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Teatro Fraschini - Pavia
Giovedì 30 SETTEMBRE 2021 ore 20,30
Teatro Fraschini - Pavia
Stagione 2021-2022
Gioachino Rossini
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Dramma comico in due atti
Libretto di Cesare Sterbini dalla commedia ‘Le barbier de Séville’ di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 20 febbraio 1816
Cast
Il conte d’Almaviva: Matteo Roma
Bartolo: Diego Savini
Rosina: Chiara Tirotta
Figaro: Gianni Luca Giuga
Don Basilio: Alberto Comes
Fiorello: Pierpaolo Martella
Berta: Tiberia Monica Naghi
Ambrogio: Federico Pinna
Ufficiale: Pietro Miedico
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro di OperaLombardia
maestro concertatore e direttore d’orchestra
Jacopo Rivani
regia, scene e costumi
Ivan Stefanutti
maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
luci Fiammetta Baldiserri
assistente alla regia e alle scene Filippo Tadolini
assistente ai costumi Stefano Nicolao
assistente alle luci Gianni Bertoli
Nuovo allestimento dei Teatri di OperaLombardia
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
PROGRAMMA e NOTE :
Non c'è che dire, questa non me l'aspettavo, quando vedevo le diverse regie
di Barbiere di Siviglia, ambientate nei modi più astrusi, ma che conservavano
sempre alcuni stilemi delle scene catartiche qual è il “taglio della barba”,
quale è il “la scena della lezione”, qual è la “tremarella della febbre
scarlattina” e mi chiedevo come si potessero realizzare queste scene in
particolare fuori da tutti gli schemi ripetitivi che sembra non abbiano una
alternativa.
Bene è arrivato Ivan Stefanutti e ce l'ha spiegato come è possibile fare un bel
Barbiere e non cadere nella ripetizione infinita di queste scene.
Poi quando l'unione tra le idee registiche, la scenografia e costumi, il trucco
crea una spettacolo degno di “Night before Christmas” e di film che abbiamo
visto richiamate in queste ambientazioni, il prodotto diventa gradevolissimo da
vedere, ma non è finita perché bisogna ricordarsi che oggi parliamo sempre di
rappresentazioni liriche citando “la regia o l'inutilità delle idee registiche”
ma molte volte ci si dimentica che c'è anche un direttore d'orchestra e che i
personaggi che si muovono in scena cantano pure.
Per cui bisogna sottolineare che questi signori che cantano in questa occasione,
sono stati veramente di grande livello e il direttore Jacopo Rivani ha aperto
molti tagli che sono estremamente significativi.
Se non vediamo la scena iniziale del “biglietto buttato dal balcone da Rosina al
suo innamorato” e la citazione di Don Bartolo sulle opere moderne:
“L’inutil precauzione”
BARTOLO
Un dramma! Bella cosa! sara' al solito
un dramma semiserio,
un lungo, malinconico, noioso,
poetico strambotto!
Barbaro gusto! secolo corrotto!
non capiamo l'intento ironico di Gioacchino Rossini quando con Sterbini stese
questo lavoro.
E se non vediamo la scena nella quale Bartolo porge a Rosina il biglietto che ha
avuto dal presunto Don Alonso, non possiamo capire come mai Rosina accolga in
malo modo l'arrivo del Conte Almaviva (come Lindoro) per farla fuggire dalla sua
casa.
Ma non solo, anche nel terzetto finale del “… presto andiamo via di qua” ci sono
state, a mio parere, alcune battute in più, che di solito non si sentono.
Unendo dunque il pregio della rappresentazione scenica e della interpretazione
vocale musicale troviamo un Barbiere che merita di essere visto, ma oggi come
oggi non sono già più disponibili on-line per la rappresentazione di sabato 2
ottobre 2021 per cui c'è solo da sperare di trovare alla biglietteria ancora
qualche rimanenza per l'ingresso in qualunque ordine di posto.
Note:
APRE LA STAGIONE D’OPERA DEL TEATRO FRASCHINI CON “IL BARBIERE DI SIVIGLIA”
Dopo un anno di spettacoli in streaming, Operalombardia torna nei Teatri Storici della Regione. Giovedì 30 settembre debutta a Pavia (dopo l’esordio a Como) l’opera diretta da Jacopo Rivani, per la regia di Ivan Stefanutti.
Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, in un nuovo allestimento firmato nella regia, scene e costumi da Ivan Stefanutti, le luci di Fiammetta Baldiserri, con Jacopo Rivani sul podio a dirigere l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, il Coro OperaLombardia (guidato da Massimo Fiocchi Malaspina), e un cast che comprende vincitori e finalisti delle ultime edizioni del Concorso AsLiCo per giovai cantanti lirici (ricordiamo Diego Savini, nel ruolo di Bartolo, Chiara Tirotta nel ruolo di Rosina, Gianni Luca Giuga in Figaro, Alberto Comes in don Basilio e Pierpaolo Martella in Fiorello).
La rilettura di questa nuova produzione evidenzia il sottile umorismo rossiniano, in un’ambientazione notturna, ricca di particolari e molto cesellata (una Spagna in cui compaiono draghi, grifoni ed altre creature fantastiche), un luogo dove è sempre mezzanotte e Figaro, come alcuni riferimenti del libretto e della partitura rivelano, è factotum notturno.
Il Barbiere di Siviglia di Rossini è uno dei titoli più noti (Gioachino Rossini, 1792 - 1868), capolavoro del 1816, tratto dal primo episodio della trilogia scritta da Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais (1732 – 1799; Primo Segretario di Luigi XV, agente segreto, musicista, intellettuale autorevole): Le Barbier de Séville ou la Précaution inutile del 1775, cui seguirono Le nozze di Figaro, Le mariage de Figaro, nel 1784 e La madre colpevole, L'Autre Tartuffe ou La Mère coupable nel 1790, con libretto di Cesare Sterbini, per commissione dell’impresario Francesco Sforza Cesarini (Duca, Principe di Genzano, Conte di Santa Flora), andato in scena il 20 febbraio di quell’anno al teatro Argentina di Roma.
Note musicali
di Jacopo Rivani, Direttore d’orchestra
La Renaissance rossiniana, condotta e animata da Alberto Zedda ha inizio nel lontano 1969 proprio da Il barbiere di Siviglia il cui titolo originario è Almaviva, ossia l’inutil precauzione.
Sommersa di critiche alla prima rappresentazione, oggi Il barbiere di Siviglia non è solo una tra le opere più rappresentate al mondo, ma anche una tra le più impervie per tecnica, stile e colore.
L’ouverture, in cui dominano i legni, alternati ai violini, è utilizzata dal compositore anche per le opere Elisabetta Regina d’Inghilterra e Aureliano in Palmira; è di forma bipartita e costituita da un’introduzione cantabile ed espressiva, che si contrappone all’allegro con brio, in cui l’elemento ritmico è dominante. L’opera conta cavatine di sortita e arie con protagonisti sei degli otto personaggi in locandina, pezzi concertati dal duetto al sestetto col coro, oltre al consueto temporale, tipico di tutte quelle situazioni in cui l’unico ‘aggravamento possibile’ sia la pioggia.
La scena, dal colore morbido che evoca l’alba di Siviglia, si scalda con ritmi che ricordano la musica spagnola, grazie anche all’utilizzo della chitarra e delle percussioni.
Sin dai primi episodi concertati, viene in luce lo stile compositivo che attribuisce ai solisti i caratteri vocali di ‘sillabato’ (i solisti velocemente cantano lunghe porzioni di testo) e di sticomitia (nei duetti, i personaggi intavolano un dialogo surreale dicendo una parola a testa). Proprio in questi episodi, il genio rossiniano mette in risalto l’orchestra, che non interviene più come solo accompagnamento all’opera - com’era di prassi nel periodo precedente al cigno pesarese - ma si nobilita in una sorta di dialogo con il palcoscenico, dove la linea musicale dell’orchestra diventa il vero traino dell’azione e lo stile rossiniano si completa con ardite trovate orchestrali come i colpi d’arco ‘battuti’ e ‘ricochet’ e, ovviamente, l’inconfondibile crescendo rossiniano, tecnica che crea l’inimitabile effetto di pazzia organizzata, tipica delle parti conclusive dei vari numeri chiusi.
Rossini mette su carta un’alchimia tra ritmo e suoni perfetta e a tratti inspiegabile, attribuendo ai solisti impervie parti rese uniche ed energiche dalla pratica tipicamente rossiniana delle variazioni, parti che mettono in evidenza le abilità belcantistiche dei solisti, impegnati in coloriture e gorgheggi frutto di importantissima padronanza tecnica e da loro stesse, o da chi per loro, inventate, con lo scopo di rendere ogni recita d’opera nuova, inimitabile e personalizzata.
Proprio sul tema delle variazioni giunge a noi l’aneddoto raccontato dallo stesso Rossini che, complimentandosi con un cantante chiese: “Di chi è questa difficilissima aria?” - “Ma è sua, Maestro!”.
C'ERA UNA VOLTA?
Appunti per la messa in scena de Il barbiere di Siviglia
di Ivan Stefanutti, Regista, scenografo, costumista
“C'era una volta,
non molto tempo fa, in una tetra città della Spagna, una fanciulla che veniva tenuta prigioniera dal suo misterioso tutore…. La poverella era costantemente vigilata da persone e creature al servizio del perfido Bartolo. Egli si professava ‘Dottore’, ma da quel poco che era dato sapere, si trattava solo di uno scienziato dilettante. La sua mira principale, in realtà, era sposare l'ignara e ricca Rosina usando, senza rimorsi, ogni sorta di trucchi e sotterfugi.
Molte delle creature che popolavano il suo palazzo, non erano altro che esperimenti mal riusciti. Ambrogio ne rappresentava l'esempio più evidente. Se non ci fosse stata la durissima governante Berta a gestire la casa, la situazione sarebbe stata ingovernabile. Il con suo piglio inflessibile e sinistro riusciva a tenere a bada le balorde creature.
Bartolo, aveva un subdolo collaboratore che con la scusa di insegnare musica alla sventurata fanciulla, tesseva trame oscure per favorire il suo datore di lavoro. I suoi suggerimenti erano inquietanti e intrisi di maldicenze. Questo non faceva che confermare quanto il suo mantello oscuro potesse intralciare il bene. Ma ognuno ha il suo prezzo ed anche Basilio non può che cedere al miglior offerente.
La nostra storia inizia a mezzanotte, in piazza, sotto il balcone di Rosina.
In quella paurosa casa non si dorme e dietro le tende un occhio vigile osserva tutto.
È l'ora delle streghe. Misteriose ombre, come pipistrelli si aggirano. Non è chiaro che cosa intendano fare né chi sia il loro padrone.
Acquattato nel buio c'è anche il principe azzurro della situazione, che in questo caso è solo un conte in cerca di emozioni e ufficialmente innamorato della bella reclusa. Mosso da paladini istinti egli s'ingegna, ma tutte le sue strategie sembrano inefficaci per entrare della magione di colei che ama.
In questa notte che pare non terminare mai, un altro personaggio si aggira furtivo. È Figaro, un inquietante figuro che vaga nell'oscurità di Siviglia. Regge un sacco pieno di capelli ed ha un rasoio in mano. Avrà sinistre intenzioni?
No, in realtà non vi è niente di strano. È solo un barbiere che offre le sue prestazioni a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Si continua a cantare l'alba e l'aurora, ma sembra che queste non arriveranno tanto presto, anzi dovremo passare, prima, per un innaturale e rumoroso temporale.
Malgrado i sinistri presagi, gli eroi sfidano la sorte ed entrano nel funereo palazzo.
Le fiamme dal grande camino amplificano e allungano le ombre sopra le teste degli animali appese alle pareti. Una strana atmosfera, quasi stregata, li avvolge... per fortuna c'è quel fiore di Rosina... [...]"
Già questo inizio di sinossi può ricordare alcune atmosfere buie e sinistre delle favole scritte per educare le giovani ragazze che si affacciano alla vita, ma qui la situazione è differente, nessuno è veramente cattivo e spaventoso. E la ragazza in questione se la sa cavare benissimo.
Mettere in scena un nuovo allestimento del Barbiere è una sfida dove ci vuole coraggio e disinvoltura.
L'opera passa per una delle più divertenti. ed in effetti lo è. Ma l'umorismo può transitare attraverso molti linguaggi ed impostazioni. Personalmente le situazioni che mi fanno più ridere non son necessariamente quelle più solari o colorate. L'umorismo nero è una cifra che sento molto vicina e trovo che si addica a questa situazione. In questa messinscena non troveremo la Siviglia sabbiosa e assolata a cui siamo stati abituati, ma la favola, tinta di nero, di una fanciulla segregata in casa da un lascivo tutore.
Questo genere di linguaggio umoristico ha una lunga e prestigiosa tradizione che parte dalla letteratura e, passando per il teatro, arriva all'arte cinematografica, che ne ha veicolato e sdoganato il vocabolario.
Ma stiamo tranquilli perché comunque finirà con "... e tutti vissero felici e contenti".
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La stagione, con info e approfondimenti, su www.teatrofraschini.it
BIGLIETTERIA
Giorni e orari di apertura della Biglietteria del Teatro (C.so Strada Nuova 136):
dal lunedì al sabato dalle ore 16:00 alle ore 19:00.
Online: teatrofraschini.vivaticket.it
biglietteriaeatrofraschini.org
0382/371214
Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ1000 20 Megapixel, Zoom 42X, 1600-3200 ISO, LCD ad Angolazione Variabile e rigorosamente non hanno subito nessuna post elaborazione.
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