John Renbourn, cantante-chitarrista
John Renbourn, londinese, è un artista completo, con una produzione che ha
coperto diversi ambiti, un perfetto esempio di come certi linguaggi presenti
nel Dna del suono d’Oltremanica siano frutto di un’osmosi, di una mediazione
virtuosa, che negli anni Sessanta rifiutava le barriere rigide tra i generi,
per privilegiare un armonioso fluire di canzoni, dischi, performance: nella
formazione di John, e dunque nelle prove che lo hanno rivelato fin da
giovanissima età, ritroviamo la musica medioevale, avvicinata già nel periodo
della scuola, e poi il Rinascimento, le radici folk e popolari dell’area
britannica, ma anche l’Oriente. Il tutto coniugato al primo amore, quello che
non si scorda mai, il blues. Renbourn cresce e alimenta i suoi gusti all’ombra
dei 33 giri in arrivo dall’America, con i bluesman più classici, Josh White,
Leadbelly, Big Bill Bronzy: il sodalizio con Bert Jansch, che poi sarà con lui
alla fondazione dei Pentangle, costituisce un passaggio decisivo, proprio per
l’amore comune e per i materiali blues che i due eseguono nel leggendario
album in comune, “Bert & John” (1966). Renbourn, una volta sciolti anzitempo i
Pentangle, approfondirà le frequentazioni blues, sia nelle esibizioni soliste,
sia nel connubio stretto con il chitarrista Usa Stefan Grossman.
Colosso del folk inglese, John Renbourn nasce a Londra nel 1944; inizia a
suonare r'n'r e r'n'b' per dedicarsi poi al blues e al folk intorno al 1962.
Intorno alla meta degli anni '60 incontra Beri Jansch con cui collaborerà per
le prime pubblicazioni fondando uno dei più importanti gruppi folk, i "Pentangle".
Il gruppo dura dal 1968 al 1973. Dopo il loro scioglimento Bert e John
prendono strade diverse: il primo si interessa al blues e al folk, mentre
Renbourn si dedica alle radici della tradizione britannica. Di questi suoi
studi (composizioni medievali e rinascimentali arrangiati nuovamente in
accordature aperte derivate da Davy Graham) è testimone l'ottimo "Lady & the
unicorn". La carriera di Renbourn negli anni 70 si sviluppa in tre direzioni:
i dischi solistici veri e propri con cui l'artista continua a sviluppare la
sua ricerca in campo rinascimentale; il lavoro in coppia con Stefan Grossmann
in cui spiccano le sue radici di american music (fingerstyle, accordature
aperte...); infine il "John Renbourn Group", la pagina meno felice del suo
repertorio. Insieme a Jansch contribuisce al lancio di nuove leve quali Roy
Harper, Ralph McTell e John Martyn. Durante gli anni '80 Renbourn è ancora un
autore di buon livello e studioso di chitarra e di musica tradizionale al
Darlington College of Arts e all'università di Exeter. Nel 1983 i "Pentangle"
si riformano senza di lui. Ottimo il ritorno musicale del 1988 con il disco "Ship
of fools". Negli anni '90 Renbourn mantiene una presenza costante soprattutto
dal punto di vista concertistico. Il suo elegante ed originale stile
chitarristico rimane un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli
appassionati della sei corde acustica..
Fare Festival
John Renbourn in trio accompagnato da Hans Theessink e Johnny Dickinson.
Pavia – Piazza della Vittoria
Mercoledì 7 settembre 2005
Ore 21,15
Piccolo Coccia-Novara -15 dicembre 2006, ore 21
Fonte: info ufficio stampa
Aggiornamento :
06/10/2006
http://www.concertodautunno.it/cur/renbournj.html