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Pinacoteca Civica - Vigevano
Domenica 28 ottobre 2012 ore 11:00
Organizzato da Comune di Vigevano
In collaborazione con Biblioteca e Musei Civici
nell'ambito della
Rassegna Letteraria Vigevano 2012
"Verba Manent"
(vedi)
Mario Mainino al fianco dell'opera BUTTERFLY, foto di Cesare Giardini,
l'autore.
Il libretto d'opera
scripta manent, verba volant, verba
manent, verba sonat
reinventare il vero ..ovvero
un nuovo vocabolario della cosiddetta letteratura minore.
“Deserto sulla terra,
Riedo perché,
Sento l’orma dei passi spietati,
Nelle foreste imbalsamate.”
Il nostro più grande operista dell’800,
Giuseppe Verdi ebbe ad affermare che il suo intento era “ricreare il vero”
e volle farlo inventando la “parola scenica”. Ma questa si basa sull’opera
letteraria di tanti autori cosiddetti “minori” (ma minori nell’800 forse
solo di fronte a un Manzoni o un Alfieri) perché quando i libretti li
scrivevano un Metastasio o un Goldoni non possiamo certo dire che questi
due signori fossero “minori”, visto che il primo rivesti il titolo di
“poeta cesareo” e il secondo lo conosciamo bene grazie al suo teatro. Nel
corso dell’incontro vedremo anche l’uso della parola, il senso di alcune
di queste parole, che forse oggi non comprendiamo più: deserto, riedo,
surta, imbalsamate e faremo un viaggio nei quattro secoli di storia
dell'opera lirica.
Deserto sulla terra (Trovatore – Verdi -
Cammarano)
Riedo perché (Rigoletto – Verdi - Piave)
Sento l'orma dei passi spietati (Ballo in maschera Verdi - Somma)
Nelle foreste imbalsamate (Aida – Verdi - Ghislanzoni)
I dipinti presenti nella sala sono una
mostra personale dell'artista vigevanese Cesare
Giardini che ha dedicato le sue opere a donne in musica, dalla
canzone all'opera lirica.
Programma
(Seguono dopo
le note le immagini della serata:)
“una crescente insofferenza nei confronti di una
inveterata corrente di critica sul libretto d'opera, disinformata e
inesatta, alimentata dall'ignoranza e perpetuata dall'indifferenza ..
un atteggiamento di questo genere svisa il panorama dell'opera e, più
spesso di quanto non risulti, deforma non tanto il fatto in se ma
piuttosto il giusto rilievo, la sua prospettiva, le sue sfumature.
Coloro che hanno scritto di opera, generalmente parlando, non hanno
avuto educazione in questo campo, orientata verso la musica e la
storia del teatro d'opera, e tratto conclusioni da elementi
frammentari.”
tratto da “La decima musa” di Patrick J.Smith edizione 1970
in Italia 1981 per Sansoni Editore
IL BRUTTO
RENATO
Fuggi, fuggi: per l'orrida via
sento l'orma dei passi spietati.
Allo scambio dei detti esecrati
ogni destra la daga brandì.
Va', ti salva, o che il varco all'uscita
qui fra poco serrarsi vedrai;
va, ti salva, del popolo è vita
questa vita che getti così.
IL BELLO
GUSTAVO (Riccardo)
La rivedrà nell'estasi
Raggiante di pallore . . .
E qui sonar d'amore
La sua parola udrà.
O dolce notte, scendere
Tu puoi gemmata a festa:
Ma la mia stella è questa
Che il ciel non ha!)
Pensate alla differenza dei due versi evidenziati
in rosso, il primo è stato preso da un illustre letterato del '900
(...) come emblema della stupidità dei versi che troviamo in un
libretto d'opera "come è possibile sentire un'orma". Certo che
questo se lo poteva chiedere lui che non aveva mai ascoltato
probabilmente un'opera lirica, ed in particolare quei versi che così
tanto criticava.
-
Nessun librettista è sopravvissuto senza la musica.
-
Mai leggere un verso senza la sua musica, nel
momento in cui il rigo musicale viene aggiunto al verso, impone alle
parole una propria poesia.
-
Brevità gran pregio. Assurdità dei versi. Termini
desueti. Salvano dall'obblio sia gli sconosciuti che i grandi.
-
Verdi dice PAROLA SCENICA non VERSO scenico.
-
E.Scribe criticato da Theophile Gautier per i suoi
versi orribili, da soggetto per Ugonotti, Elisir d'amore, Un ballo in
maschera
-
R.Wagner si scrive i libretti da se
-
Libretti d'opera Baldacci (1930- ) ed.1970/1974
La cultura nazionale e popolare che nell'ottocento, grazie alla
musica, raggiunge quel carattere unitario che non aveva avuto prima e
quell'elevatezza di livello che avrebbe trovato dopo.
FOTOGRAFIA del fenomeno : Aerea o Al Microscopio, in entrambi si
rischia di perdere di vista l'oggetto della indagine, in particolare
se ci si attiene solo ad una analisi microscopica, da un verso il
giudizio su un'opera, da un'opera il giudizio sull'intero mondo della
lirica, del melodramma. Ovvero "Leopardi sta all'Infinito come Dio
ad uno dei suoi miracoli (le Operette morali)"
-
Intercambiabilità della musica = Una voce poco fa =
Rosina nel Barbiere di Siviglia = Elisabetta regina.
Spunti suggeriti per una analisi della storia del
libretto d'opera.
Richar Wagner Teatro totale
Giuseppe Verdi La parola scenica
Pietro Metastasio Poeta Cesareo
Carlo Goldoni Per scivere libretti pagano troppo poco!!
Le origini letterarie:
1500 Angelo Poliziano (Montepulciano, 14 luglio
1454 – Firenze, 29 settembre 1494
1573 Torquato Tasso, Aminta
La nascita dell'opera:
1600 Euridice Peri – Ottavio Rinuccini (allievo del
Tasso)
Occasione della composizione furono le nozze di Maria de' Medici,
figlia del granduca di Toscana Francesco I de' Medici, con Enrico IV
di Francia, celebrate nel Duomo di Firenze il 5 ottobre 1600. Il
melodramma musicato da Peri fu rappresentato per la prima volta a
Palazzo Pitti il giorno successivo (6 ottobre 1600). Questa
costituisce convenzionalmente la data di nascita del melodramma, pur
non rappresentando la prima rappresentazione in senso assoluto di
un'opera in musica in quanto qualche anno prima era stata
rappresentata una Dafne musicata dallo stesso Peri su testo dello
stesso Rinuccini
1607 Orfeo Monteverdi – Striggio
In un fiorito prato
con l'altre sue compagne,
giva cogliendo fiori
per farne una ghirlanda a le tue chiome,
quando angue insidioso,
ch'era fra l'erbe ascoso,
le punse un piè con velenoso dente:
ed ecco immantinente
scolorirsi il bel viso e ne' suoi lumi
sparir que' lampi, ond'ella al sol fea scorno.
Allor noi tutte sbigottite e meste
le fummo intorno, richiamar tentando
gli spirti in lei smarriti
con l'onda fresca e coi possenti carmi;
ma nulla valse, ahi lassa!
ch'ella i languidi lumi alquanto aprendo,
e te chiamando Orfeo,
dopo un grave sospiro
spirò fra queste braccia, ed io rimasi
pieno il cor di pietade e di spavento.
L'Orfeo (24 Febbraio 1607)
libretto di Alessandro STRIGGIO, musica di Claudio MONTEVERDI
I primi teatri pubblici:
1627 Roma teatro d'opera
1632 Giulio Rospigliosi (Papa Clemente IX) Sant'Alessio
1637 Venezia Teatro San Cassiano Tron
Le arie codificate, ovvero il manuale per il perfetto librettista e il
perfetto compositore: prologo, aria di sortita, aria di baule, del
sonno, di furore, del brindisi, della lettera, di pazzia, del
travestimento.
La querelle francese:
Gli Enciclopedisti, Jean Jacques Rosseau Le devin du village
Maestro e discepolo, The
Best nel secolo d'oro= Metastasio:
Apostolo Zeno (1669-1750)
Metastasio The Best (Pietro Trapassi)
1734 Didone abbandonata
1729 Poeta Cesareo
Tardi s'avvede di un tradimento, chi mai di fede mancar non sa!
TEMISTOCLE di Zeno 1700 di Metastasio 1736
OLIMPIADE da Erodoto
I libretti di Metastasio danno anche indicazioni per l'allestimento.
Due commediografi con
diversa fortuna, uno subito l'altro dopo due secoli:
Carlo Goldoni (Polisseno Fegeio, pseudonimo,scrisse pochi
libretti perché pagavano poco)
1743 La contessina musicato da Giacomo Maccari
1750 Il mondo della luna (B.Galuppi e F.J.Haydn)
1757 Cecchina, la buona figliola N.Ciccinni
1760 Cecchina, la buona figliola Duni
Carlo Gozzi
Amore delle tre melarance S.Prokofiev
Turandot F.Busoni prima delle versione di G.Puccini
Riforma gluckiana =
semplicità
C.W.Gluck Orfeo ed Euridice e Alceste Raniero de
Calzabigi
ORFEO Arioso
Che puro ciel! che chiaro sol! che nuova
Serena luce è questa mai! che dolce,
Lusinghiera armonia formano insieme
Il cantar degli augelli,
Il correr de' ruscelli,
Dell'aure il sussurrar questo è il soggiorno
De' fortunati Eroi. Qui tutto spira
Un tranquillo contento
Ma non per me. Se l'idol mio non trovo,
Sperar nol posso: i suoi soavi accenti,
Gli amorosi suoi sguardi, il suo bel riso,
Sono il mio solo, il mio diletto Eliso.
Ma in qual parte sarà?
si guarda intorno
Chiedesi a questo
Che mi viene a incontrar, stuolo felice.
Euridice dov'è
Christoph Willibald Gluck ORFEO ED EURIDICE
Azione drammatica in tre atti
Libretto Ranieri de' Calzabigi
Prima Rappresentazione
5 ottobre 1762, Vienna (Hofburgtheater)
Fine secolo grandi
subito e grandi dopo:
1787 Giuseppe Gazzaniga Il convitato di pietra,
librettista Giovanni Bertati
1792 Domenico Cimarosa Il Matrimonio segreto, librettista Giovanni
Bertati
Lorenzo Da Ponte – W.A.Mozart Don Giovanni, Così fan tutte, Nozze di
Figaro
Confronto Bertati Da Ponte con aria del Catalogo da Don Giovanni (pg.158
P.Smith)
Finale Nozze di Figaro, finale Don Giovanni pura musica.
L'800, Beethoven ammira il
Barbiere di Rossini:
G.Rossini "Almaviva o l'inutil precauzione"(Ovvero Il barbiere di
Siviglia), Rossini e la sua autoironia, vedi anche Il Turco in Italia
BARTOLO
Il tempo è buono?... cos'è quella carta?...
ROSINA
Niente, niente, signor: son le parole
dell'aria dell'Inutil precauzione.
BARTOLO
Cosa è questa
Inutil precauzione?...
ROSINA
O bella! è il titolo
del nuovo dramma in musica.
BARTOLO
Un dramma?... bella cosa!
Sarà al solito un dramma semiserio;
un lungo malinconico noioso
poetico strambotto;
barbaro gusto! secolo corrotto!
Una voce poco fa
qua nel cor mi risuonò,
il mio cor ferito è già
e Lindor fu che il piagò.
Sì, Lindoro mio sarà,
lo giurai, la vincerò.
Il tutor ricuserà,
io l'ingegno aguzzerò,
alla fin s'accheterà
e contenta io resterò.
Il barbiere di Siviglia (20 Febbraio 1816)
libretto di Cesare STERBINI, musica di Gioachino ROSSINI
Rossini e le traduzioni di Callisto Bassi, ovvero
il problema della "versione ritmica italiana" di Mosè e Gugielmo Tell
(Ma anche di Lohengrin e tutto il Wagner e Mozart all'italiana). Il
flauto magico (K 620), titolo originale Die Zauberflöte, è un
Singspiel in due atti musicato da Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto
di Emanuel Schikaneder e con il contributo di Karl Ludwig Giesecke.La
prima rappresentazione avvenne al Theater auf der Wieden di Vienna il
30 settembre 1791.
Der Halle Rache
KÖNIGIN [14.Aria]
Kein Wort!
Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen,
Tod und Verzweiflung flammet um mich her!
Fühlt nicht durch dich Sarastro Todesschmerzen,
So bist du meine Tochter nimmermehr!
Verstoßen sei auf ewig, verlassen sei auf ewig,
Zertrümmert sei’n auf ewig alle Bande der Natur,
Wenn nicht durch dich Sarastro wird erblassen! -
Hört, Rachegötter, - hört! der Mutter Schwur
[versione orginale]
Gli angui d'inferno nel mio cuore,
Morte e disperazione m’infiamman intorno!
Se Sarastro non patisce le pene della morte,
Tu non sei più mia figlia!
Sii per sempre ripudiata, per sempre abbandonata,
Distrutti sian per te tutti i legami naturali,
Se Sarastro non impallidirà a causa tua! -
Udite, dèi della vendetta - udite!
il giuramento di una Madre!
[versione Callas]
V.Bellini e Felice Romani sette opere su dieci insieme
I Puritani con il rivoluzionario Carlo Pepoli (pg.220
P.Smith)
Il Pirata = O sole ti vela Casta diva una melodia da fare venire
invidia a Chopin
Casta Diva, che inargenti
Queste sacre antiche piante,
A noi volgi il bel sembiante
Senza nube e senza vel.
Tempra tu de' cori ardenti,
Tempra ancor lo zelo audace,
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel.
(Norma – Bellini - Romani)
L'eco di Milano 16/02/1929 giudica La Straniera uno
dei pochissimi libretti che si possano leggere.
Verdi-Piave La parola scenica (pg.226 P.Smith)
Verdi e A.Boito differenza abissale tra Falstaff e Le allegre comari
di Windsor lo stesso Shakespeare per primo lo avrebbe preferito
Riccardo (Gustavo)
La rivedrò nell'estasi
raggiante di pallore...
E qui sonar d'amore
la sua parola udrà, sonar d'amore.
O dolce notte, scendere
tu puoi gemmata a festa: ah!
Ma la mia stella è questa, che il ciel non ha!
(Un ballo in maschera – Verdi – Somma)
Amelia
Odi tu come fremono cupi
per quest'aure gli accenti di morte?
Di lassù, da quei negri dirupi,
il segnal de' nemici partì.
Ne' lor petti scintillano d'ira...
e già piomban, t'accerchiano fitti...
Al tuo capo già volser la mira...
per pietà, va, t'invola di qui.
Renato
Fuggi, fuggi: per l'orrida via
sento l'orma dei passi spietati.
Allo scambio dei detti esecrati
ogni destra la daga brandì.
Va', ti salva, o che il varco all'uscita
qui fra poco serrarsi vedrai;
va, ti salva, del popolo è vita
questa vita che getti così.
(Un ballo in maschera – Verdi – Somma)
Renato
O dolcezze perdute! O memorie
d'un amplesso che mai non s'oblia!...
Quando Amelia sì bella, sì candida
sul mio seno brillava d'amor!...
(Un ballo in maschera – Verdi - Somma)
AIDA
Qui Radamès verrà... Che vorrà dirmi? Io tremo... Ah! se tu vieni a
recarmi, o crudel, l'ultimo addio,
del Nilo i cupi vortici
mi daran tomba... e pace forse... e oblio.
O patria mia, mai più ti rivedrò!
AIDA, AMONASRO
Rivedrai le foreste imbalsamate,
le fresche valli,
i nostri tempii d'or.
Rivedrò le foreste imbalsamate,
le fresche valli, i nostri tempii d'or.
Sposa felice a lui che amasti tanto, tripudii immensi ivi potrai
gioir.
AIDA
Un giorno solo dì sì dolce incanto... un'ora di tal gioia... e poi
morir!
Aida è un'opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di
Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale di Auguste
Mariette. Ismail Pascià, kedivè d'Egitto. Teatro khediviale dell'Opera
del Cairo, in Egitto, il 24 dicembre 1871, diretta da Giovanni
Bottesini l'8 febbraio 1872 al Teatro alla Scala di Milano.
ABIGAILLE
Prode guerrier! d'amore
conosci tu sol l'armi?
D'assira donna in core
empia tal fiamma or parmi!
Qual dio vi salva?... talamo
la tomba a voi sarà...
Di mia vendetta il fulmine
su voi sospeso è già!
Io t'amava!... il regno, il core
pe 'l tuo core io dato avrei!
Una furia è questo amore,
vita o morte ei ti può dar.
Ah! se m'ami, ancor potrei
il tuo popol salvar!
ISMAELE
No!... la vita io t'abbandono,
ma il mio core no 'l poss'io;
di mia sorte io lieto sono,
io per me non so tremar.
Ma ti possa il pianto mio
pe 'l mio popolo parlar.
FENENA
Già t'invoco, già ti sento,
dio verace d'Israello:
non per me nel fier cimento
ti commova il mio pregar.
Oh proteggi il mio fratello,
e me danna a lagrimar!
Nabucco (9 Marzo 1842)
libretto di Temistocle SOLERA, musica di Giuseppe VERDI
Fuoco di gioia, l'ilare vampa
fuga la notte col suo splendor.
Guizza, sfavilla, crepita, avvampa
fulgido incendio che invade il cor.
Dal raggio attratti vaghi sembianti
movono intorno mutando stuol,
e son fanciulle dai lieti canti,
e son farfalle dall'igneo vol.
Arde la palma col sicomoro,
canta la sposa col suo fedel;
sull'aurea fiamma, sul lieto coro
soffia l'ardente spiro del ciel.
Fuoco di gioia, rapido brilla!
Rapido passa, fuoco d'amor!
Splende, s'oscura, palpita, oscilla,
l'ultimo guizzo, lampeggio e muor.
{Fuoco di gioia rapido brilla!
Splende, s'oscura, palpita, etc. . .}
(Otello Verdi Arrigo Boïto)
MACBETH
Tutto è finito!
Si avvicina a Lady e le dice sottovoce:
Fatal mia donna! un murmure,
Com'io non intendesti?
LADY
Del gufo udii lo stridere...
Testé che mai dicesti?
MACBETH
Io?
LADY
Dianzi udirti parvemi.
MACBETH
Mentre io scendea?
LADY
Si! si!
MACBETH
Di! nella stanza attigua
Chi dorme?
LADY
Il regal figlio...
MACBETH
guardandosi le mani
O vista, o vista orribile!
LADY
Storna da questo il ciglio...
MACBETH
Nel sonno udii che oravano
I cortigiani, e: Dio
Sempre ne assista, ei dissero;
Amen dir volli anch'io,
Ma la parola indocile
Gelò sui labbri miei.
LADY
Follie!
MACBETH
Perché ripetere
Quell'Amen non potei?
LADY
Follie, follie che sperdono
I primi rai del dì.
MACBETH
Allora questa voce m'intesi nel petto:
Avrai per guanciali sol vepri, o Macbetto!
Il sonno per sempre, Glamis, uccidesti!
Non v'è che vigilia, Caudore , per te!
LADY
Ma dimmi, altra voce non parti d'udire?
Sei vano, o Macbetto, ma privo d'ardire:
Glamis, a mezz'opra vacilli, t'arresti,
Fanciul vanitoso, Caudore, tu se'.
MACBETH
Vendetta! tuonarmi com'angeli d'ira,
Udrò di Duncano le sante virtù.
LADY
(Quell'animo trema, combatte, delira...
Chi mai lo direbbe l'invitto che fu?)
a Macbeth
Il pugnal là riportate...
Le sue guardie insanguinate...
Che l'accusa in lor ricada.
MACBETH
Io colà?... non posso entrar!
LADY
Dammi il ferro.
Il contestatore:
Arrigo Botio tra Shakespeare e Goethe (Faust)
1868 Mefistofele = 6 ore = fiasco
1924 Nerone = postumo = trionfo
Il verismo:
Mascagni |
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Leoncavallo |
Cavalleria rusticana |
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Pagliacci |
Dal
romanzo/teatro di Verga |
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Dalla cronaca |
Targioni e Tozzetti |
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Dello stesso autore |
Il poeta di Castell'Arquato
(Pc):
Illica e G.Puccini = Bohéme, Madama Butterfly e
Tosca
Illica e A.Giordano = Andrea Chenier
Vicino a te s'acqueta
l'irrequieta anima mia;
tu sei la meta d'ogni desio,
d'ogni sogno, d'ogni poesia!
Entro al tuo sguardo
l'iridescenza scerno
de li spazi infiniti.
Ti guardo;
in questo fiotto verde
di tua larga pupilla
erro coll'anima!
(Andrea Chénier Dramma di Ambiente Storico in Quattro Quadri Giordano
- Luigi Illica)
L'ultima favola:
Puccini, Gozzi e le trasfigurazioni di Turandot
Liù
Signore, ascolta! Ah, signore, ascolta!
Liù non regge più, si spezza
il cuor! Ahimè, quanto cammino col tuo nome nell'anima, col nome tuo
sulle labbra!
Ma se il tuo destino doman
sarà deciso, noi morrem sulla strada dell'esilio.
Ei perderà suo figlio, io l'ombra d'un sorriso.
Liù non regge più! Ah!
Turandot di G.Puccini Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, da
Carlo Gozzi (Turandot, 1762).
L'opera fu completata, per il duetto e la scena finale, da Franco
Alfano.
Il poeta del '900:
Dannunzio e Debussy = Il martirio di San Sebastiano
Un sogno da favola
d'oltralpe:
Hoffmanstall e R.Strauss
Dopo Turandot di Puccini
la vena si esaurisce?
La MUSICA NUOVA, ovvero un missile che si porta in
alto ma, non essendo riuscito ad entrare in orbita, ricade.
Ma se il verso non esiste
e si musica il conto dell'oste?
Falstaff “Un'acciuga..”
Falstaff
L'arte sta in questa massima:
"Rubar con garbo e a tempo".
Siete dei rozzi artisti.
(Si mette ad esaminare il conto che l'Oste avrà portato insieme alla
bottiglia di Xeres)
6 polli: 6 scellini,
30 giarre di Xeres: 2 lire; 3 tacchini...
(a Bardolfo gettandogli la borsa, e si rimette a leggere lentamente).
Fruga nella mia borsa.
2 fagiani, Un'acciuga.
Bardolfo (estrae dalla borsa le monete e le conta sul tavolo.)
Un mark, un mark, un penny.
Falstaff Fruga.
Bardolfo Ho frugato.
Falstaff Fruga!
E se chiudessimo con una
parola sola!
Simone Boccanegra “Figlia ..”
DOGE SIMON
Figlia!... a tal nome palpito
Qual se m’aprisse i cieli...
Un mondo d’ineffabili
Letizie a me riveli;
Qui un paradiso il tenero
Padre ti schiuderà...
Di mia corona il raggio
La gloria tua sarà...
DOGE SIMON
Figlia!.
Simon Boccanegra
Melodramma in un prologo e tre atti
Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave
Alcuni dei passi di libretti di opere famose, che
sono stati commentati nel corso della conferenza sono stati proposti
con il relativo brevissimo ascolto musicale.
Seguono immagini della serata:
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Cesare Giardini e CARMEN
Cesare Giardini e BUTTERFLY
Cesare Giardini e JENNY DEI PIRATI
Cesare Giardini e (da sinistra)
VIOLETTA e MIMI'
IL PALCO, una delle opere conservate
nella nostra pinacoteca
La scultura in bronzo INNO ALLA VITA
La conferenza è stata corredata dalla
esposizione di alcuni libretti originali
della collezione privata di Mario Mainino, esemplari rari risalenti alla
seconda metà dell'800 con alcuni apporti dalla collezione
di Dante Rivetta, forniti appositamente per questa occasione.
La sala esaurita in ogni posto
disponibile da amanti della musica di Vigevano
che seguono abitualmente le manifestazioni e da giovani, alcuni
provenienti da Milano.
Un rarissimo libretto de LA LEGGENDA
DEL CALLIROE una azione drammatica
in tre atti, rappresentata al Teatro Cagnoni di Vigevano, con libretto
di Attilio Ferrari Trecate e musica di Marcello Gravati, purtroppo andata
perduta.
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Mario Mainino, Promotore culturale
Presentatore, commentatore musicale, regista opere liriche,
conduttore trasmissioni radiofoniche, collaboratore giornalistico, è
nato a Vigevano il 3 settembre 1951, dove abita attualmente.
Dopo il diploma di Elettronica Industriale, si è dedicato nella
maggior parte del suo tempo libero dalla professione di "tecnico
informatico", che rimase la sua attività di base, al suo grande
amore la musica e il teatro.
E' stato membro della Donizetti Society di Londra, per la quale ha
collaborato alla realizzazione del Journal 1999 pubblicato dalla
Fondazione Donizetti di Bergamo, e per la quale realizzato il primo
prototipo di sito Web.
Ha frequentato corsi di storia della musica tenuti tra gli altri da
Giampiero Tintori, Daniele Rubboli. Ha seguito le Master class di
interpretazione liederistica con i maestri Erik Battaglia e Gustav
Kuhn. Ha seguito il corso di lettura ed analisi della
interpretazione liederistica della prof. Ornella Bosatra (2007/2008)
. Ha curato nella stagione 2008/9 la rassegna "Opera sul grande
schermo" al Cinema Teatro Odeon di Vigevano, portando la sala al
primo posto assoluto per presenza di pubblico tra tutte le sale
italiane aderenti alla iniziativa. Attività proseguita poi con il
Cinemateatro Agorà di Robecco s/n che continua attualmente con
successo.
Ha seguito corsi di preparazione "all'allestimento di opere liriche"
dell'As.Li.Co con diversi insegnanti tra i quali i registi Francesco
Micheli, Francesco Frongia ed Eleonora Moro. Ha frequentato
masterclass di regia con Corrado D'Elia (2011, 2012).
Ha curato per cinque anni il Gala lirico della Fondazione di
Piacenza e Vigevano al Teatro Cagnoni di Vigevano.
Ha debuttato come regista in Bohème di G.Puccini al Teatro Lirico di
Magenta nell'ottobre 2008. Ha curato inoltre l'ideazione scenica e
la regia di Bohème di G.Puccini (Odeon - Vigevano 2009), due Elisir
d'Amore, tre Cavalleria Rusticana, due Tosca, ecc..
Ha organizzato diversi concerti ed eventi musicali per dare la
possibilità a molti giovani artisti di affrontare il pubblico.
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