|
Montaldeo, 15 luglio
2007
Comune di Montaldeo - Proloco di Montaldeo
Associazione Oltregiogo -Associazione Alto Monferrato
in collaborazione con l’Associazione Amici della Musica di Stazzano
Il Sindaco di
Montaldeo Antonello Pestarino
Il Presidente della Proloco di Montaldeo Vittorio Cucchi
Presentano
L’Opera in castello
Domenica 15 luglio 2007
Ore 21.15
Cortile superiore del castello D’Oria (in caso di pioggia presso il cinema parrocchiale)
"Le nozze di Figaro"
Dramma giocoso di W.A.Mozart
su libretto di Lorenzo Da Ponte
(selezione in forma scenica e costume)
Personaggi ed interpreti:
Figaro: Bruno Pestarino
Susanna: Naimana Casanova
La Contessa Rosina: Barbara Vignudelli
Il Conte d’Almaviva: Yiannis Vassilakis
Cherubino: Claudia
Cesarano – Marcellina: Raffaella Tassistro
Don Bartolo: Stefano Olcesi – Don Basilio: Gianni Maludrottu
Antonio: Gianluigi Repetto -
Voce recitante: Liliana Fantini
M° al pianoforte: Emanuele De Lucchi
Testo e regia di Bruno Pestarino
La manifestazione
non rientra quest'anno nel programma "Castelli aperti" organizzato dalla Provincia di Alessandria
ma nella rassegna "Castelli e vino"
INGRESSO GRATUITO
L'opera andrà in scena domenica 29 luglio 2007 alle 21:15 nel cortile di
Palazzo Merula a Vigevano (PV) per le manifestazioni organizzate dalla
Pro Loco
per la 10a Edizione di "Vigevano è"
“L’Opera in Castello” è una manifestazione culturale giunta alla
sua quarta edizione. Fiore all’occhiello degli eventi estivi
prodotti dal paese di Montaldeo, nasce nel 2004 per iniziativa di
Marchesi D’Oria, del Presidente della Pro Loco Vittorio Cucchi del
Baritono e regista Bruno Pestarino. La scommessa di una costante
evoluzione ha portato alcuni montaldesi intraprendenti ad unire le
proprie forze per la realizzazione di uno spettacolo lirico nella
suggestiva cornice scenografica del cortile superiore del castello
che ha visto, da subito, un’affluenza di pubblico superiore a
qualsiasi aspettativa. La realizzazione dell’opera vede ogni anno
impegnati giovani artisti italiani e stranieri che, nonostante i
loro numerosi impegni, trovano il tempo per dedicarsi alla
sperimentazione di un modo alternativo per la realizzazione
dell’evento lirico. L’assenza dell’orchestra, per esempio, pur
penalizzando lo spettacolo nella sua completezza, lo agevola
tuttavia nella fruizione da parte dello spettatore “profano”
avvicinandolo fisicamente all’ “attore lirico” e rendendolo
maggiormente partecipe delle sue emozioni. La realizzazione di una
regia estremamente espressiva e coinvolgente concepita con il
metodo del teatro d’improvvisazione, nonché lo “snellimento
intelligente” della partitura, sostituita qua e là da brani di
prosa originali, dispongono il lavoro ad efficace intermediario
verso i grandi teatri lirici, templi dell’immaginario e baluardi
della nostra cultura. L’obiettivo principale resta, comunque, la
valorizzazione territoriale attraverso la cultura dello
spettacolo, intesa come compensazione o complemento del luogo di
interesse pubblico e motore del turismo, la più grande ed
inesauribile risorsa industriale d’Italia. L’ “Opera in Castello”,
seppur giovane è già stata ospitata del comune di Paese (TV) e
quest’anno verrà allestita anche per il Comune di Stazzano (AL)
collegando fra loro diverse realtà locali. Bruno Pestarino
|
|
|
|
Se vuol ballare signor Contino
La vendetta è un piacer ..
Se tutto il codice dovessi leggere
Via resti servita madama brillante
Non so più cosa sono cosa faccio
Che dicon tutti !!!
Scopro il paggio!!!
Non più andrai farfallone amoroso..
Dove sono i bei momenti
|
Riconosci questo foglio...
Sono io stesso saltato di li e saltando mi son rotto l'osso del pie
|
|
|
Dunque verrai?? SI!!! Non mancherai ?? NO!!!! |
H
Hai già vinto la causa!!
Questo tatuaggio ... Una spatola!!!
Egli è .... Raffaello !!!
E questo è tuo padre e te lo dirà..
Prendi questo ....
E questa è mia madre e te lo dirà
Canzonetta sull'aria "Che soave zefiretto"
Oh mani graziosissime...
No! No! Che io per leggere colà non voglio entrar....
Riconobbi la voce che adoro
Consoliamo il bizzarro amator..
Contessa perdono !!!
Più docile io sono e dico di SI
|
Wolfgang Amadeus Mozart
Con il 2006 si sono conclusi i festeggiamenti per il
duecentocinquantesimo anniversario della nascita del compositore,
infatti Mozart nacque a Salisburgo il 27 gennaio del 1756. Mozart
non sarebbe mai stato Mozart se suo papà non fosse stato Leopold,
uno dei più importanti didatti del violino, figura austera fino
all’esasperazione egregiamente descritta da Milos Formann nel suo
famoso film “Amadeus” il quale tormentò probabilmente tutta la
vita il povero Wolfgang con la bacchetta del maestro severo e
l’intransigenza del padre rigoroso, facendo in modo che quella
scintilla innata nella famiglia non andasse dispersa.
Leopold introdusse il figlio nella società consumatrice di musica,
egli avrebbe preferito lo stipendio fisso dell’Arcivescovo
Colloredo, ma Wolfgang era troppo disordinato ed attratto dal
mondo, per fare il servo e decisamente propenso alla carriera del
libero professionista in contrapposizione per esempio ad un grande
musicista di corte come Haydn che pranzava in cucina con i
domestici dei principi Estherazy, dei quali fu servitore per quasi
tutta la sua esistenza.
Dunque libertà per Mozart, ma con la libertà l’insicurezza, i
debiti, la sregolatezza, la salute trascurata, il superlavoro, il
conflitto con gli altri musicisti, domestici di corte come Salieri
che stava a Mozart come Da Ponte stava a Metastasio.
Dopo una breve esistenza trascorsa fra riconoscimenti e ruzzoloni,
egli terminò la sua vita morendo di nefrite cronica, un cumulo di
non meglio identificate infezioni accumulate durante i viaggi per
i concerti di gioventù. Certamente l’ultimo scivolone lo fece
nella fossa comune del cimitero di S. Marx a Vienna, l’unica
sepoltura che il borsellino di Constanze, sua tenera mogliettina,
potesse permettersi. Il suo requiem, lo accompagnò incompiuto in
quella fossa….. la più bella creatura musicale mai concepita da
essere umano.
|
|
|
|
|
Lorenzo Da Ponte
Emanuele Conegliano, vero nome di Lorenzo Da Ponte, nacque a
Ceneda, l’odierna Vittorio Veneto “il giorno decimo di marzo”
dell’anno 1749, ricevette gli ordini sacri nel 1773 e da allora fu
conosciuto al mondo come l’Abate Da Ponte. Avventuriero e
libertino girò mezza Europa talora costretto ad abbandonare
rapidamente l’una o l’altra residenza per l’esito infausto di
qualche “machinazione” amorosa o finanziaria. Bandito da Venezia
esercitò la penna fra Gorizia, Dresda, Vienna, Londra, Bruxelles,
Trieste, ma soprattutto nella Capitale austriaca incontrò i suoi
più ampi consensi accompagnati da invidie e tradimenti dei quali
ci ha lasciato esauriente testimonianza nelle sue memorie. Egli
diede la parola alla musica di Mozart, Salieri, Martini, Martin y
Soler e molti altri. Suo amico fu Casanova, suo mecenate l’”Imperadore”
Giuseppe II° (anch’esso acutamente descritto da Milos Forman nel
suo Film), che gli assegnò la carica di Poeta dei Teatri
Imperiali.
Per curare un ascesso si fidò del consiglio di un rivale in amore
che gli fece cadere in 8 giorni 16 denti.
Nel 1819 riparò a New York dove intraprese la diffusione della
letteratura e della lingua italiana dedicandosi al commercio di
libri e a cenacoli letterari a casa sua, senza trascurare
l’educazione italiana delle fanciulle della buona borghesia
americana. Un bel giorno, già vecchio si rovesciò col suo carro
fracassandosi quasi tutte le ossa, ciò non gli impedì comunque di
dedicarsi ancora al teatro.
Nel 1832 convinse alcuni benemeriti e facoltosi cittadini a
finanziare la costruzione di quello che fu il primo teatro
dell’opera della città. Per l’inaugurazione fece venire
dall’Italia la compagnia dell’impresario Rivafinoli della quale
facevano parte il contralto Amelia Maroncelli Schneider e il di
lei marito Pietro Maroncelli, direttore del coro, reduce dallo
Spielberg.
Fra Da Ponte e Maroncelli si strinse una profonda amicizia che
durò fino alla morte del poeta. Al successo artistico, purtroppo,
non corrispose il risultato finanziario: il passivo fu di 29.175
dollari e 9 cents. Da Ponte pur non essendo personalmente esposto
coprì il debito di tasca sua con la vendita della sua raccolta di
libri italiani. La morte lo colse a New York nel 1838.
|
Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Pierre-Augustin Caron, terzo fra sei figli di un orologiaio ed
unico maschio, nasce a Parigi il 24 gennaio 1732. dopo aver
studiato tre anni in un collegio entra nella bottega del padre ma
è frequentemente distratto dal lavoro dalla bella compagnia e
dalla musica. Giovane e geniale artigiano riesce ad ottenere
l’attribuzione da parte dell’Accademia delle Scienze del brevetto
di un nuovo sistema di scappamento per gli orologi che nuovi e più
piccoli piacciono molto a corte e sono particolarmente apprezzati
da M.me Pompadour. Dal marito della sua futura moglie, M.me
Franquet, acquista una prima carica a corte e dalla dama medesima,
una volta rimasta vedova e sposatala, il nome di Beaumarchais da
una proprietà della signora della quale resta vedovo a sua volta
dopo pochi mesi. Ormai ben introdotto a corte, anche come
insegnante di arpa delle figlie di Luigi XV, inizia a scrivere i
suoi primi lavori importanti. Con l’aiuto di M.sieur Paris
Douverny, suo socio e ricchissimo finanziere, Pierre-Augustin
acquista la carica di Segretario del Re ed altre ancora. Gli
affari lo portano in Spagna dove si prende per amante la
bellissima marchesa De La Croix che cederà in seguito al re Carlo
III. Tornato in Francia continua le sue speculazioni finanziarie
che lo rendono sempre più ricco. Nel 1767 alla Comèdie va in scena
il suo primo dramma Eugénie nella cui edizione Beaumarchais
riprende la teoria drammaturgia del Diderot.
Nel 1768 sposa M.me Levèque, ricca vedova dalla quale ha un
figlio, Augustin. Dopo pochi mesi rimane di nuovo vedovo e poco
tempo dopo muore anche il bambino. Nel frattempo la fortuna , con
la morte del vecchio socio, gli volta le spalle ed inizia per lui
una serie di disavventure finanziarie e legali che lo portano a
scrivere le quattro Memoires, pamphlet superbamente scintillanti
di magistrale ironia verso il parlamento, che lo elevano a
campione della lotta ai soprusi. In quel periodo si vieta la
rappresentazione della sua commedia, prima della Trilogia, Il
Barbiere di Siviglia ed egli per rientrare nelle grazie del re
assume l’incarico di suo agente all’estero. Il Barbiere va
finalmente in scena fra i fischi della prima, egli lo rimaneggia e
nelle repliche ottiene un grande successo.
Perseguendo nella sua attività di agente segreto guida l’appoggio
della Francia agli insorti americani contro l’Inghilterra ed
infine è riabilitato in patria.
Nel 1777 Pierre-Augustin ha una figlia dalla sua amante
Marie-Thérèse Willermaulaz che sposerà nel 1786. Ancora nel ’77
organizza la Società degli Autori drammatici per la difesa dei
diritti d’autore. Nel 1780 fonda la Società Filosofica Letteraria
e Tipografica e pubblica l’opera completa di Voltaire morto due
anni prima. Nel 1781 il re legge Il Matrimonio di Figaro e ne
proibisce la rappresentazione che andrà in scena pubblicamente nel
1784 con esiti trionfali scatenando fitte polemiche nelle quali
Beaumarchais si getta con la consueta verve. Il re irritato dalle
dispute ordina l’incarcerazione di Pierre-Augustin che uscirà
dalla prigione in breve tempo e risarcito. Fonda con i fratelli
Périer, dopo essersi occupato di esperimenti aerostatici, la
Compagnia delle Acque di Parigi. Nel 1787 Antonio Salieri musica
la Tarare e l’autore del dramma da avvio alla costruzione di un
magnifico palazzo in Faoburg Saint-Antoine. Scoppia la Rivoluzione
e Beaumarchais si occupa di fornire armi all’esercito
repubblicano, occupazione che gli crea una vastità di problemi e
lo costringe a riparare all’estero ed a condurre un periodo di
stenti. Nel 1796 riesce a rientrare in Francia ed a veder
rappresentata con un buon successo La Madre Colpevole, terzo
episodio della Trilogia di Figaro.
Il 18 maggio 1799 muore nel sonno.
|
|
|
|
|