Teatro Coccia  2023
C'era due volte il Barone Lamberto

 

TEATRO COCCIA - Novara
Domenica 19 marzo 2023 ore 16:00
C’ERA DUE VOLTE IL BARONE LAMBERTO
Opera per tutta la Famiglia liberamente ispirata all’omonimo libro di Gianni Rodari
Musica di ALBERTO CARA
(vincitore CompositoriAllOpera 2018)
Libretto di Alberto Mattioli

Coccia Lamberto Cara Mattioli Aliverta
§§§
Il Barone Lamberto Marco Bussi
La Voce, Deborah, Delfina Eleonora Filipponi
Ottavio, Primo Bandito Davide Lando
Il Santone, Secondo Bandito, Il Giornalista Alberto Yuri Guerra
Anselmo Haruo Kawakami

Direttore Marco Alibrando
Regia, scene e video Gianmaria Aliverta

Assistente alle scene Francesca Donati
Costumi Sara Marcucci
Luci Ivan Pastrovicchio
 

Civica Orchestra di Fiati di Milano
Nuova Produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara, in collaborazione con Civica Orchestra di Fiati di Milano, e VoceAllopera Commissionata da VoceAllOpera tramite il concorso Internazionale CompositoriAllOpera 2018

Main Sponsor Esso Italiana


PROGRAMMA e NOTE :

LUNEDÌ 20 MARZO 2023 ORE 10:00 E 14:00 – RECITE PER LE SCUOLE

Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto… Lamberto…

NOTE DI REGIA
“C’era due volte il Barone Lamberto nasce come gesto d’amore. Portare nel mio mondo, quello dell’opera lirica, il più grande scrittore per infanzia del ‘900, Gianni Rodari, portarlo insieme alla mia terra, alla mia infanzia.
Ed è così che con la mia creatura VoceAllOpera ho deciso di operare come sempre, trasformando questa idea in una occasione meritocratica, indicendo un concorso per compositori lirici, chiedendo aiuto ad uno dei più apprezzati e importanti giornalisti e librettisti di oggi, Alberto Mattioli.
E grazie al preziosissimo aiuto del mio vice e direttore musicale Marco Alibrando, nel 2018 abbiamo dato il via al primo concorso CompositoriAllOpera dove una giuria di altissimo profilo ha decretato vincitore il Maestro Alberto Cara. Da lì una serie di collaborazioni e sinergie, la Civica Orchestra di Fiati di Milano prima e il Teatro Coccia poi ha visto nascere questa importantissima produzione. Lo spettacolo parte dalla massima di Gianni Rodari: "la persona il cui nome resta perennemente pronunciato resta immortale".
Già perché l’essere perennemente nominato fa sì che resti vivo anche il ricordo di te. In questa produzione vorrei fare un omaggio a Orta, alle sue sponde e alla sua isola, vorrei proiettare lo spettatore in quel bellissimo scorcio di mondo incantato che è Orta S. Giulio, portare l’incresparsi delle onde di questo piccolissimo lago sulle tavole del palcoscenico del Teatro Coccia.
Sarà uno spettacolo attuale, moderno, contemporaneo, esattamente come il nostro pubblico”.
Gianmaria Aliverta

NOTE DEL COMPOSITORE
“C’era due volte il Barone Lamberto è un lavoro piuttosto insolito per il suo autore: è una storia in cui apparentemente (solo apparentemente) la pedagogia entra poco, e in cui è difficile trovare una morale. Resta tutto in superficie, come il disegno di una nuvola di fumo, impossibile da afferrare.
Eppure il contenuto drammaturgico di questo divertissement mi pare concreto ed evidente: i personaggi, stereotipi nella forma, acquistano realtà e corpo nella scrittura, il tutto condito con quella sottile ambiguità che forse è irrinunciabile in una storia da mettere in musica, perché la musica necessita di non detti, di zone d’ombra narrative in cui intrufolarsi con lo scopo di schiarire oppure, se serve, di accentuare il senso di incertezza. E quindi: Lamberto, il Barone, è veramente innamorato della Voce? Oppure si tratta del capriccio di un “uomo che non deve chiedere mai”? E il maggiordomo Anselmo? Il suo comportamento è dettato da un’”etica del servizio”, oppure da un servilismo vile? I banditi sono cattivi o semplicemente stupidi? Ognuno si muove tra ipocrisia e verità, tra calcolo e sentimento, e mi pare che la cifra del racconto sia proprio questa: la voglia di confondere le acque; di non essere, come sempre accade a questo autore nelle opere apertamente dedicate ai bambini, giustamente schierato dalla parte del bene. Sembra che Rodari ci dica: “è così che va il mondo, signori, e badate bene: vi sto svelando una verità nascosta, fatti che sembrano incredibili, ma che non lo sono”. E cosa sarebbe (e qui torno all’inizio del mio discorso) questa volontà di disvelamento, se non un’intenzione pedagogica, anche se nascosta nelle pieghe dell’assurdo? Una pedagogia per grandi e, forse per questo, priva di quella speranza dolce e allegra che l’autore manifesta apertamente quando si rivolge ai bambini: il racconto della vita così com’è, assurdo eppure vero, che abbatte la retorica e mette a nudo la dialettica dei sentimenti, dei desideri, e delle azioni che essi muovono. Avarizia, rapacità, amore, tenerezza, fedeltà, calcolo, morte, rinascita, mistero. C’è un po’ di tutto questo, dentro Lamberto!
Il libretto di Alberto Mattioli restituisce una lettura polisemica della storia, sospeso tra il registro sornione della commedia leggera e un realismo a tratti anche crudo; quanto a me e alla mia musica, cerchiamo di pattinare tra personaggi e situazioni godendo di questa pluralità, di guidare l’azione scivolando tra i vari livelli del dramma in modo fluido, e di trasformare gradualmente la commedia in tragedia, e viceversa”.
Alberto Cara

NOTE DEL LIBRETTISTA
“Scrivere libretti d’opera è anche un buon modo per ampliare le proprie conoscenze letterarie. Lo ammetto: quando Gianmaria Aliverta mi chiese se mi sarebbe piaciuto trasformare C’era due volte il Barone Lamberto, ovvero I misteri dell’isola di San Giulio in un’opera lirica, dovetti ammettere di non averlo mai letto. Fu una rivelazione, forse anche una folgorazione. Arrivavo buon ultimo, per la verità, perché questo romanzo breve per ragazzi, pubblicato nel 1978, aveva ottenuto un grande successo di pubblico ed era stato tradotto in undici lingue. Lo lessi, unendo l’utile librettistico al dilettevole letterario e ad altro dilettevole ulteriore, perché mi servii dell’edizione illustrata da Francesco Altan, il cui tratto surreale e ironico si sposa benissimo a quello di Rodari. Il quale è uno di quei narratori che sono drammaturghi anche se non scrivono per il teatro. Non sta a me dire se il lavoro sia riuscito; di certo, è stato piacevolissimo e infatti è stato compiuto di getto. Poi varie vicissitudini legate alla pandemia ci si sono messe di mezzo, sicché la scrittura dell’opera è stata interrotta e poi ripresa: ma ogni volta che lo riprendevo in mano, C’era due volte il Barone Lamberto restava di un’inalterabile freschezza. Ho avuto poi la fortuna di lavorare con Alberto Cara, che è il genere di musicista con cui ogni librettista sogna di collaborare: ha un grande istinto teatrale (essere un buon musicista è la condizione necessaria ma non sufficiente per essere un buon operista), chiede pochi cambiamenti, e spesso li abbozza lui in una maniera già quasi definitiva. Adesso l’opera debutta al Teatro Coccia di Novara, cui sono affezionato perché ha già offerto un’occasione a due altri miei libretti: La paura per Orazio Sciortino e La rivale per Marco Taralli.
Sorridendo e divertendo, Rodari non rinuncia a pungenti notazioni sulla nostra società. Per questo, pur conservandoci fedeli alla sua narrazione, abbiamo introdotto qualche dettaglio di ambientazione contemporaneo: e del resto i bersagli dell’ironia di Rodari di mezzi secolo fa sono ancora tutti qui. Infine, il lavoro sul Lamberto mi ha confermato quel che ho sempre pensato: la letteratura “per ragazzi” non è affatto un genere minore o disimpegnato, anzi. E lo stesso vale per l’opera. Non c’è niente di più adulto di ciò che è pensato per chi deve ancora diventarlo”.
Alberto Mattioli


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Note:

 

Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ300
12 Megapixel, Zoom 0X, 1600 ISO, LCD ad Angolazione Variabile e rigorosamente non hanno subito nessuna post elaborazione.

Le foto e le riprese sono state effettuate con macchina fotografica e cellulare a mano, senza mai passare davanti ad un solo spettatore.


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