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VIGEVANO
La parte più vecchia di Vigevano è datata al Basso Medioevo, quando la città
venne fortificata lungo uno dei lati della pianura del Ticino. Il paese divenne
indipendente grazie alla sua posizione strategica e, per questo, centro di
conflitti frequenti tra Pavia e Milano. Il 14 Marzo 1530 la città divenne sede
vescovile e, successivamente, feudo di diverse famiglie: i Della Torre e i
Visconti durante il Medioevo e gli Sforza nel Cinquecento. Durante il periodo
sforzesco Vigevano entrò nel suo periodo aureo, divenendo residenza ducale ed un
centro commerciale di notevole importanza. Il 9 Agosto 1848 venne firmato,
presso l'attuale vescovado, l'armistizio Salasco, che prevedeva una tregua di
sei settimane tra Austria e Piemonte, nel corso delle Prima Guerra
d'Indipendenza.
IL TEATRO CAGNONI
Il Teatro Cagnoni nacque negli anni Settanta del secolo scorso, quando venne
nominata una commissione di tre esperti - due ingegneri locali (Biagini e
Vandone) e un architetto milanese (Scala) - per la costruzione di un nuovo
teatro. Nell’autunno del 1871 le fondamenta erano finite, nella primavera del
’72 si appaltavano le rifiniture, a Maggio si era in grado di procedere alla
realizzazione dell’apparato decorativo e a Settembre il teatro era pronto.
Fu inaugurato nell'ottobre del 1873.
Venne chiamato "A.Cagnoni" dal nome di un compositore musicale, vigevanese
d’adozione, "maestro di cappella", che terminò la sua carriera a Bergamo, dove
successe ad Amilcare Ponchielli . L’edificio si affaccia con la sua struttura
elegante su Corso Vittorio Emanuele II. L’impianto è tradizionale, con un blocco
d’ingresso non molto accentuato, un invaso teatrale molto compatto, a tre ordini
di palchi e un loggione, un palcoscenico profondo e un camerino sul retro. Il
tutto è allineato longitudinalmente su un’area relativamente ristretta. Il
teatro è decorato con stucchi ed affreschi e i velari, elemento decorativo
dominante dell’interno, sono opera del pittore G. B. Garberini, che dipinse due
delle sue opere maggiori: una “Festa campestre sul Ticino”, con sfondo di treno
in corsa, e una ricostruzione dell’episodio di “Camilla Ridolfi che guida le
donne”, durante l’assedio di Vigevano, contro le truppe degli Sforza. |