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Teatro Dal Verme - Milano
DOMENICA 25 FEBBRAIO 2018 ORE 11:00
XI° Edizione "Ti racconto una fiaba"
La Cenerentola
Trascrizioni: Rossano Pinelli
Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali
Regia: Manuel Renga
Attori: Sara Dho e Andrea Delfino
Soprano: Maria Eleonora Caminada
Mezzosoprano: Sara Piola
Direttore: Daniele Parziani
PROGRAMMA e NOTE :
La Cenerentola di Gioachino Rossini
Introduzione e duetto Clorinda-Tisbe
Canzone di Cenerentola
Aria di Clorinda
Nacqui all’Affanno (Finale)
Ed eccoci di nuovo alle prese con la difficile e affascinante opera lirica!
Dopo aver messo in scena Il flauto magico di Mozart, ci apprestiamo a raccontarvi La Cenerentola, un dramma giocoso di cui Jacopo Ferretti scrisse il libretto mentre le musiche furono composte da Gioachino Rossini.
Siamo nel 1817: quest’opera, infatti, debuttò a Roma, al Teatro Valle, il 25 gennaio 1817. Duecento anni fa, ormai. Un compleanno importante per una delle opere buffe più belle, affascinanti, intricate e divertenti dell’intero repertorio operistico.
La sfida musicale è stata impegnativa per la nostra giovane orchestra: il lavoro è stato arrangiato appositamente per noi da Rossano Pinelli, con il quale c’è stato un contatto costante perché i brani risultassero allo stesso tempo fedeli all’originale (sono quasi tutti in tonalità originale) e del livello tecnico giusto per i nostri allievi (alcuni brani presentano dei “soli” affidati alle prime parti degli archi, per dar modo a tutti di suonarli). Abbiamo scelto l’Introduzione e il duetto iniziali, la Canzone di Cenerentola, l’Aria di Clorinda e Nacqui all’Affanno (Finale). Brani di indiscutibile bellezza compositiva che contengono quegli aspetti sia melodici che ritmici così caratteristici di Rossini (inclusi i “crescendo” e le “strette” finali), che hanno dato modo ai nostri ragazzi di imparare elementi nuovi e complessi del far musica assieme, quali le attese delle “corone” nelle cadenze cantate, gli accelerando e i fraseggi liberi nelle arie.
La storia è un poco diversa rispetto a quella che conosciamo: diversa sia dalla fiaba dei Fratelli Grimm (che già abbiamo raccontato negli anni scorsi), sia dalla trasposizione in cartoni animati di Walt Disney.
Angelica (detta Cenerentola perché cantando sempre accanto al fuoco, si sporcava di cenere) è figliastra di Don Magnifico che ha dilapidato tutti gli averi della ragazza a lui affidata, per vestire e far vivere bene le sue due vere figlie, Tisbe e Clorinda. Il Principe del reame, Ramiro, cerca moglie e manda il suo fido precettore, Alidoro, di casa in casa ad invitare le ragazze a un ballo durante il quale egli potrà scegliere la sua sposa. Alidoro vede, così, Cenerentola e ne parla al Principe.
Il Principe allora si traveste da paggio e incontra Cenerentola, che se ne innamora e, per non cedere subito all’amore, gli dà un gioiello uguale al suo: solo se lui la cercherà e la troverà ella cederà al vero amore.
Il gioco del travestimento presto finisce, Don Magnifico e le Sorelle fanno di tutto per far cambiare idea al principe che però ritrova Cenerentola e decide di farne la sua regina.
La storia è intricata, ricca di giochi e scene divertenti, i personaggi sono molto caratterizzati da una aperta critica alla nobiltà del tempo, rappresentata come spendacciona e superficiale.
Il gioiello simboleggia invece il vero amore, il cuore puro che talvolta è nascosto fra la cenere, come ricorda il finale della storia: non importano lo sfarzo, i denari, i vestiti o i possedimenti di una persona perchè il vero tesoro è nascosto nel cuore di ciascuno di noi, e quel tesoro può far innamorare principi e regnanti di tutto il mondo.
Ecco cosa scriveva Jacopo Ferretti nel 1817 come introduzione alla sua Cenerentola:
“La mia povera Cenerentola figlia inaspettata, e lavoro di pochi giorni vuol’essere a voi raccomandata, perché balzando fuori dal cenere del focolare dimanda un tutore, e non sa trovarlo meglio che in voi. Vuol’anche, che per me saper vi si faccia, che s’ella non comparisce con la compagnia di un mago operatore di fantasmagoria, o di una gatta che parla, e non perde nel ballo una pantofola: (ma più tosto consegna un gioiello) come sul teatro francese o italiano, ciò non deve considerarsi un’ offesa alla letteratura, ma più tosto una necessità nelle scene del teatro Valle, ed un rispetto alla delicatezza del gusto romano, che non sopporta sul palco scenico, ciò che lo diverte in una storiella accanto al fuoco. Vi prega infine la mia Cenerentola, che saper facciate, come buoni tutori a quei pochi che no ‘l sanno, ch’ella è figliastra, e non figlia di don Magnifico, e quindi mostrar può qualche giorno di più di vita delle due sorelle. Miei fratelli!
Conosco la mediocrità de’ miei versi non torniti su l’incudine: ma ho la fortuna di consegnarli al moderno Prometeo dell’armonia, che saprà scaldarli con la favilla del sole.”
Manuel Renga – Daniele Parziani
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Nella foto l'attore Andrea Delfino
Nella foto il
Mezzosoprano: Sara Piola
Nella foto l'attorice Sara Dho
Nella foto il
Soprano: Maria Eleonora Caminada
Nella foto Regia: Manuel Renga con Direttore: Daniele
Parziani
Nella foto Regia Manuel Renga con Direttore Daniele Parziani
e Trascrizioni Rossano Pinelli
Nella foto Mario Mainino con l'autore delle Trascrizioni
Rossano Pinelli
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Note:
Il lavoro, sotto l'aspetto musicale, è stato
elaborato per affidare le parti musicali alle due voci in scena, che si
sono alternate anche nella stessa aria come nel finale Nacqui
all'affanno alla protagonista Cenerentola - attrice.
Da notare che nei pur pochi numeri vocali presentati faceva parte l'aria
della sorellastra Clorinda che la tradizione omette nelle
rappresentazioni teatrali, nove volte su dieci.
Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ1000 20 Megapixel, Zoom 42X, 1600-3200 ISO, LCD ad Angolazione Variabile e rigorosamente non hanno subito nessuna post elaborazione.
MI RACCOMANDO, COPIA PURE QUELLO
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