Liederiadi2014/15

 

Palazzina Liberty - Milano

Festival Liederiadi VIII°stagione 2014/2015


Domenica 8 marzo 2015 ore 10.45
L'ESILIO
Omaggio a
Mario Castelnuovo-Tedesco


The Divan of Moses-Ibn-Ezra
ciclo di songs per tenore e chitarra op.207
Mirko Guadagnini - tenore
Angelo Colone - chitarra


VOLVER
Pastiche in forma scenica
(Romancero gitano - Canciones di De Falla e Obradors)
INTENDE VOCI CHORUS
Oksana Lazareva - contralto e regista
Nicola Jappelli - chitarra
Giorgio Valerio - baritono
Manuel Epis - tenore
Graziella Tiboni - soprano
Ilaria Molinari - mezzosoprano
Claudia Cigala - mezzosoprano
MIRKO GUADAGNINI direttore

Prossimi appuntamenti:
Domenica 19 aprile 2015 ore 11
In collaborazione con il Festival di Rothenburg (Germania)
ROBERT SCHUMANN
Liederkreis op.39
Liederkreis op.24
Christoph Von Weitzel - baritono

Domenica 3 maggio 2015 ore 11
VARIAZIONI SULLA LIEDERISTICA
Bach/Busoni & Liszt/Schubert
per PIANO SOLO
Lied ohne Worte - Carlo Galante
Péchés de vieillesse - G. Rossini
Alessandro Marangoni - pianoforte


Ingresso 15 Euro, ridotto 12 euro

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Programma:

Omaggio a Mario Castelnuovo-Tedesco

VOLVER
Pastiche in forma scenica
(Romancero gitano - Canciones di De Falla e Obradors)

La storia abbraccia l’arco di solo una sola giornata, quel fatidico giorno nel 1945 in cui le donne spagnole aspettano la nave che riporta i soldati a casa dalla guerra che è ormai finita e civili ebrei sefarditi scampati dai campi di concentramento nazisti. Un inno gioioso di pace, di amore e di speranza ispirato dalla musica gioiosa di Castelnuovo-Tedesco, la regia geniale di Oksana Lazareva e il coro INTENDE VOCI protagonista insieme al chitarrista Nicola Jappelli.

Sinopsi
La storia si svolge nell'arco di una sola giornata: a guerra ormai finita, le donne di un paese mediterraneo aspettano la nave che riporta a casa non solo i soldati ma anche alcuni deportati ebrei scampati ai lager nazisti. Il rientro dei propri cari genera euforia ma anche disperazione nel momento in cui si realizza la drammatica conta dei morti: accanto a coloro che vengono rimpatriati sani e salvi sono molti coloro che non torneranno. Il senso di lutto aleggia sulla prima parte della vicenda e culmina con la figura della protagonista che, dopo aver perso il figlioletto di stenti, realizza di aver perso anche il suo uomo, morto in un campo di sterminio. Eppure, proprio in fondo all'anima di quegli esseri umani che parevano annientati da un dolore collettivo indicibile, ecco germogliare il seme della speranza. Un abbraccio, un legame rinsaldato, il pane condiviso, i bambini. L'atmosfera si fa meno cupa, timidamente ma inesorabilmente la vita ha il sopravvento sulla morte. Un fremito di energia rinnovatrice sembra nascere dalle tenebre e il groviglio di orrori si scioglie nel dinamismo del canto e della danza, in un crescendo liberatorio di voci e suoni ormai proiettati in una dimensione di festosa levità.

The Divan of Moses-Ibn-Ezra
Nato nel 1055 a Granada, Moses Ibn Ezra crebbe nella Spagna di Al-Andalus, in un periodo di grande dinamismo culturale per la comunità ebraica sefardita, determinato dal forte inserimento all’interno del mondo islamico. Nell’ambiente culturale del suo tempo, l’incontro con l’arabo, così simile sotto il profilo linguistico all’ebraico, aveva determinato il fiorire di una letteratura filosofica, esegetica e scientifica redatta in giudeo-arabo.
ma non riuscì mai a sentirsi a casa nella Spagna cristiana. Ed è proprio la tematica dell’abbandono della propria terra, dell’ «ebreo errante», ad avvicinare - forse - Ibn Ezra al compositore fiorentino Mario Castelnuovo-Tedesco, costretto a fuggire negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni, e che scelse nel 1966 di tradurre in musica uno dei lavori più noti di Ibn Ezra, il Diwan. Si tratta di una raccolta di 300 poesie (il termine “Diwan” in arabo significa canzoniere), la prima parte incentrata su tematiche “secolari” e una seconda parte di liriche sacre, le note selichot. I temi che vengono trattati sono l’amore, il vino e la canzone; la bellezza della vita di campagna; la lontananza dall’amore; l’infedeltà di alcuni amici; la vecchiaia; le vicissitudini della sorte e la morte; la fiducia in Dio e la gloria della poesia. Il sentimento di nostalgia, lontananza, “autunnale” tipico della poesia di Moses emerge in modo particolare nel tema della lontananza dall’amore, legato indissolubilmente a quello dell’esilio e trova la spiegazione nelle vicende biografiche di Ibn Ezra. Profondi dissidi con la sua famiglia, dovuto ad una presunta relazione con la propria nipote, che però venne data in moglie proprio ad uno dei suoi fratelli e morì di parto in giovane età, determinarono la causa della sua fuga da Granada a Castile.

Questo incontro avviene anche sul piano poetico, testimoniato dall’adozione dei metri arabi e del sistema di versificazione arabo nella letteratura sefardita. E’ una scelta tipica della poesia ebraica nel periodo andaluso, seguita anche dal più noto Judah Ha Levi (1075-1141), considerato il più grande poeta ebreo del Medioevo, grande amico di Moses Ibn Ezra. In un suo trattato di poetica, Ibn Ezra difende la scelta poetica che il nuovo ambiente venutosi a delineare guarda con sospetto, affermando la superiorità della poesia ebraica in stile arabo. Nonostante queste scelte stilistiche, Moses Ibn Ezra rimane un autore profondamente, intimamente ebreo. L’ebraicità di Moses-Ibn-Ezra si percepisce anche in uno dei caratteri distintivi della sua poesia, ossia la permanenza di un costante sentimento di nostalgia, malinconia. Si tratta di un sentimento alimentato dalle sue vicissitudini biografiche: costretto a fuggire dalla propria città a causa dell’invasione di Granada da parte degli Almoravidi, anche Moses Ibn Ezra conobbe l’esperienza dell’esilio,
Il ricordo dell’amore per questa ragazza, di cui sono state trovate testimonianze nella corrispondenza con l’amico Judah Ha-Levi, dev’essere rimasto impresso a lungo nella vita e nel pensiero di Moses, tanto da spingerlo, forse, a scrivere un’elegia in occasione della morte della nipote talmente struggente da essere infine perdonato dai propri fratelli . La separazione dalla propria famiglia e dai propri amici, oltre che dal proprio ambiente culturale, portarono in lui una sensazione di costante isolamento: «Dalle profondità abissali della mia fossa distante, da solo io grido, ma nessuno dà ascolto» , lamenta in una delle sue poesie. La sua fu una poesia raffinata, dolce e malinconica come l’autunno. [ di Maria Savigni by Liederiadi]


Seguono immagini della serata:

 

 

The Divan of Moses-Ibn-Ezra
ciclo di songs per tenore e chitarra op.207


Mirko Guadagnini - tenore


Angelo Colone - chitarra

 

 
 
 

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Pastiche in forma scenica
(Romancero gitano - Canciones di De Falla e Obradors)
INTENDE VOCI CHORUS

Oksana Lazareva - contralto e regista
Giorgio Valerio - baritono
Manuel Epis - tenore
Graziella Tiboni - soprano
Ilaria Molinari - mezzosoprano
Claudia Cigala - mezzosoprano
MIRKO GUADAGNINI direttore


Nicola Jappelli - chitarra
 

 


 

Lied & Wine
Stefano Milanesi, enologo di fama, ci farà degustare alla fine
del concerto di oggi uno dei suoi vini biologici di lusso.
 

www.stefanomilanesi.com



Note:

Per prenotazioni scrivere a liederiadi@libero.it
Palazzina Liberty Largo Marinai d'Italia - Milano
www.festival-liederiadi.it


 
 


 
   

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