Sebastiano Lo Monaco, attore
(Floridia, Siracusa, 1958)
Dopo gli studi all'Accademia d'arte drammatica `S. D'Amico', ha debuttato nel
1979 con La lupa di Verga (regia di E.M. Salerno); nel 1980 ha recitato con
Salvo Randone e Anna Miserocchi nell’Edipo Re di Sofocle all’Olimpico di Vicenza.
Nella stagione 1980/1981 comincia il suo rapporto con il teatro stabile di
Torino che va avanti per quattro stagioni durante le quali è protagonista
accanto ad Adriana Asti, di Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello, per la regia
di un regista non convenzionale come la scrittrice Susan Sontag.
Con lo Stabile di Torino ha lavorato a fianco di Annamaria Guarnieri in
Antonio e Cleopatra di Shakespeare. E' stato Diafoirus nel Malato immaginario
di Moliere con la regia di Missiroli.
Nei primi dieci anni di carriera è stato "attore di compagnia", altri dieci
"capocomico" e "impresario" di SiciliaTeatro, formazione teatrale
fondata nel 1989.
Nel 1986/1987 torna a lavorare con Adriana Asti come co-protagonista ne La
locandiera di Carlo Goldoni, nel ruolo del Conte D’Albafiorita, per la regia
di Giuseppe Patroni Griffi.
Nella stagione 1988/89 fonda l’associazione SICILIATEATRO; mette in scena il
lavoro teatrale del poeta Mario Luzi Hystrio, con la partecipazione di Paola
Borboni, con la quale inizia un sodalizio artistico durato alcuni anni, e con
cui recita nel Tartufo di Moliére, per la regia di Roberto Guicciardini
(stagione 1990/1991/1992).
Nelle stagioni 1992/1993 e 1993/1994 è protagonista del Berretto a sonagli di
Luigi Pirandello, per la regia di Mauro Bolognini, che nella stagione
successiva (1994/1995) lo dirige nel Così è se vi pare, del drammaturgo
siciliano.
Nella stagione 1994/1995 comincia la collaborazione artistica col drammaturgo
e regista Giuseppe Patroni Griffi, che continua tuttora, e che ha visto Lo
Monaco protagonista di spettacoli come Questa sera si recita a soggetto, Sei
personaggi in cerca d’autore, di Luigi Pirandello del Cyrano de Bergerac, di
Edmond Rostand, che dopo aver debuttato al Festival della Versiliana è rimasto
in tournée per due stagioni.
E' stato "attor giovane" in grandi compagnie: nel
Malato immaginario, regia di Mario Missiroli, prodotto dallo Stabile di
Torino, comeThomas Diaforius, nella Locandiera di Patroni Griffi con Adriana
Asti, Conte d’Albafiorita. Tra le altre sue performance si segnala quella di
protagonista in Hystrio di Mario Luzi, un testo scritto per un grande attore,
ma che non riusciva ad andare in scena,
con la partecipazione di Paola Borboni per un personaggio che doveva
rappresentare l’essenza del teatro(regia di Bitonti).
tra le sue interpretazioni teatrali è stato protagonista in
-Tartufo (regia di Roberto Guicciardini)
-Così è (se vi pare) e Il berretto a sonagli (regia di Mauro Bolognini)
-Questa sera si recita a soggetto e Sei personaggi in cerca d'autore CIRANO di
Edmond Rostand (regia di
Giuseppe Patroni Griffi)
-Enrico IV regia di Roberto Guicciardini (2002/3)
-Uno sguardo dal ponte regia Giuseppe Patroni Griffi (2003/4)
-Il berretto a sonagli regia di Mauro Bolognini(2204/5 ripresa da Sebastiano
Lo Monaco)
Ha lavorato anche nel cinema debuttando con Festa di laurea di Pupi Avati
(1985);
- La romana di Patroni Griffi
- Dove siete? Io sono qui di L. Cavani.
Per la televisione ha partecipato in La piovra 9 e con Un prete tra noi.
Dal 2000 è iniziata la tournée, per il Teatro di Messina, dell’Enrico IV di
Pirandello; dal 2003 è in tournée con Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller.
Dal mese di maggio 2000 al marzo 2004 e’ stato Direttore artistico, per il
settore prosa, del Teatro "Vittorio Emanuele" di Messina.
Al Teatro Greco di Siracusa ha recitato in Baccanti (1980), regia di G.
Sbragia; Le Supplici (1982), regia di O. Kreica; Le Nuvole (1988), regia di
G.Sammartano; Agamennone (1994) regia di De Simone.
Nel 2004 ha recitato nell’Edipo Re nel ruolo di Edipo, regia di Roberto
Guicciardini.
INTERVISTA:
"Pirandello mi ha dato la maggiore crescita attorale che potesse capitarmi in tutta la carriera; l’approccio oltre che col pensiero con la sua lingua, originale, unica, assoluta, che non somiglia a nessun’altra, perché è una lingua inventata, creata apposta per la scena, ha fatto nascere questa mia possibilità di entrare con una discreta facilità nell’anima dei personaggi, nelle pieghe della loro grande intelligenza e di trasmetterli con una tale nettezza da renderli subito riconoscibili: una simbiosi fra la lingua pirandelliana e la mia cultura, la mia mentalità, il mio dialetto. In questi anni, anche con dolore e sofferenza, mi sono abituato alle riflessioni profonde, di scavo, alla dietrologia pirandelliana, a non accontentarsi mai della visione superficiale di un fatto, ma a scavare fino al punto di farmi del male: m’ero abituato a leggere la mia vita privata, i miei affetti con il bulino pirandelliano, da non accontentarmi mai della verità che mi si dichiarava, di cercarne sempre altre mille possibili, che mi hanno portato ad una non profondissima crisi depressiva, da cui, poi, sono uscito."
Fonte: info ufficio stampa
Fonte: info artista (su richiesta potrebbe
essere
disponibile email per contatto, richiedere al
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Aggiornamento :
28/11/2007