Programma:
John Axelrod dirige laVerdi nei Carmina Burana di
Orff e ne I tiri burloni di Strauss. E ancora in una prima assoluta di
Massimo Botter, guest star il percussionista italo-francese Claudio
Bettinelli
Les Jeux d'Arlequin di Massimo Botter
Till Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri burloni
di Till Eulenspiegel) di Richard Strauss
Carmina Burana di Carl Orff
Si apre il periodo estivo de laVerdi, con 12
programmi sinfonici in calendario due volte alla settimana ogni
giovedì (ore 20.30) e domenica (ore 18.00), dal 18 giugno al 6
settembre.
Il primo appuntamento, giovedì 18 (ore 20.30) e domenica 21 giugno
(ore 18.00), non poteva che riservare al pubblico dell’Auditorium di
Milano una “ricetta” davvero speciale. Sotto la guida di John Axelrod,
infatti, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi ripropone un
grande classico del Novecento: i Carmina Burana di Carl Orff, che
mancavano da quattro anni dalla sala di largo Mahler. Sul palco, anche
Coro Sinfonico e Coro di Voci bianche, rispettivamente diretti da
Erina Gambarini e Maria Teresa Tramontin, oltre ai solisti Giuliana
Gianfaldoni (soprano), Filippo Mineccia (controtenore), Christian Senn
(baritono) .
Ad affiancare il capolavoro di Orff, oltre al poema sinfonico Till
Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri burloni di Till Eulenspiegel)
di Richard Strauss (altro grande bavarese), una prima assoluta
commissione de laVerdi: Les Jeux d'Arlequin del lombardo Massimo
Botter, che vedrà salire sul palco dell’Auditorium, per questa
première, il percussionista italo-francese Claudio Bettinelli.
Programma
Till Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri
burloni di Till Eulenspiegel) è un poema sinfonico di Richard Strauss,
composto tra il 1894 e il 1895. Racconta gli scherzi e le avventure di
un personaggio di fantasia molto popolare in Germania, Till
Eulenspiegel. I due temi che rappresentano Till sono interpretati dal
corno e dal clarinetto: il tema del primo è una melodia che procede
cadenzata fino al suo culmine per poi ricadere e terminare in tre note
lunghe e forti, decrescenti in scala; il tema del clarinetto è invece
più complesso, come a suggerire un burlone intento a preparare i suoi
scherzi.
Les Jeux d'Arlequin di Massimo Botter è una creazione nata dopo
aver incontrato Claudio Bettinelli percussionista italo-francese
membro dell'Ensemble Orchestral Contemporain. Nel 2010 infatti una
collaborazione con loro, in occasione dell'esecuzione di un altro mio
brano, mi portò a conoscere questo "pirotecnico" percussionista il
quale mi propose di vedere, studiare le sue tavole e lavorare insieme
per creare qualcosa intorno a questi strumenti piccoli, medi, grandi,
terribilmente affascinanti. Da qui nacque il primo brano (commissione
dell'EOC), Las Tablas, per percussione e 15 strumenti in cui vi è una
grande interazione fra il solista e microgruppi interni all'ensemble
stesso.
Non paghi, dopo un lavoro così complesso, ci si è lanciati nel secondo
progetto, cioè lo sviluppo di un nuovo brano per grande orchestra di
maggior durata e respiro: Les Jeux d'Arlequin appunto. Ciò ha portato
ad una composizione completamente differente dalla precedente, nella
quale il percussionista quasi non interagisce con le "famiglie o i
singoli" ma assume il ruolo di solista puro con degli "a solo" simili
alle cadenze dei grandi concerti per pianoforte o per violino e
orchestra.
di Massimo Botter
I Carmina Burana di Carl Orff guardano indietro ad epoche
passate, al Medioevo dei clerici vagantes e degli studenti goliardi, a
spasso per l’Europa, a fare da sfondo a questo affresco sinfonico
corale scritto da Orff tra il 1935 e il 1936. I Carmina Burana erano
in origine una collezione di poesie medievali raccolte nel manoscritto
Codex burnus, probabilmente redatto fra il 1220 e il 1250 in un
territorio di lingua bavarese. I temi erano ispirati al gusto
goliardico per l’irrisione, per gli inni bacchici, per la carica
erotica e per la parodia blasfema come rifiuto della ricchezza terrena
e condanna delle gerarchie ecclesiastiche, così lontane dalla
spiritualità.
Avvalendosi della collaborazione dell’archi¬vista e latinista Michel
Hoffmann, Orff operò una selezione e una riduzione e montaggio dei
testi, in latino, francese antico e tedesco medievale . Il risultato
fu un libretto di cantata completamente nuovo per struttura ed espres¬sione,
musicato poi con estrema rapidità. Il successo della prima
(Francoforte, 8 giugno 1937) fu strepitoso, nonostante la stroncatura
dei critici del regime nazista, e praticamente continua a tutt’oggi.
Preceduto da un prologo – la celebre invocazione di Fortuna signora
del mondo – che viene ripreso anche alla fine della composizione,
l’opera-oratorio è organizzato in tre parti, che trattano ognuna un
tema della composita raccolta di canti: nella prima parte Prime vere
la primavera e la natura, nella seconda In taberna il vino, e nella
terza Cour d’amour l’amore. L’arcaismo armonico, il nutrito numero di
strumenti a percussione, i ritmi incisivi alternati a parti di
maggiore lirismo contribuiscono non poco a trascinare e coinvolgere
l’ascoltatore.
(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari
apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3).