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Auditorium di Milano
Fondazione Cariplo
Stagione Sinfonica 2014-2015
Organizzato da
LaVerdi Milano
Sabato 18 ottobre 2014 ore 18:30
Made in Italy
Fiorenzo Carpi
ORCHESTRA SINFONICA GIUSEPPE VERDI MILANO
Direttore
Giuseppe Grazioli
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Programma:
MADE IN ITALY - Sabato pomeriggio con laVerdi
Secondo appuntamento del progetto ideato, condotto
e diretto dal maestro Giuseppe Grazioli, dedicato al genio del
milanese Fiorenzo Carpi, in collaborazione con il Piccolo Teatro di
Milano
Il secondo appuntamento del ciclo Made in Italy, sabato 18 ottobre
(ore 18.30), porterà sul palco dell’Auditorium di Milano in largo
Mahler le musiche di Fiorenzo Carpi (1918-1997). Il maestro Giuseppe
Grazioli dirigerà l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi in un
concerto interamente dedicato al compositore milanese, noto
soprattutto per aver lavorato al fianco di Giorgio Strehler fin dai
tempi della fondazione del Piccolo Teatro. L’evento, organizzato in
collaborazione proprio con il Piccolo Teatro di Milano – Teatro
d’Europa, metterà in risalto il legame indissolubile che Carpi ebbe
con il primo teatro stabile italiano e il suo storico regista e
fondatore, proponendo un collage esauriente e raffinato della sua
produzione musicale. Ecco il programma: Non si scrive sui muri di
Milano, Le uova fatali, Circus (Ingresso clowns, Prestigiatore, Orsi
in marcia, Papere e violino, Intermezzo grottesco, Cilindri e
paillettes), Le avventure di Pinocchio Suite (arrangiamento di
Giovanni Dettori).
La rassegna Made in Italy, alla sesta edizione consecutiva, prosegue
la tradizione di proporre scelte del repertorio più ricercate e
originali - anche di autori meno noti al grande pubblico - nel
tentativo di offrire una prospettiva più ampia e accattivante del
panorama sinfonico.
(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari
apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3,
www.laverdi.org ).
Seguono immagini della serata:
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Tra il pubblico :
Rosalina Neri
Dario Fo
Valentina Cortese
Il maestro Grazioli, che così ricorda
la figura di Fiorenzo Carpi:
“Ho sempre pensato che la musica di Rota sta al cinema di Fellini come la musica
di Carpi sta al teatro di Strehler. Voglio dire, con questo, che la grandezza di
questi due registi e l'espressione della loro poetica non sarebbe stata
possibile senza il contributo di questi due musicisti. Provate a rivedere uno
spezzone dell’Arlecchino o della Tempesta togliendo l’accompagnamento musicale e
capirete quello che intendo dire. La musica di Carpi è capace in pochi secondi
di ricreare un falso Settecento, un falso Rinascimento, evocare una regione
geografica non ben precisata, che sono la base sul quale possono poggiare le
invenzioni di Strehler. D’altra parte, il regista dichiarava in una intervista:
‘Il mio Teatro è tenuto insieme dalle note di Fiorenzo Carpi’.
“A differenza di molti altri musicisti del XX secolo, Carpi mirava soprattutto
alla semplicità: semplicità nelle armonie, nella costruzione delle melodie,
nell’orchestrazione limitata spesso a pochi strumenti. Questa semplicità deve
essere stata una formidabile conquista per Carpi, partito da posizioni di
avanguardia dopo gli studi con Ghedini al Conservatorio di Milano. La sua è una
musica che possiede una qualità molto rara: quella di non far trasparire la
fatica del comporre, come se quelle straordinarie marcette, canzoni o
filastrocche fossero nate per germinazione spontanea.”
Un eloquente ritratto di Fiorenzo Carpi ”firmato” dalla
figlia Martina Carpi:
“’Restiamo bambini!’ diceva Giorgio Strehler, e questa invocazione penso si
addica molto a raccontare mio padre, Fiorenzo Carpi, uno dei grandi musicisti
del’900, milanese di nascita, uomo dolcissimo ma fermissimo, stimato
nell’ambiente e purtroppo poco conosciuto al grande pubblico, eccezion fatta per
il famoso Pinocchio televisivo di Comencini e per qualche canzone come Ma mì e
Le mantellate. Eppure ha un repertorio molto vasto e interessante di musica per
teatro - oltre che per Strehler ha scritto ad esempio quasi tutte le musiche e
le canzoni di Dario Fo -, cinema, televisione, musica da camera, sinfonica,
canzoni, e un’opera incompiuta, che gli era stata commissionata da De Sabata per
la Scala di Milano, su libretto di Strehler.
“Un musicista colto, un innovatore. Il padre della musica di scena, colui che -
in particolare attraverso la sua collaborazione durata tutta la vita con Giorgio
Strehler, che ha prodotto più di cento spettacoli, molti memorabili - ha dato a
generi musicali, prima considerati minori, la nobiltà di significato e una
centralità che dalla sua opera in poi gli sono riconosciuti.
“Papà infatti, era un uomo schivo ma estremamente aperto, che non ha mai
considerato nessun genere musicale inferiore. Un uomo che si è sempre divertito
a scoprire nuove possibilità, senza tirarsi mai indietro di fronte a tutte le
sfide che si sono presentate durante la sua lunga carriera.
“E non è un caso che Peppino Patroni Griffi abbia interpellato lui, milanese,
per gli arrangiamenti delle canzoni di Napoli, notte e giorno e Napoli, chi
resta e chi parte, spettacoli che hanno rappresentato la riscoperta di Raffaele
Viviani negli anni ‘70. Né che Il Ballo Excelsior, considerato vecchio, pomposo
e pressoché irrappresentabile, goda, dopo il suo intervento di rielaborazione
delle musiche per la rappresentazione al Maggio Fiorentino curata da Pippo
Crivelli nel 1967, la fama e la diffusione di oggi. In questo senso mi piace
anche ricordare i testi dalle costruzioni impossibili scritti da malati di
mente, che papà è riuscito a mettere magicamente in musica, canzoni queste
realizzate per il film La vacanza di Tinto Brass e cantate da Vanessa Redgrave e
Gigi Proietti.
“Per tornare all’invocazione di Strehler, papà è stato un bambino che ha avuto
nella curiosità e insieme nell’estremo rigore e onestà intellettuale, la sua
peculiarità. La sua dolce ironia e umanità ne fanno un artista molto ‘italiano’
nel senso migliore del termine, e forse per questo amato anche in Francia, dove
ha lavorato con grandi registi come Louis Malle, Patrice Chereau, sia in cinema
sia in teatro. Sono contenta che, dopo anni di silenzio, l’Orchestra Verdi abbia
scelto d’inserire nel proprio repertorio le sue opere, contribuendo alla
conoscenza e alla diffusione della produzione musicale di mio padre”.
In occasione del concerto anche uno
"straordinario debutto" al flauto dolce.
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Note:
Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
www.laverdi.org
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