Beat Furrer
Strane costellazioni per grande orchestra Molto recente è Strane costellazioni (2013) per grande orchestra,
del quale Furrer scrive: «La scoperta della relatività del moto e del
tempo conduce.
A mio parere il brano più ostico della serata
che non concede nulla ne ad esecutori ne pubblico tesi nell'inseguire
uno sfuggente ed inafferrabile senso in questo marasma di suoni.
Beat Furrer
Concerto per pianoforte e orchestra
Il pianoforte sembra essere il mezzo ideale per incarnare la vocazione
di Beat Furrer (1954) a una matericità frenetica e inarrestabile.
Strumento dalle enormi possibilità, si sa, e con una storia del
repertorio scandita in gran parte dal superamento di quelli che in
precedenza venivano considerati i limiti naturali di ‘ciò che si può
fare’. Chopin, Liszt, Ravel: sono alcuni dei principali esploratori
dello strumento, con la meravigliosa capacità di considerarlo terra
vergine. Al pianoforte, Beat Furrer ha dedicato un leggendario brano
solistico, Phasma (2002), nel quale in più e più luoghi vien fatto
spontaneamente di dubitare se il pianista potrà o non potrà far vivere
il lucido delirio segnato su carta. Di poco meno visionario, e
comunque molto arduo, è il Concerto per pianoforte e orchestra (2007)
che si ascolta nel presente programma. Poche ossessive figure
compaiono e scompaiono, in un furore crescente, nel quale il
pianoforte scopre una nuova voce, rude nuovo tassello della secolare
storia del virtuosismo.
Fabio Vacchi
Prospero, o dell’armonia melologo per attore e orchestra
«Non si canta; solo recitazione al cui cospetto la musica si comporta
come una specie di accompagnamento obbligato a un recitativo. A volte
si parla mentre la musica prosegue e ciò produce un magnifico
effetto». Così scriveva Mozart a suo padre nel 1778, dopo essersi
imbattuto a Mannheim in alcune rappresentazioni in forma di melologo,
genere teatral-musicale istituito pochi anni prima e molto apprezzato
in terra tedesca. Un «effetto» – quello a cui Mozart allude – che il
paragone con una lanterna cinese può ben spiegare, giacché nel
melologo la musica sta al testo proprio come la candela sta al
cilindro di carta che la circonda, ornato di favolose figure che si
animano ruotando al calore della fiamma.
Una conclusione esaltante per la serata un poco
a rischio, come tutti i concerti di musica contemporanea dove gli
autori proposti sono sacerdoti dell'incomprensibile. Per fortuna
arriva Fabio Vacchi con il suo melologo che concilia la ricerca di
sperimentazione di nuove vie con un classico senso di
compartecipazione della musica con le parole e con sentimenti ed
emozioni.
Un lavoro che ricorda i grandi capolavori del genere da "Werther" di
Pugnani ad "Enoch Arden" di Strauss.
Seguono immagini della serata:
Beat Furrer (Schaffhausen,
1954) Strane costellazioni per grande orchestra (2013)
Beat Furrer (Schaffhausen,
1954) Concerto per pianoforte e orchestra (2007)
ORAZIO SCIORTINO, pianoforte
Fabio Vacchi (Bologna,
1949) Prospero, o dell’armonia melologo per attore e orchestra (2009)
SANDRO LOMBARDI, voce
Nella foto il compositore FABIO VACCHI con
SERGIO LOMBARDI voce nel melologo eseguito.
Nella foto il M°Orazio Sciortino con Mario
Mainino