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Località |
Torrazza Coste |
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LE ORIGINI DI TORRAZZA COSTE
Torrazza Coste è un piccolo paese ubicato nell’Oltrepò Pavese, parte in
pianura, parte sulle prime colline. Certa l’origine romana del borgo, come
conferma il ritrovamento di alcune lapidi; sicuro anche il fatto che fu uno dei
pochi centri collinari oltrepadani a non possedere un castello proprio. Torrazza
Coste venne ceduto nel 1164 da Federico Barbarossa a Pavia, insieme ad altri
territori della zona. Fece parte del feudo di Montebello e, successivamente,
passò a Luchino Dal Verme. Fu proprio quest’ultimo a strapparlo dalle mani dei
mercanti inglesi della compagnia Bianca, assoldati dal marchese del Monferrato,
che conquistarono il paese nel 1363. In seguito passò ai Beccaria, sino alla
metà del ‘600, quando Claudio Beccaria morì senza lasciare eredi: il feudo
divenne dapprima di proprietà dei Dal Pozzo, poi dei Rovida e, nel 1692, dei
Paleari.
Incerta l’etimologia del nome: l’ipotesi più accreditata è che derivi da
un’antica turrita castrorum, ovvero torrazza delle coste, che rimanda alla
presenza di un edificio, forse un castello, dotato di torre. Le coste, invece,
indicano un terreno rialzato.
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DA VEDERE A TORRAZZA COSTE E NEI DINTORNI Oltre a Villa Aglieri, che farà da
cornice alla nuova serata del Festival Ultrapadum, è da segnalare come monumento
di interesse storico- artistico la Chiesa parrocchiale, dedicata a San Carlo e
risalente al 1625, con interni in stile barocco.
Ma Torrazza Coste è celebre anche per l’allestimento di un caratteristico
presepe in diorami, che è possibile ammirare in occasione del periodo natalizio,
a partire da dicembre, sino a febbraio. Un vero e proprio gioiello, realizzato
da Angelo Marini, mentre le statuine portano la firma di maestri calabri.
A poca distanza dal paese, si trova l’Oratorio della Madonna di Pontasso,
situato in una zona boschiva e caratterizzato dalla presenza di affreschi
risalenti al XIV secolo. L’edificio ha conquistato il titolo di monumento
nazionale. Molto suggestivi anche gli Orridi di S.Antonino, ovvero pareti di
marna argillosa di svariate tonalità, che sorgono a picco su profonde fenditure
del terreno. Il periodo ideale per ammirarli è quando vi è maggiore siccità. |
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