Mercoledì 27 febbraio 2013 
        la Villa Naj Oleari (via Novara2, Magenta) ha ospitato il primo dei due 
        appuntamenti con "Il coro nell'opera verdiana", incontri formativi 
        tenuti dal Maestro Bruno Casoni, direttore del Coro del Teatro alla 
        Scala di Milano, sul ruolo e le caratteristiche corali nella produzione 
        del genio di Busseto. Il secondo appuntamento, sempre alla Villa Naj 
        Oleari, è previsto per mercoledì 3 aprile 2013. Le serate, con inizio 
        alle 21, sono a ingresso libero fino a esaurimento dei posti 
        disponibili.
        
        Le serate si inseriscono nel programma di incontri e percorsi di ascolto 
        "Musica in Villa 2013" promosso dall'associazione culturale Totem.
         
         
        Il M°Bruno Casoni ha 
        iniziato parlando di come si forma il "coro" per l'esecuzione di un 
        nuovo brano, dalla preparazione delle singole sezioni delle voci, al 
        mettere insieme le diverse sezioni, alla prova scenica con il regista e 
        poi al finale assestamento con l'orchestra.  Detto questo anche per 
        sfatare i commenti sulla professione del "corista" che ha giornate 
        piuttosto piene e ultimamente sempre più intense per preparare una 
        esecuzione, oggi come oggi, sempre più con un repertorio vario e in 
        lingue originali diverse.
         
         
        Grazie alla sua lunga ed 
        affermata carriera ha potuto arricchire il discorso sull'opera verdiana 
        con molti aneddoti legati ai nomi più illustri della lirica degli ultimi 
        50anni: Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Carlos Kleiber, Claudio Abbado 
        e l'indimenticabile Wolfgang Sawallish che è scomparso proprio in questi 
        giorni e con il quale ha lavorato sia in Scala che a Monaco.
         
         
        Ci ha raccontato l'emozione 
        della sua prima direzione del Coro della Scala quando, proveniente da 
        Cagliari, rimase meravigliato dalla preparazione e dalla bellezza di 
        questo insieme vocale "L'unico rammarico che ho avuto, diceva Claudio 
        Abbado, è stato che lasciando Milano non posso terminare l'integrale 
        delle opere di Verdi con Coro e Orchestra della Scala che sono unici al 
        mondo per la smagliante qualità che posso dare alle opere di Verdi".
         
         
        Molto simpatica anche la sua 
        esperienza giapponese con il coro di voci bianche della Bohème, che lo 
        preoccupava moltissimo, mentre invece il M°Kleiber che era alla 
        direzione si diverti tantissimo alla recita e tutto andò alla perfezione 
        anche se con una sola prova.
         
         
        Tra le pagine analizzate i 
        Quattro pezzi sacri, e cori da Nabucco e Aida.
         
         
        Ottima l'affluenza del 
        pubblico magentino che non ha perso l'occasione di ascoltare un grande 
        interprete della musica ma anche un concittadino.