Glauco Mauri, attore e regista

 

Glauco Mauri è unanimemente considerato uno tra i più grandi attori e registi del teatro italiano del Novecento. Nato a Pesaro nel 1930, si diploma a soli ventiquattro anni (1949) all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma. Tra i suoi insegnanti ci sono O. Costa, W. Capodaglio, S. Tofano, M. Pelosini.
Debutta da professionista nel 1953 nel personaggio del portiere in "Macbeth" di Shakespeare per la regia di O. Costa.
Grande affermazione nel ruolo di Smerdjàkov ne "I fratelli Karamazov" di Dostoèvskij nel 1954, regia di A. Barsacq con Memo Benassi, L. Brignone, G. Santuccio, Enrico Maria Salerno. Lavora con Renzo Ricci nella "Lunga giornata verso la notte" di O'Neil (1957).
Debutta in scena nel 1955, e Ogià nel 1957 riscuote un pregevole successo personale nel ruolo di Smerdjakov nei "Fratelli Karamazov" di Dostoevskij allestito da Sandro Bolchi.

Interprete di moltissimi ruoli shakesperiani (circa una trentina), lavora per alcuni anni nella compagnia Proclemer - Albertazzi (notevole il successo personale ottenuto con "I sequestrati di Altona" di Jean-Paul Sartre, adattamento lodato dallo scrittore stesso), e agli albori degli Anni Sessanta fonda con Valeria Moriconi, Emanuele Luzzati e Franco Enriquez in seguito anche Mario Scaccia) la Compagnia dei Quattro che rappresenterà una forza molto significativa per il teatro italiano.
Con la "Compagnia dei quattro" interpreta il personaggio di Jean nella prima rappresentazione italiana de "Il Rinoceronte" di Eugène Ionesco ed una famosa edizione de la "Bisbetica domata" di Shakespeare portata poi in tournée in varie città europee.
Con questa straordinaria compagine, impegnata in lunghe tournée anche all'estero, Mauri presenta testi inediti di Codignola, Ionesco, Brecht, Pasolini, Lorca, Del Buono e moltissimi altri, portando un significativo contributo alla modernizzazione del teatro italiano. Debutta in televisione alla fine degli Anni Cinquanta, in caratterizzazioni di "cattivo" ("Il grande coltello" di Daniele D'Anza, 1961, dal dramma di Clifford Odets), per affermarsi con capolavori del teatro su piccolo schermo ("I Dèmoni" da Dostoevskij, regia di Sandro Bolchi, 1971; "I Buddenbrook" da Thomas Mann, regia di Edmo Fenoglio, 1962; "Coralba"di Daniele D'Anza,1972; "Brecht in America" per la regìa di Marco Parodi 1973; "Il lungo viaggio"da Dostoevskij, regìa di Franco Giraldi, 1975; "I cittadini di Calais" tratto da Georg Kaiser, regia di Giorgio Albertazzi, 1976; "L'agente segreto" da Joseph Conrad, regìa di Antonio Calenda, 1978). Nel 1965 debutta al cinema con un piccolo ruolo ne "La costanza della ragione" di Pasquale Festa Campanile, a cui fa seguito "La Cina è vicina" di Marco Bellocchio nel 1967 e "Profondo rosso" di Dario Argento,1975).
Nel 1974 debutta come autore scrivendo, dirigendo e interpretando "Quaderni di conversazione di Ludwig Van Beethoven", mentre nel 1972 aveva ottenuto un singolare successo di pubblico e critica nell'"Orestea" di Eschilo Diretto da Luca Ronconi, al Bitef di Belgrado, alla Sorbona di Parigi e alla Biennale di Venezia..

Con Roberto Sturno nel 1981 fonda la Compagnia Glauco Mauri (primattore è Roberto Sturno), affronta un repertorio che comprende un repertorio di autori classici come Sofocle, Shakespeare, Moliere, Goethe, Cecov, Pirandello, Brecht ed autori contemporanei come Beckett, Muller, Mamet: del 1986 è "Filottete" di Sofocle, dell'anno seguente "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, e del 1988 "Don Giovanni" di Molìere. Sue le regie di: "EDIPO RE", "EDIPO A COLONO", "FILOTTETE" di Sofocle, "PHILOKTET" di Muller, "RE LEAR" e " SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE" di Shakespeare, "FAUST" (I e II parte) di Goethe, "DON GIOVANNI" di Moliere, "DAL SILENZIO AL SILENZIO" spettacolo di atti unici di Samuel Beckett, "IL CANTO DELL'USIGNOLO" collage shakespiriano.

Nel 1992 inizia una proficua collaborazione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, che comprende tra l'altro la messa in scena de "L'idiota" di Dostoevskij, mirabilmente interpretato da Roberto Sturno da un'ipotesi drammaturgica di Padre David Maria Turoldo, e la messa in scena del "Riccardo II" shakesperiano che Mauri aveva affrontato come interprete nel 1966. Bellissima, nel 1995, l'adattamento teatrale di diversi atti unici di Samuel Beckett chiamato "Dal silenzio al silenzio", grande successo personale della coppia Mauri / Sturno. La ricerca sulle mitologie e sul loro ruolo nella moderna drammaturgia portano Glauco Mauri a collaborare con Dario Del Corno, adattatore tra i più sensibili "sulla piazza"; insieme lavorano ad un ambizioso progetto che fonde insieme "Edipo" ed "Edipo a Colono", e la caratterizzazione di Tiresia da parte di Glauco Mauri rimane indimenticabile. Un successivo ritorno a Shakespeare ("Tempesta",1996), dà modo a Mauri di tornare a lavorare con Emanuele Luzzati, che si occupa delle scenografie cilestrine e siderali dello spettacolo; dell'anno seguente è il ritorno al teatro di Pirandello con un'acclamata edizione dell'"Enrico IV", per la regìa di Maurizio Scaparro.   "Rinoceronte" di Ionesco e "Re Lear" di Shakespeare, entrambi recitati insieme a Roberto Sturno.
Ha interpretato 24 ruoli shakespiriani (Shylock, Prospero, Malvoglio, Macbeth, Re Lear, Riccardo II, Riccardo III, Tito Andronico, Bottom etc.).
Dal 1952 ha sempre partecipato a tutte le stagioni teatrali recitando più volte in spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa, al Teatro Romano di Siracusa, al Teatro Romano di Verona e poi ai Festival di Spoleto, Benevento e Asti.
In ambito cinematografico ha interpretato cinque films tra i quali "La Cina è vicina" di M.Bellocchio.
In televisione sono da ricordare "I Buddenbrook" di T.Mann e "I Demoni" di Dostoevskij.
Frequente la partecipazione a produzioni radiofoniche.
Nel 1983 è Ivan in "Ivan il terribile" di Prokof'ev diretto da Jurij Ahronovitch nella piazza del Campidoglio a Roma.
Nel 1991 firma la regia del "RICCARDO II" di Shakespeare e nel 1993 quella de "L'IDIOTA" di Dostoevskij entrambi con il Teatro Stabile del Friuli - Venezia Giulia e la sua Compagnia: il protagonista è Roberto Sturno.
Nel febbraio 1994 partecipa con Roberto Sturno e il pianista Michele Campanella ad una serata di melologhi al Teatro alla Scala di Milano.
Nel Maggio 1994 cura la regia dello spettacolo " EGMONT" di Goethe con musiche di Ludwig van Beethoven.
Nello stesso anno è Martino Lori in "TUTTO PER BENE" di Luigi Pirandello con la regia di Guido De Monticelli. Lo spettacolo raggiunge 314 repliche toccando 93 città italiane e, dopo la ripresa dello spettacolo "BEETHOVEN", è regista ed interprete di "EDIPO" (EDIPO RE - EDIPO A COLONO) di Sofocle. Lo spettacolo realizza 304 repliche.
Nel 1996 inaugura la stagione lirica del Teatro Comunale di Treviso come regista del "Macbeth" di Giuseppe Verdi con la direzione di Donato Renzetti.
Nel 1997 mette in scena "LA TEMPESTA" di W.Shakespeare che replica più di 200 spettacoli nei maggiori teatri italiani.
Nella stagione 1997/1998 interpreta "ENRICO IV" di Pirandello diretto da Maurizio Scaparro ed è ancora regista del "Macbeth" di Verdi con la direzione di Gustav Khunn al Teatro San Carlo di Napoli.
Tre spettacoli della Compagnia Glauco Mauri hanno avuto il riconoscimento del Biglietto d'Oro assegnato dall'Agis allo spettacolo di prosa più visto dell'anno.
Significativi i tre titoli: "Re Lear" di Shakespeare (1985) – "Faust" prima parte e seconda parte di Goethe (1987) – "Edipo Re" e "Edipo a Colono" di Sofocle (1996).
Nel 1997 è stato Direttore Artistico del Teatro Olimpico di Vicenza per la 51ª stagione di spettacoli classici del Festival d'Autunno.
Nella stagione 1998/1999 è regista dello spettacolo "IL RINOCERONTE" di Eugène Ionesco nel quale interpreta il ruolo di Jean mentre il protagonista Bérenger è Roberto Sturno.
Nel 1999, dopo quindici anni, affronta per la seconda volta da regista e protagonista "RE LEAR" di W. Shakespeare.
Nel 2000 allestisce “Variazioni Enigmatiche” un testo contemporaneo in lingua francese di E. E. Schmitt, di cui cura la traduzione, la regia e l’interpretazione principale.
Nel 2002 traduce e adatta alle scene il “Volpone” di Ben Jonson. E’ regista e interprete di Volpone nello spettacolo.

Dopo Spettri di Ibsen, Enrico IV di Pirandello, Il rinoceronte di Ionesco, abbiamo voluto coronare il viaggio nella "follia" con il Re Lear di Shakespeare

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