Editoriale: In primo luogo un sincero augurio di Buona Pasqua a tutti con la speranza che dopodomani non ci si dimentichi come al solito che la Pasqua più che il Natale dovrebbe stimolarci ad una riflessione sulle sofferenze che affliggono migliaia di persone in molte parte del mondo. Nel nostro piccolo non ci è possibile fare molto ma la speranza di ciascuno sia la forza che unisca tutti nel desiderio di PACE. |
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Alla "Liberty" una festa di
compleanno si à trasformata giovedì scorso in spettacolo, e la
riuscita serata avrà un seguito..
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Periodo fortunato per la nostra città che torna a vedere fermenti artistici risvegliarsi. Il Teatro Moderno e l'Odeon riprendono un'attività culturale come ai vecchi tempi, e forse, almeno per alcuni, ciò non fa' rimpiangere la scomparsa della circuitazione commerciale delle pellicole cinematografiche. Quando poi capita ad una festa di compleanno di scoprire che in un pizzeria di Vigevano, su di una piccola pedana con un pianoforte verticale, il lievito che fermenta è quello dell'arte non ce ne stupiamo! Grazie ad un attore del Filodramamtici di Milano, Gaetano Zerbo, e ad Antonio Bologna, è nato un nuovo punto di incontro, assolutamente informale, per artisti vigevanesi e non che si ritrovano per parlare d'arte, alla Pizzeria Liberty di Viale dei Mille 86. Giovedì scorso, festa di compleanno per il pianista vigevanese Antonio Bologna, la serata ha assunto un aspetto "spettacolare", i giovani artisti che sono interventi hanno animato il dopocena con le loro esibizioni. Tra di loro una giovane cantante milanese Marina Forgion, che ha interpretato, accompagnata al pianoforte, un medley creato al momento passando da Lennon, a Elton John, da Gerwshim (Summertime) a canzoni italiane e anche un po' di napoletane. Spazio al pianoforte di Antonio Bologna, con accenni a Sibelius, Sakamoto ed improvvisazioni. Pagina di grande verve comica con un giovane allievo di Gaetano Zerbo, Giansandro Terrasini, che ha "debuttato" di fronte al pubblico di amici e di clienti con una gustosa scenetta. Visto il successo, la serata avrà un seguito questa sera quando lo stesso gruppo si ritroverà per ripetere quanto provato la scorsa settimana, sistemando la scaletta, con Marina Forgion, canto e chitarra, Giansandro Terrasini recitazione, Antonio Bologna al pianoforte e un giovane cantante lirico che dovrebbe intervenire a sorpresa. Nessun biglietto di ingresso ne obbligo di consumazione, ma la pizzeria offre un menu speciale a buffet per chi accanto all'arte vuole mettere anche la buona tavola.Giansandro Terrasini, che ha "debuttato" di fronte al pubblico di amici e di clienti con una gustosa scenetta. Visto il successo, la serata avrà un seguito questa sera quando lo stesso gruppo si ritroverà per ripetere quanto provato la scorsa settimana, sistemando la scaletta, con Marina Forgion, canto e chitarra, Giansandro Terrasini recitazione, Antonio Bologna al pianoforte e un giovane cantante lirico che dovrebbe intervenire a sorpresa. Nessun biglietto di ingresso ne obbligo di consumazione, ma la pizzeria offre un menu speciale a buffet per chi accanto all'arte vuole mettere anche la buona tavola. | |
Rena Gherzenovna Mustafayeva protagonista in Rigoletto a Torino | |
Stimolati dall'invito di Rena Gherzenovna Mustafayeva, una giovane cantante che è diventata cittadina vigevanese, e che ha partecipato come protagonista nel ruolo di Gilda in Rigoletto abbiamo avuto l'occasione di avvicinare una realtà interessante come il Teatro Monterosa di Torino. Situato in una zona periferica della città ma ad un centinaio di metri da una importante via di accesso come Corso Giulio Cesare è una costruzione postmoderna appartenente alla istituzione dei Salesiani. Nel pomeriggio della domenica abbiamo avuto così occasione di assistere ad un bell'allestimento del capolavoro di Giuseppe Verdi. Il pubblico ha affollato la sala, ed è stato piacevolmente ed argutamente introdotto all'ascolto dalle brillanti presentazioni del maestro Roberto Cognazzo. L'opera è stata rappresentata con scene e costumi ma con l'accompagnamento del solo pianoforte. La regia tradizionale di Sergio Beano ha condotto lo spettacolo senza appesantirlo con inutili trovate, anche gli oggetti scenici erano pertinenti. In quanto alla resa musicale, molto brillante l'accompagnamento di Roberto Cognazzo che non ha fatto rimpiangere l'orchestra. Il cast vocale ha avuto degli ottimi comprimari, ed un bel quartetto di protagonisti. Rena Gherzenovna Mustafayeva ha dato vita ad una dolce e vocalmente interessante Gilda, accanto ad un fresco Duca di Mantova interpretato da Aldo Gallone, una bella voce di tenore leggero, che ha avuto la malizia di mascherare alcune piccole amnesie che gli hanno fatto dimenticare delle parole. E' molto giovane e promette bene per cui tali incidenti sono trascurabili per ora, ma devono essere evitati in futuro. Molto pregnante il Rigoletto di Mauro Augustini, e belle voci anche per il profondo Sparafucile di Carlo Tallone e la Maddalena di Maria Vittoria Paba. | |
Quando la palla al piede se la ritrova il pubblico. Feydeau al Cagnoni martedì 11 marzo 2003 | |
Un stagione all'inferno non è la citazione di una celebre opera letteraria ma la sgradevole sensazione che aleggiava all'uscita del terzo appuntamento infelice che la stagione teatrale 2002/03 ha proposto in cartellone al Teatro Cagnoni di Vigevano. Dopo la grande delusione di "E' molto meglio in due" e del ritorno in scena di Columbro, con un "Funny money" che qualunque compagnia amatoriale avrebbe reso meglio, ecco arrivare un figlio d'arte come Luca De Filippo con la sua versione di "La palla al piede" di Georges Feydeau. Basta un piccolo particolare a capire come attore e regista abbiano sbagliato mira in questa loro messa in scena: avete presente la battuta "Buonassera.." che tanto successo ha avuto in un pubblicità televisiva, tanto da diventare un fenomeno di costume ed entrare nel nostro quotidiano, anche questa è stata inserita nella recita di ieri sera, come se il povero Feydeau, che sicuramente si stava contorcendo nella tomba assieme al padre di tale figlio, ne avesse bisogno. Luca De Filippo era ovviamente il protagonista nel ruolo di un "uomo fatale" amatissimo dalla sua soubrette, spiantato ma che vuol convolare a prestigiose nozze con una giovane ricca quanto annoiata. Il gioco dei sotterfugi, delle astuzie che il protagonista deve mettere in gioco per sottrarsi alle ire dell'amante e riuscire a concludere le auspicate nozze deve svolgersi in una scena popolata da macchiette, leggi buoni caratteristi, ad ognuno dei quali è affidato un ruolo che dovrebbe portare lo spettatore al riso ed al divertimento. Purtroppo tale meccanismo si è ben presto inceppato, il ritmo non è la scansione di un orologio, ma è una sintonia tra la battuta e il movimento, tra la sfumatura e l'agitazione, tra l'arguzia e la sbadataggine, tutto questo non c'è stato. La regia di Armando Pugliese ha condotto i personaggi in corse agitate per la scena, perdite di piume, scarpe e biglietti, con personaggi dall'alito troppo pesante e micidiale, un generale che sbaglia le parole "impermeabile" per "improbabile" e via di questo passo (ma questo espediente sa bene come usarlo chi fa cabaret). Nella compagnia abbiamo visto alcuni giovani come Chiara Baffi e Roberto Tusconi che avranno in futuro qualche carta da giocare se ben guidati. Ma è stato deludente vedere un parte come quella della baronessa affidata a Isabella Salvato costretta ad urlare dalla prima all'ultima battuta, senza un minimo di finezza che avrebbe reso il suo personaggio molto più credibile. Molti spettatori all'uscita hanno espresso il loro disappunto per la infelice produzione, questo dimostra come sia difficile il compito del direttore artistico. Fiorenzo Grassi ha presentato una stagione che a priori sembrava avere le carte in regola ma che ultimamente, tranne per la perla della coppia Lazzarini e Orsini, sembra offrire solo delusioni. Eppure una accoppiata Luca De Filippo con Feydeau sembrava molto intrigante, ma non è stato così, speriamo che anche il grande Gianrico Tedeschi, che arriverà a Vigevano per il 18 marzo, non sia stato anch'egli coinvolto in una produzione infelice e ci faccia invece dimenticare queste delusioni. | |
Re Lear secondo Serena Sinigalia Magenta 11/02/2003 | |
Uno spettacolo da vedere, non posso dire diversamente, ma qualcosa che non mi ha soddisfatto completamente c'è stato. All'inizio la scena è aperta ed un gruppo di giovani in pantaloni neri e camicia bianca stanno popolando lo spazio scenico ed attendono l'ingresso del pubblico; sembra che stiano facendo delle flessioni per prepararsi ad un incontro di scherma, poi poco alla volta si fermano e guardano verso il pubblico. Gradualmente la platea si azzittisce ed attende di vedere cosa sta per succedere, il silenzio diventa pesante lo sguardo della giovane attrice con un bastone teso verso la platea diventa imbarazzante, la pausa termina con una frenetica spogliazione e rivestimento nei panni dei vari personaggi del Lear, arrivano sgabelli da circo, quelli per farci salire le tigri per intenderci, ed uno degli attori riveste i panni del vecchio e "pazzo" Re Lear. Si perché l'idea della giovanissima regista in fondo è molto interessante: l'unico personaggio che non c'è è proprio Lear, che per ogni scena viene impersonato da uno dei giovani, comprese le figlie e sarà proprio Cordelia ad essere Lear portando in braccio le vesti di Cordelia stessa che la raffigurano morta. Lo sfondo nero da concerto sinfonico lascia la scena vuota ma il fascino della rappresentazione sotto il profilo dei movimenti, delle luci e delle invenzioni è stupendo, stendardi bianchi per Albany, stendardi neri per Cornovaglia e i due castelli ci sono, gli stessi stendardi incrociati sono la tenda di Lear, la gabbia in cui sarà chiuso.Molto ben realizzati i giochi di luce e l'abbinamento con tanta musica classica e non. Ma allora dove sta' il problema, forse nella riduzione del testo, non direi anche se la mancanza della scena "dell'uomo nudo" appena accennata mi è mancata, ricordo una splendida realizzazione di Massimo Popolizio sotto la direzione di Luca Ronconi. Allora la recitazione, nemmeno, erano tutti molto bravi, alcuni con voci non molto risonanti, ma tutti tesi e partecipi alle intenzioni della regista come le corde del violino sotto l'arco dello strumentista. Quello che mi ha annoiato è stata la monotonia del ritmo, troppa tensione, troppa violenza, verbale e fisica, poca variazione, forse l'unica che si è sottratta a questo ritmo è stata Goneril che in alcuni momenti ha rallentato la tensione mettendo così più in risalto i successivi slanci. Non a caso, se guardiamo all'opera lirica dove Serena Sinigalia ha dato delle ottime prove, il musicista ha scritto un "adagio" poco prima di un grandioso finale, proprio per esaltarne le tensione. di Mario Mainino COMPAGNIA A.T.I.R. Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca V.le Beatrice D’Este 12, 20122 Milano – Tel 02 58325578 – 0338 7736644 LEAR da Re Lear di William Shakespeare progetto e regia di Serena Sinigaglia con Arianna Scommegna, Sandra Zoccolan, Mattia Fabbris, StefanoOrlandi | |
06 luglio 2003 | Vigevano crede nelle iniziative che propone? Forse ci potrebbero essere dei dubbi, a meno di 20 giorni dall'inizio di questa nuova esperienza di festival nel castello sforzesco la cittadinanza non risponde, pochissimi abbonamenti e pochissimi biglietti venduti. Ma ci poniamo una domanda la gente, il potenziale pubblico è informato? Durante la conferenza stampa sono stati visti dei bei manifesti neri con il logo della manifestazione, dove sono? Non se ne vedono in giro da nessuna parte. Solo il teatro Cagnoni e la Pro Loco ne espongono uno. Vedremo. |
Posta elettronica :
potete inviare a
info@concertodautunno.it, mario.mainino@tin.it
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