Il Trovatore

Teatro Besostri di Mede

Sabato 27 novembre 2010 ore 21.00

In collaborazione Teatro dell'Opera Milano
Il Trovatore

Musica di Giuseppe Verdi(1813-1901)
Opera lirica su libretto di Salvatore Cammarano
Produzione Teatro dell’Opera di Milano
Corale Lirica Ambrosiana diretta da Roberto Ardigò
Orchestra Filarmonica di Milano
Direttore Vito Lo Re
Ideazione scenica e regia di Mario Riccardo Migliara

PERSONAGGI INTERPRETI

Il conte di Luna, giovane gentiluomo aragonese (baritono)

EDUARD POHOSSOV

Leonora, dama di compagnia della Principessa d'Aragona (soprano)

LISA EDEN

Azucena, zingara della Biscaglia (mezzosoprano)

INGE HEINL

Manrico, ufficiale del principe Urgel e presunto figlio di Azucena (tenore)

SEBASTIAN FERRADA

Ferrando, capitano degli armati del conte di Luna (basso)

DANIELE CUSARI

Ines, confidente di Leonora (soprano)

MILA DI PAOLO

Ruiz, soldato al seguito di Manrico (tenore)

LUCIANO GRASSI

Un vecchio zingaro (basso)

coro

Un messo (tenore)

LUCIANO GRASSI

Compagne di Leonora e religiose, familiari del conte, uomini d'arme, zingari e zingare (coro)


Seguono immagini della serata:
Atto I - Atto II - Atto III - Atto IV

 

Parte I - Il duello
La scena si apre nel palazzo dell'Aliaferia dove Ferrando, capitano delle guardie, racconta agli armigeri la vicenda del figlio minore dell'allora Conte, fratello dell'attuale Conte di Luna, rapito anni prima dalla figlia di una zingara per vendicare la madre giustiziata dal Conte con l'accusa di maleficio; la zingara (Abbietta zingara) aveva poi bruciato il bambino e per questo omicidio i soldati ora chiedono la sua morte. Nel frattempo Leonora, giovane nobile amata dal Conte di Luna, confida a Ines, sua ancella, di essere innamorata di Manrico (Tacea la notte placida), il Trovatore appunto. Il conte, intento a vegliare sul castello, ode la voce di Manrico che intona un canto (Deserto sulla terra). Leonora esce, e confusa dall'oscurità, scambia il conte per Manrico e l'abbraccia. Ciò scatena l'ira del trovatore, che sfida a duello il rivale.

 


 

Infida!


 

 

 



Trama tratta da : Wikipedia


Mario Riccardo Migliara, note di regia

Il Trovatore - Il Male - La rappresentazione di uno spirito demoniaco
Il male si percepisce nel racconto, nelle parole dei protagonisti, nell’odio dei due ignari fratelli, nell’avvicinarsi della tragedia che li tocca. Il dramma immobile, il racconto degli antefatti sviluppa una sensazione di mistero e la latenza di una disgrazia che deve accadere o che potrebbe rimanere insoluta.
Il viaggio dentro l’amore diventa metafora del viaggio dentro l’impossibilità di raggiungerlo e l’orrore della guerra altro non è che il giusto contrasto e l’evoluzione di questa impossibilità voluta da un Male superiore.
Il senso di frustrazione da parte di Leonora, Manrico e il conte di Luna viene interrotto da esplosioni liriche e momenti di estrema musicalità. Dolcezza contrapposta ad orrore , inamovibilità a spostamenti improvvisi. Patti d’amore e profezie che ritornano sono nel Trovatore quegli elementi che avvolgono di un velo invisibile tutta la storia. Una storia che procede a strappi e ad antefatti. Ma l’elemento più importante è la rappresentazione di uno spirito demoniaco che si manifesta in simboli continui e totali.

Le ispirazioni
Una eclissi può dar la sensazione di qualcosa di gigantesco e di orrificante che ci sovrasta e che fa sentire i nostri fatti e le nostre quotidianità cosi umanamente rette da meccanismi naturali superiori. Il male mostra la sua energia nei confronti della rappresentazione.
Rende il tutto inquietante , oscuro , pericoloso.
Quasi un feccioso unto che ammanta il tutto di una ineluttabilità al limite del spaventoso.
L’eclissi di luna [n.d.r. il baritono è il Conte di Luna che storicamente fu l'inviato della Spagna al Concilio di Trento] diventa simbolo e motore ispirativo alla storia di Trovatore.
Come se qualcosa di passeggero andasse a coprire il fulgore di una armata e la contrapposizione tra vita militare e libertà degli zingari cui appartengono sia Manrico che Azucena. I mantelli del conte hanno una eclisse e le immagini su palco ricalcano un esercito terrificante che fa del fenomeno naturale il suo volere e il suo obbiettivo. Così come l’uroboros , il serpente che si divora, è un altro segno del Male che incede verso il nulla cosi come gli strumenti di tortura presenti nella scena e il trono incastonato in un simbolico abisso.
La scena muta velocemente mantendo un velo, esattamente un tulle che evidenzia la tridimensionalità della storia, ovvero il potere di leggere altri aspetti della musica e del testo e altri fatti che avvengono proprio dietro questo velo. Tre cubi in scena che rappresentano i tre personaggi, Manrico, Leonora e il Conte di Luna e il rapido susseguirsi di luci che li adombrano e li esaltano a seconda della magia del momento.
Ecco le torri di Castellor dove è rinchiusa Azucena piene di scheletri ed ecco il momento della preghiera
Queste sensazioni sviluppate dalla musica che alterna momenti di enfasi guerresca , cori tripudianti e delicatezze estreme si legano ad una messa in scena essenziale ma esplicita.
Cosi nella scena e nella musica, il sole si congiungerà alla luna come nell’indelicato e mortale abbraccio due fratelli Manrico e il conte di Luna, un abbraccio che termina con la rivelazione e nella luce che tocca Azucena rivelatrice. Una luce nera come il demoniaco che influenza tutta la tragedia.

2010_11_27 Teatri Besostri presenta Il trovatore a Mede

2010_11_27 Trovatore apre la stagione lirica al Teatro Besostri di Mede

 


  Atto I - Atto II - Atto III - Atto IV
 

Servizio fotografico di Fabio Borsani
( o di Mario Mainino)

 

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