Pavia Barocca 2021

 

Aula Magna del Collegio Ghislieri
Piazza Collegio Ghislieri, 27100 Pavia PV, Italia
Sabato 24 luglio
2021 – ore 20,00
Rassegna musicale dal vivo post emergenza COVID

Pavia Barocca 2021
Sacre Passioni
La nascita dell'Oratorio

Ghislieri Accademia Barocca Eeemergengin+
Les musiciens de l'Académie EEEMERGING+ 2021
Geoffroy Jourdain, direttore
con:
Marie Théoleyre, Laura Rodrigues Lopes - soprano
Clémence Faber - mezzosoprano
Marco Angioloni, Gabriel Belkheiri Garcia del Pozo - tenori
Ilia Mazurov - baritono


Mojca Jerman, Simone Pirri violini
Pablo Tejedor Gutierrez - basse de violon
Adrien Alix-  violone
Marina Cabello del Castillo, Marc de la Linde - viole da gamba
Jeremy Nastasi - théorbe tiorba
Vincent Kibildis -arpa
Alex Mastichiadis - organo
Santiago Gervasoni - clavicembalo


Gli strumentisti e i cantanti della 23a Accademia sono preparati dai cantanti dell'ensemble
EEEMERGING+ Cantoría, costituito da :
Inès Alonso Botella soprano
Samuel Tapia Soler contre-ténor
Jorge Losana Garcia ténor
Valentín Miralles Guardiola basse


PROGRAMMA e NOTE :

EEEMERGING+ ACADEMY 2021
Dal 4 al 19 luglio 2021: preparazione ad Ambronay
20 luglio 2021: concerto al Festival de Saintes
22 luglio 2021: concerto ad Ambronay
24 luglio 2021: concerto al Ghislieri di  Pavia
Centro di incontri culturali di Ambronay
Piazza dell'Abbazia 01500 Ambronay 04 74 38 74 00
EEEMERGING + è un progetto europeo a sostegno dei giovani ensemble di musica antica.
Supportato da Creative Europe, questo programma promuove la musica antica in Europa, sviluppa la mobilità internazionale degli artisti e promuove il patrimonio culturale materiale e immateriale.
L'Accademia 2021 è sotto la direzione di Geoffroy Jourdain, direttore musicale dell'ensemble Les Cris de Paris. Il suo tema sarà la nascita dell'oratorio.

https://eeemerging.ambronay.org/eeemerging-Academy/eeemerging-Academy-2021-i3574.html


Marc-Antoine Charpentier (1643-1704)
Le Reniement de Saint – Pierre H424

Giacomo Carissimi (1605-1674)
Historia di Jephte

Luigi Rossi (1597-1653)
Ancor satio non sei
Un peccator pentito: ‘Spargete sospiri’

SACRE PASSIONI - LA NASCITA DELL’ ORATORIO
Ensemble dell'ACCADEMIA BAROCCA EEEMERGING+
Geoffroy Jourdain direttore
nell'ambito del progetto EEEMERGING+
Luigi Rossi (1597-1653)
Ancor satio non sei
Un peccator pentito: ‘Spargete sospiri’
§§§
Balletto in quattro movimenti
§§§
Giacomo Carissimi (1605-1674)
Historia di Jephte
§§§
Marc-Antoine Charpentier (1643-1704)
Le Reniement de Saint – Pierre H424


Luigi Rossi (1597–1653) compose almeno sette oratori per l'oratorio della Chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma (1641–45). Sono Giuseppe (“Giuseppe”), Oratorio per la Settimana Santa (“ Oratorio della settimana di passione”, GC Raggioli), O cecità del misero mortale (“O cecità del miserabile mortale”), Un peccator pentito (“Repentant peccatore"), Inferno ("Inferno"), Predica del Sole (" Predica del Sole") e "Ancor‘ Satio non sei" ("Non sono ancora saturo").
Le persone dell'oratorio della settimana della Passione sono Pilato, Demone e Vergine, oltre a cui c'è una folla ( Turba ) e un coro di demoni. All'inizio il popolo chiede a Pilato di liberare Barabba invece di Gesù. Nella seconda parte, la Vergine chiede pietà, ma l'inferno con i suoi demoni rimbomba. L'oratorio si conclude con il madrigale “Piangete occhi, piangete!” ("Piangi gli occhi, piangi!").
Si ascoltano stile rappresentativo , arie e cori.
Ci sono due tipi principali di oratori: alcuni sono drammatici di tipo operistico e trattano le vite dei santi o qualche racconto biblico; altri trattano il tema spirituale senza persone e si avvicinano alla cantata. Nei suoi oratori, Rossi combina recitazioni con ariosi brevi e arie con ritornelli, così come madrigali.

Luigi Rossi è uno dei precursori del genere. Insieme alle prime forme narrative ispirate a episodi biblici, contribuisce in grande misura alla creazione di un repertorio dedicato agli oratori romani della Riforma Cattolica, dove le ‘cantate morali’ erano eseguite come parte degli esercizi spirituali. Gli sono attribuite numerose di queste cantate, probabilmente concepite come meditazioni sulla vanità del mondo ed esortazioni al pentimento. Gran parte di queste sono tenute in Vaticano, sotto titoli che evocano peccato e penitenza, e mostrano una cura veramente innovative per le illustrazioni delle parole e degli affetti. Hanno una carica teatrale veramente emotive, piena di sensualità, che annulla la distinzione contemporanea tra genere profane e sacro.
Negli anni Cinquanta del Seicento si può fissare il terminus temporis della maggior parte della poesia per musica di Lotti e delle intonazioni conosciute. La cantata per 2 Soprani e basso continuo GIÀ SON MORTO E NON LO CREDE, probabilmente composta da Pasqualini, e già apparsa nel manoscritto vaticano segnato Barb.lat.4205, ricompare in un manoscritto datato da Murata intorno al 1653.
Entro lo stesso anno sono state messe in musica le cantate ANCOR SATIO NON SEI e DOVE MIRI PENSIERO e l’oratorio UN PECCATOR PENTITO, attribuiti a Luigi Rossi, che entra alle dipendenze di Antonio Barberini dalla fine degli anni Trenta e muore nel 1653, limite temporale per la stesura dei suddetti testi di Lotti e della loro intonazione. Il duetto, ricompare nella cantata-oratorio Ancor satio non sei come contrafactum con il testo Son pentito e più non voglio.

Luigi Rossi  Fonti di attribuzione: LOTTI, I, Aria morale,
Ancor satio non sei
/ di riderti di me, Secolo stolto? (morale - Roma entro il 1653)
nella versione poetica originale di Giovanni (Giò) LOTTI, I, pp. 92-93.
Ancor satio non sei
Di riderti di mè, Secolo stolto?
M’hai pur volto, e travolto
Di scempio in scempio, e mill’eventi rei.
Ancor satio non sei?
Deh non rimproverarmi
Quei miseri momenti
Ch’à gioir m’invitasti,
Ch’allor più m’ingannasti; e viddi impressa
In quel giocondo istante,
Eternità penosa all’alma errante.
O che verme io sento al core,
Di quel punto in cui godei,
Pagherei ben mille vite
Che nudrite
Sempre fussero in dolore.
O che verme io sento al core.
Bramarei non esser nato
Per gioia sì fugace, e sì nociva;
Maledico quel punto, in cui gioiva.
Partiti da quest’alma
Memoria lagrimosa
Di quell’hora gioiosa,
E non ardir mai più tornarmi avanti.
Ti sommergo per sempre in mar di pianti.
O Benedette lagrime
Che m’addolcite sì
Sgorgate notte e dì
Cene vostri diluvi,
Dovuti à falli miei spengo i Vesuvi.
Così per via sicura
Ogni Mortale à procacciarsi impari
Le dolcezze immortal da i flutti amari.

Tratto da: Nadia Amendola
La poesia di Giovanni Pietro Monesio,
Giovanni Lotti e Lelio Orsini
nella cantata da camera del XVII secolo
https://d-nb.info/1162637811/34


Marc-Antoine Charpentier (1643-1704)
Le Reniement de Saint-Pierre H.424
Méditations pour le Carême
Oratorio in La minore, in lingua latina, per il periodo liturgico di Pasqua
per coro a quattro voci miste, basso continuo e cinque voci soliste SSATB.
Eseguito nel periodo di Pasqua 1670/1750
Spartito http://petrucci.mus.auth.gr/imglnks/usimg/4/41/IMSLP339775-PMLP548068-H424_Reniement_de_St-Pierre.pdf
In questa composizione, Charpentier mette in musica questo episodio essenziale della Passione di Gesù, dove il suo servo più fedele Pietro lo rinnega per tre volte

No. 1: Desolatione, desolata est terra, H. 380
No. 2: Sicut pullus hirundinis sic clamabo, H. 381
No. 3: Tristis est anima mea, H. 382
No. 4: Ecce Judas, unus de duodecim, H. 383
No. 5: Cum cenasset Jesus, H. 384
No. 6: Quaerebat Pilatus dimittere Jesum, H. 385
No. 7: Tenebrae factae sunt, H. 386
No. 8: Stabat mater dolorosa, H. 387
No. 9: Sola vivebat in antris Magdalena lugens, H. 388

La Negazione di San Pietro, H. 424 (Le reniement de Saint-Pierre)  è un'opera sacra per coro e orchestra composta da Marc-Antoine Charpentier (1643-1704), posto all'epoca sotto la benevola protezione di Marie de Lorraine all'Hôtel de Guise. Molto colta, questa donna a cui dedicò molte opere, trasformò infatti la sua casa in un vero centro artistico la cui fama si estese fino a Versailles e alla corte di Luigi XIV dove Charpentier conoscerà poi un vero successo. L'opera è stata scritta per le celebrazioni liturgiche della Pasqua, evento mondano per eccellenza in cui si esprime una pietà sincera ma teatrale e al quale sono invitati i migliori musicisti e cantori del regno. Descrive questo momento struggente della Passione di Cristo quando san Pietro, il suo fedelissimo apostolo, dichiara per tre volte di non conoscere Gesù per non essere arrestato anche lui, cosa che Gesù giustamente gli aveva predetto.

Cum cænasset Jesus et dedisset discipulis suis corpus suum ad manducandum et sanguinem suum ad bibendum, exierunt simul in montem Oliveti. (31) Tunc dixit illis Jesus:
"Omnes vos scandalum patiemini in me, in hac nocte. Scriptum est enim: percutiam pastorem, et dispergentur oves gregis."
(33) Respondens autem Petrus, ait illi:
"Et si omnes scandalizati fuerint in te, nunquam ego scandalizabor."
(34) "Amen dico tibi, Petre, quia in hac nocte, antequam gallus cantet, ter me negabis."
"Ah! Domine! (35) Etiam si oportuerit me mori tecum, non te negabo."
Similiter et omnes discipulis dixerunt: "Non te negabimus."
(47) Ecce Judas unus de duodecim venit, et cum eo turba multa cum gladiis et fustibus irruerunt in Jesum, et tenuerunt, quod videntes discipuli ejus fugerunt. Et Petrus (51) extendens manum, exemit gladium suum et percutiens servum pontificis auriculam ejus amputavit. Cui dixit Jesus:
(52) "Converte, Petre, gladium tuum in locum suum: calicem quem dedit mihi Pater, non vis ut bibam illum?"
Ministri ergo Judæorum comprehenderunt et ligaverunt Jesum, et cum duceretur ad principium sacerdotum sequebatur eum Petrus a longe usque in atrium pontificis. Quem cum vidisset ostiaria dixit ei:
"Numquid et tu ex discipulis hominis istus es?"
"O mulier! Non sum. (72) Non novi hominem."
Et introductus est Petrus in domum. Cum sederet ad ignem cum servis et ministris, ut calefaceret se, alia serva ait illi:
(71) "Et tu cum Jesu Nazareno eras?"
"O mulier, non eram, non novu hominem."
Tunc interrogavit eum cognatus ejus cujus abscidit auriculam, dicens:
(Cognatus Malchi): "Nonne te vidi in horto cum eo? Nonne tu percussisti Malchum? Vere tu eras."
(Ostiaria, Ancilla): "Nonne tu Galileus es? Vere tu es."
(73) "Nam et loquela tua manifestum te facit. Tu es discipulis hominis istus."
(Petrus): "Non sum. Vere non eram. Nescio quid dicitis."
(74) Et continuo gallus cantavit. Tunc respexit Jesus Petrum et recordatus est Petrus verbi Jesu, et egressus foras, flevit amare.
(Matthew 26, XXXI onwards)
http://www.choralia.net/cp05mp3/cp05mp3en.htm


Giacomo Carissimi (1605-1674)
Historia di Jephte

Questo concerto mette insieme la musica del Maestro dell’oratorio, Giacomo Carissimi, e la musica del francese Marc-Antoine Charpentier; le storie sacre di quest’ultimo riflettono i grandi lavori ascoltati e studiati a Roma con il Maestro. Un altro compositore la cui influenza in Francia non si può ignorare (fu invitato due volte da Mazarino), fu Luigi Rossi uno dei fondatori del genere che prese forma negli oratori romani.

La Historia di Jephte di Carissmi è uno dei primi, se non il primo, capolavoro del genere ad aver beneficiato di un reale successo. Scritto nel 1649, questo oratorio racconta la storia di Jefte, il quale, in cambio di una vittoria nella sua battaglia contro gli Ammoniti, promette al Signore di sacrificare la prima persona che vede sulla strada del ritorno vittorioso, un voto che risulterà fatale per la sua giovane e unica figlia. La narrativa biblica, affidata alternatamente a uno o più cantanti, è intervallata da cori e magnifici ariosi che commentano l’azione. Il lamento della figlia di Jephte, con le sue voci echeggianti “Plorate colles, dolete montes” e il sublime coro a sei voci finale “Plorate filii d’Israel” riassumono la bellezza di questo lavoro.
Questo oratorio ha avuto indubbiamente una grande influenza su Marc-Antoine Charpentier, che ha creato un intero manoscritto durante la sua permanenza in Italia. Questa influenza è particolarmente evidente negli scritti del suo Reniement de Saint-Pierre. Dopo il canto del gallo, quando Pietro realizza il suo tradimento, il coro conclude questa storia sacra in un clima di profonda tristezza, con le parole “Flevit amare” (piange amaramente), adornato con dissonanze molto italiane ed espressive.

 


Tratto da : LA NASCITA DELL'ORATORIO

Giacomo Carissimi (1605-1674)
Fino alla sua morte, Carissimi fu direttore del Collegium Germanicum ("Collegio tedesco") (1630-). È stato insegnante di Charpentier e A. Scarlatt. Oltre a mottetti e cantate, Carissimi compose solo oratori, di cui sono sopravvissuti 16 latini e due italiani. Certo, solo 10 di questi sono considerati veri e propri oratori e il resto si avvicina alla cantata.
Da Abraham et Isaac , Baltazar , Diluvium Universale ("Diluvio"), Dives malus / Historia divitis ("Ricchezza deperibile / Storia della ricchezza"), Ezechiah ("Ezechia"), Jephte , Giobbe , Jonas , Judicium extremum ("L'ultimo Giudizio") e Judicius Salomonis ("il giudizio di Salomone") sono chiaramente oratori e gli altri sei sono di natura controversa. I soggetti sono quindi prevalentemente dell'Antico Testamento, mentre mancano i soggetti di Maria e delle persone sante.

Iefte
Le opere principali sono Jephte (" Jefta "), che oltre alla persona del titolo ha una Figlia, un Narratore e due echi, e Jonas e Judicium extremum , che durano circa 20-25 minuti e sono state composte non oltre il 1650 circa. Sono opere drammatiche ed espressive, anche se abbandonate alla teatralità (a volte si praticavano costumi e recitazione blanda). Il narratore ( testo o historicus ) e il coro giocano un ruolo centrale, con occasionali assoli o duetti che si avvicinano alle arie delle cantate.
Iefte inizia con la sezione del narratore che spiega la partenza di Iefte contro gli ammoniti. Dopo aver vinto la guerra, la gioiosa Iefte si presenta alla sua porta per incontrare sua figlia che canta e balla, provocando una tragedia. Alla fine, la figlia si lamenta del suo destino mentre gli echi rispondono alla denuncia, e il coro finale si unisce ancora al dolore nello stesso modo, ad esempio, nelle opere di Blow e Purcell.

Jephte

I. HISTORICUS (Altus solo)
Cum vocasset in proelium filios
Israel rex filiorum Ammon,
et verbis Jephte acquiescere noluisset,
factus est super Jephte Spiritus Domini
et progressus ad filios Ammon
votum vovit Domini dicens:

II. JEPHTE (Tenor solo)
“Si tradiderit Dominus filios Ammon
in manus meas, quicumque primus
de domo mea occurrerit mihi,
offeram illum Domino in holocaustum.”

IX. HISTORICUS (Basso solo)
Cum autem victor Jephte in domum suam,
reverteretur, occurrens ei unigenita filia sua,
cum tympanis et choris praecinebat:

X. FILIA
“Incipite in tympanis, et psallite in cymbalis.
Hymnum cantemus Domino,
et modulemur canticum.
Laudemus regem coelitum,
laudemus belli principem,
qui filiorum Israel victorem ducem reddidit.”

XXIII. FILIA/ECCHO
“Plorate colles, dolete montes,
et in afflictione cordis mei ululate!
Ululate!
Ecce moriar virgo et non potero
morte mea meis filiis consolari,
ingemiscite silvae, fontes et flumina,
in interitu virginis lachrimate!
Lachrimate!

con traduzione in italiano


I. HISTORICUS (Altus Solo)
Cum vocasset in proelium filios / Non appena chiamò alla guerra i figli
Israel rex filiorum Ammon / di Israele, il Re dei figli di Ammon,
tu Verbis Jephte acquiescere noluisset, /non volle ascoltare le parole di Jephte.
factus est super Jephte Spiritus Domini / Lo Spirito del Signore scese su Jephte
et progressus ad filios Ammon / e andò contro i figli di Ammon
Votum vovit Domini dicens: / il Signore disse:

II. JEPHTE (Tenor Solo)
“Si tradiderit Dominus filios Ammon /” Se conduci i figli di Ammon
in manus meas, quicumque Primus / nelle mie mani, chiunque per primo
de Domo mea occorrerit mihi, / verrà alla mia porta contro di me,
offeram illum Domino in holocaustum. ”/ Lo offrirò in sacrificio al Signore. ”

IX. HISTORICUS (Basso Solo)
Cum autem victor Jephte in domum suam / Quando il vittorioso Jephte tornò a casa, il
reverteretur, occorrerens not unigenita filia sua, / si precipitò contro di lui la sua unica figlia
cum tympanis et Choris praecinebat: / con il tamburo che suonava e danzava:

X. FILIA
“Incipite in tympanis, et Psallite in cymbalis./ Batti il ??tamburo e suona i cembali.
Hymnum cantemus Domino, /Cantiamo un inno di lode al Signore
et modulemur canticum./e facciamo un canto.
Laudemus Regem coelitum, / Lodiamo il regno dei cieli
Laudemus belli principem, / Lodiamo il principe della guerra,
qui filiorum Israel victorem ducem reddidit.” / che conduce i figli di Israele alla vittoria

XXIII. FILIA / ECHO
“Plorate colles, dolete Montes, / Piangete le colline, doletevi montagne,
et in afflictione cordis Mei ululate! / Ulrlate il mio dolore
Ulula! / Urlate!
Ecce virgo moriar et non foxhole / Così muore la vergine e non posso
morte mea filiis meis Consolare, / la morte del miei figli essere consolata,
ingemiscite silvae, fontes et flumina, / doletevi foreste, sorgenti e ruscelli,
in interitu Virginis lachrimate! / nel pianto per la morte della vergine!
Lacrimate! / Piangete!





PAVIA BAROCCA 2021
PER LONGUM SILENTIUM VENIMUS

PROGRAMMA DELLA STAGIONE

 


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Gabriel Belkheiri Garcia del Pozo, tenore, flauto

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Gabriel Belkheiri Garcia del Pozo, tenore

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Samuel Tapia Soler contre-ténor

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Valentín Miralles Guardiola - basso

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Note:

Per informazioni 0382 3786266 – biglietteria@ghislieri.it

ATTENZIONE: Il concerto, inizialmente previsto presso il Cortile del Castello Visconteo a Pavia, si è tenuto, sempre alle ore 20:00 presso l’AULA MAGNA DEL COLLEGIO GHISLIERI, in Piazza Ghislieri 5, Pavia

Pavia Barocca è realizzata d’intesa e con il contributo del Comune di Pavia e si svolgerà nell’ambito di “La città come palcoscenico”.  La rassegna si sposta dal Castello Visconteo alla aula magna del Ghislieri con “Sacre Passioni”, un programma dedicato alla nascita dell’oratorio, con opere sacre di Carissimi e Charpentier. Sul palco gli strumentisti e le voci dell’Accademia Barocca Eeemerging+, diretta per l’occasione dal direttore francese Geoffrey Jourdain, fondatore di Les Cris de Paris. Un progetto che da ormai diversi anni, grazie alla rete di collaborazioni internazionali del Ghislieri, porta a Pavia i migliori giovani musicisti europei della nuova generazione barocca.

vedi https://www.ghislieri.it/evento/pavia-barocca-sacre-passioni/


 

BAROCCA EEEMERGING+

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Realizzato d’intesa e con il contributo del Comune di Pavia.
Nell’ ambito di "La città come palcoscenico’.
Una produzione del Centre culturel de rencontre d’Ambronay.
Con il supporto dell’ Istituto Francese.
Nell’ambito del Progetto eeemerging+, co-finanziato dal programma dell’ Unione Europea Creative Europe.
Per assistere ai concerti è obbligatorio l’ uso della mascherina.

Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ1000
20 Megapixel, Zoom 42X, 1600-3200 ISO, LCD ad Angolazione Variabile e rigorosamente non hanno subito nessuna post elaborazione.


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