Concerti ed eventi: |
PALAZZO MERULA
Associazione
Pro Loco e Comune di Vigevano
Presentano
L’Opera in
corte
Domenica 29
luglio Ore 21.15
Cortile
Palazzo Merula
"Le nozze di Figaro"
Dramma giocoso
di W.A.Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte
(selezione in
forma scenica e costume)
Personaggi ed
interpreti:
Figaro: Bruno
Pestarino, baritono
Susanna: Naimana Casanova, soprano
Il Conte D’Almaviva: Yiannis Vassilakis, baritono
a Contessa Rosina: Barbara Vignudelli, soprano
Cherubino: Claudia Cesarano, soprano
Marcellina: Raffaella Tassistro, soprano
Don Bartolo: Stefano Olcese, basso
Don Basilio: Gianni Maludrottu, tenore
Antonio: Gianluigi Repetto, basso
La Contessa Rosina, Voce recitante Liliana Fantini Attrice
M° al
pianoforte: Emanuele De Lucchi
Testo e regia
di Bruno Pestarino
La
manifestazione rientra nel programma "Vigevano è"
organizzato
dalla Pro Lcco di Vigevano
Mario Mainino alle ore
21 proporrà una introduzione all'ascolto dell'opera.
INGRESSO
GRATUITO
L’Opera inserita nelle iniziative di “Vigevano è”
decima edizione è nuovo passo inoltrato sulla via della realizzazione
di un avvenimento intenso e denso di coinvolgimenti storici e sociali,
un passo sempre meno timido e ricco in se di un’audacia ispirata dalla
passione di alcuni che sono riusciti ad intravedere qualcosa che va
oltre le consuetudini. Così potremo vedere nella scenografia del
cortile di Palazzo Merula ambientarsi questo capolavoro della lirica
del ‘700, in un “contenitore ed amplificatore” della fantasia che a
poco a poco si materializza grazie all’amicizia e all’encomiabile
buona volontà di tanti artisti. Ed allora ecco delinearsi un valore
aggiunto al territorio colmo delle risorse d’un tempo, patrimonio che
oggi come non mai, necessita d’essere rivalutato: la creazione della
Cultura. Noi italiani siamo troppo avvezzi a vivere all’ombra di
manieri medievali, anfiteatri romani o contigui a tombe etrusche,
vivere accanto e dentro ad un bellissimo Castello Sforzesco, che
potrebbe essere il degno contenitore di grandi e meravigliosi
allestimenti, per avvertire profondamente la ricchezza che ci
circonda, e nel tempo questa singolare abitudine, che non trova eguale
in tutto il mondo, ci ha reso poco percepibile l’interesse desto
invece nelle civiltà che non possono vantare una tale sostanza. E’
cosi che oggi possiamo vedere gli sforzi di tanti piccoli paesi e
città d’Italia che a poco a poco trovano risorse spesso ignorate
all’interno della loro realtà rurale ed urbana, movendosi incontro a
quelle necessità turistiche che rappresentano un’industria
inesauribile, a patto che la si sappia conservare ed esaltare
attraverso la realizzazione e la promozione della Cultura. Ed allora
tutti noi che ci abbiamo creduto vogliamo augurarci che questa realtà
possa continuare e progredire ancora, accompagnata da altre iniziative
che riescano ad evocare nel “cittadino” e nel “foresto” una nuova
seduzione ad un antica forma di spettacolo ancora vitale e
coinvolgente anche per l’uomo del nostro secolo. Bruno Pestarino |
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Le Nozze di Figaro ovvero la folle giornata ..
o meglio ancora un esperimento ardito, quello di portare l’opera
lirica in una allesimento vocale e registico di ottimo livello, in un
contenitore inusuale come Palazzo Merula, confidando in diversi
fattori, dalla clemenza del tempo, alla partecipazione del pubblico,
distratto a volte da tante iniziative, alla risposta acustica della
sede che per la prima volta ospiterà un avvenimento del genere senza
il supporto di nessun tipo di amplificazione vocale per i cantanti. Le
Nozze di Mozart/Da Ponte sono un lavoro ancora apparentemente simile
ad una delle tante commedie buffe dove si narrano le storie di nobili
padroni e di servi e servette intriganti, ma la carica sovversiva di
Beumarchais, autore del dramma teatrale, era tale che non mancò di
portare legna al fuoco della imminente rivoluzione francese con la
palese sconfitta delle macchinazioni del Conte di Almaviva e la
vittoria del suo servo Figaro che sposa la sua Susanna, scampata al
ripristino del diritto della prima notte. Nella versione che vedremo i
quattro atti saranno eseguiti senza intervallo, in una versione
alleggerita di alcuni recitativi, sostituiti dalla voce recitante,
alter ego della Contessa Rosina. Non mancheremo di trovare però le
arie più famose, da “Se vuol ballare signor Contino”, a “Non so più
cosa son cosa faccio”, a “La vendetta”, a “Porgi amor”, all’aria del
Conte “Vedrò mentre io sospiro”, affascinanti duetti e funambolici
concertati. La trama in breve: Figaro e Susanna vogliono sposarsi, ma
il Conte, loro signore, vorrebbe molto volentieri togliersi un
capriccio con la Susannetta prima delle sue nozze e appoggia la causa
di Marcellina che ha un credito con Figaro, il quale aveva promesso
che se non fosse riuscito a saldarlo l’avrebbe sposata. Pericolo
scampato quando si scopre che Figaro in realtà è Raffaello, figlio
proprio di Marcellina e Don Bartolo ai quali era stato rapito. Non ci
sono più impedimenti al matrimonio, anzi saranno due quello di Figaro
con Susanna e di Marcellina con Don Bartolo. Ma nel corso dell’opera
vedremo anche i melanconici abbandoni della Contessa Rosina,
trascurata dal marito, per altro gelosissimo, che corre dietro alla
cameriera. I travestimenti per cogliere sul fatto il conte, prima del
paggio Cherubino, innammorato di tutte le donne del palazzo, poi di
Rosina e Susanna che si scambiano le vesti e nel buio delle notte in
giardino, tra schiaffi, baci ed abbracci e riconciliazioni
risolveranno finalmente la vicenda.
Mario Mainino |
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Fotoservizio di
Josè Lattari |
Figaro e Susanna
Madama Brillante....
Susanna
don Bartolo e Marcellina
Don Basilio, Marcellina e don Bartolo
Il Conte Almaviva e Susanna
Susanna e la Contessa Rosina
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Domenica 29 Luglio 2007 ore 17.00
ANGURIE e MELONI nella vecchia anguriera del sig.Sacchi
A cura di : Tavola (centro studi tradizioni alimentari
Vigevano e Lomellina)
(Foto Josè Lattari)
IL CENTRO STUDI TAVOLA A “VIGEVANO È” DEL 29 LUGLIO 2007
Rievocazione di un antico rito vigevanese e lomellino
nella giornata di domenica 29 luglio durante la manifestazione di
Vigevano è.
A Palazzo Merula il Centro studi TAVOLA ha ricostruito, con mezzi di
fortuna, una tradizionale anguriera.
A servire il ghiotto frutto era il signor Renzo Sacchi, che qualche
anno fa ha chiuso l’ultima vera anguriera di Vigevano, che si trovava
sulla circonvallazione esterna tra corso Genova e il Casello 10.
Più di 50 chili di anguria sono stati gustati e graditi da non meno di
600 persone che si sono accalcate per ricevere l’assaggio.
Una serie di poster illustrava, di anguria e melone, la storia, le
modalità di coltivazione, le caratteristiche botaniche.
Due di essi hanno particolarmente attratto l’attenzione dei
visitatori. Il primo che descriveva l’anguriera e lo spirito che il
semplice chiosco sprigionava. Il secondo che forniva le norme di bon
ton attualmente da rispettare, confrontandole con gli usi ruspanti di
degustazione presso i chioschi di molti anni fa.
Con questa manifestazione il Centro studi TAVOLA ha continuato il
percorso di rivalutazione delle antiche tradizioni e usi alimentari
della nostra terra. Ricordiamo alcuni argomenti precedentemente
trattati: le bottine, i persi in guà (che ora qualcuno definirebbe una
sangrilla alla vigevanese), cipolle di Breme, asparagi di Cilavegna,
fagioli borlotti di Vigevano (o di Gambolò?).
Il prossimo appuntamento dato da TAVOLA sarà il prossimo 30 settembre
su un tema interessante e piacevole “Michette e dolci” che presenterà
i prodotti da forno tipici della lomellina.
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Domenica 29 Luglio 2007 ore 18.00
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"Simpatici aneddoti musicali"
Passeggiata organistica organizzata
dall’Associazione Musicale "Vox Organi" con visita guidata
dell’organo Krengli del 1965
della Chiesa di S. Maria del Carmine
e dell’organo di Anonimo (fine ‘600)
della Chiesa di S. Maria degli Angeli
Ritrovo dalle ore 18.00 sul sagrato
del Duomo (Piazza Ducale)
termine ore 19.30 chiesa di S. Maria degli Angeli
Brani durante la visita eseguiti dagli organisti:
Alessandro Venchi – Gianpiero Fornaro
Con la guida di
Gian Mauro
Banzòla
e di
Don Cesare Silva
che illustrerà con simpatici aneddoti la storia
delle chiese visitate
PARTECIPAZIONE LIBERA |
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CASTELLO VISCONTEO
PALAZZO MUNICIPALE
Rassegna musica nei cortili ore 22,00
"OMAGGIO GIORGIO GABER"
Palazzo Roncalli - cortili (entrata libera)
CORSO VITTORIO EMANUELE II
TEATRO CAGNONI- GRADINATA "A SPASSO NEL TEMPO"
TEATRO CAGNONI
VIA CESARE BATTISTI
VIA GIORGIO SÌLVA
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Note: |
ANGURIA: IL BELLO DELL’ESTATE
Tradizioni, ricordi.......
L’anguria, frutto dai colori patriottici (il verde della scorza, il bianco
sottostante e il rosso della parte più gustosa) è strettamente legata ai
nostri ricordi di tanti anni fa’, quando sulla canna della bicicletta del
nonno , si andava all’anguriera a gustare una fetta del freschissimo frutto.
Minimo il costo, grande la soddisfazione e il divertimento di ritrovarsi con
il viso fresco e impiastricciato: grande il lavoro del nonno per ridarci un
aspetto presentabile, usando il fazzoletto (scottex e altre diavolerie non
erano ancora state inventate).
L’anguriera altro non era che una baracca fatta di quattro pali piantati
nella terra, che sosteneva un tetto coperto di frasche. Spesso sulla
costruzione si arrampicavano piante di zucca, che contribuivano a fare
ombra. Talvolta l’insegna era un’anguria svuotata e incisa a mo’ di zucca di
Halloween. L’arredo un tavolaccio ricoperto di lamiera zincata, con sopra
una barra di ghiaccio (acquistata in una delle due fabbriche del ghiaccio
esistenti a Vigevano, una a fianco del Macello civico, l’altra nel lungo
cortile a fianco del Teatro Cagnoni) e il sebar. Quest’ultimo altro non era
che un mastello nel quale erano conservate le angurie ancora intere, immerse
in acqua, per iniziarne il raffreddamento. Attrezzatura: un coltellaccio a
lama larga (la curtela) con cui venivano tagliate le fette pronte per la
vendita, fette che venivano appoggiate sulla barra di ghiaccio.
Prima, però, un rito: il tasè. Con un coltellino la scorza veniva incisa,
per estrarre un triangolino di polpa, quasi una piccola piramide: l’assaggio
stabiliva se il frutto era buono e perciò vendibile. Antesignano dei
controlli di qualità.
Il più delle volte l’anguriera si trovava in campagna, perché era contigua
al campo dove erano coltivate le angurie: e a scanso di problemi, il
proprietario di regola dormiva nell’anguriera e di notte faceva giri di
ronda per evitare furti e danneggiamenti.
Scarsa è la documentazione tramandataci: in un libro recentemente pubblicato
è riportata una foto. La scrittrice vigevanese Laura Maragnani, nel suo
giallo - noir “Nero padano” così racconta:
“..c’era l’anguria al baracchino della fiera (nota: ora Piazza del mercato),
dolce e rosa, bella gelata, e il piacere di bagnarcisi la faccia quando
faceva troppo caldo per dormire, quando i nostri passi suonavano, forti e
padroni nelle strade vuote.”
E ancora:
“...gli ombrelloni che buttavano l’ombra nel gran sole del mezzodì. E le
zanzare a frotte; e l’anguria sulla fiera...”
L’ultima anguriera di Vigevano si trovava sulla circonvallazione esterna,
tra corso Genova e il Casello 10, ed era condotta dal signor Renzo Sacchi.
Ha dovuto chiuderla perché le rigide norme accavallatesi nel tempo rendevano
antieconomica la prosecuzione di un’attività a bassissimo valore aggiunto.
Ora l’anguria è servita al ristorante, in piatti talvolta guarniti con altra
frutta, oppure inserita in macedonie più o meno tropicali, resta però la
nostalgia di quando.... l’anguria era il bello dell’estate.
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