Piero Cappuccilli, baritono (Trieste 9-11-1929 - scomparso a Trieste il 11-7-2005)
Nato a Trieste nel 1928. Ha studiato canto sotto la guida del basso L. Donaggio. L'esibizione del 1956 al Teatro Nuovo di Milano in Pagliacci e dell'anno seguente nei Vespri siciliani al Massimo di Palermo, la presenza al Metropolitan nel marzo del 1960, l'esordio scaligero in Lucia di Lammermoor del giugno 1964, che gli aprì le porte dei grandi teatri italiani e stranieri, sono tra gli episodi principali della sua carriera. Le doti vocali (pastosità e risonanza di timbro, facilità del registro acuto e metodo sostanzialmente corretto) ne fanno uno fra i baritoni più richiesti per l'intero repertorio ottocentesco.
Ha debuttato nel settembre 1956 a Milano al Teatro Nuovo nei “Pagliacci” come
vincitore del concorso As.Li.Co. e nello stesso anno a ottobre al Concorso
internazionale “Viotti” di Vercelli si aggiudica il diritto di partecipare ad
una tournée in Germania interpretando il ruolo di Figaro nel Barbiere di
Siviglia di G.Rossini in moltissime rappresentazioni.
Appassionato di mare sin dalla primissima età ha sviluppato la sua tecnica
respiratoria grazie alla sua passione per le immersioni, che lo hanno aiutato
a costruirsi "fiati lunghissimi" come se fosse in apnea.
Non ha affrontato immediatamente i grandi ruoli ma ha atteso di raggiungere
una maturità vocale ed artistica prima di vestire i ruoli di protagonista in
opere come “Un Ballo in Maschera” o “La Forza del Destino” o Simon Boccanegra
e Macbeth arrivati dopo ben oltre quindici anni di carriera.
Negli anni ’60 ha calcato le scene dei grandi teatri italiani e ed ha
cominciato a fare conoscere il suo nome come dei baritoni giovani più
promettenti.
"La sua splendida voce (morbida, estesa, omogenea) ne hanno fatto uno dei
baritoni più amati del nostro tempo."
Piero Cappuccilli ha cantato ed inciso sino al 1992 quando la sua attività si
è interrotta per un grave incidente automobilistico avvenuto dopo una recita
di Nabucco all’Arena di Verona.
Di lui mi rimane il ricordo personale,
straordinario ed emozionante, della prima volta che lo vidi alla Scala nel
Simon Boccanegra, il suo accorato riconoscimento della figlia nel duetto del
secondo atto espresso con quell'unica parola "Figlia!". O la chiusura della
esistenza terrena di Simone Boccanegra che torna al suo "Il mare..." dopo il
disperato "Tutto finisce o figlia .." rimarranno per sempre nella memoria come
una esperienza che sarà impossibile ripetere.
Alcune tappe:
- 1964 Scala come Enrico nella Lucia di Lammermoor
- 1964 Amonasro in Aida
- 1966 Rigoletto all’Arena di Verona
- 1967 Giorgio Germont ne “La Traviata” al Covent Garden di Londra
- 1969 I Puritani” per la prima volta in America, a Chicago
- 1971 Simon Boccanegra alla Scala allestimento Strehler ripreso per alcune
stagioni consecutive
- 1973 “Il Trovatore” all’Opéra di Parigi
- 1975 Macbeth con la direzione di Abbado e la regia di Strehler alla Scala
- 1975 Don Carlo a Salisburgo
- 1976 Otello alla Scala a fianco di Placido Domingo con la direzione di
Carlos Kleiber
Aggiornamento :
02/08/2005
Fonte: info ufficio stampa e ricerche