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Teatro Lirico di Magenta
Stagione teatrale-musicale 2021-2022
Compagnia Molière
La Contrada Teatro Stabile di Trieste
presentano
EMILIO SOLFRIZZI
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
con
ROSARIO COPPOLINO
ANTONELLA PICCOLO
Lisa Galantini, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella,
Cecilia D’Amico costumi Santuzza Calì
scenografie Fabiana Di Marco
musiche Massimiliano Pace
adattamento e regia GUGLIELMO FERRO
Produzione 2020
Personaggi ed Interpreti:
Argante: ipocondriaco, interpretato da Molière EMILIO
SOLFRIZZI
Tonina(Tonietta): serva di Argante LISA GALANTINI
Angelica: figlia di Argante ed innamorata di Cleante VIVIANA ALTIERI
Bellonia(Belinda): seconda moglie di Argante ANTONELLA PICCOLO
Luigina: giovane figlia di Argante e sorella minore di Angelica CECILIA
D’AMICO
Signor Buonafede: notaio ROSARIO COPPOLINO
Dottor Diaforetico: figlio del Dottor Purgone: medico di Argante SERGIO
BASILE
Tommaso Diaforetico: figlio del Dottor Diaforetico, e pretendente alla mano di
Angelica PIETRO CASELLA,
Cleante: innamorato di Angelica CRISTIANO DESSÌ
Beraldo: fratello di Argante ROSARIO COPPOLINO
Dottor Purgone: medico di Argante SERGIO BASILE
Signor Fiorente: speziale
PROGRAMMA e NOTE :
Il malato immaginario (Le Malade imaginaire) è l’ultima Comédie-ballet in III
atti, del drammaturgo francese Molière. (nota da WiKi:Da ricordare che nel XVII
secolo, in Francia, il termine "immaginario" significava pazzo.)
L’adattamento e regia di GUGLIELMO FERRO ha condensato la vicenda in due soli
atti, dai tre originali, che all’epoca videro gli intermezzi tra un atto e
l’altro musicati dall’illustre compositore premonitore Marc-Antoine Charpentier,
che scrisse per la RAI la sigla della Eurovisione con secoli di anticipo.
Purtroppo l’esito felice della prima rappresentazione, il 10 febbraio 1673 al
Palais-Royal, fu funestato solo sette giorni dopo dalla morte di Moliere che in
scena interpretava il protagonista della pièce che aveva scritto.
Con questo titolo si è aperta ieri sera, martedì 21 settembre 2021, in
coincidenza con la partenza dell'autunno, la stagione teatrale e musicale del
Teatro Lirico di Magenta.
Lo spettacolo inaugurale è stato un classico della letteratura teatrale di tutti
i tempi ovvero “Il malato immaginario” di Molière. La manifestazione si è tenuta
senza inconvenienti e senza nessuna manifestazione di anti Green pass perché con
green pass o senza green pass in teatro non si entrava se non si aveva il
biglietto, ed era molto difficile trovarlo, a quanto pare i veri appassionati ci
sono ancora e sanno capire quando una occasione non è da perdere. Certo che oggi
mettere in scena il misantropo di Molière, quasi esattamente come è stato
concepito, potrebbe essere un azzardo perché il teatro contemporaneo sembra più
vivere di trasposizioni assurde che di fedeltà ai testi.
È stata quindi una sorpresa trovarsi di fronte ad uno spettacolo teatrale,
perdonatemi il paragone culinario, ma preparato bene, cotto a puntino e con
ottimi ingredienti. L'ambientazione non è stata stravolta, perché ovviamente non
possiamo parlare di certi metodi scientifico empirici senza collocarli
nell'epoca in cui questi venivano applicati, citiamo un rimedio universale che è
quello del clistere e l'altro, che non è citato in quest'opera, che era quello
del salasso, mezzi che sembrava fossero gli unici metodi che avevano i medici,
tra virgolette, dell'epoca per curare i malati.
Quindi niente abiti moderni ma i costumi veramente calibrati e ben fatti di
Santuzza Calì.
Poi il risultato dipende da chi questi costumi li ha indossati e da come si è
mosso in scena;e bisogna dire che la compagnia è veramente una compagnia
splendida in quanto dal protagonista, che non ha manie di protagonismo, ma
rimane dentro nel suo ruolo senza trasbordare, fino all'ultimo dei comprimari
riescono a rendere il testo di Molière estremamente piacevole, godibile e
soprattutto non stancante.
A questo proposito ricordo un esperienza del passato con un altro testo qual è
IL MISANTROPO nel quale il protagonista era Franco Parenti, un artista
straordinario, ma che in quella occasione volle recuperare uno stile recitativo
cadenzato che doveva ricostruire il modo di recitare dell'epoca, e mi ricordo mi
aveva dato un fastidio tremendo.
Qui la recitazione era naturale, il verso reso in italiano tranquillamente senza
cadenze particolari, ma soprattutto quello che han messo da questa visione oggi
del “malato immaginario” è stato qualcosa di sconvolgente.
Ma che cosa è stato sconvolgente?
E’ stato sconvolgente capire che il teatro non è la vita, ma il teatro è un
maestro per la vita perché in un testo, che oramai ha secoli sulle spalle,
troviamo una attualità che lo fa sembrare scritto ieri, come parodia sulla
situazione attuale della pandemia Covid nella quale abbiamo i visto nascere due
partiti opposti “medico scienziato” e “medico sbruffone”.
Il monologo del Dottor Diaforetico che elogia la professione e il figlio
cerebroleso sono un manifesto della cialtroneria dilagante oggi sui social, non
serve altro che parlare in latino ed occuparsi di “pazienti poveri” che muoiono
e tacciono, rispetto a quelli che ricchi che hanno il coraggio di lamentarsi se
non li guarisci, ma da quando il compito di un medico è quello di guarire, i
loro rimedi sono inappellabili “Il dottor Purgone sarebbe disposto a far morire
la moglie pur di dimostrare la validità dei suoi rimedi”. (Quanti medici
sbruffoni sarebbero pronti ad ingrossare le liste dei defunti pur di usare le
loro medicine miracolose?)
In quanto a capire la posizione dell’autore non è proprio chiaro, sicuramente
prende in giro quel tipo di medici che non sanno tra di loro fare una diagnosi
analoga ed usano cure a base di clisteri che svuotano l’intestino … e la borsa.
Ma d’altra parte emerge anche una grande sfiducia nella esistenza di una
possibilità di cura, “Siamo nati piangendo e dal quel momento iniziamo a morire”
una visione molto triste forse perché nella sua malattia sapeva scrivere per
fare ridere gli altri, ma nel suo intimo aveva anche una amara consapevolezza
dell’avvicinarsi della fine e del decorso inarrestabile (per la medicina di quei
tempi) che lo portava ad avere “sfiducia nella scienza”.
Nella commedia di Moliere troviamo anche molti spunti che migreranno nell'opera
buffa, come non vedere in Tonina la Despina del Così fan tutte di Mozart oltre
tutto con lo stesso travestimento da medico miracoloso. Ma anche la scena della
“lezione di canto” con Cleonte finto inviato dal maestro di musica, per dare
lezione ad Angelica esattamente come nel secondo atto de “Il barbiere di
Siviglia” di G.Rossini.
La “servetta” poi è forse uno dei personaggi più importanti, resa mirabilmente
da LISA GALANTINI che sessanta anni dopo nel 1733 diventerà “La serva
padrona” in un piccolo intermezzo di G.B.Pergolesi che scatenerà la famosa
Querelle des Bouffons. (mm)
Dopo il primo spettacolo arriverà questo stesso sabato 25 settembre 2021, il
primo concerto sinfonico per la stagione di Totem-Magenta.
Sabato 25 Settembre 2021_09_25 ore 21.00
SERATA CAJKOVSKIJ
Concerto Sinfonico
Orchestra Antonio Vivaldi
Stagione Musicale
Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1893)
Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 35
Sinfonia n. 6 in si minore, op. 74 "Patetica"
Amleto overture-fantasia op. 67
Violino Ilya Grubert
Direttore, Lorenzo Passerini
Prezzi biglietti musica: platea 18 euro - galleria 12 euro - ridotto (giovani
under 26 anni) 10 euro
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