Coro Castel Flavon, coro
 

Il Coro Castel Flavon,  che ha sede a Bolzano, la città capoluogo dell’Alto Adige-Sudtirol, è nato a Bolzano nel 1968 ad opera di un gruppo di amici che hanno creato un'occasione d'incontro e di studio per coltivare la comune grande passione per il canto.
Il Coro Castel Flavon è l’espressione più genuina, più popolare, più vera, della tradizione culturale della popolazione di madre lingua italiana dell’Alto Adige. Dopo un periodo di preparazione ha dato il via alla sua attività che lo vede impegnato in concerti dapprima a livello locale per proporsi poi con un raggio d'azione sempre più ampio. Il coro nel corso degli anni si é esibito in molte città italiane ad europee, nello stesso tempo ha ospitato i cori italiani ed esteri più prestigiosi che hanno caratterizzato i numerosi incontri di canto corale organizzati. Ha portato a conoscenza dal grande pubblico i canti più significativi dal suo repertorio attraverso pubblicazioni discografiche e apparizioni in trasmissioni televisive italiane e estere.
Con impegno costante ha cercato sempre di migliorarsi approfondendo la ricerca di nuove forma espressive. Mantenendo la sua caratteristica popolare, ma spinto da un'esigenza di rinnovamento il coro nei suoi concerti alterna canti della tradizione popolare italiana e straniera, a temi impegnativi in stili musicali diversi. Il vasto repertorio attuale é quindi molto vario e non risulta legato a nessun genere in particolare, ma é scelto per i1 piacere di cantare, di provare e saper donare emozioni diverse. Il Coro Castel Flavon da molti anni canta pezzi in svariati dialetti italiani, dal lombardo al sardo, dal friulano al pugliese, e anche in molte lingue straniere, dal tedesco al francese, dall’inglese allo spagnolo. Tutti pezzi famosissimi, che riassumono molte volte la tradizione culturale di un’intera regione o addirittura di un intero Paese. La musica non ha frontiere e neanche confini ed è per questo che il coro riesce ad esprimere sentimenti veri e genuini attraverso l’esecuzione di canti di grande spessore artistico, i quali riescono sempre a penetrare negli animi della gente provocando forti ed intense vibrazioni. Da alcuni anni il Coro Castel Flavon ha avviato un progetto che prevede interscambi con cori di tutta Italia e anche stranieri, proprio per allargare il proprio orizzonte di conoscenza musicale, per confrontarsi con le varie culture proposte attraverso il canto popolare da tutti i cori che si alternano nelle sei Rassegne che il Coro Castel Flavon organizza ogni anno a Bolzano.
Dirige la corale di Bolzano il maestro Loris Bortolato.

IL REPERTORIO


Autori vari: Bergwagabunden, Dandeschön und auf Wiederseh’n, Adeste fideles
Bortolato: Fantasia alpina
Bon: Camere porta mez liter, Sul pajon, W l’amor, Viva la quince brigada
Brescianini: Ti ricordi la sera dei baci
Bregagni: Montagne addio
Calderon: Eres tu
Casanova: Cimitero di rose
Cauriol: Al reggimento
Carniel: La leggenda della Grigna
De Marzi: Ave Maria, Benia calastoria, Cortesani, Dormono le rose, El fogo, E canterà, Fiore di Manuela, Gerusalemme, Il ritorno, Improvviso, Joska la rossa, La contrà dell’acqua ciara, L’ultima notte, La neve, La sagra, La Teresina, Lucilla, Marì Betlemme Maria lassù, Meriba, Monte Pasubio, Ora nona, Pastori, Piccola canta di Natale, Rifugio bianco, San Matio, Scapa oseleto, Signore delle cime
Deflorian: L’ultimo quart’ de luna, Oh Adelina, Al cjante il gial,
Dionisi: Le carrozze, Siam prigionieri, Oh felice oh cara notte, Canto d’emigranti
Dorigatti: L’orghen de Perzen
Fauri: La notte, La rosa delle Alpi
Frankaise: La valle
Gervasi: Alpini in Libia, Kumbaya
Grosselli: A Monticolo, Amici miei
Maiero: Daur San Pieri
Marelli: Maddalena, Teresa faccia de palta, Una tomba per Alice
Mingozzi: Monte Cauriol
Mitterer: Ave Maria
Malatesta: Bella ciao, Blue moon, Jinglle bells, La villanella, Oh montagne, Stille Nacht, Bandiera nera, Va l’alpin, Bianco Natale, Montagne valdotaines, Torna a Surriento
Montanari: Motorizzati a pié
Moser C.: La Madonina, La Rosalinda, Le Dolomiti, Il due agosto, Al mite lume
Mosna: I dodici ladroni
Noliani: La povera Rosetta
Padoin: Preghiera
Pedrotti: Al comando dei nostri ufficiali, La vien giù dalle montagne, Le tre ore che son chi soto, Sui monti Scarpazi
Pietropoli: Cara mamma, Fratello sole sorella luna, Non potho reposare
Pigarelli: Ai preat, Dov’è la mia Patria, Era una notte che pioveva, La montanara, La penna dell’alpino, Lu piante de le fojje, Monte Canino, Il testamento del capitano, Siam prigionieri, Vola vola, Lauda dell’Epifania, Gran Dio del cielo
Sartori: Da Montebel, 33 Fanfara
Slavova: La mattina bonora
Usuelli: Belle rose
Vacchi: In monaster, Cara mamma
Vettorazzi: Oh Carlotta
Verdi: Evviva, Va pensiero
Zardini: C’è un passo alpino


De Marzi Pigarelli Bon Malatesta 
De Marzi emoziona e fa rivivere i profondi sentimenti della gente e le vibrazioni della natura intorno. Ha scritto più di cento canti e il primo è stato "Signore delle cime", la novità che ormai ha più di quarant’anni e che ha fatto il giro del mondo.  Bepi De Marzi è un uomo di fede disincantata, non per niente ha lavorato tanti anni con padre David Turoldo. Si batte per la difesa della natura e dell’ambiente e trasforma i suoi concerti con i Crodaioli in meditazioni e provocazioni. Per tutto questo gli siamo amici fedeli e lo cantiamo con gioia e partecipazione.

"Monte Pasubio"
perché racconta il dramma degli alpini che pur nella disperazione "non hanno paura"
"Joska la rossa"
perché intenerisce l’amore dove c’è la tragedia della guerra
"La Teresina"
perché rivela di essere contro ogni razzismo, amando la gente del sud italiano in modo particolare.
"Il ritorno"
perché smitizza le visioni epiche dei reduci riducendo ogni cosa alla verità e al sempre possibile dramma
"Rifugio bianco"
perché spazia sugli altopiani parlando di fiori e di cielo
"Benia Calastoria"
perché urla la nostalgia degli emigranti
"L’ultima notte"
perché trasforma i soldati in cuori che pregano e sognano l’amore lasciato a casa
"Improvviso"
perché ci immerge nei colori e nel silenzio del tramonto con immensa poesia
"Sanmatio" vivacissima fiaba d’amore e di acque trasparenti
"La neve" sfarfalle di fiocchi bianchi
Poi cantiamo "Ave Maria" e "Marì Betlemme", che con
"Pastori" sono la delicatezza e il profumo della fede e del Presepio.