Programma:
Wolfgang Amadeus Mozart
Il Flauto Magico, Ouverture
Silvia Colasanti
Orfeo. Flebile queritur lyra
Wolfgang Amadeus Mozart
Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550
Maddalena Crippa, una delle più raffinate attrici
italiane, torna all'Auditorium di Milano nella veste di narratrice per
dare voce alle suggestioni musicali del melologo di Silvia Colasanti
Orfeo. Flebile queritur lyra: ispirandosi alle Metamorfosi ovidiane,
la compositrice italiana avvolge la leggendaria e commovente figura
del cantore greco in una sorprendente strumentazione contemporanea.
Ad incastonare questo capolavoro contemporaneo due delle più amate
pagine sinfoniche di Mozart: l'Ouverture de Il Flauto Magico e
Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550 affidate alla bacchetta di Patrick
Fournillier.
(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari
apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3).
Note dal programma di sala
Orfeo. Flebile queritur lyra
Per voce recitante e piccola orchestra
di Silvia Colasanti
“La storia di Orfeo ci commuove perché è la storia di un fallimento,
del meraviglioso tentativo di conciliare fra loro le due misteriose
forze primordiali dell´esistenza umana, l´amore e il suo doppio, la
morte. L´amore è di volta in volta follia - che spinge il pastore
Aristeo a causare la morte di Euridice, Orfeo ad essere sprezzante
perfino dell´oltretomba e a rifiutare tutte le altre donne in segno di
fedeltà assoluta alla donna perduta -, estasi e sofferenza, ma anche
esperienza voluttuosa - da vivere o da rimpiangere - desiderio,
possibilità di ritrovarsi. Amore come antidoto alla morte. La morte è
nemico da sconfiggere, traguardo raggiungibile solo in parte: il poeta
riuscirà a vincerla e a far trionfare la resurrezione, ma soltanto una
volta, la seconda non sarà più possibile, non per l´inefficacia dell´accorato
canto, ma per l´inesorabilità del destino. Accanto a questo, il mito
solleva gli antichi temi cari da sempre all´uomo di oggi: la caducità
della vita e l´eternità dell´arte, la possibilità di convivere con il
dolore attraverso la musica, il potere della poesia, l´arte come
espressione della realtà e scontro fra realtà e immaginazione, infine
lo straordinario legame tra uomo e natura. Orfeo è un eroe moderno,
umano e fragile, che non sapendo resistere alla propria passione, si
volta verso Euridice, rompendo l´incantesimo con la sua disubbidienza.
Un eroe dunque lontano da perfezione e razionalità, che subisce la
duplice tortura di non potersi voltare a guardare l´amata, calmando il
timore nato dal grande desiderio, e quella, forse, di essere stato
ingannato fin dall´inizio. Infatti, seppure offuscato dalla follia
d´amore, il poeta è consapevole fin dal principio di aver perduto per
sempre Euridice e di non poterla strappare definitivamente al mondo
delle ombre. Non potendo riaverla, dunque, il suo canto d´amore sarà
pure già lamento di morte.
Il lavoro Orfeo. Flebile queritur lyra., nato come un ‘concerto’ per
voce e ensemble, è qui presentato in una nuova versione per voce e
piccola orchestra. La musica ha una funzione drammaturgica molto
intensa, la funzione cioè di esprimere uno stato primordiale del
pensiero, quando questo non è già pensare, ma è ancora sentire. In
determinati momenti i suoni amplificano il significato del testo o ne
sottolineano alcuni tratti, in altri vanno ad esprimere qualcosa che
non viene neanche detto con le parole. Proprio per questo se a volte
la musica convive con la parola, altre volte è sola. Nella salita di
Orfeo dagli Inferi c´è una zona esclusivamente strumentale per
esprimere la sospensione tra il bisogno passionale di sapere e il
freno razionale del tabù, seguita da un´altra sezione musicale -
interamente costruita sulla rivisitazione dell´aria che Monteverdi
utilizza nello stesso momento dell´opera, qui affidata ad un
clarinetto posizionato dietro al pubblico - per raccontare la gioia e
il dolore di Euridice nel vedere il volto di Orfeo. La sola musica
sostituisce più avanti le storie cantate da Orfeo dopo il suo ritorno
dagli Inferi, o ancora nel finale evoca la morte violenta del poeta ad
opera delle Baccanti, la sua sofferenza e insieme il suo desiderio di
rincontrare l´amata, la sua definitiva discesa nell´Ade. Qui Ovidio ci
offre un’immagine meravigliosa: quella del capo e della lira di Orfeo
che, trascinati dal fiume, ancora cantano, e la natura sembra
rispondere a questi suoni attraverso un diverso canto dell´acqua e
delle rive”.