Il programma
L’ordine e la scelta dei brani potrebbe subire variazioni, per esigenze
artistiche Preparazione programma di sala a cura di Mario Mainino |
Introduzione all'ascolto di Mario Mainino
Giuseppe Verdi
Il Lombardi alla Prima Crociata
Oh Signor che dal tetto natio - coro
Te lodiamo gran Dio di vittoria – coro
I Lombardi alla prima crociata è un'opera di Giuseppe Verdi su libretto di
Temistocle Solera, andata in scena al Teatro alla Scala l'11 febbraio 1843.
Interpreti di quella prima furono: Arvino, Giovanni Severi, tenore; Pagano,
Prospero Derivis, basso; Viclinda, Teresa Ruggeri, soprano; Giselda, Erminia
Frezzolini, soprano; Acciano, Luigi Vairo, basso; Oronte, Carlo Guasco,
tenore; Sofia, Amalia Gandaglia, soprano. L'opera ottenne un buon successo,
come l'opera precedente ad essa, Nabucco. Una nuova versione, in francese,
intitolata Jérusalem andrà in scena nel 1847. La scena è in Milano, tra il
1097 e il 1099.
1) I lombardi pregano il signore, e ricordano l'aria fresca, la natura e la
pace della terra lombarda con la famosa preghiera O signor, dal tetto natio.
2) Mentre i cristiani esultano, Pagano, in punto di morte, rivela ad Arvino
che egli non è un semplice eremita ma anche suo fratello, ed invoca il suo
perdono. Arvino lo benedice mentre Gerusalemme cade in mano ai crociati.
Giacomo Puccini
La fanciulla del West
Ch’ella mi creda – tenore
La fanciulla del West è un'opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini, su
libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini.
La prima rappresentazione avvenne al Teatro Metropolitan di New York il 10
dicembre 1910. Ai primi del 1907, durante un soggiorno nella metropoli
statunitense, a Puccini accadde di assistere ad un dramma di David Belasco,
dal titolo The Girl of the Golden West, rimanendone oltremodo colpito;
ottenuto dall'autore il necessario consenso, incaricò il poeta Carlo
Zangarini, cui subentrò in un secondo tempo lo scrittore toscano Guelfo
Civinini, di stendere il testo librettistico.
Nell'estate del 1908 Puccini si accinse alla composizione che, dopo un
intervallo piuttosto lungo per motivi di carattere familiare, venne ultimata
nel luglio del 1910. . In California, intorno al 1850, ai tempi della febbre
dell'oro. Dick Johnson (tenore). Il suo sguardo incontra quello di Minnie e
fra i due, che gia si erano conosciuti per caso pochi anni prima, si
stabilisce una subitanea intesa. In realtà, quel giovane altri non è che
Ramerrez, venuto a studiare di persona la possibilità di rapinare la cassa
del saloon.
Giacomo Puccini
La Bohème
Si mi chiamano Mimì – soprano
La bohème è un'opera lirica in quattro quadri di Giacomo Puccini, su
libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.
Ispirato al romanzo di Henry Murger Scènes de la vie de Bohème, il libretto
ebbe una gestazione abbastanza laboriosa, per la difficoltà di adattare le
situazioni e i personaggi del testo originario ai rigidi schemi e
all'intelaiatura di un'opera musicale. L'orchestrazione della partitura
procedette invece speditamente e fu completata nel dicembre 1895.
Meno di due mesi dopo, il 1º febbraio 1896, La bohème fu rappresentata per
la prima volta al Teatro Regio di Torino, diretta dal ventinovenne maestro
Arturo Toscanini, con buon successo di pubblico, mentre la critica
ufficiale, dimostratasi all'inizio piuttosto ostile, dovette presto
allinearsi ai generali consensi. L'esistenza gaia e spensierata di un gruppo
di giovani artisti costituisce lo sfondo dei diversi episodi in cui si snoda
la vicenda dell'opera, ambientata nella Parigi del 1830
Ruggero Leoncavallo – I Pagliacci
Vesti la giubba (Ridi Pagliaccio!) – tenore
Pagliacci è un'opera lirica di Ruggero Leoncavallo, su libretto del
compositore, rappresentata per la prima volta al Teatro dal Verme a Milano,
il 21 maggio 1892 con la direzione di Arturo Toscanini. Essa si ispira a un
delitto realmente accaduto a Montalto Uffugo, in Calabria, quando il
compositore era bambino, e in seguito al quale il padre di Ruggero
Leoncavallo, che era magistrato, istruì il processo che portò alla condanna
dell'uxoricida. Tradizionalmente, l'opera viene rappresentata in coppia con
l'altro capolavoro del teatro musicale verista, Cavalleria rusticana di
Pietro Mascagni. Sicuramente, uno dei motivi del successo popolare
dell'opera risiede anche nella prima registrazione discografica con Enrico
Caruso quale protagonista; il disco è ricordato come una pietra miliare
dell'allora nascente industria discografica, essendo stato il primo ad aver
superato il milione di copie vendute.
Giacomo Puccini
Madama Butterfly
Un bel di vedremo – soprano
Puccini scelse il soggetto della sua sesta opera dopo aver assistito a
Londra, nel luglio 1900, all'omonima tragedia in un atto di David Belasco, a
sua volta tratta da un racconto dell'americano John Luther Long dal titolo
Madam Butterfly, apparso nel 1898. Iniziata nel 1901, la composizione
procedette con numerose interruzioni: l'orchestrazione venne avviata nel
novembre del 1902 e portata a termine nel settembre dell'anno seguente e
soltanto nel dicembre 1903 l'opera poté dirsi completa in ogni sua parte.
Per la realizzazione del dramma Puccini si documentò senza sosta e
minuziosamente sui vari elementi orientali che ritenne necessario inserirvi.
Lo aiutarono particolarmente una nota attrice giapponese, Sada Yakko, e la
moglie dell'ambasciatore nipponico con la quale parla in Italia facendosi
descrivere usi e costumi dell'affascinante popolo orientale. La sera del 17
febbraio 1904, nonostante l'attesa e la grande fiducia dei suoi artefici,
Madama Butterfly cadde clamorosamente al Teatro alla Scala di Milano. A
proposito di questo celebre fiasco, una delle sorelle di Puccini, Ramelde,
scrisse al marito: « Alle due siamo andati a letto e non posso chiudere
occhio; e dire che tutti eravamo tanto sicuri! Giacomo, poverino, non
l'abbiamo mai veduto perché non si poteva andare sul palcoscenico. Siamo
arrivati in fondo non so come. Il secondo atto non l'ho sentito affatto e,
prima che l'opera finisse, siamo scappati dal teatro. »
Giacomo Meyerbeer
L’Africana
Oh, Paradiso – tenore
Giacomo Meyerbeer (Vogelsdorf, 5 settembre 1791 – Parigi, 2 maggio 1864) è
stato un compositore tedesco attivo soprattutto in Francia. È importante,
nella storia dell'opera, per aver fatto da tramite tra Rossini e i
compositori romantici, fondendo elementi desunti dalla scuola tedesca,
italiana e francese. È stato il più rappresentativo e popolare compositore
di grands opéras, opere da grande spettacolo tipicamente francesi.
L'Africaine ("L'Africana", rappresentata postuma nel 1865) è frutto di ben
vent'anni di lavoro: infatti Meyerbeer aveva cominciato a pianificarla, in
mezzo ad altri progetti, addirittura nel 1845. Narra la vicenda di Vasco de
Gama e di un suo romanzesco amore infelice con la principessa africana
Sélika; la lunghissima partitura dovette subire numerosi tagli per
consentire agli spettatori, all'uscita, di prendere l'ultimo treno. Marcata
vi è l'attenzione al dato esotico; ed è proprio questo esotismo che ha
determinato la lunga fortuna dell'opera per tutta la seconda metà
dell'Ottocento, quando la voga esotica toccò l'apice.
Giacomo Puccini
Manon Lescaut
Sola... perduta... abbandonata, aria di Manon (atto IV) – soprano
«In America. Una landa interminata sui confini della Nuova Orleans.» Sotto
il sole rovente del deserto di New Orleans, Manon e Des Grieux vagano senza
meta, stremati dalla fatica. Ancora una volta, l'imprudenza della ragazza li
ha costretti alla fuga, ma sarà l'ultima. Manon è stanca, cade al suolo,
incapace di proseguire. Non c'è acqua. L'orizzonte non rivela ombra di vita.
Il suo amante fedele non può fare più nulla, se non gridare la sua
disperazione e ascoltare le sue ultime parole; la bella e voluttuosa Manon
muore fra le sue braccia, sorridendogli amorosamente per l'ultima volta.
Manon Lescaut è un'opera in quattro atti di Giacomo Puccini. La prima
rappresentazione ebbe luogo la sera del 1º febbraio 1893 al Teatro Regio di
Torino, dove l'opera ottenne un successo clamoroso. Ispirata al romanzo
dell'abate Antoine François Prévost Storia del cavaliere Des Grieux e di
Manon Lescaut, Manon Lescaut fu composta fra l'estate del 1889 e l'ottobre
del 1892. Ad allungare i tempi fu soprattutto la laboriosa gestazione del
libretto, passato tra le mani di cinque letterati. Iniziato da Ruggero
Leoncavallo, che abbandonò presto il lavoro, fu scritto in gran parte da
Marco Praga e Domenico Oliva. A completarlo e rifinirlo fu però Luigi Illica,
che in particolare lavorò al terzo atto e alla scena iniziale del secondo.
Nessuno dei poeti alla fine lo firmò. Questa girandola di librettisti, in
ultima analisi, attesta come l'impianto drammaturgico, se non i singoli
versi, vada attribuito a Puccini, che arrivò ad eliminare di sana pianta un
atto: quello del nido d'amore degli innamorati, tra gli attuali primo e
secondo atto. Terza opera di Puccini in ordine cronologico, Manon Lescaut
indicò all'autore la futura strada da percorrere. È generalmente considerata
la sua prima partitura operistica completamente matura e personale.
Lo stesso soggetto aveva già ispirato la Manon Lescaut di
Daniel-François-Esprit Auber (Parigi, Opéra-Comique, 23 febbraio 1856) e
soprattutto la Manon di Jules Massenet (Parigi, Opéra-Comique, 19 gennaio
1884). Quando Marco Praga gli fece notare che avrebbe dovuto affrontare il
confronto con la fortunata opera di Massenet, Puccini rispose: «Lui la
sentirà alla francese, con la cipria e i minuetti. Io la sentirò
all'italiana, con passione disperata.» Alcune modifiche alla partitura
orchestrale furono infine suggerite da Arturo Toscanini, per la storica
ripresa del trentennale, alla Scala di Milano.
Giuseppe Verdi
Nabucco
Gli arredi festivi - coro
Va pensiero – coro
Nabucco, di Giuseppe Verdi è la terza opera di Verdi, Nabucco nacque grazie
all'impresario Bartolomeo Merelli che gli offrì di musicare il libretto
Nabucodonosor che era stato rifiutato dal compositore prussiano Otto Nicolai
e l'opera andò in scena, con grande successo, al Teatro alla Scala di Milano
il 9 marzo 1842.
Il libretto, di Temistocle Solera, è tratto dal dramma francese "Nabuchodonosor"
di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu, nonché dalla stessa Bibbia, nei
riferimenti al regno di Giuda e all'invasione da parte del re babilonese
Nabucodonosor nel 587-586 a.C., quando fu saccheggiato il tempio di
Gerusalemme, cui seguì la deportazione dei vinti in Babilonia, dove circa
mezzo secolo dopo furono liberati.
Lo scontro fra popoli è reso con una musica dal colore estremamente denso ma
dove anche i drammi più intimi sono tratteggiati magistralmente
Gianpiero Callegaris, pianoforte
Alessandro Barlacchi, direttore
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Il maestro Gianni Maffeo, baritono
La corale I Maestri Cantori di Vigevano
La sala gremita di pubblico
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