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"LECCO LIRICA"
OTTAVA STAGIONE DI OPERE E OPERETTE
Sabato 18 febbraio 2012 alle ore 21:00
CENACOLO FRANCESCANO - Lecco
GIOACHINO ROSSINI
L'ITALIANA IN ALGERI
mezzosoprano
Veronica Filippi (Isabella)
baritono
Walter Franceschini (Mustafà)
tenore
Gianluca Pasolini (Lindoro)
baritono
Simone Tansini (Taddeo)
soprano
Barbara Fasol (Elvira)
mezzosoprano
Isabel De Paoli (Zulma)
basso
Mattia Denti (Haly)
Orchestra Sinfonica di Lecco
Stefano Seghedoni, direttore
Maestro al clavicembalo
Luigi Ripamonti dell'Orchestra Verdi di Milano
Coro Lirico Simone Mayr di Bergamo diretto da
Salvo Sgrò
DANIELE RUBBOLI Direttore artistico e regista
Assistente alla regia
Corinna De Paoli
Per la vendita dei biglietti, la
biglietteria del Cenacolo Francescano, sarà aperta il mercoledì, il
venerdì e il sabato, dalle 15.00 alle 18.30.
Ingresso: Prima platea: € 22,00 -
Galleria: € 18,00 - Seconda platea: € 15,00
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0341-372329
Note al programma:
Archiviati i due appuntamenti di inizio anno con
l'operetta, sabato 18 febbraio, alle ore 21:00, torna, al Cenacolo
Francescano, nell'ambito dell'ottava stagione di "Lecco Lirica un
capolavoro del grande repertorio operisticoitaliano. Appuntamento
imperdibile per gli amanti della lirica, sarà "L'Italiana in Algeri" opera
buffa ricca di spassosi intrighi e di sublimi momenti di musica e canto
del grandissimo Gioachino Rossini.
Protagonista, nel ruolo di Isabella, dopo la defezione per una tracheite
della prevista Anna Maria Chiuri, sarà il mezzosoprano Veronica Filippi,
giovane ma già affermato mezzosoprano di Venezia, conosciuta ed apprezzata
dal pubblico lecchese che, nel gennaio del 2010, l'aveva applaudita, per
la perfetta interpretazione di Angelina nella Cenerentola, al Cenacolo.
La Filippi, specialista rossiniana, in più occasioni protagonista
dell'Italiana in Algeri, sarà affiancata dal baritono Walter Franceschini
(Mustafà), dal tenore Gianluca Pasolini (Lindoro), dal baritono Simone
Tansini (Taddeo), dal soprano Barbara Fasol (Elvira), dal mezzosoprano
Isabel De Paoli (Zulma) e dal basso Mattia Denti (Haly). Questi artisti di
talento, alcuni ai primi passi, altri già da anni in carriera, hanno
accolto con entusiasmo l'opportunità loro offerta dal Cenacolo
Francescano, di poter debuttare in quest'opera, tanto bella quanto poco
rappresentata.
Anche in questa occasione, il Cenacolo Francescano si è rivelato dunque
provvidenziale "fucina-laboratorio per i giovani cantanti e musicisti".
Stefano Seghedoni direttore d'orchestra e compositore, ben noto negli
ambienti musicali internazionali, per la prima volta al Cenacolo
Francescano, dirigerà L'Orchestra Sinfonica di Lecco.
Daniele Rubboli, direttore artistico e regista, sarà, come è suo costume,
fedele alla partitura e al libretto (atteggiamento che sembra essere in
questi anni passato di moda, con i risultati che tutti conosciamo), per
dare a Rossini tutti gli smalti della sua infinita voglia di sorridere e,
al pubblico, l'opportunità di apprezzare compiutamente il capolavoro del
grande musicista pesarese, senza cervellotiche mistificazioni.
L'Italiana in Algeri fu rappresentata per la prima volta al Teatro San
Benedetto di Venezia il 22 Maggio 1813.
Il libretto scritto da Angelo Anelli si ispira a una leggenda molto nota
nell'ottocento che racconta della bella Rosellana, schiava favorita del
sultano Solimano II.
Mustafà, Bey di Algeri, è stanco della propria moglie Elvira, e per questo
incarica Alì, un capitano corsaro, di trovargli una moglie italiana. Il
caso vuole che una nave venga sospinta dalla tempesta sulle rive di
Algeri, e Isabella (un'italiana che si è imbarcata alla ricerca del
fidanzato Lindoro, rapito dai corsari) viene catturata e condotta dinanzi
a Mustafà. Qui ella trova Lindoro, costretto in schiavitù proprio nel
palazzo. Con grande scaltrezza organizza un piano per fuggire con l'amato
e finge d'assecondare le galanterie del Bey che ha ormai perso la testa
per lei. Con grande scaltrezza la giovane italiana approfitta della
credulità del Bey e lo nomina "Pappataci", onorificenza che, a suo dire, è
molto ambita in Italia: il titolo spetta a chi, fra gli amori e le
bellezze, sappia solo dormire, mangiare, bere e godersi la vita senza
interessarsi di ciò che fanno gli altri. Mustafà cade nel tranello. Dopo
la cerimonia d'investitura, ligio al ruolo conferitogli dall'onorificenza,
continua imperterrito a mangiare e a bere senza curarsi di Isabella e
Lindoro che stanno fuggendo per imbarcarsi su una nave, che li riporterà
in patria. Il giorno seguente, passata la sbornia, il Bey si rende conto
d'essere stato beffato; dapprincipio si infuria, poi più ragionevolmente,
torna dalla moglie che non ha mai smesso di amarlo: le donne italiane non
sono fatte per lui. {Angelo Cesana]
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