Mozart

 

Auditorium Cariplo - Milano
Venerdì 1 novembre 2013_11_01, ore 20.00
Domenica 3 novembre 2013_11_03, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler

Organizzato da Fondazione Orchestra Sinfonica
e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Mozart Sinfonie e mottetti

Orchestra Sinfonica di Milano
Giuseppe Verdi

Mirella Hagen, soprano
Helmuth Rilling, direttore

CONFERENZA A INGRESSO LIBERO
Venerdì 1 novembre alle ore 18 nel Foyer del primo piano dell’Auditorium,
prima conferenza del ciclo Ritratto di Mozart. Relatore Lidia Bramani.

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Programma:

W.A.Mozart
Sinfonia n.33 in Si bemolle maggiore Kv 319
1. Allegro assai
2. Andante moderato
3. Menuetto - Trio
4. Allegro assai
Exultate, jubilate Kv 165
Sinfonia n.38 in Re maggiore Kv 504 "Praga"
1. Adagio - Allegro
2. Andante
3. Finale: Presto

Il “ponte” di Ognissanti all’insegna della grande musica, all’Auditorium di Milano per tutti coloro che resteranno in città. Mozart è protagonista del settimo programma della Stagione del Ventennale de laVerdi e per la bacchetta del grande Helmuth Rilling di nuovo graditissimo de laVerdi. In programma Sinfonie mozartiane (n. 33 in Si bemolle maggiore K. 319 e n. 38 in Re maggiore K. 504 “Praga”), intervallate dal mottetto Exultate Jubilate K. 165, che vedrà protagonista il soprano tedesco Mirella Hagen.


Seguono immagini della serata di venerdì 1 novembre 2013:

 

 

 

 

Note:

Mozart ­ Sinfonia n. 33 in Si bemolle maggiore K. 319
Composto a Salisburgo nell’estate del 1779, questo brano è considerato il coronamento del Sinfonismo giovanile di Mozart. Preannuncia la maturità viennese del compositore, presenta uno stile essenzialmente “germanico” e si allontana dai colori fastosi – dallo stile italo­francese – delle sinfonie precedenti. Originariamente era costituito da tre movimenti: Allegro assai (Si bemolle maggiore), Andante moderato (Mi bemolle maggiore) e Finale. Allegro assai (Si bemolle maggiore). Il Minuetto, raffinato ed elegante, venne inserito da Mozart dopo il trasferimento a Vienna, nel 1782, adeguando la sinfonia ai gusti di un pubblico divenuto ormai poco indulgente nei confronti delle ouverture all’italiana. Ne nacque così una “sinfonia moderna” in quattro tempi. Venne pubblicata da Artaria nel 1785. Qualcuno l’ha definita la “Pastorale” di Mozart, forse anche a motivo della serenità che la pervade. Altri ritengono che il clima quieto e disteso che emerge da queste note abbia condizionato Beethoven nella creazione dell'Ottava Sinfonia (esistono infatti alcune assonanze tra l’opera beethoveniana e il primo e l'ultimo tempo della K. 319). La partitura, ampia e ricca di idee e di sviluppi, è realizzata da un’orchestra che comprende gli archi, 2 oboi, 2 corni e 2 fagotti (questi ultimi cominciano ad avere una scrittura indipendente dalla linea del basso). La scrittura musicale presenta un’interessante vitalità che qua e là preannuncia il fervore dei quartetti di Beethoven. Talvolta la musica, che presenta melodie celebrative ed è ricca di successioni di idee, è concentrata sugli archi, ma non mancano passi dove fiati e archi si mescolano realizzando un insieme vivace e dinamico. Mozart ­ Exultate Jubilate K. 165
Il mottetto Exultate Jubilate è una composizione d’occasione. Rappresenta un momento significativo nel repertorio sacro di Mozart (anche se il testo non è tratto dalla liturgia). Venne composto a Milano durante il terzo e ultimo viaggio di Mozart in Italia. Dopo i successi riscossi nella città lombarda con Mitridate re di Ponto (1770) e Ascanio in Alba (1771), il giovane compositore venne nuovamente invitato a dirigere una sua opera, il Lucio Silla, al Teatro Ducale (la Scala non era ancora stata costruita). Tra gli interpreti anche il celebre castrato Venanzio Rauzzini. Fu proprio lui a richiedere a Mozart una composizione da eseguire durante un concerto nella chiesa di Sant’Antonio dei Teatini a Milano. Nacque così il mottetto Exultate Jubilate scritto in gran fretta, all’incirca in cinque giorni, tra il 10 e il 16 gennaio 1773. Questo brano per soprano e orchestra (2 oboi, 2 corni, organo e archi) è ancora oggi nel repertorio di molti ambiziosi cantanti. E costituito dall’ Exsultate (Allegro), da Fulget amica dies (Recitativo), da Tu virginum corona (Andante) e termina con l'Alleluja (Allegro). Il mottetto tuttavia non ha un carattere religioso, anzi ricalca la forma napoletana dell’aria da concerto esaltando le capacità vocali dell’interprete per cui è stato scritto. Ad eccezione del Recitativo che introduce il tempo di mezzo, questo mottetto può essere considerato un concerto in miniatura che nulla ha da invidiare ad un concerto strumentale.

Mozart ­ Sinfonia n. 38 in Re maggiore K. 504 “Praga” La Sinfonia K. 504 ­ “Prager Symphonie” ­ è una delle ultime sinfonie di Mozart (dopo scrisse solo la K. 550 e la K. 551 “Jupiter”). Questa composizione, che fu completata a Vienna nel dicembre del 1786, deve il suo soprannome al luogo dove fu eseguita la prima volta (TeatroNazionale Nostitz ­ gennaio del 1787). Mozart era stato invitato a Praga per alcune rappresentazioni de Le Nozze di Figaro e l’accoglienza fu così calorosa che decise di dedicare alla città, che tante volte lo aveva apprezzato (lo farà anche per Don Giovanni), una sinfonia. Del resto il pubblico di Praga era in grado di comprendere la musica di Mozart, non sempre apprezzata altrove. Mozart preparò così un’opera elaborata, ricca di invenzione con importanti idee tematiche, ancora oggi considerata uno degli esempi più eccellenti del genio del salisburghese. La tonalità (Re maggiore) e l’organico orchestrale (2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi – esclude i clarinetti) sono quelli delle grandi occasioni. La sinfonia è strutturata, curiosamente, in soli tre movimenti: Adagio. Allegro (Re maggiore), seguito da un Andante (Sol maggiore) e da un Presto (Re maggiore). La mancanza del Minuetto ha fatto molto discutere i musicologi. Una risposta certa non è ancora stata trovata, ma di sicuro Mozart, non inserendo questo brano, non voleva tornare a modelli antichi e superati. Inoltre le proporzioni della sinfonia sono tali da non richiedere la presenza di un quarto tempo. Il movimento di apertura è il più ampio brano sinfonico scritto da Mozart. L’introduzione lenta e maestosa (con l’uso delle terzine iniziali) ricorda l’atmosfera del Concerto per pianoforte e orchestra in Re minore (K. 466), ma anche quella del Don Giovanni. Mozart per questa sinfonia utilizza una “scrittura difficile”, densa e poderosa. La partitura è armonicamente complessa, ricca di un’incalzante energia tematica, di espansioni melodiche (nell’Andante), così come di una gioiosa vivacità (Finale). La sua scrittura è caratterizzata da un abilissimo linguaggio sinfonico arricchito da una comunicatività ricavata dal melodramma. Ne nasce così una composizione che racchiude reminiscenze e anticipazioni del clima teatrale nel quale Mozart era immerso in quegli anni. Testi di Laura Nicora (Note dall'uff.stampa LaVerdi)

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