Antigone

Teatro Moderno - Vigevano

Tempo Moderno... Atto Terzo, la Stagione Teatrale 2010/2011

Giovedì 31 marzo 2011 ore 21:00

Organizzato da Teatro Mosaico - Antinati
Antigone

di Jean Anouilh (1910 – 1987), drammaturgo francese

PERSONAGGI INTERPRETI
(in ordine di apparizione)
Il prologo-Il coro-La guardia-Il messaggero Gian Marco Marenghi
Antigone Valentina Summa
Nutrice Eleonora Cattaneo
Ismene Veronica Buscaglia / Elisa Piras
Emone Pietro Gabba
Creonte Fabrizio Orlandini

REGIA: Salvatore Poleo
LUCI: Roberto Peruzzotti

"Antigone è un’eroina tragica che si autodistrugge per il desiderio di affermarsi, pur consapevole di essere una piccola donna dinanzi a grandi avvenimenti".

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NOTE DI REGIA
Antigone è uno dei miti che più hanno interessato studiosi e drammaturghi a partire da Sofocle che, a metà del V secolo A.C., ha sistematizzato i racconti preesistenti sulla figlia di Edipo.
Le tragiche vicende della stirpe maledetta di Tebe è fortemente "teatrale" perché è un nodo di conflitti: conflitto tra generazioni (giovani contro anziani), conflitto tra generi (maschile contro femminile) e soprattutto conflitto tra ragion di Stato e ragione del cuore (fedeltà alla famiglia o alla polis?).
Tra le varie versioni, quella del francese Anouilh è stata scritta a Parigi durante l'occupazione nazista e per questo potrebbe sembrare che privilegi la dimensione politica del dramma; in realtà, la nostra lettura punta a rendere evidenti, oltre ai conflitti già ricordati, quelli interiori.
Ogni personaggio è teso, spaccato, tra polarità diverse, tra fedeltà disomogenee, in una situazione modernissima che inevitabilmente rimanda al nostro frammentato quotidiano.
Ancora una volta il mito proveniente dall'abisso del passato parla alle nostre anime ed al nostro mondo. (vedi...)

L'AUTORE
Jean Anouilh (1910-1987) inizia a scrivere testi teatrali nel 1929, ottenendo nel 1937 il suo primo grande successo (Le voyageur sans bagage). La sua più celebre opera resta Antigone, messa in scena per la prima volta nel 1944. Scrittore dotato di un'abilità unica, è stato in grado di realizzare un ampio spettro di capolavori diversificando le sue creazioni dall'affresco alla satira passando per la tragedia, ma collocando sempre al primo posto il gioco teatrale. Le sue opere sono incentrate sul conflitto tra sogno e realtà, tra possibile e impossibile, tra farsa e tragedia, tra purezza e degrado: la scena è un luogo di conflitti e indecisioni nel quale i contrari si incontrano e i migliori rifiutano il gioco della vita. I testi, persino quelli più caricaturali e farseschi, danno un'immagine pessimistica della natura umana, tormentata dalla nostalgia per una purezza ormai perduta. I protagonisti sono spesso messi di fronte alla dura scelta fra la praticità dei compromessi e un inflessibile idealismo, come avviene nel caso eclatante di Antigone. Ma i compromessi vengono rifiutati e, con essi, la vita: la soluzione è la morte, oppure un insostenibile rifugio nelle illusioni: il lieto fine è solo una favola.
Anouilh muore a Losanna il 3 ottobre del 1987.  (vedi...)


Dopo la sua "Antigone", Anouilh non ebbe altro che successi, affermandosi sia in Europa che in USA; ricordiamo: “Médée” (1946), “L’Alouette (L’allodola)” (1953) dedicato a Jean d’Arc, “Colombe” (1951), la farsa sessuale “La valse des toréadors (Il valzer dei toreador)” (1952) che ispirò nel 1962 il film di John Guillermin con Peter Sellers, e “Becket ou l’honneur de Dieu” (1959) noto in Italia come “Becket e i suo re” – che vinse un Tony Award e l’Antoinette Petty Award for Best Play of the Season (1960-61), e che fu trasformato nel bel film diretto da Peter Glenville (1964) con Peter O’Toole e Richard Burton, vincitore di un Oscar per la sceneggiatura non originale di Edward Anhalt. Dopo l’insuccesso de “La Grotte” (1961), Anouilh decise di dedicarsi alla regia (allestendo spettacoli e balletti, traducendo e adattando lavori di Oscar Wilde e Graham Greene) e alla moderna commedia di carattere di notevole gradimento per il pubblico (fu definito un «autore di teatro di distrazione»); restò comunque un drammaturgo molto rappresentato. Sin dal 1936 Anouilh aveva lavorato anche per il cinema, da solo o in collaborazione; ricordiamo: “Les dégourdis de la onzième” (1936), “Vous n’avez rien à déclarere” (1937), “Cavalcade d’amour” (1939), “Les otages” (1939), “Monsieur Vincent” (1947), “Anna Karenina” (1948), “Pattes blanches” (1949), “Caroline Chérie” (1951), “Le chevalier de la nuit” (1953), “La mort de Belle (1961) – un racconto di Simenon diretto da Edouard Molinaro – e “La ronde” (1964), diretto da Roger Vadim. Con “Le scénario” (1976), mosse un severo attacco al mondo del cinema. Anouilh morì a Losanna il 3 ottobre del 1987, lasciando la seconda moglie Nicole Lançon, sposata nel 1953 dopo il divorzio dalla prima moglie, e quattro figli (Catherine Anouilh è divenuta una brava attrice teatrale). Uomo misantropo e riservato sino alla reclusione volontaria, si mosse a metà tra i sogni e il realismo, rappresentando uomini e donne “ribelli”, individui tormentati e conflittuali ma coraggiosi che devono scegliere tra il Bene e il Male, tra l’Angelo e il Demonio, spesso costretti al fallimento e alla perdita della vita ma forti nella difesa dei loro ideali e della loro dignità umana (aveva scritto tra l’altro: «Fino al giorno della sua morte, nessun uomo può essere sicuro del suo coraggio… Per ciascuno di noi v’è un giorno, più o meno triste, più o meno lontano, in cui si deve infine accettare di essere uomo.»). (vedi..)

PERSONAGGI Il CORO; ANTIGONE; ISMENE; EMONE; CREONTE; IL PAGGIO; EURIDICE; LA NUTRICE; IL MESSAGGERO; PRIMA GUARDIA; SECONDA GUARDIA; TERZA GUARDIA. IL PROLOGO

Seguono immagini della serata:


Prologo

 

Ecco. Questi personaggi vi reciteranno la storia di Antigone. Antigone è quella magrolina seduta laggiù, e che non apre bocca. Guarda diritto davanti a sé. Pensa. Pensa che fra poco sarà Antigone, che improvvisamente sorgerà dalla magra ragazza scontrosa e chiusa che in famiglia nessuno prendeva sul serio, e si ergerà sola di fronte al mondo, sola di fronte a Creonte, suo zio, che è il re. Pensa che sta per morire, che è giovane e che anche a lei sarebbe piaciuto vivere. Ma non c'è niente da fare. Si chiama Antigone e bisogna che reciti la sua parte fino in fondo... Da quando il sipario si è alzato, ella sente che si allontana a velocità vertiginosa da sua sorella, Ismene, che chiacchiera e ride con un giovanotto; da noi tutti, che stiamo qui tranquilli a guardarla; da noi che non dobbiamo morire stasera...

La nutrice in attesa

Il rientro di Antigone

Il risveglio della sorella Ismene

«Mi disgustate con la vostra felicità! Con la vostra vita che bisogna amare a ogni costo. Si dirà dei cani che leccano tutto quel che trovano. E di quella piccola possibilità che esiste per tutti i giorni se non si è troppo esigenti. Io (moi), io, voglio tutto e subito, – e che esso sia intero – o altrimenti lo rifiuto! Io non voglio essere modesta, io (moi), e accontentarmi di un piccolo morso soltanto se sono stata molto saggia. Io voglio essere sicura di tutto oggi, e che ciò sia così bello come quando ero piccola – o meglio morire.».



Entrata di Emone, figlio di Creonte e promesso ad Antigone


Il racconto della guardia


L'arresto di Antigone


L'ultimo incontro di Antigone con Ismene


Antigone corrompe la guardia


Epilogo


Le foto sono relative alla prova generale alla quale non ha partecipato il personaggio di Creonte colpito da una improvvisa indisposizione per cui non sono documentate le sue scene.

 
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