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VIGEVANO è 2007
decima edizione


Consulenza artistica di Mario Mainino per alcune della manifestazioni musicali programmate per musica & spettacolo
L'ultima domenica del mese, da aprile a novembre per le vie del centro storico
Artigianato, gastronomia, musica, danza e intrattenimento nelle vie del centro storico

PRO LOCO VIGEVANO 

Via Merula 40 - 27029 VIGEVANO - Tel. 0391690269
e-mail: prolocovigevano@virgilio.it

 

PER INFORMAZIONI SULLA MANIFESTAZIONE : 338 771 36 79

Progetto organizzato dalla Pro Loco di Vigevano con la consulenza artistica di Mario Mainino per i soli concerti di musica classica qui elencati

   
 

Domenica 29 luglio 2007

" Note di mezz'estate"
dalle 17,00 alle 23,00

 
Concerti ed eventi:

PALAZZO MERULA
Associazione Pro Loco e Comune di Vigevano

Presentano

L’Opera in corte

Domenica 29 luglio Ore 21.15

Cortile Palazzo Merula

"Le nozze di Figaro"

Dramma giocoso di W.A.Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte

(selezione in forma scenica e costume)

Personaggi ed interpreti:

Figaro: Bruno Pestarino, baritono
Susanna: Naimana Casanova, soprano
Il Conte D’Almaviva: Yiannis Vassilakis, baritono
a Contessa Rosina: Barbara Vignudelli, soprano
Cherubino: Claudia Cesarano, soprano
Marcellina: Raffaella Tassistro, soprano
Don Bartolo: Stefano Olcese, basso
Don Basilio: Gianni Maludrottu, tenore
Antonio: Gianluigi Repetto, basso
 La Contessa Rosina, Voce recitante Liliana Fantini Attrice

M° al pianoforte: Emanuele De Lucchi

 

Testo e regia di Bruno Pestarino

La manifestazione rientra nel programma "Vigevano è"

organizzato dalla Pro Lcco di Vigevano

Mario Mainino alle ore 21 proporrà una introduzione all'ascolto dell'opera.

INGRESSO GRATUITO

 

 

L’Opera inserita nelle iniziative di “Vigevano è” decima edizione è nuovo passo inoltrato sulla via della realizzazione di un avvenimento intenso e denso di coinvolgimenti storici e sociali, un passo sempre meno timido e ricco in se di un’audacia ispirata dalla passione di alcuni che sono riusciti ad intravedere qualcosa che va oltre le consuetudini. Così potremo vedere nella scenografia del cortile di Palazzo Merula ambientarsi questo capolavoro della lirica del ‘700, in un “contenitore ed amplificatore” della fantasia che a poco a poco si materializza grazie all’amicizia e all’encomiabile buona volontà di tanti artisti. Ed allora ecco delinearsi un valore aggiunto al territorio colmo delle risorse d’un tempo, patrimonio che oggi come non mai, necessita d’essere rivalutato: la creazione della Cultura. Noi italiani siamo troppo avvezzi a vivere all’ombra di manieri medievali, anfiteatri romani o contigui a tombe etrusche, vivere accanto e dentro ad un bellissimo Castello Sforzesco, che potrebbe essere il degno contenitore di grandi e meravigliosi allestimenti, per avvertire profondamente la ricchezza che ci circonda, e nel tempo questa singolare abitudine, che non trova eguale in tutto il mondo, ci ha reso poco percepibile l’interesse desto invece nelle civiltà che non possono vantare una tale sostanza. E’ cosi che oggi possiamo vedere gli sforzi di tanti piccoli paesi e città d’Italia che a poco a poco trovano risorse spesso ignorate all’interno della loro realtà rurale ed urbana, movendosi incontro a quelle necessità turistiche che rappresentano un’industria inesauribile, a patto che la si sappia conservare ed esaltare attraverso la realizzazione e la promozione della Cultura. Ed allora tutti noi che ci abbiamo creduto vogliamo augurarci che questa realtà possa continuare e progredire ancora, accompagnata da altre iniziative che riescano ad evocare nel “cittadino” e nel “foresto” una nuova seduzione ad un antica forma di spettacolo ancora vitale e coinvolgente anche per l’uomo del nostro secolo. Bruno Pestarino
 
Le Nozze di Figaro ovvero la folle giornata ..

o meglio ancora un esperimento ardito, quello di portare l’opera lirica in una allesimento vocale e registico di ottimo livello, in un contenitore inusuale come Palazzo Merula, confidando in diversi fattori, dalla clemenza del tempo, alla partecipazione del pubblico, distratto a volte da tante iniziative, alla risposta acustica della sede che per la prima volta ospiterà un avvenimento del genere senza il supporto di nessun tipo di amplificazione vocale per i cantanti. Le Nozze di Mozart/Da Ponte sono un lavoro ancora apparentemente simile ad una delle tante commedie buffe dove si narrano le storie di nobili padroni e di servi e servette intriganti, ma la carica sovversiva di Beumarchais, autore del dramma teatrale, era tale che non mancò di portare legna al fuoco della imminente rivoluzione francese con la palese sconfitta delle macchinazioni del Conte di Almaviva e la vittoria del suo servo Figaro che sposa la sua Susanna, scampata al ripristino del diritto della prima notte. Nella versione che vedremo i quattro atti saranno eseguiti senza intervallo, in una versione alleggerita di alcuni recitativi, sostituiti dalla voce recitante, alter ego della Contessa Rosina. Non mancheremo di trovare però le arie più famose, da “Se vuol ballare signor Contino”, a “Non so più cosa son cosa faccio”, a “La vendetta”, a “Porgi amor”, all’aria del Conte “Vedrò mentre io sospiro”, affascinanti duetti e funambolici concertati. La trama in breve: Figaro e Susanna vogliono sposarsi, ma il Conte, loro signore, vorrebbe molto volentieri togliersi un capriccio con la Susannetta prima delle sue nozze e appoggia la causa di Marcellina che ha un credito con Figaro, il quale aveva promesso che se non fosse riuscito a saldarlo l’avrebbe sposata. Pericolo scampato quando si scopre che Figaro in realtà è Raffaello, figlio proprio di Marcellina e Don Bartolo ai quali era stato rapito. Non ci sono più impedimenti al matrimonio, anzi saranno due quello di Figaro con Susanna e di Marcellina con Don Bartolo. Ma nel corso dell’opera vedremo anche i melanconici abbandoni della Contessa Rosina, trascurata dal marito, per altro gelosissimo, che corre dietro alla cameriera. I travestimenti per cogliere sul fatto il conte, prima del paggio Cherubino, innammorato di tutte le donne del palazzo, poi di Rosina e Susanna che si scambiano le vesti e nel buio delle notte in giardino, tra schiaffi, baci ed abbracci e riconciliazioni risolveranno finalmente la vicenda.
Mario Mainino

 

Fotoservizio di Josè Lattari

 


Figaro e Susanna


Madama Brillante....

Susanna


don Bartolo e Marcellina

Don Basilio, Marcellina e don Bartolo

Il Conte Almaviva e Susanna

Susanna e la Contessa Rosina

 

 

 
Domenica 29 Luglio 2007 ore 17.00

ANGURIE e MELONI  nella vecchia anguriera del sig.Sacchi
A cura di : Tavola (centro studi tradizioni alimentari Vigevano e Lomellina)


(Foto Josè Lattari)

IL CENTRO STUDI TAVOLA A “VIGEVANO È” DEL 29 LUGLIO 2007

Rievocazione di un antico rito vigevanese e lomellino nella giornata di domenica 29 luglio durante la manifestazione di Vigevano è.
A Palazzo Merula il Centro studi TAVOLA ha ricostruito, con mezzi di fortuna, una tradizionale anguriera.
A servire il ghiotto frutto era il signor Renzo Sacchi, che qualche anno fa ha chiuso l’ultima vera anguriera di Vigevano, che si trovava sulla circonvallazione esterna tra corso Genova e il Casello 10.
Più di 50 chili di anguria sono stati gustati e graditi da non meno di 600 persone che si sono accalcate per ricevere l’assaggio.
Una serie di poster illustrava, di anguria e melone, la storia, le modalità di coltivazione, le caratteristiche botaniche.
Due di essi hanno particolarmente attratto l’attenzione dei visitatori. Il primo che descriveva l’anguriera e lo spirito che il semplice chiosco sprigionava. Il secondo che forniva le norme di bon ton attualmente da rispettare, confrontandole con gli usi ruspanti di degustazione presso i chioschi di molti anni fa.
Con questa manifestazione il Centro studi TAVOLA ha continuato il percorso di rivalutazione delle antiche tradizioni e usi alimentari della nostra terra. Ricordiamo alcuni argomenti precedentemente trattati: le bottine, i persi in guà (che ora qualcuno definirebbe una sangrilla alla vigevanese), cipolle di Breme, asparagi di Cilavegna, fagioli borlotti di Vigevano (o di Gambolò?).
Il prossimo appuntamento dato da TAVOLA sarà il prossimo 30 settembre su un tema interessante e piacevole “Michette e dolci” che presenterà i prodotti da forno tipici della lomellina.

 

Domenica 29 Luglio 2007 ore 18.00

"Simpatici aneddoti musicali"

Passeggiata organistica organizzata dall’Associazione Musicale "Vox Organi" con visita guidata
dell’organo Krengli del 1965

della Chiesa di S. Maria del Carmine

e dell’organo di Anonimo (fine ‘600)
della Chiesa di S. Maria degli Angeli

 

Ritrovo dalle ore 18.00 sul sagrato del Duomo (Piazza Ducale)
termine ore 19.30 chiesa di S. Maria degli Angeli

Brani durante la visita eseguiti dagli organisti:

Alessandro Venchi – Gianpiero Fornaro

Con la guida di
Gian Mauro Banzòla

e di

Don Cesare Silva

che illustrerà con simpatici aneddoti la storia delle chiese visitate

PARTECIPAZIONE LIBERA

 
 

CASTELLO VISCONTEO


PALAZZO MUNICIPALE
Rassegna musica nei cortili ore 22,00
"OMAGGIO GIORGIO GABER"




Palazzo Roncalli - cortili (entrata libera)

CORSO VITTORIO EMANUELE II
 

TEATRO CAGNONI- GRADINATA "A SPASSO NEL TEMPO"
 

TEATRO CAGNONI
 


VIA CESARE BATTISTI
 


VIA GIORGIO SÌLVA
 

 


Iniziative:

PIAZZA DUCALE
Postazione informativa a cura della PRO LOCO VIGEVANO in collaborazione con gli allievi dell'istituto Luigi Casale - sezione Turistica.

 
Nelle vie del Centro Storico:

MERCATO COPERTO


VIA DEL POPOLO


VIA XX SETTEMBRE


VIA CADUTI LIBERAZIONE


VIA MERULA


VIA CESARE BATTISTI


VIA GIORGIO SILVA

 

   
 
Visite Guidate

VISITE GUIDATE (GRATUITE)
Ore 17,00 visita guidata al "Castello ed al Centro Storico" a cura di Vigevano Promotions, 0381.690370 - partenza dall'Info Point del Castello.
 

   
Note: ANGURIA: IL BELLO DELL’ESTATE
Tradizioni, ricordi.......
L’anguria, frutto dai colori patriottici (il verde della scorza, il bianco sottostante e il rosso della parte più gustosa) è strettamente legata ai nostri ricordi di tanti anni fa’, quando sulla canna della bicicletta del nonno , si andava all’anguriera a gustare una fetta del freschissimo frutto.
Minimo il costo, grande la soddisfazione e il divertimento di ritrovarsi con il viso fresco e impiastricciato: grande il lavoro del nonno per ridarci un aspetto presentabile, usando il fazzoletto (scottex e altre diavolerie non erano ancora state inventate).

L’anguriera altro non era che una baracca fatta di quattro pali piantati nella terra, che sosteneva un tetto coperto di frasche. Spesso sulla costruzione si arrampicavano piante di zucca, che contribuivano a fare ombra. Talvolta l’insegna era un’anguria svuotata e incisa a mo’ di zucca di Halloween. L’arredo un tavolaccio ricoperto di lamiera zincata, con sopra una barra di ghiaccio (acquistata in una delle due fabbriche del ghiaccio esistenti a Vigevano, una a fianco del Macello civico, l’altra nel lungo cortile a fianco del Teatro Cagnoni) e il sebar. Quest’ultimo altro non era che un mastello nel quale erano conservate le angurie ancora intere, immerse in acqua, per iniziarne il raffreddamento. Attrezzatura: un coltellaccio a lama larga (la curtela) con cui venivano tagliate le fette pronte per la vendita, fette che venivano appoggiate sulla barra di ghiaccio.
Prima, però, un rito: il tasè. Con un coltellino la scorza veniva incisa, per estrarre un triangolino di polpa, quasi una piccola piramide: l’assaggio stabiliva se il frutto era buono e perciò vendibile. Antesignano dei controlli di qualità.

Il più delle volte l’anguriera si trovava in campagna, perché era contigua al campo dove erano coltivate le angurie: e a scanso di problemi, il proprietario di regola dormiva nell’anguriera e di notte faceva giri di ronda per evitare furti e danneggiamenti.

Scarsa è la documentazione tramandataci: in un libro recentemente pubblicato è riportata una foto. La scrittrice vigevanese Laura Maragnani, nel suo giallo - noir “Nero padano” così racconta:
“..c’era l’anguria al baracchino della fiera (nota: ora Piazza del mercato), dolce e rosa, bella gelata, e il piacere di bagnarcisi la faccia quando faceva troppo caldo per dormire, quando i nostri passi suonavano, forti e padroni nelle strade vuote.”
E ancora:
“...gli ombrelloni che buttavano l’ombra nel gran sole del mezzodì. E le zanzare a frotte; e l’anguria sulla fiera...”

L’ultima anguriera di Vigevano si trovava sulla circonvallazione esterna, tra corso Genova e il Casello 10, ed era condotta dal signor Renzo Sacchi. Ha dovuto chiuderla perché le rigide norme accavallatesi nel tempo rendevano antieconomica la prosecuzione di un’attività a bassissimo valore aggiunto.

Ora l’anguria è servita al ristorante, in piatti talvolta guarniti con altra frutta, oppure inserita in macedonie più o meno tropicali, resta però la nostalgia di quando.... l’anguria era il bello dell’estate.
 
  COME SI MANGIA L'ANGURIA SECONDO IL GALATEO

L'anguria si taglia e serve a spicchi, per mangiarla si usa forchetta e coltello tagliandone pezzi piccoli che si portano alla bocca con la forchetta.
Se i semi dell'anguria non si riescono ad ingerire non vanno sputati nel piatto ma raccolti con la mano e posati nel piatto con un gesto rapido, disinvolto e non imbarazzato.
http://www.ricettedintorni.net/articolo_43/come-si-mangia-languria-secondo-il-galateo.html


COME SI MANGIAVA ALL’ANGURIERA

Si afferrava la fetta di anguria con le due mani, e si dava il primo morso affondando la bocca al centro della fetta.
Si sputavano i semi a terra, dopo essersi allontanati dal bancone e appartati su un prato.
Si procedeva allo stesso modo con i bocconi successivi, sino a quando la parte rossa non era totalmente consumata.
La buccia doveva essere gettata in un apposito recipiente per i rifiuti.
Si asciugava la bocca con il fazzoletto.
   
   
   
   
   
 
 

prossimo appuntamento 26 agosto 2007

 
   
   

PER INFORMAZIONI SULLA MANIFESTAZIONE : 338 771 36 79

Progetto musicale organizzato dalla Pro Loco di Vigevano con la consulenza artistica di Mario Mainino per alcune iniziative musicali


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