Programma:
Giovedì 16 Novembre 2017 ore 20.30
Venerdì 17 Novembre 2017 ore 20.30
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo
Posto unico € 35 - Ridotto € 25/15
Erdmann Nosferatu
con proiezione del film di Friedrich Murnau
Composizione 2008 (liberamente adattata dall'opera Der Vampyr di
H. A. Merschner del 1828)
Edizione New Zealand Film Festival Trust
Durata (Film)94'
Organico 2 flauti. 2 oboi, 2 clarinetti, 3 fagotti; 4 corni, 2
trombe, 3 tromboni; timpani; organo; archi
Note dal Programma di Sala
Il modernismo "vintage" della colonna sonora di Nosferatu
di Roberto Pugliese Colonnesonore.net
Nel decennio che precede la nascita del cinema sonoro (1917 -
1927) il ruolo della musica sullo schermo travalica la semplice
necessità di colmare un vuoto, di coprire rumori esterni o di
surrogare un "gap" drammaturgico avvertito da subito come
insostenibile. Nella stagione aurea del muto alla musica e a(
compositori spetta il compito storico di elaborare non solo sul
piano della pratica ma anche e soprattutto su quello teorico un
profilo di pensiero cinemusicale, un apparato di soluzioni e di
riferimenti, una griglia di situazioni e di atmosfere, insomma un
sistema che possa servire da base in futuro per gli sviluppi e le
potenzialità di un linguaggio - la musica per film - che si
appresta a mettere m atto la più potente sinergia di arti (cinema
e musica) nonché a creare una delle forme di espressione più
complesse e alte del Ventesimo Secolo.
Ne consegue che i musicisti attivi in questo periodo (e sono
moltissimi), principalmente ma non solo europei, oltre alla
pratica compositiva -che rivela ovvie e forti influenze desunte
dal tardoromanticismo mitteleuropeo e ignora quasi del tutto le
conquiste delle avanguardie- si trovano quasi naturalmente
obbligati a mettere a punto anche una parte teorica che spesso si
trasforma m autentica manualistica, ossia m un repertorio di tòpos,
di climi psicologici e circostanze drammaturgiche che sembrano
preludiare a quelle che saranno poi le libraries hollywoodiane
custodite nei dipartimenti musicali degli Studios.
Il vicentino Giuseppe Becce (1877 - 1973) è forse la più nota di
queste figure, grazie al suo enorme lavoro di compilazione e
individuazione di situazioni, riferimenti e reperton musicali
culminato dapprima nella "Kinothek" pubblicata a partire dal 1919,
e successivamente nel '27, con il sonoro già alle porte, nel "Allgemeines
Handbuch der Film-Musik", quest'ultima realizzato in tandem con
Hans Timotheus Guckel (1882 - 1942), più noto come Hans Erdmann.
Costui però, come e più di Becce, affiancò a quella di teorico
anche un'intensa attività di compositore, oltre che di giornalista
e docente. Nato in Slesia, violinista provetto e insegnante di
conservatorio, Erdmann era un musicista fortemente ancorato alla
tradizione viennese e al sinfonismo postwagnenano di suoi
contemporanei come Richard Strauss, e probabilmente solo la sua
scomparsa relativamente prematura gli impedì di intraprendere una
più lunga e fruttuosa carriera nel mondo della
musica per il grande schermo.
Fece in tempo infatti a lasciare solo un pugno di titoli, pur se
legati alla stagione più fulgida del cinema espressionista tedesco
e ai suoi grandi protagonisti, come Friedrich Wilhelm Murnau e
Fritz Lang (per il quale musicò il secondo capitolo della saga
dedicata al dottor Mabuse, Il testamento del dottar Mabuse, 1933).
Ma è sicuramente con la partitura per Nosferatu, eine Symphonie
des Grauens (Nosferatu, una sinfonia dell'orrore), del 1922, che
Erdmann attinge la piena notorietà come specialista del genere e
segna una delle tappe fondamentali nella storia dell'alierà
nascente musica per il cinema. L'impressionante lavoro sinfonico
di Erdmann, attentamente ricostruito dalla musicologa Gillian B.
Anderson che ne ha anche diretto per la RCa una prestigiosa
edizione discografica sul podio della Brandenburg Philharmonic
Orchestra, svela immediatamente una delle caratteristiche che
accompagnano tutta la produzione musicale di questo periodo, e a
suo tempo così ben individuata da Sergio Miceli nel suo "Musica
per film" (Ricordi, 2009): ossia il divario enorme che esisteva
tra le spinte di innovazione e di sperimentazione linguistica dei
registi (particolarmente accentuati in Nosferatu e nelle sue
soluzioni visionarie) e l'impianto complessivamente tradizionale o
addirittura retro cui sembrano ancorati i compositori: il che
spiega anche la quantità dei successivi esperimenti di
sonorizzazione musicale attuati da altri musicisti sugli stessi
titoli (si pensi allo stesso Nosferatu, o a Metropolis di Lang e
La corazzata Potemkin di Ejzenstein...).
Non è un caso che per il film di Murnau la partitura originale di
Erdmann fosse preludiata (come da prassi del tempo) dall'Ouverture
dell'opera - tematicamente coerente - "Der Vampyr" (1828) di
Heinrich Marschner, compositore tedesco romantico minore del primo
Ottocento.
Eppure nello score erdmanniano si agitano e ribollono idee che
verranno messe a frutto da molti compositori hollywoodiani
posteriori: i colori della partitura sono accesi, a tratti
violenti, ma il tematismo è ridotto all'osso (un leit-motiv secco
e breve per il vampiro, un tema più fluido per i suoi
antagonisti), i riferimenti classici da Beethoven a Wagner
talmente evidenti da risultare citazionistici e alcune situazioni,
come quella canonica del temporale, affidate ad una tradizione che
va da Rossini a Beethoven, da Verdi a Strauss.
La strumentazione sfoggia una ricchezza debordante ed una sapienza
inusitata, e la continua mutevolezza dei toni - da cupissimi
effetti horror ancor oggi
impressionanti alle idilliache parentesi sentimentali o umonstiche
- insegue il racconto con puntigliosa adesione e andamento
disinvoltamente rapsodico.
In sintesi, è come se Erdmann applicasse a se stesso per primo,
enfatizzandone ed esaltandone ogni aspetto, proprio quella somma
di regole e di "istruzioni per l'uso" teoriche elaborate in sede
di manualistica: con un risultato che alle orecchie dei
contemporanei suona nello stesso tempo irresistibilmente "vintage"
e sorprendentemente moderno.
(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari
apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3).