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      Auditorium di Milano 
      Fondazione CariploStagione Sinfonica 2013-2014 
      “del Ventennale”
 Organizzato da
      LaVerdi Milano  domenica 
      29 dicembre 2013_12_29lunedì 30 dicembre 2013_12_30
 martedì 31 dicembre 2013_12_31
 mercoledì 1 gennaio 2014_01_01
 
 
      Beethoven Sinfonia n.9 
      ORCHESTRA SINFONICA GIUSEPPE VERDI MILANO 
      laVerdi e a Capodanno con il grande classico di sempre:la Nona Sinfonia supremo Inno alla Pace e alla Libertà
 Maida Hundeling, soprano
 Deborah Nansteel, mezzosoprano
 Gregory Warren, tenore
 Rudolf Rosen, baritono
 Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
 Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
 Direttore Zhang Xian
 Maestro del Coro Erina Gambarini
 
 
      Info artisti su concertodautunno-cur.blogspot.com:
 
 
       
        
        
       Special - 
        
       Fotoservizi pubblicati 
               Una stagione a "La Verdi - Milano" 
        
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          Programma:Quando la Nona fu eseguita per la prima volta a Vienna (al Teatro di 
          Porta Carinzia, il 7 maggio del 1824), la Capitale degli Asburgo venne 
          piacevolmente coinvolta in un appuntamento di cui si era persa da 
          tempo la consuetudine. In effetti, Ludwig van Beethoven non regalava 
          ai viennesi una nuova sinfonia da tempo immemorabile. L’ultimo lavoro 
          di questo genere uscito dalla sua penna era stato messo in cartellone 
          ormai una decina d’anni prima - esattamente il 27 febbraio 1814 - 
          quando l’Ottava aveva ottenuto un buon consenso di pubblico e qualche 
          segno d’incomprensione da parte della critica.
 La parziale incomprensione dell’Ottava non aveva certo impedito a 
          Beethoven di progettare nuove sinfonie, anche se il compositore parve 
          dedicarsi, per gli anni a seguire, con maggiore dedizione alla 
          cameristica, e in particolare all’amato pianoforte, consegnando alla 
          storia senza sosta una serie impressionante di capolavori.
 Ma certamente l’estrema sinfonia beethoveniana appare come 
          apportatrice di un’urgenza espressiva capace di trasferirsi in musica 
          con una forza inaudita. Attraverso l’uso del coro, infatti, la 
          partitura può trasmettere con maggiore energia un concetto filosofico, 
          un “programma” che diviene evidente e definitivamente riconoscibile 
          nell’Inno alla Gioia, testo amatissimo che il compositore tedesco 
          aveva progettato di mettere in musica verso per verso addirittura dal 
          1793. E così, alla “prima” viennese, accompagnata da un successo 
          enorme, il pubblico comprese appieno la portata del messaggio di 
          Beethoven, di quell’uomo burbero e scontroso che senza arrendersi alle 
          avversità aveva concepito in musica la rappresentazione di una 
          tensione illuministica finalizzata al raggiungimento della felicità 
          universale, condizione perseguibile nell’esaltazione della fratellanza 
          e nel sincero convincimento della presenza di una Bontà Celeste, di un 
          Essere Supremo che dal caos primordiale fonda un ordine morale a cui 
          ogni uomo è chiamato a contribuire, esercitando la virtù. Da quel 7 
          maggio del 1824 la Nona, pubblicata nel 1826 da Schott e dedicata A 
          Sua Maestà il Re di Prussia Federico Guglielmo III, non smetterà più 
          di circolare, di essere eseguita e di continuare a commuoverci, 
          simboleggiando con forza il testamento spirituale e la forza morale di 
          un uomo con pochi termini di paragone nell’intera storia della nostra 
          cultura.
 
 Seguono immagini della serata 
        di preparazione del concerto:   |  
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          |  |  Note: 
        Dopo il "tutto esaurito" per la "prima", 29 dicembre, 
        della Nona Sinfonia di Beethoven, eseguita dall'Orchestra Verdi diretta 
        da Zhang Xian all'Auditorium di Milano, il box office ha fatto segnare 
        il "sold out" anche per le repliche del 30 e 31 dicembre e mercoledì 1 
        gennaio.La "Nona", eseguita per il 15° anno consecutivo da laVerdi, si conferma 
        così l'evento clou del cartellone musicale e culturale milanese per 
        Capodanno.
 Giusto il tempo di festeggiare il Natale in famiglia. E poi il gran 
        finale, incastonato in un dicembre particolarmente denso di eventi per 
        laVerdi, dentro e fuori la “Casa della musica” - l’Auditorium di Milano 
        Fondazione Cariplo - con quello che ormai è diventato un vero e proprio 
        must nel panorama musicale milanese e nazionale: la Sinfonia n. 9 in Re 
        minore op. 125 per soli, coro e orchestra di Ludwig van Beethoven, 
        universalmente e più semplicemente conosciuta come la Nona, all’insegna 
        di una tradizione che “gemella” idealmente – nel segno della musica - 
        Milano, Vienna e New York.
 A poco più di un mese dalla doppia esecuzione della imponente Ottava 
        Sinfonia di Mahler, al MiCo di Fieramilanocity (sul podio il suo 
        direttore onorario, Riccardo Chailly), l’Orchestra Sinfonica di Milano 
        Giuseppe Verdi, per l’occasione guidata dalla bacchetta del suo 
        direttore musicale Zhang Xian, intonerà le trascinanti note del 
        capolavoro del genio di Bonn, culminante in quell’Inno alla Gioia (e 
        alla Libertà) che, come pochi altri brani nella storia, condensa in sé 
        gli stilemi della musica assoluta.
 Come vuole consolidata tradizione ormai da quindici stagioni 
        consecutive, la Nona sarà eseguita quattro volte a cavallo di Capodanno: 
        domenica 29 (ore 16.00), lunedì 30 (ore 20.30), martedì 31 dicembre (ore 
        20.00) 2013 e mercoledì 1 gennaio 2014 (ore 16.00), all’Auditorium di 
        largo Mahler.
 Sul palco, a completare uno scenario d’impatto inimitabile - con circa 
        200 persone tra musicisti e orchestrali - ci sarà, naturalmente, il Coro 
        Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, sotto la guida del Choir Master 
        Erina Gambarini.
 E, naturalmente, un parterre di solisti internazionale, composto da 
        Maida Hundeling (soprano), Deborah Nansteel (mezzosoprano), Gregory 
        Warren (tenore), Rudolf Rosen (basso).
 La tradizione che lega laVerdi alla Nona comincia nella stagione 
        1999/2000 (prima esecuzione all’Auditorium di Milano il 30 dicembre ’99, 
        Direttore Riccardo Chailly, Maestro del Coro Romano Gandolfi), per 
        proseguire fino a oggi, senza soluzione di continuità.
 (Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari 
        apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3,
        www.laverdi.org , biglietti euro 
        50,00/40,00/33,00/13,00).
 NOTE DI SALA: Quando la Nona fu eseguita per la prima volta a 
        Vienna (al Teatro di Porta Carinzia, il 7 maggio del 1824), la Capitale 
        degli Asburgo venne piacevolmente coinvolta in un appuntamento di cui si 
        era persa da tempo la consuetudine. In effetti, Ludwig van Beethoven non 
        regalava ai viennesi una nuova sinfonia da tempo immemorabile. L’ultimo 
        lavoro di questo genere uscito dalla sua penna era stato messo in 
        cartellone ormai una decina d’anni prima - esattamente il 27 febbraio 
        1814 - quando l’Ottava aveva ottenuto un buon consenso di pubblico e 
        qualche segno d’incomprensione da parte della critica. La parziale 
        incomprensione dell’Ottava non aveva certo impedito a Beethoven di 
        progettare nuove sinfonie, anche se il compositore parve dedicarsi, per 
        gli anni a seguire, con maggiore dedizione alla cameristica, e in 
        particolare all’amato pianoforte, consegnando alla storia senza sosta 
        una serie impressionante di capolavori. Ma certamente l’estrema sinfonia 
        beethoveniana appare come apportatrice di un’urgenza espressiva capace 
        di trasferirsi in musica con una forza inaudita. Attraverso l’uso del 
        coro, infatti, la partitura può trasmettere con maggiore energia un 
        concetto filosofico, un “programma” che diviene evidente e 
        definitivamente riconoscibile nell’Inno alla Gioia, testo amatissimo che 
        il compositore tedesco aveva progettato di mettere in musica verso per 
        verso addirittura dal 1793. E così, alla “prima” viennese, accompagnata 
        da un successo enorme, il pubblico comprese appieno la portata del 
        messaggio di Beethoven, di quell’uomo burbero e scontroso che senza 
        arrendersi alle avversità aveva concepito in musica la rappresentazione 
        di una tensione illuministica finalizzata al raggiungimento della 
        felicità universale, condizione perseguibile nell’esaltazione della 
        fratellanza e nel sincero convincimento della presenza di una Bontà 
        Celeste, di un Essere Supremo che dal caos primordiale fonda un ordine 
        morale a cui ogni uomo è chiamato a contribuire, esercitando la virtù. 
        Da quel 7 maggio del 1824 la Nona, pubblicata nel 1826 da Schott e 
        dedicata A Sua Maestà il Re di Prussia Federico Guglielmo III, non 
        smetterà più di circolare, di essere eseguita e di continuare a 
        commuoverci, simboleggiando con forza il testamento spirituale e la 
        forza morale di un uomo con pochi termini di paragone nell’intera storia 
        della nostra cultura. |  |