Dopo l'esecuzione alla Scala l'11 settembre 2011
per il decennale dell'attentato alle Torri Gemelle di New York,
laVerdi - guidata come allora dal suo direttore musicale Zhang Xian -
torna a eseguire il "War Requiem" di Britten, ma questa volta
all'Auditorium di Milano, la Casa della Musica.
Due orchestre, due cori, tre solisti, un organico
eccezionale per l'esecuzione di un capolavoro assoluto del secondo
Novecento. Dopo la memorabile performance dell'11 settembre 2011 al
Teatro alla Scala, in occasione del decimo anniversario dell'attentato
alle Torri Gemelle di New York, laVerdi ripropone - ma questa volta
all'Auditorium di Milano - il War Requiem di Benjamin Britten, opera
del 1962 che si staglia come una stella fissa nell'universo musicale e
culturale del mondo moderno. Come l'11 settembre di tre anni fa, sarà
il direttore musicale de laVerdi Zhang Xian, a guidare l’Orchestra
Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi nel viaggio tra guerra e pace,
dolore e speranza rappresentato dall'opera di Britten. Appuntamento
dunque per questo 27° programma ad alta tensione emotiva della
"Stagione del Ventennale" giovedì 27 (ore 20.30), venerdì 28 (ore
20.00) e domenica 30 marzo (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in
largo Mahler. Sul palco di largo Mahler, anche l'Orchestra da Camera
de laVerdi diretta da Ruben Jais, il Coro Sinfonico diretto da Erina
Gambarini e il Coro di Voci bianche guidato da Maria Teresa Tramontin,
oltre ai solisti Othalie Graham (soprano), Mirko Guadagnini (tenore) e
Joseph Lattanzi (baritono).
Giovedì 27 marzo 2014 (Auditorium, Foyer del bar,
ore 18.00, ingresso libero) guida all'ascolto del War Requiem di
Britten con Enrico Reggiani, in collaborazione con l'Università
Cattolica di Milano.
La nuova cattedrale, moderna e avveniristica, sta
accanto a quella antica, gotica e in rovina. Su Coventry, un
bombardamento tedesco del 1940 distrugge quasi mille anni di storia.
L’avvenuta ricostruzione della città culmina nel 1962 con la
consacrazione del nuovo tempio, che non scalfisce la memoria di un
passato assieme tragico e glorioso. Ci deve essere musica adeguata,
firmata da autori inglesi. Benjamin Britten scrive il suo capolavoro,
un compianto sulla guerra, un inno alla pace. Accosta e alterna testi
antichi e moderni, le parole canoniche della messa latina e le rime
inglesi di Wilfred Owen, morto giovane al fronte nel 1918. Impegna
un’orchestra grande e una da camera, un coro completo e uno di
bambini, un organo piccolo; cerca solisti di canto nei paesi
belligeranti Gran Bretagna, Unione Sovietica, Germania. Ne fa un
affresco ecumenico, tuttora attuale, sempre in repertorio, nonostante
lo sforzo che richiede a esecutori e organizzatori. [Enzo Beacco]