Vladimir Ivanovich Nikolaev, notizie, articoli, ricordi e foto                       

Il pittore e attore Vladimir Ivanovich Nikolaev è nato a Leningrado il 2 aprile 1937.
Dal 1949 al 1957 studia all'Accademia Navale " Nachimov " e presta servizio sui mari del Nord, mare Baltico, sul Volga.
Dal 1957 al 1968 si laurea in ingegneria e lavora in un Istituto di Ricerche Scientifiche di Leningrado.
Studia pittura sotto la guida del maestro Andrei Lindeman. Nel 1969 si trasferisce in Italia.


Potrà sembrare strano che Vladimir Ivanovich Nikolaev, laureato in ingegneria all'Università di Leningrado, sia giunto alla pittura, tanto più che la sua espressività in arte non ha niente a che fare con la costruttività ed il rigore raziocinanti.
La Sua pittura figurativa è, all'apposto, ricca di impeto e di imprevisto, è carica di figure inserite negli angoli più impensati del quadro senza organizzazione alcuna ma per una urgenza interiore extemporanea. Stranamente però il quadro esiste e all'improvviso si ricompone pur nella sua illustratività apparente.
Il suo « verismo » di origine pre-sovietica (a tale proposito si possono ricordare gli abilissimi pittori di tanti anni fa visti nelle vecchie Biennali Veneziane) si amalgama fluidamente con la lezione dei primi impressionisti francesi ed anche con quella pur valida di una certa « scapigliatura » milanese.
Anche per questo probabilmente Vladimir Ivanovich Nikolaev ha scelto l'Accademia di Brera come completamento della sua formazione artistica che approfondirà sempre più ed in modo sicuramente proficuo.

ILARIO ROSSI Professore dell'Accademia Belle Arti di Brera

Colpisce il colore di questi quadri che identifica oggetti, volti, sfondi. Forte, penetrante, dilatato a volte in sfumature inconsuete tende a isolare in fisionomie staccate anche i ritmi di una composizione più che concreta.
Questo uso delle tinte rende surreali dipinti che altrimenti si compiacciono di un assoluto realismo.
Le ninfee si arrossano, i galli bianchissimi sono accostati a oggetti in tinte forti; un incontro diventa la storia di singoli attraverso la fissità delle belle immagini.
Eppure non sono colori allegri, sono vitali. Come vitale è la solitudine che questo linguaggio comunica.

Giornalista F. ROME

1973 La più lunga galleria d'arte milanese
Festeggiata a Bagutta la gran sagra dei pittori

Più di centomila persone hanno visitato, tra sabato e ieri, la più lunga galleria d'arte di Milano, via Bagutta e via Baguttino, che per la diciannovesima volta dalla istituzione (1964) ha ospitato una mostra d'arte contemporanea. Dei visitatori abbiamo detto: gli espositori erano circa 200, gli acquisti sono valutabili in parecchie decine di milioni.
E' stata questa l'ennesima riprova della validità di tale manifestazione artistica tesa a portare, come ha detto il segretario organizzativo Cortina, pubblico e artisti al contatto dirett senza intermediari; a permettere a ogni valido pittore di conquistare senza condizionamenti estrai nell'affermazione sottoponendosi al più sincero dei giudici: il pubblico.
Ne è passato di tempo da quando un gruppo di pittori « indipendenti », capitanati da Bruno De Ceree (attualmente presidente del Gruppo pittori di via Bagutta), affrontava vigili urbani e poliziotti manifestando per strappare al Comune il permesso di esporre all'aperto.
Ancora 10 anni fa, De Ceree piantonava la centralissima via indossando un pigiama a larghe strisce verticali, molto simile a un vestito di carcerato; il suo slogan era: « No all'arte con le catene ».
Ma questa è ormai storia. Per la cronaca diremo che ieri mattina alle 10 via Bagutta è stata visitata dalla Banda del Comune che ha intrattenuto i visitatori ed espositori.


E' sempre di ieri mattina la visita del balletto del Bolscioi che si esibisce in questi giorni alla Scala: gli artisti hanno festeggiato particolarmente il pittore connazionale Vladimir Ivanovich Nikolaev .


Nel pomeriggio come è tradizione, esibizione della banda musicale di Gaggiano (diretta dal maestro Pozzi), che ha percorso in corteo via Bagutta, applauditissima, suonando quindi nel cortile del palazzo dell'Associazione combattenti. Notato un arzillo bersagliere novantenne che ha
chiesto, e ottenuto, l'esecuzione del « Piave ». A mezzanotte le luci si sono spente, gli artisti hanno imballato i quadri, l'abituale silenzio è calato sulla Bagutta. L'appuntamento la primavera prossima.


PERSONAGGI CONTROLUCE MILANO
Vladimir Nikoiaev, l'ingegnere russo di 38 anni che recita in una scena del « Giardino dei ciliegi ».
Ingegnere russo attore con Strehler
E' Vladimir Nikoiaev, che dopo avere abbandonato la sua prima professióne è diventato insegnante e pittore. Ha una parte nel «Giardino»
L'insieme del grande successo ottenuto al Piccolo Teatro di Milano dal « Giardino dei ciliegi » curato da Giorgio Strehler è costituito da tanti successi, conseguiti da ciascun interprete. Uno dei più singolari è quello conseguito dal viandante russo che, nel secondo atto, compare, in tuta da operaio, fra tanta gente vestita di bianco nel bianco del giardino, per recitare in russo alcuni versi di una musicale cantilena.
Il viandante che parla russo suscitando sorpresa nel pubblico, il quale è costretto a stupirsene, fa parte dello spirito nuovo con cui Giorgio Strehler ha affrontato il « Giardino » di Cecov. L'opera del grande russo non è passata attraverso il materialismo storico di Brecht, come ci si poteva attendere. E' ripensata e riproposta con esaltante novità.
Il viandante russo di Strehler è un ingegnere meccanico russo di 38 anni, Vladimir Nikoiaev, che nel 1969 potè venire in Italia dopo aver sposato una segretaria dell'ambasciata italiana a Mosca. Vladimir Nikoiaev ha tentato di continuare la sua professione anche in Italia, ma non gli è piaciuto. Ha preferito abbandonare a poco a poco gli impegni di ingegnere che aveva assunto e dedicarsi (oltre che all'insegnamento della lingua russa al Circolo filologico di Milano) alla sua passione per la pittura.
Ha potuto fare il pittore a suo piacimento: durante le feste di Capodanno, una sua mostra è stata molto visitata; in seguito ha vinto una medaglia d'oro ad un concorso svoltosi a Carrara; poche settimane fa ha tenuto una mostra a Milano e attualmente ne apre una al Circolo filologico, con successo di critica e pubblico. E' stato al Circolo filologico che Strehler l'ha scoperto, quando è andato a cercarvi un russo che fosse insieme un personaggio strano: ha trovato in Vladimir Nikoiaev il tipo che cercava. [Articolo di Carlo Villa]

Dal 9 settembre al 12 ottobre 1976
Odéon-Théâtre de l'Europe - Paris (France)
Il teatro degli italiani a Parigi
Anton Pavlovič Čehov (1860-1904)
Il giardino dei ciliegi
Regia Giorgio Strehler (1921-1997)
Fondatore del Piccolo Teatro di Milano (nel 1947)
traduction de Luigi Lunari et Giorgio Strehler

Personaggi ed interpreti
Ljubov' Andreevna Ranevskaja, proprietaria terriera Valentina CORTESE
Anja, sua figlia, 17 anni Monica GUERRITORE
Varja, sua figlia adottiva, 24 anni Giulia LAZZARINI
Leonid Andreevič Gaiev, fratello della Ranevskaja Gianni SANTUCCIO
Ermolaj Alekseevič Lopachin, mercante Franco GRAZIOSI
Petr Sergeevič Trofimov, studente Piero SAMMATARO
Boris Borisovič Simeonov-Piščik, proprietario terriero Enzo TARASCIO
Carlotta Ivanovna, governante Claudia LAWRENCE
Semën Panteleevič Epichodov, contabile Gianfranco MAURI
Duniaša, governante Marisa MINELLI
Firs, maggiordomo, un vecchio di 87 anni Renzo RICCI
Jaša, giovane lacchè Cip BARCELLINI
Un viandante Vladimir Ivanovich Nikolaev
Un invitato Armando BENETTI
Il capostazione, l'impiegato delle poste, ospiti, servitori.
décors de Luciano Damiani


Quanto utile sia stata la presenza delle telecamere, anche a stimolare la genialità di Strehler, lo dimostrano due episodi:
nel primo, De Carmine, che interpreta Gaev, si trova di fronte all'armadio che contiene i ricordi di una vita, maldestramente lo apre, e dal simbolico ventre s'abbatte su di lui il gaddiano viscerame, alla fine non restando che il correre infantile del trenino, lo stesso che più avanti toccherà l'orizzonte portandosi l'inutile sogno di fuga dei protagonisti;
nel secondo, l'elegia della ribalta è spezzata, offesa, dall'irruenza del viandante, interpretato da Vladimir Ivanovich Nikolaev: egli parla il russo, ma gli altri non sembrano capirlo, restano attoniti come di fronte a unjinguaggio sconosciuto.
E' uno dei momenti di più alta poesia, con il viandante che scompare nella platea deserta, portandosi il carico ancora psicologicamente primordiale, e quasi animalesco, della nuova Russia popolare che Ljubóv, Andrèevna e lo stesso Lopachin non potranno mai intendere, soltanto subire o sfruttare.
....
Nel televisivo Giardino, gran parte degli attori si è aggirata, con accortezza stilistica, usando una diversa intensità recitativa, adeguata ai campi ravvicinati dell'obiettivo; tra i più efficaci, nell'agevolare la sintesi del doppio linguaggio, il Firs reso da Ricci, e poi De Carmine e un Graziosi in gran forma, la Lazzarini e il Fattorini, oltre a Vladimir Ivanovich Nikolaev di cui s'è detto: lampeggiante quanto non trascurabile portatore di destino.
In zona franca, che potremmo definire di tenacia conservatrice, la Cortese e la Guerritore (Ljubóv, Andrèevna e Anja) hanno rispettato il loro metro teatrale, e ciò è singolare, trattandosi di due attrici in piena dimestichezza con l'immagine filmata.


Altra cosa « autentica » (ma bizzarra) è l'inserimento, nel cast, di un attore russo, Vladimir Nicolaiev, che dirà le sue battute in russo.
Vladimir è qui seduto in platea, la faccia larga e chiara, gli occhi azzurri. Sa di betulla.
«A un certo momento, nel secondo atto — dice Strehler —, entra in scena un vagabondo, il quale domanda dov'è la stazione, poi recita dei versi, e infine chiede trenta copechi. La Liubov gli rifila in mano un rublo d'oro e quello sparisce. Un personaggio misterioso, estraneo alla vicenda in un certo senso: non si capisce perché Cecov ce l'abbia messo, da dove venga, dove vada. Così, invece di farne il solito ubriaco, ho pensato a questa soluzione. Il fatto che non si capisca cosa dice accentua ancor più il mistero del suo fulmineo intervento ».


 
   

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Marina Vlady

L'attrice Marina Vlady insieme con Vladimir Vysotskij, detto Volodja, l'attore e cantautore moscovita scomparso nel 1980: felici ai tempi del loro grande amore

Marina Vlady

E' sempre di ieri mattina la visita del balletto del Bolscioi che si esibisce in questi giorni alla Scala: gli artisti hanno festeggiato particolarmente il pittore connazionale Vladimir Ivanovich Nikolaev .

1973

Spettacoli alla Scala del Bolscioi in tournèe

1973

Spettacoli alla Scala del Bolscioi in tournèe

   
   

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