Giuseppe Verdi (1813 - 1901)
"La Traviata"
Opera in tre atti
Libretto:Francesco Maria Piave, dal dramma "La dame aux camelias",
di Alexandre Dumas figlio.
Prima rappresentazione:Venezia, Teatro "La Fenice, 6 marzo 1853
Ambientazione: Parigi e sue vicinanze, 1850 circa.
ATTO I
Preludio
SCENA I
Salotto in casa di Violetta. Nel fondo e' la porta che mette ad altra
sala;
ve ne sono altre due laterali; a sinistra, un caminetto con sopra uno
specchio.
Nel mezzo e' una tavola riccamente imbandita.
(Violetta, seduta sopra un divano, sta discorrendo col
Dottore e con alcuni amici,
mentre altri vanno ad incontrare quelli che sopraggiungono,
tra i quali sono il Barone e Flora al braccio del Marchese.)
CORO I
Dell'invito trascorsa e' gia' l'ora
Voi tardaste
CORO II
Giocammo da Flora.
E giocando quell'ore volar.
VIOLETTA
(andando loro incontro)
Flora, amici, la notte che resta
D'altre gioie qui fate brillar
Fra le tazze e' piu' viva la festa
FLORA E MARCHESE
E goder voi potrete?
VIOLETTA
Lo voglio;
Al piacere m'affido, ed io soglio
Col tal farmaco i mali sopir.
TUTTI
Si', la vita s'addoppia al gioir
SCENA II
(Detti, il Visconte Gastone de Letorieres, Alfredo Germont.
Servi affacendati intorno alla mensa.)
GASTONE
(entrando con Alfredo)
In Alfredo Germont, o signora,
Ecco un altro che molto vi onora;
Pochi amici a lui simili sono.
VIOLETTA
(Da' la mano ad Alfredo, che gliela bacia.)
Mio Visconte, merce' di tal dono.
MARCHESE
Caro Alfredo
ALFREDO
Marchese
(Si stringono la mano.)
GASTONE
(ad Alfredo)
T'ho detto:
L'amista' qui s'intreccia al diletto.
(i servi frattanto avranno imbandito le vivande.)
VIOLETTA
(ai servi)
Pronto e' il tutto?
(Un servo accenna di si'.)
Miei cari sedete:
E' al convito che s'apre ogni cor.
TUTTI
Ben diceste le cure segrete
Fuga sempre l'amico licor.
(Siedono in modo che Violetta resti tra Alfredo e Gastone,
di fronte vi sara' Flora, tra il Marchese ed il Barone,
gli altri siedono a piacere. V'ha un momento di silenzio;
frattanto passano i piatti, e Violetta e Gastone
parlano sottovoce tra loro, poi:)
GASTONE
(piano, a Violetta)
Sempre Alfredo a voi pensa.
VIOLETTA
Scherzate?
GASTONE
Egra foste, e ogni di' con affanno
Qui volo', di voi chiese.
VIOLETTA
Cessate.
Nulla son io per lui.
GASTONE
Non v'inganno.
VIOLETTA
(ad Alfredo)
Vero e' dunque? onde e' cio'?
Nol comprendo.
ALFREDO
(sospirando)
Si, egli e' ver.
VIOLETTA
(ad Alfredo)
Le mie grazie vi rendo.
Voi Barone, feste altrettanto
BARONE
Vi conosco da un anno soltanto.
VIOLETTA
Ed ei solo da qualche minuto.
FLORA
(piano al Barone)
Meglio fora se aveste taciuto.
BARONE
(piano a Flora)
Mi e' increscioso quel giovin
FLORA
Perche'?
A me invece simpatico egli e'.
GASTONE
(ad Alfredo)
E tu dunque non apri piu' bocca?
MARCHESE
(a Violetta)
E' a madama che scuoterlo tocca
VIOLETTA
(Mesce ad Alfredo)
Saro' l'Ebe che versa.
ALFREDO
(con galanteria)
E ch'io bramo
immortal come quella.
TUTTI
Beviamo.
GASTONE
O barone, ne' un verso, ne' un viva
Troverete in quest'ora giuliva?
(Il Barone accenna di no.)
Dunque a te
(ad Alfredo)
TUTTI
Si', si', un brindisi.
ALFREDO
L'estro
Non m'arride
GASTONE
E non se' tu maestro?
ALFREDO
(a Violetta)
Vi fia grato?
VIOLETTA
Si'.
ALFREDO
(S'alza.)
Si'? L'ho gia' in cor.
MARCHESE
Dunque attenti
TUTTI
Si', attenti al cantor.
ALFREDO
Libiam ne' lieti calici
Che la bellezza infiora,
E la fuggevol ora
S'inebri a volutta'.
Libiam ne' dolci fremiti
Che suscita l'amore,
Poiche' quell'occhio al core
(indicando Violetta)
Onnipotente va.
Libiamo, amor fra i calici
Piu' caldi baci avra'.
TUTTI
Libiamo, amor fra i calici
Piu' caldi baci avra'.
VIOLETTA
(S'alza.)
Tra voi sapro' dividere
Il tempo mio giocondo;
Tutto e' follia nel mondo
Cio' che non e' piacer.
Godiam, fugace e rapido
E' il gaudio dell'amore;
E' un fior che nasce e muore,
Ne' piu' si puo' goder.
Godiam c'invita un fervido
Accento lusinghier.
TUTTI
Godiam la tazza e il cantico
La notte abbella e il riso;
In questo paradiso
Ne scopra il nuovo di'.
VIOLETTA
(ad Alfredo)
La vita e' nel tripudio.
ALFREDO
(a Violetta)
Quando non s'ami ancora.
VIOLETTA
(ad Alfredo)
Nol dite a chi l'ignora.
ALFREDO
(a Violetta)
E' il mio destin cosi'
TUTTI
Godiam la tazza e il cantico
La notte abbella e il riso;
In questo paradiso
Ne scopra il nuovo di'.
(S'ode musica dal'altra sala.)
Che e' cio'?
VIOLETTA
Non gradireste ora le danze?
TUTTI
Oh, il gentil pensier! tutti accettiamo.
VIOLETTA
Usciamo dunque
(S'avviano alla porta di mezzo,
ma Violetta e' colta da subito pallore.)
Ohime'!
TUTTI
Che avete?
VIOLETTA
Nulla,
Nulla.
TUTTI
Che mai v'arresta
VIOLETTA
Usciamo
(Fa qualche passo,
ma e' obbligata a nuovamente fermarsi e sedere.)
Oh Dio!
TUTTI
Ancora!
ALFREDO
Voi soffrite?
TUTTI
O ciel! ch'e' questo?
VIOLETTA
Un tremito che provo Or la' passate
(indica l'altra sala.)
Tra poco anch'io saro'
TUTTI
Come bramate
(Tutti passano all'altra sala,
meno Alfredo che resta indietro.)
SCENA III
VIOLETTA
(guardandosi allo specchio)
Oh qual pallor!
(Volgendosi, s'accorge d'Alfredo.)
Voi qui!
ALFREDO
Cessata e' l'ansia
Che vi turbo'?
VIOLETTA
Sto meglio.
ALFREDO
Ah, in cotal guisa
V'ucciderete aver v'e' d'uopo cura
Dell'esser vostro
VIOLETTA
E lo potrei?
ALFREDO
Se mia
Foste, custode io veglierei pe' vostri
Soavi di'.
VIOLETTA
Che dite? ha forse alcuno
Cura di me?
ALFREDO
(con fuoco)
Perche' nessuno al mondo
V'ama
VIOLETTA
Nessun?
ALFREDO
Tranne sol io.
VIOLETTA
(ridendo)
Gli e' vero!
Si' grande amor dimenticato avea
ALFREDO
Ridete? e in voi v'ha un core?
VIOLETTA
Un cor? si' forse e a che lo richiedete?
ALFREDO
Oh, se cio' fosse, non potreste allora
Celiar.
VIOLETTA
Dite davvero?
ALFREDO
Io non v'inganno.
VIOLETTA
Da molto e' che mi amate?
ALFREDO
Ah si', da un anno.
Un di', felice, eterea,
Mi balenaste innante,
E da quel di' tremante
Vissi d'ignoto amor.
Di quell'amor ch'e' palpito
Dell'universo intero,
Misterioso, altero,
Croce e delizia al cor.
VIOLETTA
Ah, se cio' e' ver, fuggitemi
Solo amistade io v'offro:
Amar non so, ne' soffro
Un cosi' eroico amor.
Io sono franca, ingenua;
Altra cercar dovete;
Non arduo troverete
Dimenticarmi allor.
GASTONE
(Si presenta sulla porta di mezzo.)
Ebben? che diavol fate?
VIOLETTA
Si foleggiava
GASTONE
Ah! ah! sta ben restate.
(Rientra.)
VIOLETTA
(ad Alfredo)
Amor dunque non piu'
Vi garba il patto?
ALFREDO
Io v'obbedisco Parto
(per andarsene)
VIOLETTA
A tal giungeste?
(Si toglie un fiore dal seno.)
Prendete questo fiore.
ALFREDO
Perche'?
VIOLETTA
Per riportarlo
ALFREDO
(tornando)
Quando?
VIOLETTA
Quando Sara' appassito.
ALFREDO
O ciel! domani
VIOLETTA
Ebben,
Domani.
ALFREDO
(Prende con trasporto il fiore.)
Io son felice!
VIOLETTA
D'amarmi dite ancora?
ALFREDO
(per partire)
Oh, quanto v'amo!
VIOLETTA
Partite?
ALFREDO
(tornando a lei baciandole la mano)
Parto.
VIOLETTA
Addio.
ALFREDO
Di piu' non bramo.
(Esce.)
SCENA IV
(Violetta e tutti gli altri
che tornano dalla sala riscaldati dalle danze.)
TUTTI
Si ridesta in ciel l'aurora,
E n'e' forza di partir;
Merce' a voi, gentil signora,
Di si' splendido gioir.
La citta' di feste e' piena,
Volge il tempo dei piacer;
Nel riposo ancor la lena
Si ritempri per goder,
(Partono alla destra.)
SCENA V
(Violetta sola.)
VIOLETTA
E' strano! e' strano! in core
Scolpiti ho quegli accenti!
Sari'a per me sventura un serio amore?
Che risolvi, o turbata anima mia?
Null'uomo ancora t'accendeva O gioia
Ch'io non conobbi, essere amata amando!
E sdegnarla poss'io
Per l'aride follie del viver mio?
Ah, fors'e' lui che l'anima
Solinga ne' tumulti
Godea sovente pingere
De' suoi colori occulti!
Lui che modesto e vigile
All'egre soglie ascese,
E nuova febbre accese,
Destandomi all'amor.
A quell'amor ch'e' palpito
Dell'universo intero,
Misterioso, altero,
Croce e delizia al cor.
A me fanciulla, un candido
E trepido desire
Questi effigio' dolcissimo
Signor dell'avvenire,
Quando ne' cieli il raggio
Di sua belta' vedea,
E tutta me pascea
Di quel divino error.
Senti'a che amore e' palpito
Dell'universo intero,
Misterioso, altero,
Croce e delizia al cor!
(Resta concentrata un istante, poi dice)
Follie! follie delirio vano e' questo!
Povera donna, sola
Abbandonata in questo
Popoloso deserto
Che appellano Parigi,
Che spero or piu'?
Che far degg'io!
Gioire,
Di volutta' nei vortici perire.
Sempre libera degg'io
Folleggiar di gioia in gioia,
Vo' che scorra il viver mio
Pei sentieri del piacer,
Nasca il giorno, o il giorno muoia,
Sempre lieta ne' ritrovi
A diletti sempre nuovi
Dee volare il mio pensier.
(Entra a sinistra.)
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