|  | Auditorium di MilanoFondazione Cariplo, largo Gustav Mahler
 
 giovedģ 31 gennaio 2013_01_31, ore 20.30
 venerdģ 1 febbraio 2013_02_01, ore 20
 domenica 3 febbraio 2013_02_03, ore 16
 A TUTTO DVORAK
 ORCHESTRA SINFONICA G.VERDI
 Luca Santaniello, violino
 Aldo Ceccato, direttore
 
      Il Primo Violino de laVerdi, Luca Santaniello, č il protagonista di questo 
      20° concerto della Stagione delaVerdi dedicato a Dvorįk, che vede il 
      ritorno sul palco dellAuditorium del Maestro Aldo Ceccato, grande 
      interprete riconosciuto internazionalmente del compositore boemo.
 Santaniello sarą impegnato nellesecuzione della Romanza in Fa minore per 
      violino e orchestra op.11 e di Mazurek in Mi minore per violino e 
      orchestra op.49.
 Sulla scia del progetto di esecuzione integrale dellopera sinfonica di 
      Dvorįk, avviato nella passata stagione sempre sotto la guida sicura del 
      Maestro Ceccato, completano il programma lOuverture da Husitską op.67 e 
      la Sinfonia n.5 in Fa maggiore op.76.
 Note: 
        Due protagonisti assoluti in questo concerto 
        all'Auditorium Verdi di Milano, direttore e solista, ovvero Aldo Ceccato 
        e Luca Santaniello al violino. Il programma omaggiava il compositore 
        boemo Antonin Dvorak attraverso quattro sue composizioni poco 
        conosciute. Una ouverture dove l'orchestra č curata con maestria e il 
        maestro Ceccato ne ha messo in luce tutte le dinamiche, un brano 
        singolare che sembra oscillare tra il poema sinfonico ed il balletto. 
        Seguivano due brani per orchestra e violino solista nei quali si č 
        apprezzata la bravura della spalla dell'orchestra Verdi, Luca 
        Santaniello. Romantico il primo pezzo, e pił brllante e folklorico il 
        secondo. Come Bis il concertista ha eseguito una Allemande di J.S.Bach.Chiudeva la Sinfonia n.5 che ha il numero esatto visto i problemi della 
        numerazione che spostano dal numero 9 al numero 5 molte volta quella 
        "dal nuovo mondo". Come parentela con la pił famosa rimane la bella 
        orchestrazione, il richiamo ad alcuni temi popolari e la buona 
        costruzione insieme ma non ha quel quid per conquistare immediatamente 
        la memoria uditiva del pubblico.
 |  |