e di beltà,
(marcato)
lo creò per altri amore,
caro mio, per voi non fa:
(prendendolo per mano, e stringendolo fortemente)
Vi consiglio, ma di core,
ritornare in Canadà.
Slook
Ma, signor, che c’entra lei,
dica un po’, ne’ fatti miei?
Edoardo
Perché molto m’interessa
e per voi, per me e per essa.
Slook
La cambiale parla chiaro.
Edoardo
Rinunziarla, amico caro.
Slook
(con foco)
Rinunziar! Son Slook... e poi...
Edoardo
(fiero)
Non parlate: guai a voi!
Slook
(turbato)
Minacciate?
Fanni
(prestissimo)
Non mi piacete, non posso amarvi,
pronta mi avrete a tormentarvi;
e questa mano, che pretendete,
appena a stringere arriverete,
saprà cavarvi quei brutti occhiacci
e un vero inferno vi schiuderà.
Edoardo
(fiero)
Se voi tardate ad imbarcarvi,
c’è pronto alcuno a maltrattarvi.
Se la cambiale non rinunziate,
se a Sir Tobia cenno ne fate,
io saprò pungervi ben ben le vene,
vi mando in lettera al Canadà.
Slook
(spaventato, confuso, a Fannì)
Eh... non istate a riscaldarvi
(ad Edoardo) No, non andate a incomodarvi;
con sì bei termini voi mi obbligate.
State sicuro... non dubitate...
Cavarmi gli occhi! misericordia!..
Oh, che demoni son questi qua!
Fanni e Edoardo
Sì: tremate.
Slook
Ma perché? - Ma che sarà?
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