Corriere della Sera (Milano)
26 Ottobre 2021
Gravellona Lomellina
Il paese diventato museo a cielo aperto
Gravellona Lomellina: quadri e installazioni ovunque. Dipinti perfino i
paracarri
L'articolo di Davide Maniaci per il Corriere della Sera (Milano) ha risvegliato
l'interesse verso il vicino paese di Gravellona Lomellina, patria della mia
famiglia paterna, dove nonno Rocco faceva il Sagrestano nella chiesa del paese,
ma era un "socialista" perché sosteneva che "Al Signur g'à la vesta russa" (Il
Signore Gesù Cristo portava la veste color rosso, perché è stato il primo
socialista della storia).
Idee oneste e giuste, ma che gli valsero una notte chiuso in un porcile, alla
quale sopravvisse per miracolo, e dove vi fù rinchiuso da gente che amava più il
"nero" che non il "rosso" ( a meno che non fosse il sangue degli altri ).
Grazie a questo articolo Gravellona oggi era piuttosto animata da diverse
presenza straniere che sono giunte ad ammirare il frutto delle idee del Dottor
(medico) Franco Ratti che ha la paternità dell'idea di decorare il paese con
grandi riproduzioni di opere d'arte dell'800 italiano.
Quindi niente Leonardo o Giotto ma grandi pannelli con opere
di Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo e anche del vigevanese Luigi Bocca
del quale è presentata "Per la tua dote" ovvero una madre che riempie un sacco
di piume d'oca che avrebbero costituito la dote della figlia per riempire i
materassi matrimoniali.
Le opere non rispettano le dimensioni originali, infatti un
quadro in originale da 40x37 diventa un pannello da oltre un metro quadro.
Molte opere sono state raccolte in alcuni vicoli che diventano perciò come un
"stanza dedicata" ad un singolo artista.
Oltre all'arte pittorica italiana, c'è anche il celebre "Bacio" di Hayez, ci
sono anche decorazioni su tetti, facciate, marciapiedi con silhouette di animali
lungo le strade di accesso, befane e spazzacamini sui tetti.
Molto interessante il Teatro della Società di Mutuo Soccorso nel quale ebbi
l'occasione di presentare alcuni concerti. Si trova al primo piano del palazzo
dove è creata la platea e il piccolo palco rialzato ed al secondo piano c'è
l'accesso alla balconata.
Arrivando a Gravellona da Vigevano sulla sinistra si trova la Villa dei Conti
Barbavara con un bel parco privato - non visitabile - che in occasione della
Festa di Gravellona LA FESTA DELL'ARTE viene però reso accessibile e anche li ho
presentato alcuni CONCERTI nel PARCO, che venivano eseguiti nella palazzina al
centro ma diffusi all'aperto per i visitatori in passeggio.
Anche il cortile del Municipio e la gradinata della scuola diventano sede di
concerti e manifestazioni, come la piazza che viene monopolizzata in quella
occasione.
Ultimo passaggio prima di lasciare Gravellona è il giro del Parco dei Tre Laghi,
una struttura che Vigevano con i suoi 63.000 abitanti se la sogna.
Un percorso nella tranquillità della natura e nella bellezza dei colori
dell'autunno.
Come dicevo Gravellona è la patria delle mia famiglia ed è
anche legata a miei ricordi gastronomici come la "bottiglietta di Coca Cola da
50 Lire" che la zia Erminia mi regalava quando dodicenne la andavo a trovare con
la mia bicicletta rossa "da uomo" ma in versione "midi" non piccola ne grande.
Quando arrivavo da lei mi dava la monetina da 50 Lire, ed era un momento di
massima felicità metterla nel distributore automatico e vedere uscire la
bottiglietta di Coca-Cola piccola ma ghiacciata, che faceva ... sbrufffff quando
si stappava e andava giù di volata in gola, a costo di rischiare una
congestione.
Poi c'era il negozio del cugino Francesco dove andavo a
prendere i GRATON, ovvero i ciccioli di maiale in grasso, non quelli secchi. Lui
aveva una grossa zuppiera dove venivano messi questi ciccioli - ritagli di
frattaglie di maiale cotti - ricoperti di grasso che solidificava.
Con il coltello ne tagliava una bella fetta, e mi diceva "A't dò una part cun
un' bel toc ad' lumbar" (Ti d'ò una fetta dove trovi un bel pezzo magro di
lombo).
Chi non ha provato queste emozioni non sa cosa ha perso.
http://www.gravellonart.it/